Come si cura l'ipocondria? Diversi approcci terapeutici
Affrontare l'ipocondria: scopri strategie terapeutiche per gestire l'ansia da salute e ridurre le preoccupazioni
La "paura delle malattie", ovvero l'ipocondria, è un disturbo d'ansia che porta chi ne soffre a preoccuparsi in maniera eccessiva per la propria salute, fino a essere convinti di soffrire di una seria patologia. Chi ha paura delle malattie dunque interpreta ogni piccolo malessere come il segnale di qualcosa di grave e irreparabile.
Questo timore, nel corso del tempo, condiziona l’esistenza, colpendo la sfera dei rapporti affettivi e sociali, causando un senso di frustrazione e depressione.
Come si fa a guarire dall'ipocondria? Curare l'ipocondria non è semplice perché i pazienti non sempre riescono a riconoscere di soffrire di un disturbo psichico e di avere bisogno di cure.
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Guarire dall’ipocondria è possibile. La prima cosa da fare per combatterla è rendersi conto dell’esistenza del problema. Sembra una cosa semplice: ma prendere coscienza che si soffre di questo disturbo è il primissimo step per sconfiggerlo. Questo per tentare di deviare il proprio pensiero ogni volta che torna in modo ossessivo alla paura di una malattia.
Ci sono diversi trattamenti utilizzati per la cura di questa patologia tra cui approcci psicoterapeutici (sia online che in presenza) come:
- terapia cognitivo-comportamentale;
- terapia metacognitiva;
- terapia breve strategica,
spesso affiancati da un intervento farmacologico.
Curare l'ipocondria grazie alla psicoterapia
Ci sono diversi approcci terapeutici utilizzati per la cura e il trattamento dell'ipocondria.
Terapia cognitivo comportamentale per curare l'ipocondria
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) per l'ipocondria rappresenta un approccio mirato ed efficace nella gestione di questo disturbo.
Questa forma di psicoterapia si basa sull'idea che:
- pensieri;
- emozioni;
- comportamenti,
sono interconnessi, e che modificando i modelli di pensiero distorti si possono apportare cambiamenti positivi nella percezione della salute e nel comportamento.
Una parte cruciale della terapia consiste nella psicoeducazione, che fornisce al paziente informazioni dettagliate sull'ipocondria e le sue dinamiche. Si aiuta il paziente a individuare i "pensieri trigger" e pensieri intrusivi, ossia i pensieri che scatenano l'ansia legata alla salute, identificando come questi pensieri si collegano e si rinforzano reciprocamente.
Come si struttura?
Nella fase iniziale della CBT per l'ipocondria, il paziente è incoraggiato a comprendere i circoli viziosi tra pensieri, emozioni e comportamenti legati all'ansia sulla salute.
Attraverso tecniche come il modello ABC, il terapeuta aiuta il paziente a identificare credenze irrazionali o distorsioni cognitive che alimentano l'ansia.
Nella fase di esposizione, il paziente viene guidato a confrontarsi gradualmente con le situazioni temute, contribuendo a spezzare l'associazione tra sensazioni fisiche e paure irrazionali. Si tratta di un processo strutturato che aiuta il paziente a gestire le sensazioni senza fuggire o ricorrere a comportamenti evitanti.
La CBT per l'ipocondria si concentra anche sull'apprendimento di modalità di pensiero più funzionali e a riconoscere l'ansia patologica.
Il terapeuta aiuta il paziente a sviluppare credenze più realistiche sulla salute, riducendo l'intensità delle preoccupazioni e promuovendo una visione più equilibrata e obiettiva delle proprie condizioni fisiche, ristrutturando il concetto di ansia funzionale.
Terapia metacognitiva per l'ipocondria
La terapia metacognitiva (MCT) rappresenta un approccio avanzato e specifico nel trattamento dell'ipocondria, affiancandosi e integrandosi con successo con la CBT.
La MCT, sviluppata da Adrian Wells, si basa sulla teoria che le preoccupazioni ipocondriache siano sostenute da credenze metacognitive disfunzionali e schemi di pensiero che perpetuano il disturbo.
La CBT, pur utilizzando metodologie simili, pone l'accento sulla modifica dei pensieri automatici e dei comportamenti, mentre la MCT affronta direttamente le credenze metacognitive che influenzano l'interpretazione dei sintomi fisici.
Possono essere inclusi interventi metacognitivi, come:
- analisi delle credenze metacognitive;
- disidentificazione delle credenze limitanti;
- ristrutturazione metacognitiva;
- sviluppo di abilità cognitive;
- decentramento emotivo.
Terapia breve strategica per la cura dell'ipocondria
Nel contesto della terapia breve strategica (BTS) per l'ipocondria, gli interventi si concentrano su strategie operative che mirano a destabilizzare i modelli di comportamento disfunzionali della persona ipocondriaca.
Alcuni interventi specifici della BTS per curare l'ipocondria includono:
- ritualizzazione del rituale - finalizzata a disinnescare il ricorso compulsivo ai rituali legati all'ipocondria. Il terapeuta, attraverso l'uso di tecniche suggestive, può incoraggiare il paziente a modificare il proprio atteggiamento verso le pratiche rituali e adottare nuove prospettive più funzionali;
- check-up - utilizzato per smontare il bisogno ossessivo di controllare costantemente il proprio stato di salute. Il terapeuta guida il paziente attraverso esperienze concrete che mostrano l'inefficacia e l'irrilevanza del continuo monitoraggio dei sintomi;
- worst fantasy - si concentra sull'esplorazione delle peggiori paure del paziente riguardo alla salute. Il terapeuta aiuta il paziente a riconoscere l'eccessiva enfatizzazione di scenari catastrofici, incoraggiandolo a considerare alternative più equilibrate e realistiche;
- interventi contraddittori - per rompere i modelli mentali rigidi del paziente. Questo potrebbe coinvolgere l'uso di paradossi o domande che inducono il paziente a riflettere criticamente sui propri comportamenti legati all'ipocondria.
Terapia farmacologica per curare l'ipocondria
Nonostante la riluttanza che alcune persone ipocondriache possono manifestare nei confronti dell'assunzione di farmaci, è importante sottolineare che l'approccio farmacologico può svolgere un ruolo significativo nel fornire sollievo dai sintomi dell'ansia, specialmente durante fasi più acute del disturbo o come supporto alla psicoterapia.
Il coinvolgimento del paziente nel processo decisionale, con una comunicazione aperta e trasparente con il medico, è cruciale per affrontare le paure legate agli psicofarmaci e garantire che il trattamento sia personalizzato per rispondere alle esigenze specifiche di ciascun individuo.
Quali farmaci per l'ipocondria?
Gli antidepressivi triciclici, come la clomipramina e l'imipramina, insieme agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), come fluoxetina, fluvoxamina e paroxetina, sono tra i farmaci comunemente prescritti per gestire i sintomi associati all'ipocondria.
Questi farmaci agiscono sul sistema neurochimico, in particolare sulla serotonina, contribuendo a stabilizzare l'umore e a ridurre l'ansia correlata all'ipocondria.
La scelta del farmaco può variare in base alle caratteristiche specifiche del paziente e alla presenza di eventuali disturbi concomitanti, come i disturbi d'ansia. Inoltre, in caso di problemi fisici legati, ad esempio, a un uso improprio di farmaci, il medico o lo psichiatra potrebbe prescrivere medicinali aggiuntivi.
Paura delle malattie: a chi rivolgersi
Rivolgersi a uno o una psicoterapeuta o a uno o una psichiatra è fondamentale per affrontare la paura delle malattie. A seconda delle singole situazioni infatti si potranno seguire diverse terapie psicologiche e farmacologiche, imparando a gestire l’ansia e la paura che derivano da questa condizione.
Chiedere aiuto è importante per iniziare un percorso terapeutico che possa portare alla guarigione. Su Serenis è possibile trovare un supporto psicologico grazie a un team di esperti online pronti a fornire nuovi strumenti per guarire dall’ipocondria. Oppure puoi pensare di iniziare un percorso di psichiatria.
Il servizio di psicoterapia è completamente online, con solo psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione), oltre che psichiatri, con in media circa 10 anni di esperienza.
Testimonianze di chi ha superato l'ipocondria
Le testimonianze di persone affette da ipocondria e le testimonianze di chi ha superato l'ansia possono aiutare a comprendere quanto questo disturbo possa diventare debilitante per chi ne soffre.
“Sono disperato – scrive Giovanni -, perché non so più come gestire la mia ipocondria. In poche settimane mi sono convinto di avere decine di orribili malattie. L’unico momento positivo della giornata è quando dormo e non penso, ma ogni mattina mi sveglio in preda al panico. Non rido più e non parlo più con nessuno, ho iniziato a evitare contatti sociali e le amicizie. Soffro di attacchi di panico e la mia testa è una fabbrica di idee negative”.
"Nella mia mente c’è sempre il terrore di stare male – confessa Marco - e anche quando sto bene ho paura che mi possa succedere qualcosa. Spesso penso che vivere così non è giusto, non solo per me, ma anche per chi mi sta intorno. Non so perché sto così male, ma l’anno scorso anno ho vissuto un evento bruttissimo. Nella mia mente ormai non riesco più a distinguere se i sintomi che ho sono reali oppure se mi sbaglio. Non so davvero più cosa fare".
Alcuni racconti però dimostrano come si possa uscire da questa situazione. “Ero arrivata a livelli terribili di ipocondria – racconta Sara -, grazie alla terapia cognitivo-comportamentale ne sono uscita”.
Mentre Andrea rivela: “La psicoterapia mi ha salvato la vita. L’ipocondria ormai mi impediva anche solo di uscire di casa. Grazie all’aiuto di un professionista sono rinato”.