Come funzionano i disturbi del comportamento alimentare

I disturbi del comportamento alimentare

Il DSM V (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) inserisce fra i disturbi alimentari l’anoressia, la bulimia, il binge eating disorder, la pica, il disturbo da ruminazione e il disturbo evitante/restrittivo. Il fiocchetto lilla è riconosciuto come simbolo della sensibilizzazione su questi disturbi. Scopriamo cosa sono, da quali sintomi sono caratterizzati e come possono essere affrontati.

Prima di tutto: perché ci occupiamo di Disturbi alimentari?

Perché siamo un centro medico specializzato in psicoterapia e supporto psicologico. Collaboriamo con centinaia di terapeute e terapeuti per rendere il benessere mentale sempre più accessibile, anche cercando di comunicare in modo chiaro e responsabile.

Questa pagina è stata controllata dal punto di vista clinico

Cosa sono i DCA?

Come affrontare i DCACome affrontare i DCACome affrontare i DCA

Se dovessimo descrivere i disturbi del comportamento alimentare con tre parole, sarebbero queste: cibo, corpo e preoccupazione. Chi soffre di disturbi alimentari vive infatti un rapporto difficile con il cibo, percepisce il proprio corpo in maniera alterata e prova molta preoccupazione per il suo peso e aspetto: questi fattori arrivano a compromettere la sua salute fisica e il suo funzionamento psicosociale. Per aiutare queste persone è essenziale il supporto dei centri per disturbi alimentari.

Il Ministero della Salute ci offre dei dati sull’incidenza in Italia dell’anoressia nervosa e della bulimia: per la prima, in un anno vengono riscontrati almeno 8 nuovi casi per 100.000 persone per il sesso femminile e fra lo 0.02 e gli 1.4 nuovi casi per quanto riguarda gli uomini. I dati sulla bulimia parlano di 12 nuovi casi ogni 100.000 donne e di 0.8 nuovi casi ogni 100.000 uomini.

Quali sono i sintomi dei DCA? 

Ogni disturbo alimentare ha le proprie caratteristiche e dei sintomi diversi, che vedremo dopo. Ma alla base di ogni DCA sono visibili segnali psicologici e sintomi fisici comuni:

  • la tendenza a isolarsi;
  • sbalzi d’umore caratterizzati da rabbia e rimuginio;
  • ansia e/o depressione;
  • comportamenti ossessivi e ritualizzati;
  • insonnia;
  • indebolimento muscolare;
  • alterazione del metabolismo;
  • perdita/aumento del peso corporeo.

Quali sono le cause dei disturbi alimentari?

Motivazioni che causano i disturbi alimentariMotivazioni che causano i disturbi alimentariMotivazioni che causano i disturbi alimentari

Fra le cause socio-culturali dei DCA possiamo inserire i modelli estetici proposti dalla società e ai quali soprattutto i giovani tendono ad aspirare. 

Fra le cause psicologiche potremmo annoverare gli abusi o i traumi del passato, ma anche i problemi familiari e il bullismo, una bassa autostima, i momenti di forte ansia e stress, i disturbi depressivi e la tendenza al perfezionismo.

Fra le cause biologiche, per le donne, c’è il ruolo degli ormoni sessuali nella regolazione della serotonina, che è un neurotrasmettitore importante per la gestione dell’ansia, dell’umore e delle sensazioni di fame e sazietà. Alcuni studi dimostrano infatti che, rispetto agli uomini, le donne producono meno serotonina a seguito di una restrizione calorica.

Saperne di più sui DCA: qualche dato

  • I disturbi alimentari insorgono solitamente fra i 15 e i 25 anni. Nelle persone oltre i 40 anni, spesso il disturbo è causato da un evento stressante della vita;

  • Una modalità di coping centrato sul problema (espressione che si riferisce al modo che abbiamo di fronteggiare situazioni avverse e sfidanti) e il sostegno familiare sono importanti nel percorso verso il miglioramento della qualità di vita delle e dei pazienti. Può essere essere utile anche un approccio alla mindful eating.

  • Nel cervello delle persone che soffrono di un disturbo alimentare sono state individuate alcune similarità: la riduzione del volume della materia grigia nelle regioni cerebrali legate al meccanismo di ricompensa, al controllo degli impulsi e alla regolazione delle emozioni; delle anomalie all’interno delle reti che coinvolgono la corteccia cingolata anteriore e l’insula; una attivazione irregolare in risposta a stimoli avversivi o di ricompensa.

Abbiamo un segreto

“La terapia mi ha aiutato a trovare un equilibrio”

Giorgia, che lavora in Serenis

Sappiamo cosa significa fare terapia: ogni dipendente di Serenis (o quasi) ha alle spalle uno o più percorsi.

Conosciamo bene gli ostacoli pratici e culturali che rendono poco accessibile il benessere mentale. Il nostro lavoro è cercare di superarli – non è semplice, ma l’esperienza aiuta.

A cosa serve la terapia?

Fare una lista è difficile, perché può servire per tantissime cose: l’idea di base è lavorare su ciò che si prova e cercare un cambiamento. Queste sono alcune delle situazioni di cui ci occupiamo più spesso.

Stress da lavoro

Crescita personale

Ansia

Genitorialità

Coppie

Depressione

Fobie

Sonno

Panico

Adolescenza

Ricapitoliamo

  • Se rispondi al questionario troveremo il tuo o la tua terapeuta.

  • Il primo colloquio è gratuito. Se andrà male, potrai farne un altro.

  • Gli incontri saranno tutti in videochiamata e senza vincoli.

  • Avrai anche un diario dove annotare i tuoi progressi.

  • Potrai smettere in ogni momento.

Domande frequenti

Cosa sono ortoressia e iporessia? Sono considerate disturbi del comportamento alimentare?
I contenuti di questa pagina sono verificati?
Come funziona Serenis?
Quanto costano le sedute di terapia individuale?