L’ansia generalizzata: cos’è, da dove nasce, come si cura

Prima di parlare di ansia, dobbiamo parlare della paura, che è una delle nostre emozioni primarie: nasce quando percepiamo un pericolo, e ci prepara ad affrontarlo. Oltre a essere universale – tutte e tutti possiamo provarla –, la paura è molto utile, per non dire essenziale, perché ci aiuta a riconoscere quello che ci minaccia. Ad esempio, se piove tanto mentre siamo alla guida, provare un po’ di paura ci ricorda che dobbiamo rallentare e procedere con prudenza. 

La paura è anche una risposta sana e fisiologica a eventi emotivamente stressanti. Per fare un altro esempio, dopo aver subito un furto in casa, è normale provare uno stato di paura che non ci fa dormire: sarebbe anomalo non percepirla.

Quando la paura si trasforma in ansia

La paura può essere figlia di un disturbo d’ansia quando il pericolo che percepiamo è immaginario, aspecifico – cioè privo di una causa precisa – o figlio di un conflitto interiore. La minaccia ci sembra sempre molto vicina, anche quando è lontana: è possibile anticipare scenari catastrofici molto prima che l’evento si verifichi (il cosiddetto “film negativo”).

Esistono diversi tipi di disturbi d’ansia. In questo articolo ci concentreremo sul disturbo d’ansia generalizzato, detto anche DAG (o GAD). Chi soffre di questo disturbo tende a vivere in un continuo stato di allarme, tale da interferire con la sua quotidianità. Tra chi chiede aiuto psicologico, circa il 12% presenta sintomi di DAG: due su tre sono donne, in particolare dai 45 anni in su.

Il DAG ha una elevata comorbilità: circa il 90% di chi ne soffre presenta anche un altro disturbo, come depressione, disturbo da panico, agorafobia e fobia sociale.

Il tipico pensiero ansioso: il rimuginio

L’ansia ci porta a pensare a tre cose.

1. La situazione che dobbiamo affrontare è pericolosa.

2. Non possiamo affrontarla, non ne siamo all’altezza.

3. Non possiamo emanciparci da quella situazione: ci farà sempre lo stesso effetto.

Il tipico pensiero della persona ansiosa è il rimuginio. Possiamo definirlo come una catena di pensieri e immagini associate a emozioni negative. Il rimuginio si differenzia dalle preoccupazioni “normali” per la scarsa possibilità di controllare i pensieri negativi.

I contenuti possono riguardare:

  • eventi esterni giornalieri, come l’interazione con un’altra persona, il lavoro da svolgere, aver fatto bene o male un compito, le risposte date a qualcuno.
  • eventi interni non cognitivi, come le preoccupazioni generate da sensazioni fisiche come tachicardia, dolori, percezione muscolare dell’ansia, mal di stomaco o mal di testa.

Il rimuginio inizialmente ha un valore protettivo. Aiuta a gestire meglio l’ansia, perché ci fa provare un senso:

  • di preparazione: quando accadrà la situazione temuta, sapremo come affrontarla;
  • di protezione: alla stregua di un pensiero magico/scaramantico che permette di scongiurare che accadano cose terribili.

Nel tempo, però, le apprensioni aumentano il livello di vulnerabilità personali, perché:

  • interferiscono sul sonno e sulla concentrazione, 
  • rendono irascibili, 
  • creano una tensione muscolare persistente che non permette di rilassarsi.

In certe situazioni, è possibile raggiungere la “rimuginazione  sulla  propria rimuginazione”: una condizione che si verifica quando la persona ha paura che il troppo rimuginare possa portarla a impazzire.

Il DAG blocca la nostra crescita, interferisce con lo studio e con il lavoro, ci impedisce di essere indipendenti. Offusca i ragionamenti, riduce la capacità di essere presenti e di usare tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. Questa condizione di blackout aumenta il rischio che si realizzi ciò che più temiamo, creando un circolo vizioso tra la nostra aspettativa negativa e il risultato atteso.

I sintomi fisiologici dell’ansia

Nel corso di un attacco d’ansia è possibile provare una serie di sensazioni fisiche sgradevoli, come:

  • sudorazione eccessiva;
  • respiro affannoso;
  • bocca asciutta;
  • tachicardia (battito accelerato);
  • problemi intestinali;
  • mani fredde;
  • muscoli tesi;
  • la sensazione nota come “farfalle nello stomaco”;
  • stordimento;
  • vertigini.


Questi sintomi rinforzano i pensieri catastrofici, e viceversa.

La persona ansiosa teme queste sensazioni fisiche perché pensa che segnalino che qualcosa di pericoloso stia accadendo. Sono sintomi che sono non controllabili e visibili agli altri: questo può farci provare un senso di vergogna.  

La cura dell’ansia “fai-da-te”: comportamenti fobici e controfobici

Le due reazioni più tipiche nei confronti di un episodio di ansia intensa si basano sulla percezione del controllo:

  • se pensiamo di non avere il controllo, mettiamo in atto dei comportamenti di evitamento, o fobici;
  • se invece pensiamo di avere il controllo, mettiamo in atto dei comportamenti controfobici.

Entrambe non sono espressione di un reale superamento della paura. Vediamo perché.

L’evitamento è una scorciatoia: nel breve periodo, gestiamo l’ansia evitando la situazione che riteniamo stressante. Ad esempio, se la paura di guidare mi paralizza, evito di mettermi al volante e mi sposto in un altro modo. Il mio livello di ansia si riduce e mi sento subito meglio.

Con il tempo, però, l’evitamento compromette il raggiungimento degli obiettivi personali: in pratica, impedisce di affrontare l’ansia. La prima regola per superare l’ansia, quindi, è evitare di evitare la situazione che ci spaventa.

La ricerca di rassicurazioni è un altro atteggiamento che inizialmente genera sollievo, perché dà una sensazione di controllo, ma nel tempo aumenta il livello di preoccupazione e di insicurezza.

Esempi di rassicurazioni sono le frequenti telefonate al partner per rassicurarsi che stia bene, o per avere un parere su un sintomo o una situazione. Le richieste di conforto nel tempo possono amplificarsi, fino ad arrivare ad una drammatizzazione dei propri bisogni di rassicurazione, pur di ricevere una sicurezza che però non sarà mai sufficiente.

L’atteggiamento controfobico è l’opposto dell’evitamento e della ricerca di rassicurazioni. Neghiamo la nostra paura, come se fossimo noi a controllarla. Cerchiamo il rischio, il pericolo e le situazioni estreme, anche in maniera compulsiva, perché tanto – così pensiamo – non ci faremo mai del male. Togliamo alla paura la sua funzione primaria, mettendo a rischio la nostra incolumità, senza rendercene conto.

La regolazione dell’ansia nella relazione con il partner

Nelle relazioni intime, la persona ansiosa può oscillare tra bisogni di vicinanza (fobici) e bisogni di libertà e autonomia (controfobici).

La paura della solitudine e la percezione dei pericoli che ne possono conseguire può spingere la persona ansiosa a sviluppare una relazione che dia una protezione e dipendenza. Queste caratteristiche, nel tempo, possono originare pensieri di costrizione: si fa strada la sensazione che la relazione limiti la libertà e l’autonomia

A quel punto, la persona può decidere di sciogliere la relazione per ottenere maggiore libertà. Ma ancora una volta, è un sollievo momentaneo: con il tempo, possono tornare la vulnerabilità e la solitudine, che faranno ripartire il circolo vizioso.

Affrontare l’ansia: la proposta terapeutica da parte di Serenis

Spesso conviviamo con l’ansia per un lungo tempo grazie alle strategie fobiche di evitamento o controfobiche. Ci diciamo che dovremmo affrontarla ma poi rimandiamo per svariati motivi.

Tra le tante paure che abbiamo, c’è anche quella di non sapere a quale psicoterapeuta affidarci.

Serenis permette di superare questo timore perché seleziona il terapeuta per la specifica problematica presentata dalla persona e per l’obiettivo che vuole raggiungere.

Oggi possiamo contare su approcci terapeutici cosiddetti top-down e bottom-up, a seconda se viene posta l’attenzione maggiormente sugli aspetti cognitivi o centrati sul corpo. Ogni approccio, seppur con il proprio accento, ha come obiettivo il superamento della sofferenza ansiosa nella sua complessità mente-corpo.

Attraverso il focus sistemico – relazionale sarà possibile:

  • comprendere la “funzione” dell’ansia all’interno delle relazioni familiari;
  • rintracciare le radici e le esperienze nelle quali la persona ha imparato a stare all’erta, a provare inadeguatezza e paura rispetto ai cambiamenti e all’esplorazione del mondo esterno alla famiglia;
  • individuare i modelli familiari di gestione dell’ansia e di rassicurazione.

Attraverso il focus cognitivo-comportamentale sarà possibile:

  • individuare tutte quelle situazioni che generano emozioni di paura e di ansia, i pensieri negativi (ad es. non sono all’altezza, sono in pericolo, sono impotente) e le reazioni comportamentali che ne conseguono;
  • focalizzare l’attenzione sugli errori cognitivi, i rimugini, le interpretazioni negative, gli evitamenti comportamentali;
  • imparare tecniche per poter ristrutturare il proprio pensiero catastrofico/intrusivo e favorire il comportamento temuto.

Attraverso il focus centrato sulle sensazioni corporee sarà possibile:

  • riconoscere le sensazioni fisiche che anticipano un potenziale pericolo;
  • imparare tecniche per regolare le proprie emozioni e sentire di avere; un controllo sui sintomi dell’ansia (esercizi del respiro, radicamento etc).

Serenis offre un vasto ventaglio di psicoterapeuti e psicoterapeute in grado di accompagnare la persona in un viaggio terapeutico, breve o lungo che sia, con il quale affrontare i disturbi d’ansia nei diversi aspetti che abbiamo descritto. 

La psicoterapia online di Serenis

Se stai cercando di ottenere un aiuto tramite uno psicologo-psicoterapeuta, allora Serenis è uno dei posti dove puoi trovare l’aiuto di cui hai bisogno online. È un servizio completamente online con solo psicoterapeuti certificati. Inoltre, ti offre l’accesso a molte informazioni su diversi argomenti di salute mentale.

Questo significa che puoi avere tutto ciò di cui hai bisogno in un unico posto.

Potrai incontrare tramite Serenis un professionista autorizzato senza lasciare la tua casa: semplicemente collegandoti al sito web in un momento che è conveniente per te.

Su Serenis, i nostri specialisti capiscono che la vita presenta sfide uniche per tutti. Non importa chi tu sia o cosa tu abbia passato, il tuo passato non ti definisce, né deve determinare il resto della tua vita.

Noi possiamo sostenerti nel superarlo; Serenis è a un solo clic di distanza.

Tutto inizia con il vostro desiderio di vivere una vita migliore.

Bibliografia

Albert Ellis, Che ansia! Come controllarla prima che lei controlli te, Erikson Edizioni 2013;

Adrian Wells, Terapia metacognitiva dei disturbi d’ansia e della depressione, Erikson Edizioni 2018; 

Bessel Van der Kolk, M. S. Patti, A. Vassalli, Il corpo accusa il colpo. Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumatiche, Cortina edizioni, 2015;

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.