
Questa pagina parla di gravidanza
Lo fa da un punto di vista psicologico: è una condizione particolare, e a volta delicata, che comporta molte sfide con cui confrontarsi. Cercheremo di aiutarti a farlo al meglio.
Lo fa da un punto di vista psicologico: è una condizione particolare, e a volta delicata, che comporta molte sfide con cui confrontarsi. Cercheremo di aiutarti a farlo al meglio.
Di cosa parleremo
Perché siamo un centro medico specializzato in psicoterapia e supporto psicologico. Collaboriamo con centinaia di terapeute e terapeuti per rendere il benessere mentale sempre più accessibile, anche cercando di comunicare in modo chiaro e responsabile.
Questa pagina è stata controllata dal punto di vista clinico
Prima di partire, una piccola avvertenza: in questo articolo parliamo di "donne" per semplicità, ma sappiamo che una persona con l’utero non necessariamente si rispecchia nel genere “femminile”. Ci sembra giusto sottolinearlo.
La gravidanza, detta anche gestazione, è quel periodo che intercorre dall’ultima mestruazione fino al parto, contrariamente a ciò che si pensa, i famosi 9 mesi non si calcolano dal concepimento.
Già che ci siamo, sfatiamo un altro mito: una gravidanza generalmente non deve durare 9 mesi spaccati, ma dalle 37 alle 41 settimane si tratta sempre di gravidanza “a termine”, ovvero ha una durata regolare.
Se invece il parto avviene prima delle 37 settimane, si parla di “gravidanza pretermine” - per intenderci il cosiddetto parto prematuro -, se sfora le 42 settimane si parla di “gravidanza protratta”.
La maternità non è difficile solo fisicamente, tra dolori, gonfiori, sintomi corporei connessi al “fare spazio” a una creatura che cresce e nausee, ma è provante anche dal punto di vista psicologico, tant’è che si parla di “salute materna”. In poche parole si tratta dello stato di salute fisico e mentale delle donne durante la gravidanza, il parto e nel periodo successivo. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, non è necessario che si manifestino grandi traumi o problemi medici importanti perché la salute materna venga meno: è possibile incappare in tutta una serie di disagi, soprattutto connessi con le aspettative - spesso troppo idealistiche - legate alla gravidanza.
In Europa, nel 2020 sono morte circa 3 donne al giorno per le complicazioni legate alla gravidanza o al parto. Dal punto di vista del benessere mentale, le cose non sembrano andare meglio: il Ministero della Salute ha riportato che circa il 7-12% di chi partorisce soffre di depressione post partum, uno stato depressivo correlato alla maternità. Ma non solo, durante questo periodo potrebbero insorgere anche dei disturbi ansiosi, ossessivo-compulsivi e da stress post-traumatici.
Le aspettative sulla gravidanza, sul parto e sul puerperio (cioè il periodo immediatamente successivo alla nascita), possono dolorosamente scontrarsi con una realtà molto diversa, generando autocritica, stanchezza, demotivazione e tristezza. Nel periodo successivo al parto, inoltre, si verificano degli imponenti cambiamenti ormonali, che possono dar luogo a cambiamenti di umore molto forti, che vengono vissuti molto male da una donna che ha la convinzione di “dover essere felice” a ogni costo, visto che ha appena dato alla luce la sua creatura.
Mettere una nuova vita al mondo dovrebbe essere una scelta spontanea, libera dai giudizi e dai pregiudizi. Per alcune donne può capitare di sperimentare “l’ansia di non rimanere incinta”, o “ansia da concepimento”. Ciò è particolarmente pronunciato nella nostra società dove c’è una forte pressione su questi temi: nel momento in cui si arriva alla decisione di diventare genitore, si può rischiare di volere “tutto e subito”, un po’ come accade con molti aspetti della nostra quotidianità.
Uno studio americano ha dimostrato che avere un elevato livello di stress durante il periodo di ovulazione - quello in cui generalmente è più semplice concepire - riduce la probabilità della gravidanza. C’è una ragione biologica per cui ciò accade: l’ormone legato alla gestione dello stress, il cortisolo, se presente costantemente ad alti livelli nel sangue pone l’organismo in una condizione di “allerta perenne”, che non favorisce il clima fisiologico all’instaurarsi di una gravidanza sana.
Questa è una delle ragioni per cui il benessere psicofisico dovrebbe essere uno degli aspetti primari e fondamentali su cui focalizzarsi quando si sta cercando di diventare genitori. È anche utile tener presente che questo predispone il fisico a una lotta perenne, e non a un clima sereno e proficuo per la crescita di una nuova vita.
Dovremmo cercare di capire cosa cosa ci ispira a diventare genitori e riuscire a “stare” con tutte le emozioni che questo evoca, che siano anche ansia o paura.
È fondamentale evidenziare che la salute mentale e fisica non è messa a dura prova solo dopo il concepimento, ma anche prima.
L’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) definisce la salute riproduttiva come “lo stato di benessere fisico, mentale e sociale, correlato al sistema riproduttivo e alle sue funzioni”.
Promuovere la salute significa attuare delle azioni concrete che permettano a chiunque di decidere sul proprio corpo, indipendentemente dalle aspettative sociali e dalle pressioni familiari.
È importante che ci sia il supporto necessario per poter attuare le proprie scelte in piena libertà e soprattutto di chiedere aiuto in condizioni di difficoltà.
In generale, dovremmo cercare di occuparci del nostro benessere mentale durante tutta la vita.
Ma ci sono dei periodi in cui è ancora più utile essere prudenti verso il proprio stato psicofisico.
Uno di questi è sicuramente la gravidanza: il periodo che la precede, il durante e il dopo.
Abbiamo toccato diversi argomenti difficili che riguardano la gravidanza, il prima e il dopo. Con questo articolo non vogliamo allarmare, ma proviamo a far luce su degli aspetti della gravidanza che - troppo spesso - vengono tralasciati.
Se è naturale chiamare il medico ginecologo quando ci sono dei problemi fisici, non è la stessa cosa quando si avvertono dei disagi emotivi.
Ricevere supporto psicologico durante la gravidanza non è assolutamente un obbligo, ma è importante sapere di avere l’opportunità di chiedere aiuto se serve: portare una nuova vita al mondo è faticoso, e nessuna persona dovrebbe sentirsi in colpa se sta male.
Se conosci una persona incinta o quella persona sei tu, sappi che, se mai ce ne sia il bisogno, noi possiamo dare una mano: siamo un centro medico autorizzato con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute con esperienza in questo campo.
Puoi rispondere al questionario per fare il primo colloquio gratuito con un/una terapeuta: puoi sfruttarlo per fare tutte le domande che vuoi sulla gravidanza 💜
“Ho iniziato la terapia perché facevo fatica a prendere sonno”
Virginia, che lavora in Serenis
Sappiamo cosa significa fare terapia: ogni dipendente di Serenis (o quasi) ha alle spalle uno o più percorsi.
Conosciamo bene gli ostacoli pratici e culturali che rendono poco accessibile il benessere mentale. Il nostro lavoro è cercare di superarli – non è semplice, ma l’esperienza aiuta.
Fare una lista è difficile, perché può servire per tantissime cose: l’idea di base è lavorare su ciò che si prova e cercare un cambiamento. Queste sono alcune delle situazioni di cui ci occupiamo più spesso.
Stress da lavoro
Crescita personale
Ansia
Genitorialità
Coppie
Depressione
Fobie
Sonno
Panico
Adolescenza
Se rispondi al questionario troveremo il tuo o la tua terapeuta.
Il primo colloquio è gratuito. Se andrà male, potrai farne un altro.
Le sedute successive costeranno 49 euro l’una.
Avrai anche un diario dove annotare i tuoi progressi.
Potrai smettere in ogni momento.
Lo fa da un punto di vista psicologico: è una condizione particolare, e a volta delicata, che comporta molte sfide con cui confrontarsi. Cercheremo di aiutarti a farlo al meglio.
I testi sono stati validati dal punto di vista clinico.
Di cosa parleremo
Prima di partire, una piccola avvertenza: in questo articolo parliamo di "donne" per semplicità, ma sappiamo che una persona con l’utero non necessariamente si rispecchia nel genere “femminile”. Ci sembra giusto sottolinearlo.
La gravidanza, detta anche gestazione, è quel periodo che intercorre dall’ultima mestruazione fino al parto, contrariamente a ciò che si pensa, i famosi 9 mesi non si calcolano dal concepimento.
Già che ci siamo, sfatiamo un altro mito: una gravidanza generalmente non deve durare 9 mesi spaccati, ma dalle 37 alle 41 settimane si tratta sempre di gravidanza “a termine”, ovvero ha una durata regolare.
Se invece il parto avviene prima delle 37 settimane, si parla di “gravidanza pretermine” - per intenderci il cosiddetto parto prematuro -, se sfora le 42 settimane si parla di “gravidanza protratta”.
La maternità non è difficile solo fisicamente, tra dolori, gonfiori, sintomi corporei connessi al “fare spazio” a una creatura che cresce e nausee, ma è provante anche dal punto di vista psicologico, tant’è che si parla di “salute materna”. In poche parole si tratta dello stato di salute fisico e mentale delle donne durante la gravidanza, il parto e nel periodo successivo. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, non è necessario che si manifestino grandi traumi o problemi medici importanti perché la salute materna venga meno: è possibile incappare in tutta una serie di disagi, soprattutto connessi con le aspettative - spesso troppo idealistiche - legate alla gravidanza.
In Europa, nel 2020 sono morte circa 3 donne al giorno per le complicazioni legate alla gravidanza o al parto. Dal punto di vista del benessere mentale, le cose non sembrano andare meglio: il Ministero della Salute ha riportato che circa il 7-12% di chi partorisce soffre di depressione post partum, uno stato depressivo correlato alla maternità. Ma non solo, durante questo periodo potrebbero insorgere anche dei disturbi ansiosi, ossessivo-compulsivi e da stress post-traumatici.
Le aspettative sulla gravidanza, sul parto e sul puerperio (cioè il periodo immediatamente successivo alla nascita), possono dolorosamente scontrarsi con una realtà molto diversa, generando autocritica, stanchezza, demotivazione e tristezza. Nel periodo successivo al parto, inoltre, si verificano degli imponenti cambiamenti ormonali, che possono dar luogo a cambiamenti di umore molto forti, che vengono vissuti molto male da una donna che ha la convinzione di “dover essere felice” a ogni costo, visto che ha appena dato alla luce la sua creatura.
Mettere una nuova vita al mondo dovrebbe essere una scelta spontanea, libera dai giudizi e dai pregiudizi. Per alcune donne può capitare di sperimentare “l’ansia di non rimanere incinta”, o “ansia da concepimento”. Ciò è particolarmente pronunciato nella nostra società dove c’è una forte pressione su questi temi: nel momento in cui si arriva alla decisione di diventare genitore, si può rischiare di volere “tutto e subito”, un po’ come accade con molti aspetti della nostra quotidianità.
Uno studio americano ha dimostrato che avere un elevato livello di stress durante il periodo di ovulazione - quello in cui generalmente è più semplice concepire - riduce la probabilità della gravidanza. C’è una ragione biologica per cui ciò accade: l’ormone legato alla gestione dello stress, il cortisolo, se presente costantemente ad alti livelli nel sangue pone l’organismo in una condizione di “allerta perenne”, che non favorisce il clima fisiologico all’instaurarsi di una gravidanza sana.
Questa è una delle ragioni per cui il benessere psicofisico dovrebbe essere uno degli aspetti primari e fondamentali su cui focalizzarsi quando si sta cercando di diventare genitori. È anche utile tener presente che questo predispone il fisico a una lotta perenne, e non a un clima sereno e proficuo per la crescita di una nuova vita.
Dovremmo cercare di capire cosa cosa ci ispira a diventare genitori e riuscire a “stare” con tutte le emozioni che questo evoca, che siano anche ansia o paura.
È fondamentale evidenziare che la salute mentale e fisica non è messa a dura prova solo dopo il concepimento, ma anche prima.
L’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) definisce la salute riproduttiva come “lo stato di benessere fisico, mentale e sociale, correlato al sistema riproduttivo e alle sue funzioni”.
Promuovere la salute significa attuare delle azioni concrete che permettano a chiunque di decidere sul proprio corpo, indipendentemente dalle aspettative sociali e dalle pressioni familiari.
È importante che ci sia il supporto necessario per poter attuare le proprie scelte in piena libertà e soprattutto di chiedere aiuto in condizioni di difficoltà.
Abbiamo toccato diversi argomenti difficili che riguardano la gravidanza, il prima e il dopo. Con questo articolo non vogliamo allarmare, ma proviamo a far luce su degli aspetti della gravidanza che - troppo spesso - vengono tralasciati.
Se è naturale chiamare il medico ginecologo quando ci sono dei problemi fisici, non è la stessa cosa quando si avvertono dei disagi emotivi.
Ricevere supporto psicologico durante la gravidanza non è assolutamente un obbligo, ma è importante sapere di avere l’opportunità di chiedere aiuto se serve: portare una nuova vita al mondo è faticoso, e nessuna persona dovrebbe sentirsi in colpa se sta male.
Se conosci una persona incinta o quella persona sei tu, sappi che, se mai ce ne sia il bisogno, noi possiamo dare una mano: siamo un centro medico autorizzato con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute con esperienza in questo campo.
Puoi rispondere al questionario per fare il primo colloquio gratuito con un/una terapeuta: puoi sfruttarlo per fare tutte le domande che vuoi sulla gravidanza 💜