L’ansia è uno dei problemi emotivi più ampiamente diffusi e, nella pratica clinica sono quelli che maggiormente inducono a chiedere aiuto a un professionista. Ma non per forza l’ansia è sintomo di qualcosa di negativo: fondamentalmente l’ansia è uno stato d’animo che proviamo naturalmente e di solito è funzionale a uno scopo.
Ovviamente, però, ci sono dei limiti che, se vengono superati, danno luogo a un disagio talmente forte da rendere difficile la vita della persona. Se ti capita spesso di avere difficoltà a gestire l’ansia, continua la lettura e scoprirai se si tratta di uno stato d’animo utile o se merita un approfondimento.
Indice dall’articolo
Perché ci sentiamo in ansia? Funzione di questo stato d’animo
Come dicevamo, l’ansia è uno degli stati emotivi che più spesso mettono in scacco le persone e oggi la frequenza di richiesta di aiuto a psicologi e psicologhe per questo motivo è davvero elevata. A soffrire di questi problemi non sono solo gli adulti che conducono una vita stressante, ma anche adolescenti, anziani e perfino bambini!
Complice di questo boom è anche il contesto nel quale viviamo in epoca moderna. I ritmi sono così accelerati e sono così tante le aspettative alle quali dobbiamo rendere conto, che è impossibile non sentirsi messi alla prova. La nostra società è basata sulla performance e ogni giorno nuove sfide si affacciano sulle nostre vite. Quando il carico di stress da gestire diventa troppo, l’ansia si fa sentire anche in modo prepotente, divenendo oggetto di attenzione.
Di fatto, l’ansia è uno stato d’animo sospeso tra il presente e il futuro: ci angosciamo nel momento attuale per una cosa che deve ancora accadere, o che addirittura potrebbe non accadere mai. Questo perché l’ansia è un sentimento anticipatorio, che guarda verso l’avvenire e si interroga sulle sue incognite, generando sfumature diverse come la paura, l’incertezza o anche una nota di nervosismo positivo (quando, ad esempio, stiamo per andare al nostro primo appuntamento).
A che cosa serve l’ansia?
Siamo abituati a pensare all’ansia come a qualcosa di negativo ma, come vedi, non necessariamente è così, sia perché possiamo preoccuparci anche per qualcosa di bello ma allo stesso tempo ci agita, sia perché l’ansia è uno stato d’animo che fa parte del nostro patrimonio genetico per una ragione. Essa, infatti, consente di mettere in atto una serie di cambiamenti che hanno l’obiettivo di reagire in modo adeguato a uno stimolo, prima di tutto a livello fisiologico.
Quando sei in ansia, puoi facilmente notare molte modificazioni nel tuo corpo, a cominciare dal ritmo delle funzioni vitali (come respirazione e battito cardiaco), che appaiono accelerate. La muscolatura si irrigidisce, come se fosse pronta a scattare, la mente entra in uno stato di allerta che richiama tutte le funzioni cognitive e, in particolare, l’attenzione. Sono tutti segni che indicano che il corpo e la mente sono pronti per preparare un’azione efficace che sia in grado di rispondere al pericolo, con una fuga o affrontandolo direttamente.
In pratica, l’ansia, come la paura, ci predispone alla pianificazione e alla messa in atto di strategie che ci permettono di non fallire. Ad esempio, ti sarà capitato di dover studiare per un esame e procrastinare fino a che non è quasi troppo tardi. Il timore di non arrivare preparato per mancanza di tempo è funzionale a catalizzare tutte le tue risorse verso il compito, per raggiungere il tuo obiettivo. Ecco perché possiamo dire che a volte l’ansia è una preziosa alleata.
Quando l’ansia diventa troppa?
Ma, se è vero che la mancanza di ansia non ci permette di raggiungere i nostri scopi, è anche vero che un eccesso produce l’effetto opposto. Quando siamo troppo ansiosi, le nostre capacità di ragionamento sembrano paralizzate e la lucidità che normalmente dovrebbe essere stimolata da una preoccupazione moderata cede il posto a un irrigidimento e una difficoltà a reagire e programmare una risposta efficace. Insomma, per essere funzionale il quantitativo di ansia deve collocarsi in una via di mezzo tra il troppo e il troppo poco.
Inoltre, ci sono dei casi in cui la reazione emotiva non è giustificata dalla pericolosità dello stimolo. Un’intensità smisurata dell’agitazione può comportare cambiamenti fisiologici molto accentuati (palpitazioni, vertigini, mal di testa, disturbi gastro-intenstinali) e difficoltà in diversi ambiti della vita, fino a che la persona non riesce più a condurre la sua esistenza in maniera soddisfacente e viene limitata nello svolgimento di alcune attività, ad esempio lavorative o sociali.
In pratica, possiamo dire che il modo più sicuro per riconoscere un’ansia eccessiva e disfunzionale dalla normale reazione benigna che ci prepara all’azione è considerare il contesto nel quale si verifica: se questo non è coerente con l’attivazione corporea ed emotiva e provoca una paralisi che rende lo stato emotivo ansioso controproducente, allora è possibile che si abbia a che fare con un disturbo d’ansia, categoria della quale fanno parte diverse patologie, tutte classificate e descritte dal DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali).
I disturbi d’ansia
In base a quanto abbiamo appena detto, quindi, i disturbi d’ansia sono caratterizzati da un carico emotivo forte, dove questo stato d’animo evolve dai livelli normativi fino a diventare angoscia incontenibile o addirittura panico. Queste sensazioni così dirompenti hanno anche una manifestazione fisiologica importante, al punto che la persona che li prova può sentirsi male fisicamente.
È il caso, ad esempio, del disturbo da attacchi di panico, in cui frequentemente si ripetono degli episodi in cui la persona ha una serie di sintomi fisici davvero intensi. Questi possono variare molto da individuo a individuo, ma sono sempre accompagnati da una specifica paura, derivante proprio dalla gravità di questi segnali che il corpo invia e possono spaventare. In particolare, generalmente la persona ha paura di morire, ma ci sono anche casi in cui viene sperimentata quella di impazzire o perdere il controllo. Fortunatamente gli attacchi di panico sono molto brevi e si risolvono spontaneamente nel giro di pochi minuti.
Altre volte l’ansia ha un target molto ristretto e causa quelle che si chiamano fobie specifiche. Queste possono avere per oggetto qualsiasi cosa animata o inanimata (ad esempio, molto comuni sono la fobia per i ragni, i serpenti, gli uccelli, ma anche per le siringhe o il sangue, oppure la fobia di volare). Nel caso del disturbo d’ansia generalizzata, invece, l’individuo si preoccupa in modo eccessivo per qualsiasi stimolo gli si presenti e per qualsiasi sfida debba affrontare, in modo inadeguato rispetto alla situazione, senza riuscire a risalire alla fonte dell’ansia. Sia nel caso della fobia specifica che nell’ansia generalizzata, la conseguenza è l’evitare di esporsi a circostanze che potrebbero innescare disagio.
In casi estremi, in cui la persona ha vissuto un’esperienza traumatica, ovvero è stata vicina a perdere la vita oppure ha sperimentato condizioni che hanno messo a rischio la sua incolumità, può svilupparsi un disturbo post-traumatico da stress. Allora l’ansia assume una forma tormentosa, assillando la vittima con incubi, pensieri ricorrenti e sintomi fisici che causano un profondo malessere.
Cosa fare quando lo stato d’animo ansioso diventa eccessivo?
La reazione di congelamento tipica dei disturbi d’ansia è quasi paragonabile a una resa, in cui la persona sperimenta la convinzione di non avere sufficienti risorse per affrontare la situazione in maniera efficace. Questo dà facilmente luogo a comportamenti di evitamento, in cui si fugge dalle attività che potrebbero risultare scomode (come andare a una festa per una persona che soffre di agorafobia) proprio per paura che si presenti l’ansia e prenda il sopravvento.
Ciò porta a una chiusura rispetto a molte possibilità, limitando, di fatto, la libertà della persona di agire nel mondo. La psicoterapia può essere una valida fonte di aiuto per chi soffre di un disturbo d’ansia e grazie a Serenis potrai trovare professionisti e professioniste competenti in grado di accompagnarti lungo un percorso che ti permetterà, passo dopo passo, di riconquistare tutto ciò che l’angoscia ti sta portando via, riprendendo in mano la tua vita.
Una tecnica che risulta monto efficace per placare l’angoscia è la meditazione, che può essere inserita all’interno dell’intervento terapeutico. Invece, quando la gravità dello stato d’animo ansioso rende impossibile vivere normalmente, può essere necessario l’affiancamento di una cura psicofarmacologica.
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