Sindrome da Burnout: cause e sintomi
La sindrome da burnout nasce dallo stress cronico sperimentato sul posto di lavoro. Scopriamo in questo articolo quali sono i sintomi e come può essere trattato. Abbiamo verificato la correttezza dei contenuti, ma non usarli per autovalutarti, soprattutto se ti rivedi in certe frasi. Non possono sostituire un aiuto professionale.

Punti chiave
- Definizione e sintomi del burnout: Il burnout è una sindrome causata da stress lavorativo cronico, caratterizzata da esaurimento fisico ed emotivo, distacco mentale dal lavoro, atteggiamenti negativi o cinici e ridotta efficacia professionale.
- Cause e fattori di rischio: Il burnout può derivare da carichi di lavoro eccessivi, scarsa autonomia, mancanza di supporto organizzativo, aspettative irrealistiche e predisposizioni personali come perfezionismo o incapacità di gestire lo stress.
- Prevenzione e trattamento: La prevenzione include gestione del carico di lavoro, attenzione al benessere personale e supporto psicologico. Il trattamento richiede spesso un intervento professionale, come psicoterapia o cambiamenti organizzativi sul luogo di lavoro.
Cos'è il burnout?
Il termine "burnout" proviene dalla lingua inglese e si traduce in "esaurito", "bruciato" o "consumato". L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) descrive questa condizione come una sindrome causata da uno stress persistente legato all'ambiente lavorativo, che la persona non riesce a gestire in modo efficace.
Il burnout è stato ufficialmente riconosciuto come sindrome a maggio 2019, entrando a far parte dell'11ª edizione della Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD), il documento di riferimento per tutte le patologie e le condizioni di salute.
Questa sindrome si manifesta attraverso stati di affaticamento, frustrazione, perdita di motivazione e calo della produttività, portando a un forte senso di esaurimento e disinteresse verso le attività professionali quotidiane.
Quando non si tratta di burnout
Il burnout riguarda esclusivamente l’ambiente lavorativo e, per definizione, non deve essere applicato ad altri aspetti della vita personale. Questo fenomeno legato al lavoro non va confuso con disturbi specifici correlati allo stress, come il disturbo da stress post-traumatico, anche se alcune manifestazioni possono essere simili.
Non si può parlare di burnout nei casi in cui lo stress cronico sia legato a situazioni diverse da quelle lavorative come ad esempio situazioni familiari.
Non si può neanche parlare di burnout se le situazioni che causano stress sono di natura fobica o che riguardano disturbi dell'umore.
Cause del burnout
Il burnout è un processo che dipende da più fattori, che riguardano sia le caratteristiche personali sia l’ambiente lavorativo e sociale.
Fattori individuali
Alcuni fattori personali possono influenzare la predisposizione al burnout come ad esempio:
- Età: alcuni studi indicano che le persone più giovani, con aspettative elevate, possono essere più vulnerabili a causa della rigidità organizzativa. Al contrario, altre ricerche suggeriscono che le persone più anziane potrebbero essere più a rischio.
- Stato civile: chi è single sembra essere più esposto al rischio di burnout, forse a causa della mancanza di supporto familiare.
- Differenze di genere: le donne sembrano essere più vulnerabili al burnout rispetto agli uomini, forse a causa di aspettative sociali e lavorative più pesanti.
- Caratteristiche di personalità: le persone con una forte propensione a porsi obiettivi irrealistici, o con personalità introverse o autoritarie, possono sviluppare il burnout più facilmente. Questo accade soprattutto se tendono a sostituire la vita sociale con il lavoro o hanno aspettative professionali troppo elevate.

Fattori socio-ambientali e lavorativi
Alcuni fattori legati all’ambiente lavorativo includono:
- Aspettative relative al ruolo: un carico di lavoro troppo alto, che supera le capacità di gestione di una persona, può favorire l’insorgere del burnout. Inoltre, se manca la possibilità di controllare le risorse necessarie per il lavoro, la persona può sentirsi impotente.
- Valori contrastanti: quando ci sono differenze tra i valori del lavoratore e quelli dell’organizzazione, la persona può trovarsi costretta a scegliere tra ciò che desidera fare e ciò che deve fare, causando stress.
- Inadeguatezza del lavoro rispetto alle competenze: quando le mansioni non sono in linea con le capacità del lavoratore o ci sono aumenti di responsabilità senza il giusto riconoscimento, la persona può sentirsi sopraffatta.
- Relazioni interpersonali difficili: conflitti frequenti con colleghi o clienti, o interruzioni continue durante il lavoro, possono aumentare il livello di stress e portare al burnout.
- Ambiente di lavoro poco favorevole: politiche aziendali inefficaci, supporto insufficiente per i dipendenti e comunicazione inefficace sono fattori che contribuiscono a questa sindrome. Inoltre, orari inflessibili e obiettivi poco chiari, insieme alla scarsità di partecipazione nelle decisioni importanti, peggiorano la situazione.
Diffusione del burnout
In uno studio condotto da Gallup nel 2018 è stato dimostrato che il 67% dei 7.500 lavoratori statunitensi coinvolti aveva sperimentato la sindrome da burnout. Un'ulteriore ricerca svolta a febbraio 2023 ha mostrato un notevole aumento in questo dato, che si assestava intorno al 42%.
L'Osservatorio Mindwork-BVA Doxa sul benessere psicologico in azienda dichiara che "il 76% dei lavoratori e delle lavoratrici italiane ha sperimentato almeno un sintomo di burnout e a 1 persona su 5 è stato effettivamente diagnosticato."
Professioni a rischio di burnout
Inizialmente, la sindrome del burnout è stata associata a professioni sanitarie e assistenziali che comportano un contatto diretto con le persone, così come le professioni legate alla difesa, sicurezza pubblica e gestione delle emergenze. Queste includono infermieri, medici, insegnanti, assistenti sociali, operatori dell'infanzia, poliziotti e vigili del fuoco.
Successivamente, è stato riconosciuto che il burnout può riguardare qualsiasi tipo di lavoro che comporti elevato stress o pressioni costanti, come avviene, per esempio, nelle posizioni di grande responsabilità. Può manifestarsi anche in lavori con alte implicazioni relazionali, come quelli di avvocato, ristoratore, politico, impiegato postale, segretaria e altri.
Anche determinati gruppi di persone sono più vulnerabili al burnout. È il caso dei caregiver, ossia coloro che offrono assistenza, cure e supporto a chi ha bisogno di attenzioni particolari a causa di malattie, disabilità o altre necessità. L'88% dei caregiver afferma che questo ruolo influisce notevolmente sul loro benessere psicologico.
Per questa categoria esiste anche il concetto di "caregiver burden", spesso confuso con il burnout. Tuttavia, mentre il burnout riguarda lo stress cronico legato al lavoro di cura, il "caregiver burden" si concentra sulla percezione personale del caregiver riguardo a questo compito.
Sintomi del burnout
La sindrome del burnout è caratterizzata da un rapido esaurimento delle risorse psicofisiche e da un peggioramento delle prestazioni professionali. Non si manifesta improvvisamente, ma si sviluppa gradualmente nel tempo. Inizialmente, il lavoratore si impegna intensamente nelle sue mansioni per mantenere alti i propri livelli di rendimento. Tuttavia, l'elevato carico di lavoro e la mancanza di pause adeguate portano a uno sfinimento psichico.
Il burnout si sviluppa in modo subdolo: spesso chi ne è affetto non si rende conto dei primi segnali, come insonnia, mal di testa, mal di stomaco, irritazione per i turni di lavoro e scarsa motivazione. Un segno distintivo del burnout è che il lavoratore non riesce a recuperare, anche se ha a disposizione momenti di riposo come la sera, il fine settimana o le ferie.
Le caratteristiche principali del burnout sono tre:
- Esaurimento delle energie: Il sintomo principale è l'esaurimento emotivo, che porta il lavoratore a sentirsi svuotato, sia a livello fisico che mentale.
- Distanza mentale dal lavoro: Si sviluppa un atteggiamento di distacco dal lavoro, con una ridotta efficacia professionale e una crescente sensazione di negatività nei confronti delle mansioni e delle persone coinvolte.
- Ridotta efficacia professionale: Il lavoratore percepisce di diventare sempre meno efficiente, nonostante i suoi sforzi, a causa della perdita di autostima e del senso di inadeguatezza.

Sintomi psicologici
Il burnout si manifesta emotivamente con difficoltà di concentrazione, bassa autostima, sensi di colpa, rabbia, risentimento, irritabilità, ansia e frustrazione.
Sintomi comportamentali
Sul piano comportamentale, si osservano distacco emotivo dal lavoro, demotivazione, resistenza al cambiamento, cinismo, disinteresse, isolamento, assenteismo e depersonalizzazione.
Sintomi fisici
A livello fisico, il burnout provoca mal di testa, insonnia, tensioni muscolari, affaticamento cronico e disturbi digestivi. Nel lungo periodo, può causare l'abuso di alcol, cibo, farmaci o altre sostanze psicoattive. Se non trattato, il burnout può comportare isolamento sociale, disturbi d'ansia, crisi di panico e depressione, danneggiando sia il benessere del lavoratore che l'ambiente di lavoro.
Diagnosi di burnout
La diagnosi del burnout viene effettuata da un professionista qualificato, come medico del lavoro, psichiatra o psicologo, quando il soggetto presenta i sintomi fisici, psicologici e comportamentali tipici della sindrome.
L'OMS ha steso delle linee guida per fornire dei criteri di riferimento ai medici che si trovino davanti un paziente a cui devono diagnosticare la sindrome da burnout.
Per valutare la gravità del disturbo e definire il piano di intervento, vengono svolti colloqui con il paziente per raccogliere informazioni sul livello di compromissione delle funzioni generali e sull'intensità e la durata dei sintomi.
Test per capire se si è in burnout
In ambito clinico viene utilizzato il test “OLBI”: si è dimostrato efficace per valutare la presenza e la gravità dei sintomi. Ma non è uno strumento di autovalutazione, soprattutto in caso di burnout autistico: per avere valore diagnostico, deve essere esaminato da persone esperte in ambito psicologico, psicoterapeutico e psichiatrico.
Se lo farai in autonomia, non scoprirai se sei in burnout: avrai solo un'indicazione dell'eventuale presenza di alcuni sintomi, che potrebbero dipendere da cause del tutto diverse.

Trattamento della sindrome da burnout
Per trattare adeguatamente la sindrome da burnout lo sforzo dovrebbe provenire da entrambe le parti: dal lavoratore e dall'organizzazione aziendale per cui lavora.
L'organizzazione dovrebbe fornire gli strumenti e servizi per far sì che i propri dipendenti non trascurino il loro benessere psicologico. Per questo motivo è di fondamentale importanza la figura dello psicologo aziendale.
Una cosa importante: per curare il burnout: il fai-da-te non funziona. Se pensi di essere in burnout a causa del lavoro, non fermarti a questa pagina. Sulla nostra piattaforma ci sono più di 1500 psicoterapeuti esperti pronti a darti una mano per aiutarti a stare meglio.
Non solo! Puoi anche proporre all'azienda per cui lavori di usufruire dei nostri servizi attraverso Serenis Business.
FONTI:
- Cavallini, B., Si può spegnere il burnout?, Il Sole 24 Ore, 22/03/2023
- Osservatorio annuale sul Benessere Psicologico nelle aziende italiane
- Maslach, C. (1976). Burnout. Hum. Behav. 5, 16–22.
- "Burn-out an "occupational phenomenon": International Classification of Diseases". WHO. 28 May 2019. Retrieved 2019-06-01.