Attacchi di rabbia: cosa sono e come gestirli

La rabbia è un’emozione universale e una forma di aggressività che può manifestarsi in vari modi, tra cui scatti d’ira e attacchi di rabbia

Questi episodi emotivi intensi possono avere un impatto significativo sulla vita quotidiana di una persona. 

In questo articolo, esploreremo le origini, i sintomi e le cause di scatti d’ira e attacchi di rabbia. 

Inoltre, forniremo strategie su come gestire questi episodi e discuteremo terapie e possibili trattamenti, inclusi interventi farmacologici. 

Comprendere meglio queste reazioni emotive può essere il primo passo per affrontarle in modo sano ed efficace.

Cos’è la rabbia?

La rabbia è un’emozione universale e profondamente radicata nella psicologia umana. 

Questa emozione è considerata primaria da tutte le principali teorie emotive ed è stata affrontata sia dalla psicologia che dalla cultura, spesso rappresentata come uno dei sette vizi capitali nella tradizione cristiana. 

La rabbia è considerata una delle emozioni prototipiche, poiché mostra chiaramente un’origine funzionale, caratteristiche peculiari e manifestazioni fisiologiche e comportamentali distintive.

Funzioni della rabbia

Ti accorgi di essere molto nervoso e ti chiedi spesso perché sei sempre arrabbiato? Gli studi confermano che l’origine della rabbia può essere spiegata attraverso due cause:

  • presenza di un ostacolo al soddisfacimento di un desiderio: la frustrazione di un obiettivo desiderato può scatenare reazioni di rabbia. Ad esempio, quando ci troviamo di fronte a ostacoli ingiusti che ci impediscono di ottenere ciò che vogliamo, la rabbia può sorgere come risposta;
  • imposizione di un danno fisico o psicologico: quando subiamo danni fisici o psicologici, la rabbia può emergere come mezzo di difesa o per esprimere disapprovazione.

La rabbia è spesso associata al desiderio di affermare l’indipendenza e migliorare l’immagine personale, cercando di correggere situazioni percepite come ingiuste

Inoltre, è un’emozione che ha una funzione diretta nella sopravvivenza umana, nella difesa di cibo, territorio e protezione dei piccoli, anche se nelle società moderne queste motivazioni possono manifestarsi in modi diversi.

Le tre espressioni della rabbia

Abbiamo tre scelte davanti.

La prima consiste nel trattenere la rabbia perché abbiamo paura del conflitto o nutriamo il costante bisogno che tutto intorno a noi sia armonico, calmo, pacifico: la foga e la collera del momento non trovano modo di incanalarsi, rimangono dentro di noi come un materiale pericoloso inesploso.

La seconda scelta è quella più funzionale perché adattiva ovvero decidiamo, di volta in volta, se arrabbiarci oppure no.

La terza modalità è la più fragorosa e prorompente: diamo voce al nostro disagio, lasciamo che la rabbia si impadronisca ogni volta delle nostre parole, dei pensieri e, qualche volta, anche dei nostri gesti.

È proprio qui, nella zona di confine tra rabbia espressa o repressa, che nasce lo scatto di rabbia.

I tre tipi di rabbia

Secondo uno studio di Averill del 1982, esistono 3 tipi principali di rabbia:

  • rabbia malevola: questo tipo di rabbia mira a rompere o peggiorare i rapporti con gli altri, spesso attraverso azioni vendicative o espressioni di odio e disapprovazione;
  • rabbia costruttiva: la rabbia costruttiva cerca di modificare il comportamento degli altri, migliorare le relazioni, affermare l’indipendenza e ottenere cambiamenti utili per se stessi;
  • rabbia esplosiva: questo tipo di rabbia serve principalmente a sfogare la tensione emotiva e manifestare aggressività, talvolta con l’obiettivo di interrompere una relazione o vendicarsi per un torto subito.

Cosa sono gli attacchi di rabbia?

Lo scatto di rabbia è uno scoppio d’ira in cui la persona reagisce in modo improvviso e violento a qualcosa che l’ha infastidita, come un’ingiustizia, un insulto personale o una situazione che la mette a disagio.

Gli attacchi di rabbia sono un modo che utilizziamo per esprimere ciò che abbiamo dentro e per dare sfogo a quella pressione sia fisica che emotiva che magari tendiamo a reprimere. Non dare voce al nostro disappunto ci trasforma in una pentola a pressione umana pronta a scoppiare da un momento all’altro.

In alcuni casi invece, lo scatto di rabbia è l’unica modalità che conosciamo per esprimere quello che abbiamo dentro, è un comportamento abituale, talmente radicato in noi da essere considerato quasi normale. Non ci indaghiamo sulla sua esistenza, non le prestiamo ascolto ma lasciamo che tracimi: le conseguenze sul piano relazionale e professionale sono spesso irreparabili. Se la rabbia nei confronti del partner diventa difficile da gestire o sta causando problemi nella relazione, considera di cercare supporto da parte di un terapeuta o consulente di coppia.

Il ciclo della violenza è un costrutto teorico ideato nel 1979 dalla psicologa Lenore Walker che descrive il processo ricorrente attraverso cui si verifica e si perpetua la violenza, specialmente in situazioni di abuso domestico o violenza di genere.

Attacchi di rabbia: i sintomi

Gli attacchi di rabbia sono caratterizzati da una serie di sintomi emotivi, fisici e comportamentali che li distinguono da una semplice ira occasionale. 

È importante notare che la gravità e la durata dei sintomi possono variare da persona a persona. 

Ecco alcuni dei sintomi comuni associati agli attacchi di rabbia:

  • irritabilità intensa; 
  • aumento della frequenza cardiaca; 
  • tensione muscolare;
  • irritabilità del sonno;
  • espressioni verbali o fisiche aggressive;
  • difficoltà di controllo e impulsività. 

E altre manifestazioni fisiche come: 

  • sudorazione eccessiva;
  • vertigini;
  • tremori;
  • sensazione di calore corporeo.

Ma perché ci arrabbiamo così tanto?

Scatti di rabbia: le cause

Gli attacchi di rabbia possono essere scatenati da una serie di cause, e le origini possono variare da persona a persona.

Di seguito sono elencate alcune delle cause più comuni degli attacchi di rabbia:

  1. Frustrazione

La frustrazione è una causa comune degli attacchi di rabbia. Quando le persone si sentono impotenti o incapaci di raggiungere i propri obiettivi a causa di ostacoli o impedimenti, la rabbia può sorgere come risposta.

  1. Stress

Lo stress eccessivo può portare a un accumulo di tensione emotiva. Quando questa tensione raggiunge un punto critico, può sfociare in un attacco di rabbia. Può capitare di sfogare eccessivo stre o stanchezza anche con attacchi di rabbia verso i figli.

  1. Situazioni ingiuste o provocatorie

Le situazioni che sono percepite come ingiuste o provocatorie possono scatenare attacchi di rabbia. Queste situazioni possono includere ingiustizie personali, provocazioni da parte degli altri o situazioni di conflitto.

  1. Stanchezza e affaticamento

La mancanza di sonno e l’affaticamento possono diminuire la capacità di regolare le emozioni, rendendo più probabile la comparsa di attacchi di rabbia.

  1. Trigger personali

Ogni individuo ha trigger personali che possono scatenare attacchi di rabbia. Questi trigger possono essere legati a esperienze passate, traumi o esperienze personali uniche.

  1. Problemi di salute mentale

Alcune condizioni di salute mentale, come il disturbo esplosivo intermittente, possono aumentare la probabilità di attacchi di rabbia. Queste condizioni comportano spesso una difficoltà nel controllo emotivo.

  1. Soppressione emotiva a lungo termine

A lungo termine, la soppressione delle emozioni, in particolare della rabbia, può portare a una maggiore probabilità di scatenare attacchi di rabbia verso il partner, quando la tensione emotiva accumulata raggiunge un punto critico.

Gli attacchi di rabbia possono essere anche il sintomo di:

Attacchi di rabbia e disturbo bipolare

Il disturbo bipolare è noto per le variazioni estreme dell’umore che i pazienti possono sperimentare. Tuttavia, un aspetto spesso trascurato ma rilevante di questa condizione è la manifestazione di scatti d’ira e comportamenti aggressivi. 

Le evidenze attuali indicano che circa 1 su 4 pazienti bipolari svilupperà comportamenti aggressivi in un momento o nell’altro. 

Questa elevata prevalenza mette in evidenza l’importanza dell’aggressività come un aspetto significativo del disturbo bipolare.

Tuttavia, una sfida nella gestione dell’aggressività nei pazienti bipolari è la mancanza di descrizioni fenomenologiche dettagliate di tali comportamenti. Spesso l’aggressività è menzionata solo in modo generico come “comportamento agitato/aggressivo,” il che limita la comprensione specifica del fenomeno.

In conclusione, i pazienti bipolari possono manifestare scatti d’ira e comportamenti aggressivi che rappresentano una sfida clinica. 

L’identificazione precoce e la gestione appropriata di tali comportamenti sono essenziali per garantire un trattamento completo ed efficace del disturbo bipolare.

Attacchi di rabbia e depressione

Nel contesto delle ricerche condotte sulle emozioni intense, emerge un legame significativo tra scatti d’ira e depressione

Gli studi hanno evidenziato che i pazienti affetti da disturbi depressivi, in particolare il disturbo depressivo maggiore (MDD), mostrano una maggiore propensione a manifestare scatti d’ira. 

Nonostante la rabbia non faccia parte dei sintomi centrali del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, essa può avere un impatto significativo sulla sintomatologia e sul decorso dei disturbi depressivi. 

Tuttavia, la rabbia potrebbe passare spesso inosservata o essere trascurata, poiché non è comunemente considerata una componente centrale della depressione.

Inoltre, i sintomi depressivi e di preoccupazione mostrano una forte associazione con la rabbia, suggerendo la presenza di un fattore sottostante comune, come la disregolazione emotiva

La ricerca ha individuato una regione cerebrale cruciale coinvolta nella regolazione delle emozioni, lamigdala, che sembra essere iperattiva nei pazienti ansiosi, depressi e in coloro che manifestano una rabbia intensa.

Le manifestazioni di scatti d’ira all’interno del contesto depressivo possono ostacolare la terapia e aumentare i conflitti sia all’interno del rapporto terapeutico che nelle relazioni interpersonali del paziente. 

Pertanto, l’identificazione e la gestione della rabbia possono rappresentare una componente importante della terapia dell’umore. 

Attacchi di rabbia e alcol

L‘alcol è noto per il suo impatto sullo stato emotivo e psicologico delle persone. Mentre alcune persone diventano più socievoli e disinibite sotto l’influenza dell’alcol, altre diventano irritabili, aggressive o imprevedibili. 

L’alcol può abbassare le inibizioni e ridurre la capacità di controllo emotivo, il che può aumentare il rischio di attacchi di rabbia.

Recenti ricerche hanno portato a interessanti scoperte riguardo all’interazione tra gli attacchi di rabbia e l’abuso di alcol. In particolare, gli studiosi hanno individuato che l’alcol sembra potenziare la risposta aggressiva, ma principalmente tra le persone che già manifestano una predisposizione naturale verso l’aggressività.

In altre parole, l’alcol sembra rendere le persone più aggressive solo se hanno già una tendenza all’aggressività.

L’alcol stesso non è né una causa necessaria né una causa sufficiente del comportamento aggressivo: agisce invece come un amplificatore delle inclinazioni aggressive preesistenti.

Alcuni studi suggeriscono che la capacità esecutiva ridotta e i deficit nei processi di informazioni sociali possono svolgere un ruolo importante in questa relazione complessa. 

Attacchi di rabbia e il disturbo esplosivo intermittente

Quando l’attacco di rabbia diventa troppo frequente può sfociare nel disturbo esplosivo intermittente (IED), una patologia che il DSM-5 comprende nella categoria dei disturbi del controllo degli impulsi.

Lo IED consiste in uno scoppio improvviso e ingiustificato di rabbia che, con il passare del tempo, diventa abituale. Gli individui che ne soffrono lo descrivono come la perdita improvvisa del controllo delle proprie emozioni: sono sopraffatti dalla rabbia e dall’aggressività nonostante la mancanza di apparente provocazione.

Una volta rilasciata la tensione provano un senso di sollievo che lascia il posto a sentimenti di rimorso o imbarazzo. L’IED può essere estremamente distruttivo sia per chi ne soffre che per la sua famiglia ma può essere gestito con un percorso terapeutico individuale, di gruppo o familiare che permetta di imparare a gestire la rabbia.

Falsi miti sulla rabbia

Le interpretazioni che diamo della collera spesso sono errate e, paradossalmente, ci espongono agli scatti di rabbia improvvisi e ingiustificati.

Spesso riteniamo che la rabbia sia necessaria per raggiungere determinati obiettivi. La collera ci permette di ottenere quello che vogliamo ma a quale costo? Gli altri ci vedranno come persone incontrollate, violente ed emotivamente instabili.

In alcuni casi tendiamo a considerare questa emozione come il sinonimo di un carattere forte. Niente di più sbagliato: la persona aggressiva è oggetto di riprovazione e non di ammirazione.

Non facciamoci trarre in inganno dall’apparente stato di tranquillità che sopraggiunge dopo uno scatto di rabbia. È vero, ci sentiamo tranquilli perché abbiamo eliminato tutta la tensione accumulata, tuttavia questa sensazione di benessere è fugace e viene sostituita dai rimorsi, dai sensi di colpa e dalla tristezza.

La rabbia non è un modo di essere, non è un tratto della personalità ma è uno stato emotivo che possiamo imparare a gestire.

Come gestire l’attacco di rabbia

Esistono molti modi per affrontare e gestire la rabbia:

  1. Capire la causa

Imparare a identificare ciò che ci dà fastidio è la prima cosa da fare quando siamo arrabbiati.

  1. Lavorare sull’empatia e sul rispetto

La rabbia deriva dalla nostra personale interpretazione delle situazioni che viviamo quotidianamente. È necessario mettersi nei panni dell’altro per comprendere la situazione in modo obiettivo e per poterla valutare da un’altra prospettiva. Le nostre reazioni rabbiose spesso derivano dalla percezione di mancanza di rispetto: il focus è concentrarci sul fatto che anche le altre persone lo meritano, non solamente noi.

  1. Ridurre lo stress

Lo yoga, la meditazione o le pratiche di consapevolezza come la mindfulness aiutano a ridurre i livelli di stress generale e quindi a vivere la vita quotidiana in modo più rilassato.

  1. La distanza

Se avvertiamo l’arrivo di uno scatto di rabbia, è consigliabile prendere le distanze dalla situazione. Lasciamo fisicamente il luogo in cui ci troviamo o prendiamoci un momento per respirare e rilassarci. Questo ci aiuterà a calmarci e a vedere le cose da un’altra prospettiva più realistica e tranquilla.

Terapia per attacchi di rabbia

Esistono diverse terapie e approcci che possono aiutare a gestire e trattare gli attacchi di rabbia. La scelta del trattamento dipenderà dalla gravità dei sintomi e dalle cause sottostanti. 

Ecco alcune terapie comunemente utilizzate per affrontare gli attacchi di rabbia:

  1. Terapia cognitivo-comportamentale

La terapia cognitiva comportamentale rappresenta uno dei modelli terapeutici più avanzati e supportati da ricerche scientifiche nel campo della psicoterapia. Si distingue per la spiegazione dei disturbi emotivi attraverso l’analisi delle relazioni tra pensieri, emozioni e comportamenti. 

Le reazioni emotive che causano sofferenza individuale e disagio sono spesso il risultato di distorsioni cognitive, in cui i pensieri, gli schemi e i processi disfunzionali svolgono un ruolo cruciale.

La ristrutturazione cognitiva è una tecnica chiave nella terapia cognitiva e mira a modificare convinzioni disfunzionali, spesso inconsce, riguardo al mondo esterno e a se stessi. 

L’intervento può prevedere un incremento delle abilità (skills) come il miglioramento delle risposte di coping, il controllo dell’attivazione fisiologica, la prevenzione dell’escalation dell’attacco di rabbia e il rinforzo dell’impegno al cambiamento.

Interventi più recenti considerano invece i deficit relativi al processamento dell’informazione sociale come un importante elemento sul quale dirigere il trattamento degli scatti d’ira, in particolare in relazione all’abilità dell’aggressore di assumere la prospettiva della vittima.

Una delle procedure utilizzate per la gestione della rabbia è il problem solving, che aiuta i pazienti a spostare l’attenzione dalla causa dei problemi alla ricerca di soluzioni

Questa tecnica consente di identificare strategie alternative per affrontare situazioni problematiche.

  1. Terapia di controllo dell’impulso

La terapia di controllo dell’impulso è un approccio che aiuta le persone a gestire l’aggressività impulsiva e le reazioni violente. 

Questa terapia promuove l’autocontrollo, l’identificazione dei segnali precoci di rabbia, lo sviluppo di abilità di gestione emotiva e di comunicazione efficace

Aiuta i pazienti a prevenire ricadute e migliorare la loro autostima. 

Farmaci per attacchi di rabbia

La terapia farmacologica per gli attacchi di rabbia può essere prescritta da un professionista della salute mentale. 

Spesso, i farmaci gestire la rabbia includono gli stabilizzatori dell’umore, come il litio o l’ossido di valproico, per aiutare a ridurre l’aggressività. 

Gli antipsicotici atipici, come il risperidone o l’olanzapina, possono anche essere utilizzati per calmare l’irritabilità e la rabbia. Attualmente, non esistono studi controllati su larga scala che confrontino efficacemente i trattamenti per il comportamento aggressivo nel disturbo bipolare. 

Tuttavia, l’uso di divalproex in combinazione con antipsicotici sembra essere una strategia comune per la gestione a lungo termine dell’aggressività nei pazienti bipolari.

In alcuni casi, i farmaci ansiolitici o antidepressivi possono essere raccomandati se la rabbia è associata a sintomi di ansia o depressione. La fluoxetina, ha dimostrato di essere efficace nella riduzione della rabbia e può essere integrata nei piani di trattamento per i pazienti con depressione e scatti d’ira.

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Fonti

  • D’Urso, V. (2000). La rabbia: psicologia, linguaggio e senso comune. Psychofenia: Ricerca ed Analisi Psicologica, (4/5), 147-170.
  • Eckhardt, C. I., & Crane, C. (2008). Effects of alcohol intoxication and aggressivity on aggressive verbalizations during anger arousal. Aggressive Behavior: Official Journal of the International Society for Research on Aggression, 34(4), 428-436.
  • de Bles, N. J., Ottenheim, N. R., van Hemert, A. M., Pütz, L. E., van der Does, A. W., Penninx, B. W., & Giltay, E. J. (2019). Trait anger and anger attacks in relation to depressive and anxiety disorders. Journal of affective disorders, 259, 259-265.
  • Kamphuis, J., & Lancel, M. (2015). The interrelations between sleep, anger, and loss of aggression control. In Sleep and affect (pp. 247-271). Academic Press.
  • Látalová, K. (2009). Bipolar disorder and aggression. International journal of clinical practice, 63(6), 889-899.
  • Borgato, M. (2009). Tecniche di gestione della rabbia patologica. Psicoterapeuti in-formazione, 22-39.
Redazione

Approccio:
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Descrizione
In Italia, la recente attenzione mediatica al benessere mentale vede giornali, creator, e centri medici impegnati nella produzione di contenuti informativi. In questo contesto il processo di revisione è fondamentale e lo scopo è garantire informazioni accurate. Il nostro processo di revisione è affidato ai terapeuti e alle terapeute che lavorano in Serenis, con almeno 2.000 ore di esperienza.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.