Nel mondo della psicoterapia esiste un numero impressionante di tipi di psicoterapia, tra i quali rientra la psicoterapia sistemico relazionale, detto anche sistemico famigliare.
Il suo punto cardine è l’osservazione dell’individuo non come entità separata ma come persona inserita all’interno di un contesto di gruppo caratterizzato da una cultura comune e da dinamiche ben definite, ovvero la famiglia.
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Cos’è la psicoterapia sistemico relazionale?
Si basa sull’idea che i problemi psicologici di un individuo siano spesso influenzati e mantenuti dalle dinamiche relazionali in cui è coinvolto.
Su quale principio si basa la psicoterapia sistemico relazionale?
Come tutti gli approcci, anche l’orientamento sistemico relazionale prende le mosse da una teoria che ne ha dettato i principi nel corso del tempo e del suo sviluppo. Il suo primo nucleo era la terapia generale dei sistemi, proposta da L. von Bertalanffy alla fine degli anni ‘60, esponente della rinomata Scuola di Palo Alto.
La teoria generale dei sistemi sostiene l’esistenza di una correlazione tra tutti i fenomeni che si osservano e, per questo motivo, i singoli elementi non possono essere analizzati singolarmente perché l’insieme non è dato dalla somma delle parti, ma le relazioni che intercorrono tra queste contribuiscono a renderlo ciò che è. All’interno delle relazioni umane questo significa che una realtà complessa, come una famiglia, è ciò che si osserva anche per via delle dinamiche comunicative che si instaurano tra i suoi membri.
In questo modo, si crea un sistema cibernetico caratterizzato da azioni e feedback (o retroazioni), che corrispondono all’effetto delle prime. In particolare, le retroazioni negative hanno un carattere conservativo, che mantiene lo stato iniziale del sistema, mentre quelle positive determinano un cambiamento. Il presupposto è che quando il sistema in questione è una famiglia, la tendenza è quella del mantenimento: ogni oscillazione si conclude poi con il ritorno all’equilibrio perché la famiglia tendenzialmente non varia la sua struttura.
Tra i maggiori esponenti della teoria sistemica troviamo J. Haley, che formulò la teoria del controllo. Haley pose l’accento sull’importanza della comunicazione come strumento che, in un sistema, si serve dell’interazione allo scopo di influenzare l’altro e controllare la relazione.
Come funziona la terapia sistemica?
A partire dalla teoria generale sistemica e dagli sviluppi che ha visto nel corso degli anni, è stato poi sviluppato il metodo della psicoterapia sistemico relazionale. Questo approccio ha portato una grande novità nel mondo della salute mentale, introducendo un nuovo modo di vedere l’individuo non come singolo ma come immerso all’interno di un insieme di relazioni: l’attenzione si sposta dalla psiche della persona alla modalità con cui interagisce e si relaziona nel suo sistema, ovvero la famiglia.
Inoltre, l’accento non si pone più sul passato, come era, ad esempio, per la psicoterapia psicoanalitica o per la psicoterapia dinamica, ma sul qui e ora, che determina una catena di reazioni circolari che riguardano tutti gli elementi del sistema, stretti in una relazione che compone la famiglia, dalla quale il singolo paziente non può essere separato.
La famiglia non solo è il punto di riferimento per comprendere l’emotività della persona, in quanto primo luogo di sviluppo e di esperienza, ma rappresenta anche il contesto culturale di primaria importanza. Va da sé che se uno dei suoi componenti esterna un sintomo, questo non è segno di un disagio individuale, ma di una dinamica disfunzionale che riguarda tutto il sistema o una sua parte.
Il sintomo, insomma, diventa messaggero di una sofferenza estesa, che deve essere risolta attraverso il coinvolgimento diretto di tutti gli attori del sistema famigliare: ciascuno deve metterci del suo per migliorare la situazione perché ogni comportamento del singolo determina una retroazione con conseguenze collettive.
Approccio sistemico relazionale per la famiglia
Dal filone principale dell’orientamento sistemico relazionale se ne è sviluppato uno ulteriore, che sottolinea in modo particolare come questo approccio, di fatto, prenda in carico la famiglia per aiutare un paziente: la psicoterapia sistemico relazionale famigliare, basata sul principio che ciascun membro all’interno della famiglia contribuisca a determinare il benessere o il malessere emotivo di tutti gli altri componenti.
Il metodo di questo approccio prevede l’adempimento di diversi obiettivi:
- guidare la famiglia a comprendere meglio le dinamiche che la caratterizzano e il ruolo di ciascun membro nel sostenerle;
- individuare, all’interno del sistema, quali sono le risorse e quali le criticità;
- mettere a fuoco gli obiettivi da perseguire e le strategie per raggiungerli;
- potenziare le capacità comunicative per rendere il sistema più efficace e in grado di superare le difficoltà.
Il punto chiave, quindi, è individuare i modelli di comportamento e di interazione che ciascun componente apprende, anche dalle generazioni passate, e adotta come pattern costante. Nei momenti di passaggio e di crisi, queste modalità possono dimostrare le loro debolezze, ed ecco che è necessario allora riequilibrare le dinamiche in modo da ritrovare un equilibrio.
Ma non sempre l’apprendimento di nuove strategie funzionali comporta la capacità, da parte della famiglia, di applicarle con successo in autonomia. In questi momenti di particolare difficoltà la psicoterapia sistemico relazionale famigliare può essere una risorsa preziosa.
Terapia sistemico-relazionale: le tecniche
Le tecniche utilizzate nella psicoterapia sistemico relazionale sono progettate per esaminare e intervenire su queste dinamiche relazionali. Alcune delle tecniche comuni includono:
- genogramma – una rappresentazione grafica delle relazioni familiari e dei modelli generazionali. Viene utilizzato per tracciare le connessioni tra i membri della famiglia, le relazioni di parentela, i modelli comportamentali e i problemi ricorrenti. È uno strumento utile per esplorare la storia familiare e identificare eventuali modelli di comportamento o dinamiche relazionali;
- disegno congiunto della famiglia – rappresentazione grafica delle dinamiche familiari, dei modelli di funzionamento e delle configurazioni strutturali. Le rappresentazioni grafiche offrono una prospettiva unica sulle interazioni, permettendo di cogliere dettagli che potrebbero non emergere attraverso il solo dialogo verbale;
- griglia delle semantiche familiari (GSF) – viene utilizzato per esplorare le polarità narrate all’interno di una famiglia, ovvero le diverse narrazioni o punti di vista su determinati argomenti o eventi familiari;
- l’oggetto metaforico – viene utilizzato un oggetto con significato simbolico per esplorare le dinamiche relazionali. Ad esempio, un terapeuta potrebbe chiedere ai clienti di scegliere un oggetto che rappresenti il loro rapporto con un familiare e di discutere il motivo della scelta.
Cosa fa lo psicologo sistemico relazionale?
L’intervento di psicoterapia sistemico relazionale viene effettuato da uno psicologo specializzato in psicoterapia con questo approccio.
Il lavoro dello psicoterapeuta sistemico relazionale consiste, in primo luogo, dell’esame approfondito della situazione presente, in un’ottica trigenerazionale in cui i singoli passaggi possono influenzare le dinamiche anche sul lungo termine. Lo scopo dell’intervento è guidare la famiglia attraverso l’apprendimento di strategie di interazione e comunicazione che possano rappresentare una soluzione al conflitto che si è creato.
Insomma, l’oggetto della psicoterapia sistemico relazionale non è la sofferenza del singolo: questa viene trascesa per portare l’attenzione sul vero problema che scatena il sintomo, ovvero le dinamiche dell’intero sistema. In questo modo, il destinatario del percorso non è il singolo, ma tutta la famiglia, che si trasforma anche in agente attivo del suo stesso cambiamento, del quale lo psicoterapeuta è guida e promotore.
Quanto dura una psicoterapia sistemico relazionale?
Una terapia sistemico-relazionale, essendo di natura breve (al pari della terapia breve strategica o della psicoterapia psicodinamica breve), di solito dura qualche mese.
Le sessioni avvengono di solito una volta alla settimana, con una durata di circa 60 minuti ciascuna. In una fase successiva di intervento, la frequenza può diminuire a ogni due settimane o persino mensilmente.
Tuttavia, è importante sottolineare che la durata esatta della terapia dipende dalle specifiche necessità del cliente e dal progresso raggiunto durante il trattamento.
Quanto costa una seduta sistemico-relazionale?
Tenendo conto che i prezzi possono variare in base a una vasta gamma di fattori, si può dire in linea generale che il costo medio di una seduta con una o uno psicoterapeuta sistemico relazionale oscilla tra i 50€ e i 100€, anche se in alcuni casi sale a 250€.
Terapia sistemico-relazionale e disturbi
La psicoterapia sistemica è indicata per una vasta gamma di problemi e difficoltà relazionali ed esistenziali. Cerchiamo di riassumerli brevemente.
- Disagi esistenziali o relazionali
Questi possono includere:
- problemi familiari
- conflitti relazionali
- difficoltà di comunicazione
- sensazioni di isolamento o di estraneità
- senso di mancanza di appartenenza.
Patologie
La psicoterapia sistemica può affrontare patologie come:
- attacchi di panico
- disturbi del comportamento alimentare
- depressione
- disturbi dell’umore
- ansia
- fobie
- dipendenze
Questi disturbi possono essere visti come manifestazioni di problemi più profondi nelle relazioni interpersonali o nel contesto familiare.
- Problemi di coppia
La terapia sistemico-relazionale è particolarmente indicata per affrontare conflitti di coppia, difficoltà sessuali, problemi di comunicazione e altri problemi che influenzano la relazione tra i partner.
- Situazioni di stress e transizioni di vita
Può essere utile durante periodi di stress come:
- lutto
- separazione
- divorzio
Aiuta le persone a elaborare il cambiamento e ad adattarsi alle nuove situazioni.
- Disagio scolastico
Può aiutare gli individui ad affrontare problemi legati alla scuola, come:
- ansia da prestazione
- bullismo
- difficoltà di apprendimento
Psicoterapia sistemico-relazionale o cognitivo-comportamentale?
La scelta tra approccio sistemico relazionale e psicoterapia cognitivo-comportamentale dipende:
- dalle preferenze del cliente
- dalla natura del problema
- dalla disponibilità di terapeuti
In alcuni casi, una combinazione dei due approcci, nota come terapia integrata, può essere appropriata per affrontare efficacemente i problemi psicologici complessi. È consigliabile discutere con uno psicoterapeuta qualificato per determinare quale approccio sia più adatto alle proprie esigenze.
Obiettivi | esplorare e intervenire sulle dinamiche relazionali, promuovere cambiamenti positivi nelle interazioni familiari e relazionali, favorire la comprensione reciproca, la comunicazione efficace e la collaborazione all’interno del sistema familiare |
Tecniche | genogramma, disegno congiunto della famiglia, griglia delle semantiche familiari (GSF), oggetto metaforico |
Per cosa è utile | problemi familiari e conflitti relazionali, disturbi psicologici, problemi di coppia |
Durata | 60 min |
Costo | 50€-100€ |
La psicoterapia sistemico relazionale online di Serenis
In questo blog troverai tantissimi altri articoli che parlano di salute mentale, questo in particolare descrive la terapia sistemico-relazionale.
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