Sintomi e cause della claustrofobia: come superarla?
La persona claustrofobica può manifestare sintomi come ansia, sudorazione e palpitazioni quando si trovano in ambienti ristretti. Per affrontare questo problema, sono disponibili diverse opzioni di trattamento. Scopri quali!

La claustrofobia è una problematica molto comune, che viene classificata dal DSM-5 nella sezione dei disturbi d’ansia e che rientra tra le fobie specifiche. Come tutte le fobie, non solo porta a evitare l'oggetto della fobia, ma può anche compromettere il funzionamento di chi ne soffre in particolari ambiti. Le fobie, infatti, si caratterizzano per essere delle reazioni irrazionali e spropositate rispetto allo stimolo che le innesca, ma per fortuna si possono superare.
Che cos’è la claustrofobia?
La claustrofobia è la fobia intensa e irrazionale degli spazi chiusi e ristretti, come ascensori o aerei, che causa disagio e panico, e che può compromettere in modo importante la vita quotidiana di chi ne soffre.
La claustrofobia causa anche sintomi fisici come difficoltà a respirare, sudorazione, battito accelerato e sensazione di soffocamento, che possono intensificare l’ansia e il panico.
Quando una persona claustrofobica si trova in uno spazio chiuso, sperimenta un intenso timore di non riuscire a fuggire, temendo di rimanere intrappolata. La paura di morire, sia per l'impossibilità di ricevere aiuto, sia per l'intensificarsi dei sintomi fisici, diventa dominante, generando un senso di angoscia profonda.
Come succede per ogni fobia, anche chi soffre di claustrofobia prova una forte ansia anticipatoria, e mette in atto strategie di evitamento nei confronti delle situazioni che percepisce come minacciose. Spesso, inoltre, si sente più sicura in compagnia di un familiare che le fornisca supporto e tranquillità.
Quali sono i sintomi della claustrofobia?
Il sintomo principale della claustrofobia è costituito da una reazione ansiosa o di paura di fronte ad una situazione di spazi delimitati e chiusi. Solitamente basta vedere lo stimolo fobico, ad esempio un ascensore, perché questo scateni l’ansia.
L'entità di questi sintomi può variare notevolmente da persona a persona, e vanno da un lieve disagio a veri e propri attacchi di panico.
Uno studio di Rachman e Taylor (1993) ha evidenziato che la paura di soffocare è uno dei sintomi psicologici più comuni, manifestandosi come difficoltà respiratoria, sensazione di restringimento delle vie aeree o respiro corto.
I sintomi fisici principali invece sono:
- difficoltà a respirare;
- sensazione di formicolio;
- sudorazione eccessiva;
- battito cardiaco accelerato;
- tremori o scosse muscolari;
- sensazione di vertigini o svenimento;
- paura di essere intrappolati o senza via di fuga;
- nausea e vomito.
Claustrofobia e altri disturbi d’ansia
L'ansia provocata da spazi chiusi può essere gestibile per alcuni, ma può anche sfociare in attacchi di panico in altri. Tuttavia, gli attacchi di panico non sono sinonimo di claustrofobia e possono necessitare di una diagnosi separata se avvengono frequentemente e in altre situazioni.
Similitudini esistono anche con altri disturbi d'ansia come l'agorafobia, la paura di luoghi affollati, caratterizzata dal timore di non trovare una via di fuga.
Quanto dura la claustrofobia?
Tra i criteri che vengono consultati per stabilire se si possa fare diagnosi di claustrofobia, è presente anche un criterio temporale. Pertanto, i sintomi devono durare almeno sei mesi e presentarsi con costanza ogni volta che lo stimolo fobico si presenta.
Ovviamente la durata della claustrofobia è in realtà strettamente legata al suo trattamento. Ci sono persone che vanno avanti a soffrirne per tutta la vita, mentre altre trovano delle strategie di gestione efficaci in breve tempo e riescono a raggiungere la remissione dei sintomi.
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Quali sono le cause della claustrofobia?
Secondo il DSM, le origini della claustrofobia possono essere diverse. Spesso, sono associate a un evento traumatico, subito in prima persona o da altri. In altri casi, un attacco di panico inaspettato può verificarsi in una situazione che prima non causava paura, trasformandola successivamente in un oggetto di fobia specifica. Infine, altre volte ancora può essere un semplice passaggio di informazioni che viene vissuto così intensamente da dare luogo alla claustrofobia.
In ogni caso, solitamente la persona non ricorda in maniera specifica quale particolare evento abbia innescato il disturbo, che fa la sua comparsa il più delle volte durante l’infanzia, tra i 7 e gli 11 anni.
Come superarla?
Superare la claustrofobia richiede un approccio combinato: terapia cognitivo-comportamentale per gestire pensieri e reazioni, esposizione graduale per desensibilizzare e tecniche di rilassamento per ridurre l’ansia. Con Serenis, puoi farlo comodamente da casa tua attraverso la psicoterapia online.
Possono essere utili per tenere sotto controllo l'ansia anche tecniche di rilassamento e la meditazione. Molto utilizzata è anche la terapia dell’esposizione, in cui il paziente viene incoraggiato ad affrontare situazioni che gradualmente lo porteranno più vicino alla sua paura. Nei casi più gravi, il medico può prescrivere psicofarmaci come gli ansiolitici combinati alla psicoterapia.