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Psicoterapia breve strategica: cos’è e come funziona

La terapia breve strategica (BTS) si basa sul presupposto che spesso la comunicazione che abbiamo con noi stessi e con gli altri è disfunzionale: il suo obiettivo quindi è quello di trasformarla in funzionale.

Chiariamo questo concetto.

Questo modello di approccio terapeutico assolutamente innovativo parte da una considerazione molto importante: i disturbi e le patologie psicologiche nascono da una percezione e costruzione errata della realtà da parte dell’individuo. Questo meccanismo fa sì che il soggetto reagisca con un comportamento che non produce risultati.

La soluzione, secondo la BTS, consiste nell’applicazione di determinati protocolli scientifici e di strategie in grado di agire in maniera rapida sul disagio lamentato dal paziente, andando a modificare i modelli di comportamento disfunzionali.

La velocità non è l’unica caratteristica di questo intervento. La BTS infatti deve essere anche:

  • Focale: questa terapia si basa su un cambiamento, o meglio, un obiettivo di cambiamento che deve essere frutto dell’accordo tra paziente e terapeuta.
  • Efficace: il cambiamento indotto dalla terapia deve essere duraturo

La terapia inoltre deve essere caratterizzata da:

  • assenza di trattamenti farmacologici: la BTS utilizza soltanto metodi psicologici
  • applicazione di una logica non ordinaria: questo approccio utilizza una serie di strategie per superare le difficoltà che la razionalità e la logica non riescono a risolvere.

Come vedremo nel corso dell’articolo, le terapie hanno una durata limitata nel tempo, solitamente non superano le 15/20 sedute.

Il percorso è totalmente incentrato sul problema, sul suo “funzionamento”, sui sintomi e sui “trigger points” ovvero quei punti nevralgici o elementi che scatenano la risposta disfunzionale del paziente. In questo modo il terapeuta può intervenire attivamente per spezzare e chiudere finalmente il circolo vizioso del disagio psicologico.

Quando nasce la terapia breve strategica?

I primi accenni di terapia breve strategica si collocano nei primi anni ’70, quando, nel Mental Research Institute di Palo Santo, un team di studiosi e ricercatori tra cui Fisch, Weakland e Watzlawick, sintetizza i risultati di una serie di studi empirici condotti sulla comunicazione e la terapia familiare.

Tali risultati, valorizzati dal contributo sull’ipnositerapia offerto da Erickson, portano a una conclusione molto importante e, se vogliamo, rivoluzionaria. Il team di professionisti infatti affermò che era possibile creare un modello sistematico di terapia breve per curare un ampio spettro di disturbi.

La svolta epocale però arriva negli anni Novanta quando Giorgio Nardone, celebre psicoterapeuta italiano, in collaborazione con Watzlawick, formula per la prima volta una serie di protocolli specifici e un insieme di tattiche e manovre caapci di condurre in breve tempo alla soluzione dei disturbi ossessivo-compulsivi e fobici.

Tali protocolli si distinguono per alcune caratteristiche molto specifiche ovvero:

  • flessibilità
  • rigore di intervento
  • rapidità
  • efficacia

Psicoterapia breve strategica: cosa cura?

La terapia breve strategica è un approccio terapeutico ideale per tutti coloro che stanno vivendo un momento di difficoltà o disagio a livello individuale, relazionale o familiare. Possiamo ricorrere alla BTS tutte le volte in cui ci troviamo in una situazione problematica per la quale non riusciamo a trovare una soluzione o via d’uscita.


La BTS può aiutarci in caso di:

  • psicosi

La terapia breve si rivela particolarmente efficace per trovare una soluzione ai disturbi psicologici fortemente invalidanti e impedenti come ossessioni, fobie, attacchi di panico, compulsioni e disordini alimentari come binge eating, bulimia e anoressia.

La BTS si rivela un valido aiuto anche in tutte quelle situazioni che possono diventare impedenti con il trascorrere del tempo quindi, ad esempio, problemi dell’età evolutiva, difficoltà scolastiche o incomprensioni genitori-figli.

Terapia breve strategica: quali sono i benefici?

La principale caratteristica della BTS è la promozione dell’autodeterminazione: il paziente viene messo nelle condizioni di credere in sé stesso e nelle proprie risorse naturali. Questo approccio terapeutico quindi non aggiunge nulla ma semplicemente ci aiuta a lavorare con quello che abbiamo.

I benefici che si ottengono dopo poche sedute sono evidenti. In poco tempo infatti riusciremo a migliorare le nostre prestazioni in ambito professionale, scolastico o sportivo.

Capiremo come implementare e rendere assertiva la nostra capacità espressiva e a trovare un nuovo equilibrio personale ma anche nella vita di coppia o nelle relazioni sociali.

I vantaggi della BTS non finiscono qui perché ci aiuta a:

  • ridurre la tensione
  • affrontare le situazioni che ci creano disagio senza ansia o paura
  • apportare una serie di modifiche positive nella vita quotidiana.

Le esperienze guidate dal terapeuta ci permettono di acquisire, seduta dopo seduta, la capacità di gestire le nostre risorse e di sfruttare le caratteristiche personali in modo autonomo, funzionale e risolutivo.

Psicoterapia breve strategica: come funziona?

La terapia breve strategica si concentra su due punti fondamentali: il problema manifestato dal paziente e l’obiettivo da raggiungere con le sedute.

Ogni approccio, pur adattandosi alle peculiarità dell’individuo, della coppia o del gruppo familiare, si concentra soprattutto sul vissuto emotivo della persona e sul modo in cui interagisce e costruisce la realtà che lo circonda.

Il primo approccio con questa terapia è rappresentato dalle tentate soluzioni.

Il terapeuta parte da una semplice considerazione: i tentativi errati di risolvere un problema non fanno altro che alimentarlo.

Il primo step quindi consiste in un’indagine sui pensieri, le emozioni, i comportamenti e le dinamiche relazionali che il paziente mette in campo nel momento in cui avverte la problematica e il disagio che ne deriva.

Siamo perfettamente consapevoli che le strategie che adoperiamo solitamente sono del tutto inutili e poco funzionali ma, ed è qui il vero problema, non facciamo altro che reiterarle nel tempo. La conseguenza è facilmente intuibile: perdiamo lentamente fiducia nel cambiamento e ci smarriamo in un circolo vizioso fatto di inutili tentativi e mancate soluzioni.

La BTS ci permette di spezzare la rigidità dei nostri comportamenti abituali, aiutandoci a vedere le cose da una prospettiva diversa e alternativa agli schemi finora applicati.

Il terapeuta, grazie all’ausilio di una serie di tecniche, ci conduce su un sentiero in cui sperimenteremo la validità di un percorso emotivo correttivo che ci condurrà all’adozione di soluzioni strategiche alternative.

Psicoterapia breve strategica: i compiti

Una volta esaminate e indagate a fondo le tentate soluzioni, il terapeuta proporrà una serie di esercizi e compiti che hanno l’obiettivo di:

  • permettere l’acquisizione di una maggiore autonomia personale
  • aumentare la fiducia verso le proprie capacità
  • migliorare l’autostima
  • rendere più difficile e faticoso l’accesso al comportamento disfunzionale
  • aumentare le proprie skills sociali

Gli esercizi da svolgere sono affidati al paziente soltanto al termine della seduta. I compiti possono essere di varia natura ma non sono assolutamente onerosi in termini di tempo e impegno. Il terapeuta infatti potrà stimolare la nostra capacità di riflessione, di osservazione o potrà puntare il focus sul nostro comportamento per renderci attori del nostro cambiamento, sfruttando le nostre risorse personali.

Psicoterapia breve strategica: numero e frequenza delle sedute

La parola breve non è un obiettivo ma una conseguenza dei protocolli scientifici che appartengono alla BTS: questo vuol dire che le sedute dureranno il tempo necessario per aiutare il paziente a ritrovare comfort e benessere.

In linea di massima però, sono sufficienti una decina di appuntamenti per vedere i primi miglioramenti e non si va mai oltre il numero massimo di 20 sedute. Se questo non dovesse accadere, paziente e terapeuta dovranno decidere insieme come proseguire il percorso.

Per quanto riguarda la durata delle singole sedute, non esiste un protocollo rigoroso o limitante. Gli appuntamenti, settimanali o quindicinali, possono richiedere da mezz’ora a un’ora perché il percorso dipende sia dalla tipologia di problema del paziente che dagli obiettivi scelti in accordo con il proprio terapeuta.

Psicoterapia breve strategica: i risultati sono duraturi?

Il follow-up condotto a 3, 6 mesi e 1 anno ha prodotto risultati assolutamente confortanti perché il rischio di ricadute si è rivelato minimo.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.