Attacchi di rabbia verso i figli: perché succedono e come gestirli

Ti capita mai di avere attacchi di rabbia con i tuoi figli? Potrebbero essere indice di un'estrema frustrazione e di un forte stress. Ma perché succede? E come possiamo superarli e imparare a gestire la nostra rabbia?

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Primo colloquio gratuito
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genitori che hanno attacchi di rabbia verso i figli

La genitorialità è una delle sfide più gratificanti e complesse della vita, ma può portare a momenti di estrema frustrazione e rabbia. Gli attacchi di rabbia verso i figli rappresentano una situazione preoccupante e possono avere gravi conseguenze sul benessere emotivo dei bambini.

In questo articolo, scopriremo cosa sono gli attacchi di rabbia, individueremo le loro cause e il trattamento più efficace.

Comprendere gli attacchi di rabbia

Gli attacchi di rabbia sono episodi di intensa collera, spesso accompagnati da comportamenti impulsivi o sfoghi verbali aggressivi. Può succedere di sfogare stress e frustrazione anche con le persone che amiamo di più, sperimentando attacchi di rabbia verso il partner o verso i propri figli. 

Questi momenti possono essere traumatici per i bambini e influenzare il loro sviluppo emotivo e psicologico. 

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È essenziale comprendere cosa scatena tali attacchi per affrontarli in modo appropriato.

Perché mi arrabbio con mio figlio?

Quando proviamo rabbia nei confronti dei nostri figli, spesso la prima reazione è un senso di vergogna. Ci sentiamo come se quel sentimento di rabbia fosse un indicatore che qualcosa non va, che siamo genitori sbagliati o che non amiamo abbastanza i nostri figli. 

Tuttavia, paradossalmente, reprimere completamente la rabbia può avere effetti negativi, perché questa emozione può accumularsi e diventare esplosiva, incontrollabile e distruttiva. 

È importante capire che la rabbia non sorge dal nulla: piuttosto emerge quando ci sentiamo frustrati o quando percepiamo che i nostri sforzi non vengono riconosciuti, o che l'altra persona dovrebbe comportarsi diversamente.

Il senso di colpa dei genitori: non voglio più bene a mio figlio?

I sensi di colpa dei genitori in seguito a scatti d'ira verso i propri figli sono una reazione emotiva comune, ma è fondamentale comprendere che questi momenti di frustrazione e rabbia non indicano un calo dell'amore genitoriale

Gli scatti d'ira possono derivare da una serie di fattori, tra cui lo stress, la stanchezza o la pressione quotidiana, e spesso sono legati al desiderio di educare e guidare i figli nel modo migliore possibile.

Riconoscere e affrontare questi sensi di colpa è un passo importante verso una genitorialità più consapevole. È cruciale comprendere che i genitori sono umani e, come tutti, possono sperimentare emozioni intense. 

Ciò che conta è come gestiamo queste emozioni: è necessario imparare a esprimerle in modo sano e cercare soluzioni costruttive per migliorare la relazione con i nostri figli. 

L'amore genitoriale rimane saldo e, lavorando insieme alla gestione delle emozioni, è possibile costruire un legame più forte e sano con i membri della famiglia.

Attacchi di rabbia verso i figli: il ruolo dell’educazione

Lo stile educativo dei genitori può variare ampiamente in base all'educazione ricevuta. Ad esempio, i genitori che sono cresciuti in famiglie in cui la disciplina era severa potrebbero essere inclini a mostrare rabbia più spesso. 

Parliamo quindi di uno stile educativo autoritario, un approccio alla genitorialità che si caratterizza per la presenza di un alto grado di controllo da parte dei genitori e una bassa tolleranza per l'autonomia dei figli. 

In questo contesto, la rabbia può emergere in modo più frequente e incontrollato, perché i genitori tendono a imporre le proprie regole in maniera rigida, senza spazio per la negoziazione o la comprensione delle esigenze e delle emozioni dei figli.

D'altra parte, genitori che sono stati educati con una maggiore tolleranza e attraverso l'uso di una comunicazione aperta possono essere più propensi a gestire la rabbia in modo assertivo e costruttivo.

In sintesi, anche la maniera in cui i genitori sono stati educati e cresciuti può aver influenzato il modo in cui hanno imparato a gestire la rabbia.

Alcuni genitori potrebbero aver sperimentato, nel passato, la rabbia dei propri genitori e desiderano, nel presente, evitare di ripetere quegli stessi schemi di comportamento. Altri potrebbero aver imparato a reprimere completamente la rabbia, e non avere oggi le competenze per affrontarla in modo sano.

Attacchi di rabbia verso i figli: frustrazione e stress

La rabbia nei confronti dei propri figli spesso è accompagnata da un carico significativo di frustrazione e stress

La frustrazione nasce quando le aspettative o i desideri dei genitori non coincidono con il comportamento o le azioni dei figli. Lo stress si manifesta quando le incombenze quotidiane sono molte e riempiono la giornata: accompagnare i bambini a scuola, portare fuori il cane, passare dal medico, andare a fare la spesa, sistemare casa, andare al lavoro, riaccompagnare i figli a casa, eccetera.

Lo stress svolge un ruolo fondamentale nella gestione della rabbia: quando il tempo per le proprie necessità è scarso o inesistente, è più facile che emozioni distruttive come la rabbia si palesino.

I genitori affrontano una serie di responsabilità, come il lavoro, il mantenimento della casa e il benessere dei figli, che possono essere fonte di pressione costante. Quando questo stress si accumula, può rendere i genitori meno pazienti e più suscettibili agli attacchi di rabbia.

È importante riconoscere che sia la frustrazione sia lo stress sono emozioni umane comuni e spesso inevitabili nella vita quotidiana dei genitori. 

Il problema sorge quando queste emozioni non vengono gestite in modo sano, portando alla rabbia incontrollata. Come genitori, è necessario cercare modi per affrontare la frustrazione e lo stress in maniera costruttiva, magari attraverso l'auto-cura, il supporto sociale o la comunicazione aperta con il partner. 

Inoltre, imparare a essere consapevoli di queste emozioni, e di come influenzano il proprio comportamento, è fondamentale per prevenire attacchi di rabbia distruttivi.

Gli attacchi di rabbia verso i figli possono portare ad infanticidio?

Gli attacchi di rabbia possono essere pericolosi e dannosi e, in alcune circostanze estreme, potrebbero sfociare in comportamenti violenti. Il più grave fra questi è l'infanticidio.

Spesso i genitori che commettono questo delitto soffrono di gravi disturbi mentali, inclusi episodi psicotici, allucinazioni o deliri. Ma l'analisi psicologica può rivelare anche la presenza di una combinazione di stress, depressione, disconnessione emotiva e rabbia accumulata.

Tuttavia, l'infanticidio è un atto estremamente grave e raro.

Come gestire gli attacchi di rabbia verso i figli

Gestire gli attacchi di rabbia verso i figli può essere difficile, ma è possibile sviluppare strategie per farlo in modo sano ed efficace.

Ecco alcune linee guida per aiutarti nella gestione della rabbia:

  1. Riconosci e accetta la rabbia

Il primo passo è riconoscere che la rabbia è un'emozione naturale e umana. Accettare di essere arrabbiati è fondamentale per poter affrontare il problema in modo costruttivo.

  1. Interrompi il ciclo di rabbia

Quando senti che la rabbia sta crescendo, fai uno sforzo per interrompere il ciclo prima che diventi incontrollabile. Allontanati dalla situazione, prendi un momento per calmarti e raccogliere i pensieri.

  1. Comunica apertamente

Parla con i tuoi figli in modo aperto e rispettoso. Esprimi i tuoi sentimenti senza gridare o accusare. Usa la "comunicazione io", cioè parla dei tuoi sentimenti e delle tue esigenze, anziché accusare tua figlia o tuo figlio.

  1. Impara a negoziare

Invece di imporre le tue decisioni in modo autoritario, cerca di negoziare con i tuoi figli quando possibile. Coinvolgerli nelle decisioni li fa sentire compresi e rispettati.

  1. Evita urla e minacce

Evita di urlare o avanzare minacce che non intendi portare avanti. Gridare può intensificare la rabbia, rendere il conflitto più spiacevole e fare sentire i figli insicuri.

  1. Impara dagli errori

Accetta che nessuno è perfetto, e che tutti i genitori (e i figli) commettono errori. Impara da essi e cerca di migliorare nel tempo.

Ricorda che gestire la rabbia è un processo che richiede tempo e sforzo: non ti aspettare di risolvere tutto immediatamente. 

Attacchi di rabbia verso i figli: la terapia come opzione

La terapia rappresenta un'opzione vitale quando gli attacchi di rabbia verso i figli diventano problematici e persistenti

Come professionisti della salute mentale, ci rendiamo conto che queste situazioni possono avere un impatto significativo sulla dinamica familiare e sul benessere emotivo di tutti i membri della famiglia. 

La terapia, sia online (la terapia online funziona?) sia in presenza, in forma individuale o familiare, offre un approccio strutturato e il supporto professionale necessario per affrontare questa sfida.

  1. Terapia individuale

In una terapia individuale i genitori hanno l'opportunità di esplorare in modo approfondito le radici della loro rabbia. Un esperto può aiutare il genitore a identificare, comprendere e gestire le cause sottostanti, come lo stress, i traumi passati o dei problemi di salute mentale. 

Inoltre, durante le sessioni di terapia individuale, si sviluppano strategie di gestione della rabbia personalizzate per affrontare situazioni specifiche.

  1. Terapia familiare

La terapia familiare è un'opzione preziosa quando gli attacchi di rabbia coinvolgono direttamente tutti i membri della famiglia

Questa forma di terapia offre un ambiente sicuro in cui i genitori e i figli possono esplorare le dinamiche familiari, migliorare la comunicazione e lavorare insieme per affrontare i problemi. La terapia familiare può aiutare a identificare le dinamiche distruttive e sostituirle con modelli di interazione più sani.

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Domenico De Donatis
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.

DsMDott.ssa Martina Migliore
Dott.ssa Martina Migliore
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.

FRFederico Russo
Federico Russo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048.

Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara.

Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.