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Caldo e ansia: il connubio del mal d’estate

L’estate è senza dubbio il periodo dell’anno che aspettiamo con più entusiasmo: le giornate più lunghe ci regalano più tempo, la possibilità di trascorrere il weekend all’aria aperta e di aumentare la frequenza con cui vediamo i nostri amici e ci dedichiamo alle gite fuori porta. E poi ovviamente ci sono le agognate ferie, la pausa dal lavoro che ci meritiamo per concedere del tempo a noi stessi e alla nostra famiglia, esplorando posti nuovi o tornando nei vecchi, famigliari e rassicuranti luoghi delle vacanze.

Ma non tutti vivono l’estate con uno stato d’animo positivo: sai che per alcune persone questa stagione è fonte di ansia e stress? Questa domanda potrebbe suonarti strana, o forse molto in sintonia con il tuo vissuto. Di che cosa si tratta esattamente? C’è una correlazione tra caldo e ansia oppure l’angoscia è un effetto dovuto ad altri fattori? Continua a leggere per scoprire tutto quello che vuoi sapere.

Caldo e ansia: il mal d’estate

Iniziamo con il precisare che ciascuno sperimenta questo mal d’estate in modo differente: alcune persone si fanno prendere dall’agitazione quando si tratta di partire per le ferie, accusando il cosiddetto stress da vacanze, mentre altre aspettano l’estate tutto l’anno e, quando arriva, già temono il momento in cui dovranno rientrare al lavoro e riprendere la solita routine, non riuscendo a godersi quel periodo che per mesi ha nutrito le loro aspettative. Questo fenomeno viene definito sindrome da rientro.

Si tratta di vissuti che sono famigliari a persone che sono già predisposte a sperimentare disturbi di tipo ansioso, perché hanno delle caratteristiche caratteriali che le rendono suscettibili ai cambiamenti. Aggiungiamo, inoltre, che il caldo, spesso eccessivo, non aiuta. Anzi, le recenti ricerche in ambito psicologico sembrano suggerire che possa esistere una correlazione tra caldo e ansia, con tutte le manifestazioni che ne derivano. Ciò che è emerso, infatti, è un aumento della frequenza di attacchi di ansia in corrispondenza dei cambiamenti meteorologici. Ma a cosa si deve questo legame?

L’afa che caratterizza i nostri mesi di luglio e agosto provoca nel nostro organismo le stesse modificazioni che si verificano quando ci lasciamo prendere dall’ansia. Ad esempio, il senso di soffocamento, la mancanza di aria, la nausea, la sudorazione eccessiva soprattutto di notte, l’oppressione al petto e l’accelerazione del battito cardiaco fino alle palpitazioni, sono tutti elementi presenti quando siamo emotivamente agitati. Possiamo quindi dire che ci sia un parallelismo tra la fenomenologia causata dal caldo e quella causata dall’ansia: il caldo sembra predisporci in una situazione di stress fisico, insomma. Questi fattori, in persone ansiose, contribuiscono ad alimentare i correlati emotivi. Ciò non significa che a tutti il caldo causi una sensazione di ansia, ma che il disagio viene amplificato in quelle persone che già normalmente ne soffrono per loro predisposizione personale.

I sintomi che abbiamo descritto sopra sono comuni alla maggior parte di noi, con una variabilità individuale a seconda di quanto siamo sensibili o intolleranti alle alte temperature, ma le persone che le sentono più spesso perché sono solite provare ansia per qualcosa, si trovano in una situazione fisica che lascia presagire qualcosa di brutto. Ad esempio, chi soffre di ipocondria (oggi meglio definito come disturbo d’ansia di malattia) è abituato a fare caso a tutte le variazioni fisiologiche che si presentano e per alcune di esse immagina scenari catastrofici. Se la persona in questione si fa spaventare dalla tachicardia, ad esempio, è più facile che in estate abbia paura di avere un infarto o sviluppi addirittura un attacco di panico.


Gli effetti di caldo e ansia: gli attacchi di panico

Forse anche a te è capitato di avere un attacco di panico. È una situazione di puro terrore, che si accompagna a una serie di sintomi fisici che ricalcano in tutto e per tutto quelli dell’ansia, ma sono portati a potenza estrema e vengono percepiti con prepotenza dalla persona. La paura che si prova è generalmente legata a questi sintomi, ed è fondamentalmente paura di morire per colpa di questi, oppure di perdere il controllo.

Dato che le variazioni fisiologiche provocate dal caldo sono sovrapponibili a quelle che sopraggiungono con l’ansia, è facile intuire come sia più probabile che si presentino degli attacchi di panico in estate. Fortunatamente gli attacchi di panico passano in modo spontaneo nel giro di una manciata di secondi o, al massimo, entro pochi minuti, ma la paura di svenire e sbattere la testa, oppure quella di avere un infarto, possono condurre a pensieri catastrofici che si ripresentano con frequenza, andando anche a strutturare uno stato d’animo di ansia anticipatoria che diventa davvero complesso da gestire da parte della persona.

Un caso a parte, ma che a sua volta aumenta la frequenza in estate sostenendo ancora una volta la correlazione tra caldo e ansia, è quello dell’agorafobia. Si tratta della paura di trovarsi in luoghi affollati e sentirsi male, senza la possibilità di allontanarsi né di essere soccorsi da qualcuno. Il caldo aumenta il senso di soffocamento, e in questo modo i luoghi che già normalmente sono affollati, vengono percepito come ancora più minacciosi.

Conseguenze di ansia e caldo

Il tema centrale delle persone che soffrono di crisi d’ansia e tendono a sviluppare degli attacchi di panico è la necessità di controllare ogni variabile, non solo di ciò che succede intorno a loro, ma anche di ciò che riguarda il loro stesso corpo, anzi a iniziare soprattutto da quello. Questo è il motivo alla base dei cosiddetti comportamenti di checking, ovvero quelli in cui la persona continuamente e in modo quasi compulsivo controlla che il parametro vitale che lo preoccupa maggiorente (ad esempio il ritmo del battito cardiaco) sia regolare e rispecchi quello che secondo lui o lei è il range di normalità. Allo stesso modo, il timore di incappare in una situazione di blocco o di sentirsi in trappola in caso si stia male, è un’ulteriore fonte di preoccupazione, per cui la persona controlla anche l’ambiente in cerca di possibili vie di fuga.

Ma l’incremento esponenziale delle preoccupazioni non è la sola conseguenza della relazione tra caldo e ansia. Nei casi più gravi, infatti, il soggetto può mettere in atto dei comportamenti di evitamento, allo scopo di non esporsi a quelle situazioni potenzialmente pericolose. Il suo modo di proteggersi, quindi, è rinunciare a tutte le attività potenzialmente divertenti o che potrebbero in qualche modo arricchire la sua giornata, con l’effetto di isolarsi dal mondo e sviluppare sintomi depressivi e dando così luogo a una vera e propria depressione stagionale.

Allo stesso modo, i sintomi fisici derivanti dal caldo possono essere disturbanti fino a diventare intollerabili per persone che si irritano facilmente. Le ripercussioni a livello emotivo possono essere pesanti: chi ha una scarsa tolleranza al caldo è più soggetto a sbalzi d’umore e viene messo più duramente alla prova nella gestione e nel controllo di alcune emozioni, ad esempio la rabbia. A loro volta, queste difficoltà possono avere una risonanza sull’autostima e sul benessere con gli altri.

Come sopportare il connubio tra caldo e ansia

La consapevolezza del legame tra caldo e ansia di cui abbiamo parlato è il primo passo per riuscire a contrastare gli effetti di questo pessimo connubio. Una volta che questo fatto è stato accettato, può essere protettivo nei confronti di se stessi e degli altri, far presente anche a chi ci sta intorno che il caldo ci causa ansia, in modo che anche amici e parenti sappiano come comportarsi.

Possono essere molto utili gli esercizi che funzionano con le comuni forme di ansia, come quelli che fanno uso delle tecniche di rilassamento, il training autogeno e le discipline meditative come la mindfulness. Ma, visto che è estate, è importante anche non sottovalutare il potere curativo della natura e, in particolare, del mare.

Infine, se i sintomi ansiosi raggiungono dei livelli preoccupanti e sfuggono a ogni possibilità di controllo, c’è sempre la possibilità di rivolgersi a un professionista che possa aiutare nella gestione del periodo di crisi estiva. Serenis, in particolare, offre la possibilità di intraprendere dei percorsi di psicoterapia o di supporto psicologico che ti possono guidare verso la serenità in modalità online, anche direttamente dal tuo luogo di vacanza!

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.