Cos'è l'ipocondria?
L'ipocondria è una condizione caratterizzata da una preoccupazione eccessiva per la propria salute. Questa ansia può interferire con la vita quotidiana e richiede un trattamento psicoterapeutico mirato per essere gestita.
Cos'è l'ipocondria?
L’ipocondria, conosciuta anche come Disturbo da Ansia di Malattia, è una condizione medica che provoca l’ingiustificata preoccupazione di soffrire di una patologia grave, o di potersi ammalare. Chi soffre di ipocondria scambia alcune sensazioni corporee o dei lievi sintomi fisici per i segnali di un disturbo molto serio, senza valide ragioni. Il significato di ipocondria - che deriva dal greco - è "sotto la cartilagine", perché si pensava che "la paura delle malattie" provenisse dalla zona addominale.
Questa ansia eccessiva può causare un significativo distress emotivo e interferire con il lavoro, le relazioni e più in generale con la qualità della vita quotidiana.
La persona ipocondriaca può evitare del tutto le visite mediche, oppure sottoporsi a controlli fin troppo frequenti; e quando i risultati degli esami escludono la presenza di patologie severe, tende a non fidarsi del risultato o delle rassicurazioni.
Il termine Ipocondria, per quanto ancora utilizzato nel gergo comune, è stato abbandonato dalla comunità scientifica, che si riferisce a questa problematica con il nome di “disturbo d’ansia da malattia”, come definito dal DSM-5.
Nonostante sia sconosciuta l’esatta incidenza di questa problematica, si stima che ne soffra il 5% della popolazione, prevalentemente persone adulte.
Quali sono i sintomi dell’ipocondria?
I sintomi della persona ipocondriaca possono essere diverse da soggetto a soggetto, ma comunemente includono:
- Percezioni di funzioni corporee alterate (battito cardiaco accelerato o irregolare, sensazione di mancanza di respiro, ecc)
- Preoccupazione eccessiva: Paura persistente di avere una malattia grave, nonostante i risultati negativi degli esami. Questo porta la persona a prenotare molteplici visite e a consultare diversi specialisti per scagionare una stessa presunta malattia già esclusa.
- Evitamento: Evitare situazioni che possono evocare preoccupazioni sanitarie, come leggere articoli medici o frequentare ambienti medici.
- Controllo eccessivo: Monitoraggio compulsivo dei sintomi corporei, controllo frequente su internet alla ricerca della causa dei propri sintomi, tendenza a mantenersi vicino ad un ospedale.
- Rimuginio: Pensieri costanti riguardanti la salute e interpretazione catastrofica dei segnali corporei.
- Ansia e stress: Elevati livelli di ansia, preoccupazione e stress correlati alla salute.
Affinché si possa parlare di Ipocondria, è necessario che questi sintomi siano presenti da almeno 6 mesi, per la stessa malattia o per malattie diverse.
Inoltre, questi sintomi non devono essere giustificati da altri disturbi, come la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo o quello da sintomi somatici.
Con Serenis puoi trovare uno psicologo specializzato nel trattare l'ansia.
- Centro medico autorizzato
- Solo psicoterapeuti (psicologi specializzati)
- Primo colloquio gratuito
Non si tratta di semplice “paura”
È fisiologico avere paura delle malattie, o delle loro conseguenze. Ma la vera ipocondria - e i sintomi che causa - è una condizione molto specifica, che può compromettere in modo significativo la qualità della vita: le preoccupazioni interferiscono con le relazioni interpersonali, le attività quotidiane e le prestazioni professionali.
Quali sono le cause dell’ipocondria?
Le cause dell'ipocondria non sono note al 100%. L’ipocondria può essere ereditaria, quindi la genetica risponde in parte alla domanda, ma sembrano coinvolti anche diversi fattori ambientali e di contesto: ad esempio, situazioni di forte stress o di abusi durante l’infanzia possono predisporre all’insorgenza del disturbo in età adulta.
Le cause principali sono:
- Predisposizione genetica: Una predisposizione familiare ai disturbi d'ansia può aumentare il rischio di sviluppare ipocondria.
- Esperienze personali: Traumi o esperienze personali legate alla salute, come la malattia grave di un familiare, possono innescare preoccupazioni eccessive.
- Modelli di comportamento: Crescere in ambienti dove la malattia è eccessivamente enfatizzata o in cui si sono vissuti comportamenti ipocondriaci da parte di genitori o figure significative.
- Caratteristiche psicologiche: Tratti di personalità come la tendenza al perfezionismo e l'alta sensibilità al dolore fisico possono contribuire.
Il decorso dell'ipocondria può variare. Alcuni individui possono sperimentare episodi intermittenti, mentre altri vivono un’ansia costante. Senza intervento terapeutico, l’ipocondria può diventare cronica e debilitante.
Avere paura delle malattie può essere la spia di altre fragilità, come la tendenza al controllo o la paura della morte. Tra le altre possibili cause ci sono l’atteggiamento eccessivamente protettivo delle figure genitoriali e l’esposizione ad articoli, programmi e contenuti allarmistici e imprecisi, che possono contribuire ad aggravare la paura della malattia, soprattutto nel breve termine.
Conseguenze dell'ipocondria: l'ipocondria grave
L'ipocondria può raggiungere livelli gravi, portando a conseguenze negative nella quotidianità. Le persone affette possono sperimentare diversi sintomi, tra cui:
- Peggioramento della qualità della vita: Le preoccupazioni costanti per la salute interferiscono con il lavoro, le relazioni personali e le attività quotidiane.
- Costi economici: Le spese mediche aumentano a causa delle visite frequenti e dei test diagnostici non necessari.
- Problemi relazionali: Le relazioni con familiari e amici si deteriorano a causa della continua richiesta di rassicurazioni e preoccupazione per la salute.
- Disturbi psicologici: Ansia cronica, depressione e stress derivano dall’ipocondria grave, peggiorando il benessere psicologico.
ipocondria: come si effettua la diagnosi?
Per diagnosticare l'ipocondria, è necessario prima escludere eventuali patologie fisiche che possano spiegare i segni o sintomi riportati dal paziente. Una volta escluse queste cause mediche, la diagnosi viene effettuata da un professionista della salute mentale attraverso una valutazione clinica dettagliata.
Il processo diagnostico include colloqui approfonditi volti a esplorare i sintomi, le preoccupazioni e il comportamento del paziente in relazione alla propria salute. Inoltre, possono essere utilizzati questionari e scale di valutazione per misurare l'intensità dei sintomi e l'impatto che essi hanno sulla vita quotidiana del soggetto.
Una diagnosi accurata è cruciale per sviluppare un piano di trattamento adeguato e mirato a gestire efficacemente il disturbo.
La cura dell'ipocondria: si può guarire?
In linea generale, sì: l’ipocondria può essere superata, anche se è una condizione soggetta a recidiva (cioè può succedere di avere una ricaduta dopo la guarigione).
Il trattamento dell’ipocondria, soprattutto nei casi più gravi, prevede un approccio combinato che comprende:
- Psicoterapia: Interventi terapeutici mirati a ridurre i pensieri e i comportamenti disfunzionali.
- Farmacoterapia: Farmaci per gestire i sintomi di ansia e depressione associati all'ipocondria.
Terapia Psicoterapica
La psicoterapia è spesso il trattamento principale per l'ipocondria. L'approccio più utilizzato in questi casi è quello della Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT).
La CBT Mira a identificare e modificare i pensieri distorti riguardanti la salute e a ridurre il comportamento di monitoraggio eccessivo. Questo metodo può includere esposizione graduale ai timori riguardanti la salute e tecniche per gestire l'ansia.
Terapia farmacologica
I farmaci possono essere prescritti per gestire sintomi di ansia e depressione. I tipi di farmaci comunemente utilizzati includono:
- Antidepressivi: Come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), che possono aiutare a stabilizzare l’umore e ridurre l’ansia.
- Ansiolitici: Farmaci per ridurre l'ansia, sebbene vengano generalmente usati con cautela a causa del rischio di dipendenza.
Fonti
- Noyes, R. (1999). The relationship of hypochondriasis to anxiety disorders. General Hospital Psychiatry, 21(1), 8–17. https://doi.org/10.1016/s0163-8343(98)00063-2
- Abramowitz, J. S., Schwartz, S. A., & Whiteside, S. P. (2002). A contemporary conceptual model of hypochondriasis. Mayo Clinic Proceedings, 77(12), 1323–1330. https://doi.org/10.4065/77.12.1323
- Marcus, D. K., Gurley, J. R., Marchi, M. M., & Bauer, C. (2006). Cognitive and perceptual variables in hypochondriasis and health anxiety: A systematic review. Clinical Psychology Review, 27(2), 127–139. https://doi.org/10.1016/j.cpr.2006.09.003