Antidepressivi: classificazione e come funzionano

Gli antidepressivi sono psicofarmaci utilizzati nel trattamento della depressione. Scopri come si classificano, la durata del trattamento e gli effetti collaterali.

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antidepressivi

Gli antidepressivi sono farmaci che vengono utilizzati per curare la depressione e, in alcuni casi, per impedire che possa manifestarsi nuovamente.

Nelle situazioni più gravi si parla di depressione maggiore, una vera e propria malattia.

Basti pensare che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, al momento attuale in Italia almeno 1,5 milioni di persone soffrono di depressione, mentre il 10% della popolazione italiana,  più o meno 6 milioni di persone, hanno sofferto almeno una volta nel corso della loro vita, di un episodio depressivo.

Come si categorizzano gli antidepressivi? Quali sono i possibili effetti collaterali e per quanto tempo vanno presi?

Tipologie di antidepressivi: classificazione

La più recente classe di farmaci antidepressivi è rappresentata dagli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), molecole che riescono ad aumentare i livelli di questo neurotrasmettitore. Simili sono gli inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI).

Entrambi sono solitamente più prescritti rispetto alle altre categorie di antidepressivi, come per esempio i triciclici (così chiamati per loro struttura chimica) e gli inibitori delle monoaminossidasi (IMAO), poiché causano minori effetti collaterali.

È fondamentale sapere però che ognuno di questi farmaci può avere degli effetti diversi sui pazienti, poiché non esiste ancora un protocollo standard alla terapia che possa andar bene per chiunque ne abbia bisogno.

La prescrizione degli antidepressivi senza ricetta non è possibile, poiché tali farmaci richiedono una valutazione medica approfondita per garantire una somministrazione sicura ed efficace. I farmaci antidepressivi vengono solitamente prescritti da medici psichiatri.

Inibitori delle MAO

Gli Inibitori irreversibili delle mono-ammino-ossidasi sono in grado di agire sull’equilibrio di alcune sostanze chimiche presenti nel cervello: i neurotrasmettitori. Il loro ruolo è quello di bloccare gli enzimi responsabili del metabolismo di alcuni neurotrasmettitori, come noradrenalina e serotonina, coinvolti nella regolazione dell'umore e dello stato emozionale degli individui.

Antidepressivi triciclici

Gli antidepressivi triciclici sono stati a lungo i farmaci antidepressivi di prima scelta, introdotti negli anni '50, ancora oggi considerati molto efficaci, sono in grado di bloccare i trasportatori deputati alla ricaptazione di noradrenalina e serotonina a livello sinaptico, ovvero producono un aumento della concentrazione di questi neurotrasmettitori in modo indiretto.

Gli antidepressivi triciclici

I triciclici non danno particolare dipendenza né tanto meno assuefazione. Il loro impiego prolungato però, può produrre effetti collaterali importanti insieme a delle alterazione dei parametri ematici.

Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI)

Gli Inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina sono stati scoperti negli anni '80 e sono in grado di rallentare in modo specifico i trasportatori della serotonina, aumentandone la disponibilità.

Sono classificati in base all’effetto che produce il farmaco sull’organismo, e sono i più moderni e più utilizzati, anche grazie al fatto che presentano dei limitati effetti collaterali e buona tollerabilità.

Gli SSRI sono efficaci e particolarmente usati poiché facilmente somministrabili.

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Il miglior antidepressivo in assoluto

Non esiste un "miglior" antidepressivo in assoluto, poiché l'efficacia di un antidepressivo può variare da persona a persona a seconda della gravità della depressione, dei sintomi individuali, delle reazioni agli effetti collaterali e di altri fattori personali.

Gli antidepressivi sono prescritti in base alle esigenze specifiche di ciascun paziente e spesso richiedono un periodo di prova e aggiustamenti per trovare il farmaco più adatto. Ad esempio, la fluoxetina è un antidepressivo spesso utilizzato nella cura dei disturbi alimentari.

Differenza tra antidepressivi e stabilizzatori dell'umore

Gli antidepressivi e gli stabilizzatori dell'umore sono entrambi farmaci utilizzati nel trattamento dei disturbi dell'umore, ma hanno differenti meccanismi d'azione e indicazioni.

Gli antidepressivi sono farmaci progettati per trattare la depressione e alcuni disturbi correlati, come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) e i disturbi d'ansia. Agiscono aumentando i livelli di neurotrasmettitori come:

  • serotonina
  • noradrenalina
  • dopamina

Nel cervello, contribuendo a migliorare l'umore e ridurre i sintomi depressivi.

Gli stabilizzatori dell'umore, d'altra parte, sono principalmente utilizzati nel trattamento del disturbo bipolare, in cui si alternano episodi di depressione e mania o ipomania. Questi farmaci aiutano a regolare l'umore, prevenendo sia l'insorgenza di episodi maniacali che depressivi. Il litio è uno degli stabilizzatori dell'umore più comuni, ma ci sono anche altri farmaci come:

  • valproato
  • carbamazepina
  •  lamotrigina
AntidepressiviStabilizzatori dell'umore
trattamento della depressione e disturbi correlati (es. DOC, disturbi d'ansia)trattamento dei disturbi dell'umore bipolare (episodi di mania/ipomania e depressione)
aumento dei livelli di neurotrasmettitori come serotonina, noradrenalina, dopaminaregolazione dell'umore per prevenire episodi maniacali e depressivi
obiettivo è migliorare l'umore e ridurre i sintomi depressiviobiettivo è stabilizzare l'umore e prevenire l'oscillazione tra mania e depressione

Differenza tra antidepressivi e stabilizzatori dell'umore

Come funzionano gli antidepressivi

Il cervello è un organo incredibilmente complesso, per questo motivo l'esatto meccanismo con cui funzionano gli antidepressivi non è stato ancora del tutto compreso. Quel che è certo, è che questi farmaci aumentano nel cervello i livelli di un gruppo di sostanze chimiche conosciute come neurotrasmettitori. Alcune di esse, come per esempio la serotonina e la noradrenalina, sono in grado di migliorare l'umore e lo stato emozionale di ognuno di noi.

L'aumento dei livelli di questi neurotrasmettitori riesce anche a modulare i segnali di dolore inviati dai nervi, contribuendo ad alleviare un dolore fisico permanente.

Durata del trattamento antidepressivo

Per stabilire la durata necessaria per il trattamento della depressione è fondamentale rivolgersi a degli specialisti. La quantità di farmaci da assumere, quando sono in forma di compressa, varia in base al tipo di antidepressivo prescritto e alla gravità della depressione.

Generalmente, devono trascorrere circa 2 settimane prima di iniziare a notare piccoli segnali di ripresa dalla depressione. Se invece non si osserva alcun miglioramento dopo 4 settimane, diventa necessario contattare il medico curante che può aumentare la dose giornaliera, o decidere di prescrivere un antidepressivo alternativo.

Durata del trattamento antidepressivo

I medici consigliano, nella maggior parte dei casi, di seguire la terapia con gli antidepressivi per almeno per 6 mesi: se nel corso di questo periodo dovessero verificarsi diversi episodi di depressione, il medico potrebbe decidere di prescrivere una terapia per periodi di almeno 2 anni.

La durata della terapia dipende anche dal rapporto tra i vantaggi offerti dal farmaco e i suoi effetti collaterali: se la condizione di chi soffre di depressione è grave e il farmaco è efficace, questa potrà essere protratta; se il disturbo è più lieve e c’è il rischio che il farmaco possa provocare seri effetti indesiderati, la cura dovrà essere più breve.

L'uso combinato di antidepressivi e antipsicotici insieme può essere prescritto per trattare disturbi psichiatrici complessi come:

  • la depressione resistente al trattamento
  • il disturbo depressivo maggiore con sintomi psicotici
  • altri disturbi che richiedono un approccio multifattoriale

Quando interrompere il ciclo di antidepressivi?

Vietato interrompere improvvisamente gli antidepressivi, anche se ci si sente meglio. Infatti, terminare troppo presto la terapia, oltre a poter causare effetti collaterali, potrebbe portare a un ritorno alla condizione iniziale.

Se il medico che ha in cura il paziente dovesse decidere di interrompere il ciclo di antidepressivi, ne ridurrà gradualmente la dose.

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Antidepressivi: effetti collaterali

Gli effetti collaterali degli antidepressivi possono causare problemi all'inizio della terapia ma generalmente, tendono migliorare nel tempo.

Tra gli effetti collaterali più frequenti degli SSRI e degli inibitori della ricaptazione della serotonina-noradrenalina troviamo:

Gli effetti collaterali più comuni dei triciclici possono includere:

  • bocca asciutta
  • difficoltà ad andare in bagno
  • problemi urinari
  • sonnolenza
  • vertigini
  • aumento dell'appetito e aumento di peso 
  • forte sudorazione

È possibile anche soffrire di sindrome serotoninergica (eccesso di serotonina), ossia una serie di effetti indesiderati poco comuni, ma potenzialmente gravi.

In casi molto rari, nelle prime fasi della cura possono verificarsi pensieri suicidi o il desiderio di farsi del male.

Curare la depressione senza farmaci è possibile?

La prima cosa da sapere per combattere la depressione è che questa può essere più o meno grave. Fermo restando che l’uso dei farmaci risulta essenziale per controllare i sintomi nella fase acuta, soprattutto nelle forme più serie di depressione maggiore, in alcune circostanze è possibile uscirne senza ricorrere ai farmaci.

C’è da fare una distinzione a questo punto tra depressioni endogene ed esogene. La prima è causata da squilibri biologici e non è detto che abbia particolari cause psicologiche, mentre la seconda è una conseguenza di fattori che arrivano dall’esterno. Nella prima eventualità, quindi, i farmaci sono necessari per guarire, mentre nella seconda (in alcuni casi) possono anche non essere utilizzati.

Questo succede perché i farmaci intervengono sui sintomi, ma non sulle cause psicologiche che scatenano la depressione. Per esempio, se una persona comincia a soffrirne in seguito ad un lutto, il farmaco non può fare altro che agire tenendo sotto controllo alcuni sintomi, ma non può aiutare a superare il dolore. Per questo serve tempo e un percorso di psicoterapia dedicato.

Se ci si limitasse, tra l’altro, solo a una terapia farmacologica non si riuscirebbe a ridurre il rischio di una ricaduta, molto elevato nelle persone affette da depressione maggiore.

Uscire dalla depressione senza farmaci è quindi possibile ma esclusivamente a determinate condizioni, e sempre e solo seguendo le indicazioni di un medico.

Si rivela perciò fondamentale seguire un percorso di psicoterapia con il quale indagare nel profondo le ragioni di questo stato depressivo.

Che effetto ha una mamma depressa sui figli? Leggi l'articolo per scoprirne di più.

Antidepressivi naturali

Gli antidepressivi naturali sono sostanze o pratiche che possono contribuire a migliorare l'umore e ridurre i sintomi della depressione senza l'uso di farmaci sintetici.

Alcuni esempi includono:

  • esercizio fisico regolare
  • dieta equilibrata ricca di omega-3 e vitamine del complesso B
  • terapia della luce per la depressione stagionale
  • meditazione
  • supporto sociale
  • attività creative

Antidepressivi naturali

Tuttavia, è importante consultare sempre un professionista della salute mentale prima di intraprendere qualsiasi nuovo trattamento per la depressione, anche se naturale, per valutare la sua idoneità e sicurezza. Inoltre è importante informarsi sulla possibilità di ottenere l'indennità per invalidità per depressione dall'INPS.

La psicoterapia online di Serenis per la depressione

n questo blog troverai tantissimi altri articoli che parlano di salute mentale. Questo in particolare parla di farmaci antidepressivi,

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Bibliografia

  • World Health Organization, Depression;
  • Istituto Superiore di Sanità,
  • Manuale MSD versione per i professionisti, Trattamento farmacologico della depressione;
  • Harvard Health Publications, Exercise and Depression - Harvard Health, in Harvard Health;
  • I. C. Reid e C. A. Stewart, How antidepressants work: new perspectives on the pathophysiology of depressive disorder, in The British Journal of Psychiatry: The Journal of Mental Science, vol. 178, aprile 2001, pp. 299-303.
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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