Terapia cognitivo comportamentale: caratteristiche e a cosa serve
Cos'è la terapia cognitivo-comportamentale, quali sono le sue tecniche e obiettivi. In questo articolo troverai una panoramica completa della terapia cognitivo comportamentale: potrai scoprire da dove nasce l’approccio, quali sono le sue caratteristiche, i casi in cui è particolarmente indicata e gli strumenti di cui si serve.
La terapia cognitivo comportamentale è oggi uno degli approcci più diffusi tra i diversi tipi di psicoterapia, forte anche delle numerose evidenze scientifiche dell’efficacia dei suoi metodi.
Molti pazienti cercano appositamente un professionista che porti avanti questo tipo di interventi, ma non tutti saprebbero dire in modo preciso su cosa si basano i suoi fondamenti, l’approccio, quali sono le sue caratteristiche, i casi in cui è particolarmente indicata e gli strumenti di cui si serve.
Cos’è la psicoterapia cognitivo comportamentale
La terapia cognitivo comportamentale (CBT) è un approccio di psicoterapia è una forma di terapia che si concentra sulle connessioni tra i pensieri, le emozioni e i comportamenti di una persona.
Il significato di CBT fa riferimento quindi all'acronimo di "Cognitive Behavioral Therapy", che in italiano viene tradotto come "Terapia Cognitivo-Comportamentale".
La terapia comportamentale è basata sull'idea che i pensieri distorti o negativi possono influenzare negativamente le emozioni e i comportamenti, portando a problemi emotivi e comportamentali.
Nascita e sviluppo della terapia cognitivo comportamentale
L’avvento dell’approccio cognitivo comportamentale, negli anni ‘60, ha determinato un’importante inversione di rotta nel settore della psicologia, che ha sempre manifestato interesse per le problematiche di natura emotiva, ma senza produrre grandi risultati in termini di successo nel trattamento. Questo nuovo metodo si configurò come efficace nel determinare cambiamenti consistenti e stabili, accompagnati da un supporto scientifico che ne affermava la validità.
Alla base della psicoterapia cognitivo comportamentale troviamo una teoria che cerca di illustrare il complesso rapporto che caratterizza le dinamiche tra emozioni, pensieri e comportamenti. Questi tre costrutti si influenzano reciprocamente, dando luogo anche a circoli viziosi che possono innescare una psicopatologia.
Secondo questa interazione, intervenire per modificare i processi di pensiero e i modelli di comportamento avrebbe degli effetti anche sui problemi di natura emotiva, migliorando il benessere percepito della persona. Nel trascorrere degli anni questo approccio ha preso sempre più piede, fino a diventare oggi terapia di elezione in molti casi, con un’efficacia paragonabile (se non superiore) alla somministrazione di psicofarmaci nella remissione dei sintomi.
Quali sono le componenti dell'approccio cognitivo comportamentale?
Come suggerisce il nome, sono due le componenti principali di questo metodo:
La psicoterapia comportamentale
Agisce direttamente sulle reazioni comportamentali influenzate dalle emozioni che vengono messe in atto di fronte a una situazione critica. Una volta che i comportamenti disfunzionali sono stati individuati, vengono sostituiti con altre modalità funzionali che consentono di riacquisire lucidità di fronte al problema.
La psicoterapia cognitiva
Si occupa dei processi di pensiero che seguono schemi rigidi e invariabili nell’interpretare in modo erroneo la realtà e, di fatto, bloccano la persona nel suo agire. Questi pensieri, infatti, si accompagnano a emozioni negative che ostacolano l’azione funzionale. Un secondo fronte di intervento, quindi, è il rendere questi schemi più flessibili in modo da lasciare più libertà.
Caratteristiche della psicoterapia cognitivo comportamentale
Cerchiamo ora di riassumere gli elementi che caratterizzano la terapia cognitivo comportamentale.
- Elevata concretezza: questa caratteristica si deduce facilmente dagli strumenti della psicoterapia cognitivo comportamentale: esercizi e pratiche che consentono alla persona di misurarsi in prima persona con i suoi disagi e risultano funzionali per risolvere problemi che affliggono in paziente nella sua quotidianità, in un modo che può toccare con mano.
- Concentrazione sul qui e ora: a differenza di altri approcci che si concentrano sul passato del paziente, il cognitivo comportamentale analizza in modo approfondito le dinamiche che hanno luogo nel momento presente e che contribuiscono ad alimentare il malessere. Il focus non è tanto risalire alla causa della sofferenza sondando il passato, ma trovare nel paziente le risorse per affrontarla.
- Tempi concentrati: la psicoterapia cognitivo comportamentale potrebbe essere tranquillamente definita a breve termine, dal momento che si propone di risolvere il problema nel minor tempo possibile, anche se ovviamente può succedere che questo approccio non sia il più adatto per risolvere un particolare tipo di sofferenza. Anche nei casi in cui sia necessaria una terapia più lunga, è comunque possibile trarre un certo vantaggio.
- Orientamento agli obiettivi: per quante possano essere le criticità di una persona, la terapia cognitivo comportamentale si occupa esclusivamente della domanda del paziente, ovvero del problema che egli lamenta e per il quale chiede la presa in carico. Questo metodo permette di concentrare le energie nella risoluzione di una necessità immediata che permetterà il raggiungimento del benessere.
- Coinvolgimento: il paziente viene messo in primo piano in tutti i sensi. Il terapeuta funge semplicemente da guida, ma non fornirà mai la ricetta magica per risolvere il problema, e sarà la persona stessa a mettersi in gioco per diventare artefice del suo cambiamento e conquistatore del suo stesso benessere. Al paziente verrà anche chiesto di svolgere dei compiti al di fuori dei colloqui, in modo da sperimentare concretamente i cambiamenti e applicare alla quotidianità quanto appreso. Per ogni progresso il senso di autoefficacia crescerà.
- Collaborazione: nell’approccio cognitivo comportamentale il rapporto terapeutico è fondamentale: tra il paziente e il suo terapeuta deve esserci reciproca fiducia per instaurare una collaborazione finalizzata a raggiungere un comune obiettivo di benessere. I colloqui non si svolgono in una situazione di disparità in cui il terapeuta assume il ruolo di figura autoritaria e in condizioni di superiorità, ma in un dialogo che prevede uno scambio di opinioni. Il terapeuta non ha la soluzione in tasca, ma aiuta il paziente a costruirla, individuando insieme a lui abitudini disfunzionali ed escogitando delle strategie per superarle e sostituirle con un circolo virtuoso di crescita.
- Fondamento scientifico: come abbiamo detto, la scienza supporta l’efficacia della psicoterapia cognitivo comportamentale sostenendo la sua efficacia in diversi ambiti della salute mentale. Sono numerosi gli studi che dimostrano il buon funzionamento di questo metodo non solo nel risolvere la sintomatologia immediata, ma anche nel fornire al paziente degli strumenti che potrà impiegare in futuro, prevenendo le ricadute.
Terapia cognitivo comportamentale: come funziona?
L'approccio cognitivo comportamentale è un approccio strutturato e orientato al problema che offre ai pazienti gli strumenti e le risorse necessarie per affrontare i loro problemi in modo efficace e duraturo.
Vediamo come funziona.
Lo o la psicoterapeuta cognitivo comportamentale conduce una valutazione iniziale per comprendere i sintomi del paziente, le sue preoccupazioni principali e la storia personale. Questa fase è fondamentale per personalizzare il trattamento in base alle esigenze specifiche del paziente.
Successivamente il terapeuta aiuta il paziente a identificare i pensieri negativi e distorti che contribuiscono al suo disagio emotivo. Questi possono essere pensieri automatici che emergono spontaneamente in risposta a determinate situazioni o eventi.
Una volta identificati i pensieri distorti, il terapeuta guida il paziente attraverso il processo di ristrutturazione cognitiva. Questo coinvolge l'esame critico delle prove a sostegno o contro i pensieri negativi, e la loro sostituzione con pensieri più realistici e adattivi. Oltre a lavorare sui pensieri, la CBT si concentra anche sui comportamenti che contribuiscono ai problemi del paziente. Il terapeuta aiuta il paziente a identificare i comportamenti disfunzionali e a sviluppare strategie per modificarli.
L'approccio cognitivo comportamentale, insieme alla psicoterapia breve strategica, mira a fornire soluzioni concrete e rapide ai problemi dei pazienti, concentrandosi sulle strategie di risoluzione piuttosto che sull'analisi approfondita del passato. Allo stesso modo, la terapia psicodinamica può essere integrata per esplorare le dinamiche inconsce e le relazioni interpersonali che influenzano il benessere emotivo del paziente, offrendo un approccio più approfondito e analitico.
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Le tecniche cognitivo comportamentali
Ecco alcune delle principali tecniche, guidate dal terapeuta, utilizzate nella terapia cognitivo-comportamentale (CBT):
- tecniche di rilassamento o biofeedback - aiutano il paziente a ridurre la tensione muscolare e l'ansia attraverso il rilassamento progressivo dei muscoli, la respirazione profonda o l'utilizzo di dispositivi di biofeedback che forniscono feedback sulle risposte fisiologiche del corpo;
- identificazione e confutazione dei pensieri negativi - identificazione e sfida dei pensieri negativi e distorti che contribuiscono al disagio emotivo del paziente;
- esposizioni immaginative - utile per trattare le fobie, coinvolge l'immaginazione guidata di situazioni temute per aiutare il paziente a confrontarsi con le proprie paure in un ambiente controllato;
- modellamento - osservazione e l'imitazione di comportamenti sani e adattivi per migliorare le abilità di adattamento e di gestione del paziente;
- tecnica dell’ABC - analizza il rapporto tra eventi esterni (A), credenze (B) e conseguenti emozioni o comportamenti (C), aiutando il paziente a comprendere e modificare i propri schemi di pensiero per migliorare il benessere emotivo, ad esempio in caso di dissonanza cognitiva.
Terapia cognitivo-comportamentale: gli esercizi
Gli esercizi nella CBT sono attività pratiche che possono essere assegnate dal terapeuta per aiutare il paziente a mettere in pratica le abilità apprese durante la terapia. Gli esercizi sono spesso specifici per il paziente e mirano a consolidare il lavoro fatto durante le sedute terapeutiche.
Alcuni esempi:
- tenere un diario - il paziente annota i pensieri automatici che emergono in risposta a determinate situazioni o eventi. Successivamente, insieme al terapeuta, il paziente esamina i pensieri registrati per identificare eventuali distorsioni cognitive e sviluppare modi più adattivi di pensare;
- registrazione comportamentale - il paziente tiene traccia dei propri comportamenti e delle circostanze che li precedono. Questo può includere registrazioni del sonno, registrazioni alimentari o registrazioni dell'attività quotidiana (utile per i disturbi del comportamento alimentare). Questo aiuta il paziente e il terapeuta a identificare i modelli comportamentali e i trigger specifici che possono influenzare il benessere psicologico del paziente;
- "Stop del pensiero" - consiste nel riconoscere i pensieri disfunzionali, isolandoli e bloccandoli mentalmente. Si tratta di un esercizio che, se fatto regolarmente, diventa automatico e permette di dedicare le energie a pensieri più funzionali.
Quanto dura una seduta di CBT?
L'approccio cognitivo comportamentale di solito comporta incontri settimanali che durano circa 45-50 minuti ciascuno, con una media di 6 mesi di trattamento. Tuttavia, in casi di grave disagio emotivo, questo periodo può essere prolungato fino 1 anno.
Quanto costa una seduta?
Il costo può variare a seconda del professionista selezionato e della natura del problema del paziente, con tariffe generalmente comprese tra i 40€ e i 70€ a seduta. In Serenis, una seduta di CBT costa 55€.
Quando è utile la terapia cognitivo comportamentale?
Abbiamo detto che il modello cognitivo comportamentale è un approccio efficace per affrontare diversi tipi di problematiche, che possono essere di natura emotiva legata a processi di pensiero e comportamenti disfunzionali che determinano un disagio nella vita quotidiana.
Si tratta di un approccio con fondamenti scientifici che ne dimostrano la validità e si può declinare in numerose situazioni.
Oltre a disturbi d’ansia e depressione, la psicoterapia cognitivo comportamentale è utile per:
- disturbo ossessivo-compulsivo
- attacchi di panico
- ipocondria
- disturbi del comportamento alimentare
- stress
- disturbi del sonno, della sessualità e della personalità
- problemi di autostima
- difficoltà legate a studio, lavoro e relazioni (tra le quali sono possibili anche interventi rivolti alla coppia).
Terapia cognitivo comportamentale e ansia
La psicoterapia cognitivo comportamentale rappresenta un approccio altamente efficace nel trattamento dell'ansia per diversi motivi.
Innanzitutto, come detto, si concentra sull'interconnessione tra pensieri, emozioni e comportamenti, fornendo ai pazienti gli strumenti per identificare e modificare i pensieri distorti e negativi che alimentano l'ansia. Questo approccio pratico e strutturato offre un framework chiaro per affrontare l'ansia, attraverso tecniche specifiche e esercizi mirati che aiutano i pazienti a sviluppare abilità concrete per gestire l'ansia nella vita di tutti i giorni.
La flessibilità della CBT consente inoltre di adattare il trattamento alle esigenze individuali di ciascun paziente, collaborando con il terapeuta per sviluppare strategie personalizzate per affrontare l'ansia in modo efficace.
Infine, la CBT promuove l'auto-consapevolezza e l'autonomia del paziente nel gestire l'ansia, consentendo loro di diventare più fiduciosi nella propria capacità di affrontare le sfide legate all'ansia e migliorare la qualità della propria vita.
La psicoterapia sistemico relazionale e la psicoterapia analitico transazionale sono altri approcci terapeutici che possono essere considerati in casi specifici per affrontare l'ansia e migliorare il benessere emotivo dei pazienti.
A chi si rivolge la psicoterapia cognitivo comportamentale?
La terapia cognitiva comportamentale si rivolge a pazienti che presentano diversi tipi di difficoltà. Non necessariamente parliamo di una psicopatologia conclamata, ma anche di una condizione esistenziale, un problema emotivo che crea disagio, ad esempio, per l’intensità con la quale emozioni come:
- rabbia;
- vergogna;
- senso di colpa;
- tristezza
Vengono provate.
Nonostante si tratti di sentimenti che fanno parte del normale spettro emotivo che appartiene a tutti gli esseri umani, in certi casi le dinamiche che queste creano possono interferire con i processi di pensiero dell’individuo ed esplicitarsi in comportamenti che producono delle dinamiche disfunzionali che diventano causa di sofferenza.
In questi casi, il sostegno psicologico integrato offerto dalla psicoterapia cognitivo comportamentale può aiutare il paziente a ritrovare il benessere.
Terapia cognitivo comportamentale per i bambini
L'approccio cognitivo comportamentale per bambini si adatta alle loro esigenze e livello di sviluppo, utilizzando approcci interattivi e giocosi.
Coinvolge tecniche come:
- il gioco terapeutico;
- le narrazioni;
- l'uso di immagini e storie.
Per affrontare i problemi emotivi e comportamentali, insegnando loro abilità pratiche per gestire le emozioni e i comportamenti disfunzionali.
Obiettivi | modificare pensieri e comportamenti disfunzionali |
Tecniche | tecniche di rilassamento o biofeedback, identificazione e confutazione dei pensieri negativi, esposizioni immaginative, modellamento, tecnica dell’ABC |
Per cosa è utile | DOC, DCA, ipocondria, stress, disturbi del sonno, della sessualità e della personalità, problemi di autostima, difficoltà legate a studio, lavoro e relazioni |
Durata | 6 mesi (possibile estensione fino a 12 mesi), 45-50 min a seduta |
Costo | 40€-70€ |
Punti chiave della terapia cognitivo comportamentale
La psicoterapia cognitivo comportamentale online di Serenis
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