Cos’è la personalità?
La personalità è l'insieme dinamico di tratti psicologici e comportamenti che definisce l'identità di un individuo, influenzando il suo modo unico di percepire se stesso, gli altri e il mondo circostante.

Cos’è la personalità?
La personalità è un insieme di caratteristiche psichiche e comportamentali che definiscono il nucleo delle particolarità di ogni individuo.
Ci sono diverse teorie psicologiche riguardanti la personalità, che concettualizzano quest'ultima entro modelli diversi e che includono anche diversi metodi di analisi della personalità.
Sviluppo della personalità
La personalità non è un concetto rigido, piuttosto si evolve durante l'arco di tutta la vita si sviluppa attraverso fasi principali, che possono essere suddivise in:
- 0-3 anni o prima infanzia: il bambino ha bisogno di cure materne per evitare l'insorgere di ansie dovute a stili d'attaccamento insicuri.
- L'indipendenza del bambino: il bambino inizia ad allargare il suo mondo e ad esplorarlo.
- I conflitti con i genitori: può riguardare i conflitti con i genitori dello stesso sesso o più in generale opposizioni da parte del bambino verso i genitori.
- L'inizio della socializzazione: solitamente inizia con l'ingresso a scuola in cui il bambino riceve feedback da parte dei compagni.
- La pubertà e l'adolescenza: questo periodo solitamente comporta l'insorgere di contraddizioni interne e un'opposizione nei confronti degli adulti.
- Vita adulta: la persona prova a realizzare i suoi progetti e definisce le proprie caratteristiche e diventando indipendente anche a livello sociale.
- Anzianità: lo stile di vita, il rapporto con il proprio corpo e la definizione delle proprie caratteristiche cambia con il cambiare delle attitudini.
La personalità dunque è un costrutto che muta durante le varie fasi di vita, un processo di maturazione tramite le esperienze che ognuno di noi vive e affronta nella quotidianità

Che differenza c'è fra personalità, carattere e temperamento?
Nel 1993 Cloninger ha definito la personalità come la combinazione tra due dimensioni: il temperamento e il carattere.
Il temperamento è una componente che riflette una base biologica, già individuabile durante il periodo dell'infanzia, che porta il bambino ad agire in vari modi.
Il carattere, invece, è una caratteristica dipendente dalle esperienze che il l'individuo ha vissuto sin da piccolo. Possiamo dire che il carattere viene influenzato dall'ambiente che circonda la persona e dunque è modellato dalla sua storia personale.
Per questo motivo, la personalità viene considerata come un concetto dinamico che varia in base alla combinazione tra il temperamento innato dell'individuo, e le sue esperienze ed influenze che hanno formato il suo carattere.
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Che cos'è la teoria dei Big Five?
Elaborata tra gli anni ‘80 e ‘90 da R. McCrae e P. Costa, raggruppa le cinque macro-categorie più usate per comporre il quadro della personalità di ciascuna persona. Dobbiamo immaginare ogni categoria come un ventaglio di possibilità, in cui c’è sempre un polo positivo, uno negativo e le mille sfumature centrali. Le categorie sono:
- Apertura all'esperienza: rappresenta la creatività, la curiosità e l'apertura a nuove idee e esperienze. Le persone con un punteggio alto tendono a essere immaginative, artistiche e interessate a concetti astratti.
- Coscienziosità: riflette il livello di organizzazione, autodisciplina e attenzione ai dettagli. Chi ha un punteggio elevato è affidabile, puntuale e orientato al raggiungimento degli obiettivi.
- Estroversione: indica il grado di socialità, assertività e ricerca di stimoli. Le persone estroverse sono energiche, socievoli e godono della compagnia degli altri.
- Amicalità (piacevolezza): misura la gentilezza, l'empatia e la disponibilità a cooperare con gli altri. Le persone amabili sono spesso altruiste, pazienti e comprensive.
- Stabilità emotiva (nevroticismo): rappresenta la tendenza a sperimentare emozioni negative come ansia, irritabilità e insicurezza. Un basso punteggio indica stabilità emotiva e capacità di affrontare lo stress.

Quali sono i disturbi di personalità?
Il manuale classifica i 10 disturbi in tre gruppi principali (Cluster):
| Cluster | Disturbi di personalità |
| Cluster A (eccentrici/diffidenti) | Disturbo paranoide, schizoide e schizotipico. |
| Cluster B (emotivi/imprevedibili) | Disturbo antisociale, borderline (instabilità relazionale e dell'immagine di sé), istrionico e narcisistico. |
| Cluster C (ansiosi/paurosi) | Disturbo evitante, dipendente e ossessivo-compulsivo di personalità (da non confondere con il disturbo ossessivo-compulsivo sintomatico). |
Quali sono i trattamenti per i disturbi di personalità?
I trattamenti per i disturbi di personalità sono principalmente la psicoterapia e quando necessario la farmacoterapia. Tra i trattamenti psicoterapeutici troviamo:
- Terapia dialettico-comportamentale (DBT): insegna abilità pratiche per gestire le emozioni intense, tollerare lo stress e migliorare le relazioni.
- Schema therapy: unisce elementi di psicoterapia cognitiva, comportamentale e psicodinamica. Si focalizza sugli "schemi" (modelli di pensiero e comportamento) formati nell'infanzia che continuano a causare sofferenza.
Terapia farmacologica
Non esiste un farmaco che "curi" i disturbi di personalità in sé, ma possono aiutare il paziente a gestire i sintomi. Tra i farmaci che si utilizzano per questi disturbi troviamo:
- Stabilizzatori dell'umore: utili a ridurre l'impulsività, l'aggressività e le oscillazioni emotive repentine.
- Antipsicotici: utili per sintomi cognitivo-percettivi (idee paranoiche) o episodi di rabbia intensa.
- Antidepressivi (SSRI): vengono utilizzati se è presente una depressione o un disturbo d'ansia in comorbidità.
Questi farmaci devono essere sempre prescritti da uno psichiatra che si occuperà di studiare il caso in particolare del paziente e di prescrivere la terapia farmacologica più adeguata.
Esperienza reale
F., giovane adulto, si è rivolto al servizio online per sintomi di ansia persistente, umore deflesso e difficoltà relazionali ricorrenti. Durante i primi colloqui è emersa una marcata instabilità emotiva, difficoltà a tollerare il rifiuto e un pattern relazionale centrato sulla paura dell’abbandono.
Dopo una fase di psicoeducazione sui tratti di personalità e sul ruolo che questi potevano avere nel generare sofferenza, F. ha accettato di iniziare un percorso di psicoterapia con l’obiettivo di sviluppare maggiore consapevolezza dei propri schemi relazionali e imparare strategie più funzionali di regolazione emotiva. Parallelamente, su indicazione psichiatrica, è stato introdotto un supporto farmacologico per gestire l’ansia e la disregolazione dell’umore.
Nel corso del trattamento, F. ha progressivamente acquisito una maggiore capacità di riconoscere i suoi pensieri automatici disfunzionali, ha migliorato la qualità delle sue relazioni affettive e ha sperimentato un calo significativo dell’angoscia anticipatoria. Il lavoro psicoterapeutico ha favorito un aumento del senso di stabilità interna e una migliore gestione degli impulsi.
Bibliografia
Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (5ª ed.) — Arlington, VA: American Psychiatric Publishing.
American Psychiatric Association. (2013)
Revised NEO Personality Inventory (NEO-PI-R) and NEO Five-Factor Inventory (NEO-FFI) professional manual. Odessa — Psychological Assessment Resources.
Costa, P. T., McCrae, R. R. (1992)
Personality development: Stability and change. — Annual Review of Psychology, 56, pp. 453-484
Caspi, A., Roberts, B. W., Shiner, R. L. (2005)
