Il falso mito del conflitto come principale problema di coppia

Sappiamo tutti che il conflitto è spesso visto come il principale problema nelle relazioni di coppia. Tuttavia, questo è un falso mito che nasconde sfide più profonde e complesse. Esploriamo insieme come altri fattori, come la mancanza di comunicazione, la scarsa fiducia o la perdita di intimità, possano contribuire ai problemi relazionali.

Le relazioni d’amore sono generalmente descritte in termini di vicinanza, emotività e desiderio di intimità. Ne consegue che se chiediamo a qualcuno di elencare quali possano essere i principali problemi di coppia con molta probabilità metterà al primo posto la presenza di conflitti tra i partner. Ma siamo proprio sicuri che i conflitti siano di per sè il vero problema di una coppia? Ed è così vero che in una relazione sana i conflitti siano da evitare e che l’assenza di disaccordi sia il segreto di una vita di coppia felice? Il falso mito della coppia felice che va d’accordo su tutto, che condivide ogni pensiero e che sembra non avere mai discussioni accese è un’utopia che spesso rovina molte relazioni. Infatti, questo modello di pensiero non tiene conto a sufficienza del ruolo delle norme culturali e degli ideali sociali del mondo contemporaneo. Sia l’esperienza comune che la ricerca psicologica mostrano ormai da anni che le divergenze tra i partner sono parte integrante di ogni relazione romantica.

Gli studi sui problemi di coppia hanno dimostrato che si possono trovare conflitti anche nelle relazioni che vengono percepite come soddisfacenti. Quindi, dal momento che le controversie sono inevitabili, per capire la qualità di una relazione non bisogna misurare la quantità di conflitti ma la loro qualità. In altri termini, il criterio di valutazione di una relazione a lungo termine dipende non tanto dalla presenza dei conflitti ma piuttosto dal modo in cui una coppia riesce a gestirli. Inoltre molto spesso si pensa al conflitto come ad un fattore che provoca perturbazioni o che addirittura può portare alla disintegrazione delle relazioni, ma in realtà si è scoperto che ha una funzione adattiva per i partner.

Confrontarsi per una coppia è infatti molto utile, può fornire un’opportunità per definire nuovi ruoli, migliorare la comunicazione e rafforzare le interconnessioni. Anche se emozioni come la rabbia, l’invidia e il disprezzo sono presenti in tutte le relazioni, nella vita di una coppia rappresentano un rischio maggiore a causa della scelta volontaria del partner e dell’elevato livello di coinvolgimento tra i partner. È dunque sul modo di gestire e controllare queste emozioni che si gioca l’equilibrio di una coppia.

Il falso mito delle difficoltà di comunicazione


Quando si affrontano problemi di coppia con molta probabilità si ricevono molti suggerimenti e consigli da amici o familiari che credono di conoscere il segreto che garantisce un amore duraturo e felice. La cultura popolare tende ad attribuire alle difficoltà di comunicazione il principale ostacolo che impedisce di avere una relazione sana. Al contrario, generalmente si crede che sia sufficiente saper comunicare in modo efficace per arginare ogni tipo di difficoltà della coppia. È normale credere che imparare a comunicare meglio sia la soluzione per eccellenza di ogni tipo di problema. Infatti quando le coppie litigano emergono incomprensioni e blocchi nella comunicazione che impediscono alla relazione di andare avanti. Perciò sembra sensato credere che risolvendo le difficoltà comunicative e riuscendo a dialogare in modo più sereno si possa riuscire a risolvere tutti i problemi di coppia.

Si è così prepotentemente diffuso il falso mito delle difficoltà di comunicazione da avere con il tempo sottovalutato molti altri aspetti della relazione che invece sono ancora più importanti. Molte ricerche recenti dimostrano infatti che le risoluzioni di un conflitto non possono basarsi esclusivamente su una capacità di comunicazione migliore. È vero che saper comunicare in modo più assertivo è molto importante in ogni relazione, ma è altrettanto vero che per i problemi di coppia occorre fare un passo in avanti. Il vero nocciolo della questione consiste piuttosto nella scoperta che le relazioni più felici sono quelle in cui tra i partner si è sviluppata una profonda ed intima amicizia. La profonda conoscenza tra due persone e la capacità di esprimere l’amore attraverso piccoli gesti quotidiani sembrano essere i fattori fondamentali di un rapporto che può funzionare a lungo e che può procurare soddisfazione ad entrambi i membri di una coppia. Coltivare il rapporto sulla base di questi semplici elementi permette di ottenere un guadagno molto grande sul piano della felicità di una coppia.

Il falso mito della compatibilità


Un altro luogo comune sui motivi principali per cui si verificano i problemi di coppia riguarda l’idea che due persone possono stare bene insieme solo se condividono interessi comuni. Anche in questo caso si tratta di un falso mito secondo il quale si crede che sia sufficiente che i partner amino le stesse cose per riuscire ad andare d’accordo e vivere felicemente insieme. Ma è sempre così? Può succedere che la compatibilità tra due persone possa costituire un forte fattore di attrazione perché genera un senso di vicinanza maggiore e pone le basi per avere argomenti comuni di cui parlare o a cui interessarsi.

Le ricerche psicologiche dimostrano però che le passioni condivise possono unire così come creare ulteriori divergenze. Infatti ciò che conta non è l’interesse in sé ma il modo in cui si interagisce nel momento in cui lo si condivide. Ci sono coppie che riescono a sviluppare al meglio la propria passione comune, altre che invece entrano in competizione sulla base delle esperienze passate o della maggior conoscenza dell’argomento che ciascun partner ritiene di possedere rispetto all’altro. Ciò che più conta è dunque mantenere il rispetto reciproco sia durante la condivisione di una passione che nel cercare di conoscere un interesse che appartiene ad uno solo dei partner. In altre parole, a fare la differenza non è il grado di compatibilità tra i partner ma la loro capacità di creare un’affinità di coppia.

Il falso mito del patto di reciprocità


Sicuramente sarà capitato a chiunque di credere che nelle relazioni sia di fondamentale importanza la presenza di una equilibrata reciprocità tra i partner. Quindi ci aspettiamo che se un membro della coppia fa un certo tipo di investimento di energie debba essere in qualche modo contraccambiato con un analogo impegno da parte dell’altro partner. Alcune persone credono che nelle coppie felici questo scambio debba essere necessariamente equo e paritario al punto da segnare in una sorta di segnapunti mentale chi ha fatto cosa per chi in ogni situazione. Ad esempio ci si aspetta che ad un atteggiamento di generosità corrisponda un’altrettanta generosità, se si riceve un regalo si debba ricambiare con un altro dono e così via. Molti credono che i problemi di coppia potrebbero subentrare nel momento in cui si verifica uno squilibrio tra il dare e ricevere in amore.

Una persona potrebbe lamentarsi di impegnarsi più dell’altro nella relazione e ciò a lungo andare potrebbe far nascere rabbia e risentimento tra i partner. La conseguenza riguarda spesso un atteggiamento recriminatorio in cui un partner può rinfacciare all’altro di non contribuire in modo equo alla vita della coppia. Ma siamo sicuri che questo tipo di patto di reciprocità possa essere utile in una relazione? La ricerca psicologica ritiene che le relazioni più felici sono quelle in cui la ricompensa tra i partner agisce in un modo meno diretto ed esplicito.

Per dirla in altre parole, se si vuole trovare una buona affinità di coppia bisogna stare attenti al modo in cui si stabilisce il patto di reciprocità. I partner che stanno bene insieme non hanno bisogno di sottolineare quanto fanno l’uno per l’altro. Non misurano il grado di impegno rivolto al partner per poter successivamente tirare le somme dell’investimento. In generale, una relazione funziona proprio quando non c’è questo tipo di accordo ma al contrario quando i partner si impegnano in modo spontaneo per mantenere sana una relazione. Questo accade per la gestione economica della vita familiare, per la distribuzione dei carichi di lavoro in casa e per ogni altra forma di manifestazione dell’affetto che i partner possono esprimere nei confronti l’uno dell’altro.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.