Ansia e disturbi d'ansia: quali e quanti sono
L'ansia è uno stato di agitazione di fronte a situazioni percepite come minacciose. Può essere funzionale, aiutando a gestire sfide, o patologica, compromettendo il benessere. Colpisce milioni di persone, con sintomi fisici e mentali. Esistono diverse forme di ansia, come il disturbo d’ansia generalizzato e il disturbo di panico. Le cause includono fattori biologici, genetici e ambientali. La diagnosi avviene tramite test clinici, mentre il trattamento prevede psicoterapia e terapia farmacologica.

Cos'è l'ansia
Nell’enciclopedia Treccani, alla voce ansia, si legge questa definizione: “Stato di agitazione, di forte apprensione, dovuto a timore, incertezza, attesa di qualcosa”.
In psicologia, l’ansia è l’anticipazione di una minaccia futura (reale o percepita), accompagnata da pensieri preoccupati, sensazioni fisiche (es. cuore accelerato) e comportamenti di evitamento. La paura, invece, è la risposta a una minaccia imminente (es. un’auto che frena all’improvviso).
Questa proiezione verso qualcosa che deve ancora accadere, determina la differenza tra paura e ansia. Infatti, mentre la paura è una risposta emotiva a una minaccia imminente, l’ansia è un’emozione legata all’anticipazione di una minaccia futura.
È, insomma, il nostro personale sistema di allarme, perché tende ad anticipare le situazioni di pericolo. In un certo senso, l'ansia è funzionale e ci aiuta ad attivare le risorse necessarie per affrontare situazioni impegnative. Si parla in questo caso di ansia fisiologica, da distinguere rispetto all'ansia patologica.
Quando gli effetti dell’ansia si manifestano con particolare intensità e durata, potremmo trovarci di fronte a un disturbo d’ansia.
Secondo l’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), più del 4% della popolazione mondiale convive con un disturbo d’ansia: parliamo di circa 284 milioni di persone. Il report sottolinea come i disturbi d’ansia siano quelli più diffusi nella popolazione femminile, negli adolescenti e giovani adulti
La pandemia da COVID-19 ha notevolmente peggiorato il quadro generale: da diverse ricerche emerge come “i tassi giornalieri di infezione da SARS-CoV-2 e le riduzioni della mobilità umana, sono stati associati a una maggiore prevalenza di disturbi d'ansia” con “76,2 milioni di casi di disturbi d'ansia a livello globale (un aumento del 25,6% rispetto alla situazione prepandemica)”.

I sintomi principali dell'ansia
Secondo il DSM-5, possiamo affermare che l’ansia è uno stato emotivo stressante e spiacevole di nervosismo e malessere. L’ansia è meno legata al tempismo di una situazione minacciosa - a differenza della paura. Può essere ansia anticipatoria di una minaccia, persistere dopo uno scampato pericolo o si può presentare in assenza di una chiara minaccia.
Vediamo come capire se è ansia e non si tratta solo di paura individuando i sintomi fisici e mentali più comuni dell’ansia. Fra i sintomi fisici dell'ansia, ci sono:
- tachicardia/palpitazioni
- fiato corto
- tensione/dolori muscolari
- sudorazione
- tremori
- disturbi gastrointestinali
- cefalea
- vertigini
- dolore al petto
Tra i più comuni segnali psicologici dell’ansia possiamo avere:
- preoccupazione eccessiva
- difficoltà a “staccare” i pensieri
- irritabilità
- senso di perdita di controllo
- crisi di pianto.
È inoltre comune riscontrare disturbi del sonno come dimostra il legame tra ansia e insonnia. Quando l’ansia diventa cronica, ai sintomi descritti sopra, se ne possono aggiungere altri:
- sintomi psicologici, che comprendono l’incapacità di controllare la propria preoccupazione, l’irritabilità e la difficoltà a concentrarsi;
- ulteriori sintomi fisici, come mal di testa, stanchezza, tensione e dolore muscolare, difficoltà a deglutire, tremore o contrazioni, sudorazione, nausea, stordimento e formicolio alle estremità, necessità di andare spesso in bagno, vampate di calore, evitamento di situazioni temute, rassicurazioni ripetute, controllo continuo

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Tipologie e forme di ansia più comuni
Il DSM-5 elenca diverse tipologie di ansia, di seguito sono elencate le più comuni.
Disturbo d'ansia generalizzato (DAG)
L’ansia generalizzata, è una forma cronica di disturbo d’ansia caratterizzata da preoccupazioni eccessive, pervasive e difficili da controllare, che riguardano molteplici ambiti della vita quotidiana, come il lavoro, la salute, la famiglia e le responsabilità personali. Queste preoccupazioni devono perdurare per più di 6 mesi per poter parlare di ansia generalizzata.
Tali preoccupazioni risultano eccessive rispetto alla reale probabilità o gravità degli eventi temuti e tendono a persistere nel tempo, interferendo con il funzionamento sociale, lavorativo e personale dell’individuo.
Disturbo d’ansia da separazione
Il disturbo d'ansia da separazione è un disturbo che si manifesta frequentemente nell’infanzia ed è caratterizzato da ansia eccessiva e persistente riguardo alla separazione dalle principali figure di attaccamento, come i genitori o altre persone di riferimento significative.
Questa paura della separazione è inadatta all’età del bambino che la sperimenta e, spesso, si accompagna alla forte preoccupazione che possa accadere qualcosa di grave ai genitori o che essi non facciano ritorno a casa. Per questo, il bambino che la prova mostra resistenza o rifiuto ad allontanarsi da casa, ha spesso incubi notturni. L'ansia notturna può avere come conseguenze emicranie, mal di stomaco, nausee e vomito. Il trattamento d’elezione in questi casi è la terapia cognitivo-comportamentale, per chi la sta sperimentando e per i familiari.
Mutismo selettivo
Anche il mutismo selettivo riguarda l’età evolutiva. Come si legge nel DSM-5 “La mancanza del linguaggio si verifica nelle interazioni sociali con bambini o adulti. Bambini con mutismo selettivo parlano in casa loro in presenza di familiari stretti, ma spesso capita che non parlino nemmeno davanti ad altri parenti o a parenti di secondo grado, come nonni o cugini”. Non si tratta di un comportamento intenzionale o capriccioso, ma di uno stato d’ansia molto difficile da gestire e che rende difficile qualsiasi tipo di interazione verbale. In certi casi, infatti, per interagire i bambini con mutismo selettivo si esprimono con linguaggio non verbale.
Ricerche recenti suggeriscono che il 69 % dei bambini con mutismo selettivo presenta anche disturbo d’ansia sociale e altre comorbidità.
Fobia specifica
Una fobia è una paura marcata e immediata verso oggetti/situazioni specifiche (animali, altezze, sangue/iniezioni, volo, spazi chiusi), con evitamento e interferenza significativa con le abitudini quotidiane, con una durata superiore ai 6 mesi"
Per superare la minaccia percepita, la persona che sperimenta la fobia mette in atto l’evitamento dell’oggetto o della situazione fobica, compromettendo così la propria quotidianità e le proprie relazioni.
Le fobie più comuni riguardano gli animali (ad esempio l’aracnofobia e l’ofidiofobia, cioè la paura dei ragni e quella dei serpenti), l’ambiente naturale (ad esempio l’acrofobia o la ceraunofobia, cioè la paura delle altezze e quella dei tuoni e dei fulmini), il sangue e/o le ferite (ad esempio la tripanofobia o la tomofobia, cioè la paura degli aghi e quella degli interventi chirurgici), alcune situazioni (ad esempio la glossofobia e la claustrofobia, cioè la paura di parlare in pubblico e quella degli spazi chiusi).

Disturbo d’ansia sociale
La persona con disturbo d'ansia sociale prova paura e ansia intense quando si trova in determinate situazioni sociali o prestazionali. L’ansia deriva dal timore di essere giudicati/umiliati in situazioni sociali o prestazionali. Le persone con disturbo d’ansia sociale spesso hanno una bassa considerazione di sé e interpretano le proprie manifestazioni fisiche di ansia come prove della propria insicurezza o incapacità di gestire le situazioni sociali. Il trattamento comprende la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia dell’esposizione e, in alcuni casi specifici, la terapia farmacologica.
Disturbo di panico
Chi sperimenta questo disturbo vive attacchi di panico più o meno frequenti, che si caratterizzano per essere improvvisi e talvolta invalidanti. A differenza degli attacchi di ansia, che di solito si manifestano in relazione a una situazione specifica, gli attacchi di panico sono inaspettati e danno la sensazione di perdita di controllo. Chi soffre di attacchi di panico ricorrenti sperimenta preoccupazione persistente per altri attacchi e cambiamenti comportamentali, in particolare l'evitamento.
Un’indagine del 2025 sul disturbo di panico in Italia, evidenzia che circa il 4 % della popolazione adulta presa in esame presenta questo disturbo.
Le persone con un disturbo da panico spesso hanno anche altri disturbi come altri tipi di disturbi d’ansia, depressione, ma anche disturbi psichiatrici come il disturbo bipolare.
Altre tipologie di ansia
Sono moltissime le situazioni che possono provocarci ansia (come ad esempio subire una frode) e in cui essa può manifestarsi in maniera diversa. Tra i diversi tipi di ansia troviamo anche l'ecoansia, l'ansia da covid-19, l'ansia per il lavoro, l'ansia per la gravidanza.
L’ansia inoltre, è uno dei sintomi di diversi disturbi come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC): qui le ossessioni innescano l’ansia che, a sua volta, dà il via alle compulsioni, che servono a placare questa sensazione spiacevole.
L’ansia è alla base anche del disturbo post-traumatico da stress (DPTS): la persona che ne soffre ha vissuto un’esperienza traumatica dolorosa e intensa che può essere rivissuta nella mente: ciò comporta incubi, ansia e tentativi di evitamento di qualsiasi cosa possa ricordare il trauma.
Cause principali dell'ansia
L'ansia nasce da una combinazione di cause biologiche, genetiche, ambientali e sociali.
- cause biologiche: l’insorgenza dell’ansia e l’eccessiva o ridotta produzione di alcuni neurotrasmettitori da parte del nostro cervello potrebbero essere legate fra loro. Lo dicono alcuni studi, che hanno mostrato come l’eccessiva produzione di noradrenalina e la ridotta disponibilità di serotonina e/o di acido gamma aminobutirrico siano in grado di favorire la comparsa dell’ansia nelle nostre vite;
- cause genetiche: secondo alcuni studi, i disturbi d’ansia possono avere una componente ereditaria. Anche degli studi condotti sui gemelli hanno mostrato come la predisposizione genetica possa aumentare il rischio di incorrere in un disturbo d'ansia;
- cause ambientali e sociali: le persone che hanno subito un trauma, un abuso o un episodio di bullismo sono più esposte all’ansia, così come quelle che sono state educate in modo duro, apprensivo, negligente o anaffettivo.
Esiste poi una differenza di genere per fattori biologici e socioculturali: l'incidenza dell'ansia è più alta tra le donne, eccetto che per il disturbo d’ansia sociale. “Le donne con una diagnosi di disturbo d'ansia nel corso della vita avevano maggiori probabilità rispetto agli uomini di ricevere anche una diagnosi di un altro disturbo d'ansia, bulimia nervosa e disturbo depressivo maggiore.” .
Infine, anche l’assunzione di alcune sostanze o farmaci come l'alcol, il tabacco, gli oppioidi e gli stimolanti, possono causare o peggiorare l'ansia.

Come diagnosticare e trattare l'ansia
In ambito clinico si usano diversi test diagnostici tra cui un test chiamato GAD-7, che si è dimostrato efficace per valutare la presenza e la gravità dei disturbi d'ansia.
Questo test non è uno strumento di autovalutazione: per avere valore diagnostico, deve essere esaminato da psicologi, psicoterapeuti, psichiatri o medici.
Se lo farai in autonomia, non scoprirai se soffri d'ansia: avrai solo un'indicazione dell'eventuale presenza di alcuni sintomi, che potrebbero dipendere da cause del tutto diverse.
Cura per l'ansia
La terapia d'elezione per i disturbi d'ansia è la psicoterapia, può essere utile, in alcuni casi, il supporto farmacologico ma solo su valutazione e prescrizione medica e in integrazione con la psicoterapia.
Esistono anche rimedi naturali come l'uso di fiori di bach per l'ansia, però terapia farmacologica e psicoterapia rimangono i metodi più validi.

Cura farmacologica
La terapia farmacologica, che deve essere prescritta da un medico psichiatra e seguita sotto stretto controllo medico, consiste prevalentemente in farmaci utilizzati per tenere sotto controllo i sintomi. Si tratta principalmente di antidepressivi SSRI ed ansiolitici. Potrebbero essere associati anche a farmaci per curare specifici sintomi fisici legati agli stati d'ansia.
Percorso di psicoterapia
Solitamente la prima scelta nel trattamento dell'ansia è quella di iniziare un percorso psicoterapeutico. Sono moltissimi gli approcci che possono rivelarsi utili nel trattare i disturbi d'ansia, tra questi quelli più comunemente utilizzati sono:
- la psicoterapia cognitivo-comportamentale, e in particolare la terapia metacognitiva e la terapia cognitiva standard;
- l'approccio psicodinamico;
- l'approccio strategico breve;
- l'approccio sistemico;
- l'approccio integrato.
Tra le tecniche utilizzate c’è anche l’ipnosi per l’ansia, che aiuta a rilassare la mente e il corpo, riducendo i pensieri che la provocano. Durante la seduta, il paziente entra in uno stato di attenzione focalizzata e riceve suggestioni positive.
Svolgere un percorso di psicoterapia può essere una delle strategie più efficaci per combattere l'ansia e tutti i suoi sintomi. Se desideri ricevere un supporto, su Serenis troverai moltissimi professionisti specializzati e con esperienza che potranno aiutarti a stare meglio.
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