La ceraunofobia: la paura dei tuoni e dei fulmini
La fobia dei tuoni può avere cause diverse e provocare limitazioni nella vita di chi ne soffre. Scopri come superarla nel nostro articolo di Serenis.
La ceraunofobia è definita come la paura dei tuoni e dei fulmini, o, in termini più ampi, la paura dei temporali. Il termine "ceraunofobia" deriva dal greco: "keraunos", che significa "fulmine" o "tuono", e "phobos", che sta per "fobia".
Le cause della ceraunofobia possono comprendere: traumi passati, eredità biologico-genetica, associazioni simboliche.
Ma come si cura la ceraunofobia? Il trattamento può comprendere il percorso terapeutico con uno specialista e l’esposizione controllata allo stimolo. Analizziamo i sintomi, le cause e le ipotesi di cura per questo specifico disturbo d’ansia.
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Ceraunofobia: una definizione
Potrebbe apparire incredibile, ma gran parte delle nostre paure hanno origini genetiche. Recenti studi, hanno dimostrato che i traumi psicologici vengono difatti trasmessi da genitori a figli come patrimonio genetico nel RNA. In parole povere, se un nostro antenato ha vissuto esperienze traumatiche con un elemento naturale, potrebbe aver immagazzinato questo trauma e averlo trasmesso in minuscole frazioni di materiale genetico fino a noi.
La ceraunofobia, ancora prima di essere un disturbo fobico, è dunque una conseguenza naturale della nostra provenienza e dell’esperienza personale dei nostri antenati.
Cosa sono le fobie
Ricordiamo che le fobie non sono semplici paure, ma paure patologiche che possono presentarsi accompagnate da pensieri invadenti, forti carichi di ansia e stress, crisi di pianto e altro ancora, come nel caso delle fobie più comuni. Se un soggetto ha paura dei tuoni e dei fulmini, non è ancora ceraunofobico: lo diventa quando tale paura sfugge al suo controllo razionale e diviene motivo di profonda angoscia e costante rimuginio.
Paura dei fulmini o paura dei tuoni?
Esistono altre due psicopatologie legate alla ceraunofobia. Rispettivamente si chiamano:
- brontofobia (cioè la paura dei tuoni);
- astrapofobia (paura dei fulmini);
- lilapsofobia (paura delle tempeste).
Il soggetto che soffre di ceraunofobia sperimenta di norma entrambe le condizioni. Ha quindi una paura patologica nei confronti dei temporali in generale.
La ceraunofobia non va confusa con la paura della pioggia (ombrofobia), però una persona ceraunofobica potrebbe avere il timore di uscire di casa se piove, associando la pioggia alla possibilità di un temporale.
Sintomi della ceraunofobia
I sintomi delle ceraunofobia non sono diversi da quelli di un'attacco d’ansia o un attacco di panico a seconda dell’intensità.
Quando il soggetto fobico è messo dinanzi alla fonte di stress (il temporale), praticamente o virtualmente, può quindi sperimentare:
- ansia;
- sudorazione eccessiva;
- tremori;
- nausea;
- confusione mentale;
- cefalee;
- sensazione di oppressione al torace;
- paura di morire.
E in generale la sintomatologia che si accompagna tipicamente ai disturbi d’ansia.
Così, il soggetto fobico potrebbe mettere in atto alcune strategie di evitamento atte ad allontanarlo dalla fonte di stress. Per esempio, potrebbe chiudere le serrande e mettersi dei tappi alle orecchie per non percepire o visualizzare il temporale.
In alternativa, potrebbe scegliere di non uscire di casa se c’è il sospetto di pioggia.
L'evitamento del ceraunofobico
La strategia dell’evitamento è tanto comune quanto dannosa. In un primo periodo, infatti, potrebbe portare apparente giovamento al soggetto fobico. Nel lungo periodo, però, non farebbe altro che radicalizzare la paura e dunque il quadro clinico del paziente.
Perché ciò accade?
Quando pratichiamo evitamento nei confronti di una fobia specifica o di un disturbo d’ansia, ci allontaniamo dalla fonte di stress e otteniamo un apparente sollievo. Allo stesso tempo, però, inviamo alcune informazioni ai nostri circuiti neurali riguardo la reale pericolosità del temporale o la necessità di fuggire.
A lungo termine, andremo così a rafforzare il collegamento tra l’oggetto fobico e il bisogno di evitarlo.
Avremo così radicalizzato la nostra fobia da un punto di vista fisiologico.
Esistono inoltre diverse fobie legate ai luoghi esterni, ciascuna con specifici oggetti o situazioni che scatenano la paura, come:
- agorafobia: paura degli spazi aperti o dei luoghi pubblici affollati;
- acrofobia: paura delle altezze.
Fobia dei tuoni: quali sono le cause?
Una delle cause più comuni per lo sviluppo della ceraunofobia è un'esperienza traumatica legata a temporali, tuoni o fulmini, anche aver subito una significativa perdita materiale a causa di un fulmine può far sviluppare questo tipo di fobia.
Oppure ricevere una notizia traumatica o vivere un evento emotivamente negativo durante un temporale potrebbe generare una reazione fobica, per la connessione negativa con il temporale stesso.
Le cause genetiche della ceraunofobia
Come accennato, la fobia dei temporali può derivare da cause genetiche e/o da traumi passati. Le cause genetiche sono facilmente spiegabili:
- I nostri antenati, molto tempo prima della nascita della civiltà occidentale, vedevano i fulmini e i tuoni come potenze naturali virtualmente capaci di annientare.
Ecco che, attraverso un millenario processo di trasmissione genetica, questi timori ancestrali sono arrivati fino a noi.
Si può guarire dalla paura dei temporali?
Come per ogni fobia, anche per la paura dei tuoni e temporali, la guarigione è possibile. Ad oggi, esistono svariati modelli terapeutici capaci di far fronte ai disturbi fobici. Molto in generale, per questo tipo di problematiche, si tende ad utilizzare la terapia cognitivo-comportamentale o la terapia breve strategica. In caso di meteoropatia, e quindi se la paura dei temporali è scatenata da un disturbo dell'umore, non esistono trattamenti farmacologici specifici che la possano risolvere. Tuttavia, è possibile alleviare i sintomi con l'uso di blandi sedativi per gestire l'ansia e antidolorifici per ridurre i dolori articolari o la cefalea che possono riacutizzarsi.
- La terapia cognitivo-comportamentale tende ad agire sugli schemi cognitivi per modificare la risposta agli stimoli.
Es. Modificando la credenza soggettiva relativa ai temporali, si può anche modificare la reazione che ne consegue.
- La terapia breve strategica agisce invece all’inverso: attraverso l’azione sulla risposta specifica si va anche a modificare la risposta usuale e/o lo schema cognitivo.
Es. Sottoponendo il paziente, in ambiente controllato, allo stimolo del temporale, a lungo andare si può agire anche sulla credenza soggettiva e dunque sulla reazione usuale.
Ti consigliamo di rivolgerti a un esperto se dovessi soffrire di questa o altre fobie.
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