Che cos’è l’amore: sentimento irrazionale o scelta da coltivare?

Quello di amore è un concetto sul quale si discute da sempre: ciascuno fa la sua esperienza di amore ed è diversa da quella di chiunque altro. Per questo è difficilissimo definire con precisione che cos’è l’amore, perché non esiste una risposta univoca e generalizzabile a tutti per questa domanda.

Ma la psicologia può individuare alcuni elementi che fanno parte di questa definizione e sono sempre presenti. Scoprire che cos’è l’amore ti incuriosisce? Continua a leggere per saperne di più.

Che cos’è l’amore: cosa vuol dire amare qualcuno?

Fin dalla notte dei tempi si è cercata una risposta alla domanda “che cos’è l’amore?”, e nessuno è mai riuscito a soddisfare tutti. Quello che sappiamo è che si tratta di un sentimento molto profondo, che viene indirizzato a un’altra persona che occupa per noi un ruolo speciale e che non possiamo scegliere, così come non possiamo evitare. Questo mito ha contribuito, nel corso dei secoli, ad attribuire all’amore un alone magico e misterioso, rivestendolo di un’aura lucente che ci fa sognare a occhi aperti.

Ma è davvero così? Oggi la scienza ci offre un approccio più razionale, per studiare il fenomeno e capire che cos’è l’amore sfruttando un altro punto di vista. La biochimica ha descritto i processi fisici e chimici che fanno sì che due persone vengano attratte l’una dall’altra e che intervengono durante la fase dell’innamoramento. Ma, di nuovo, ci troviamo di fronte a una definizione che implica una certa ineluttabilità, che ci prova totalmente del potere di scegliere qualcosa in amore. Ma attenzione: questo è molto rischioso perché ci porta a confondere l’amore con l’innamoramento.

Come inizia l’amore: l’attrazione e l’innamoramento

Iniziamo proprio da questi due passaggi per capire che cos’è l’amore, che è un sentimento molto più complesso di quando la chimica dell’attrazione non possa riuscire a spiegare. Ma tutto inizia da qui e da ciò che ne consegue in maniera immediata: il corteggiamento.

La neuropsicologia si è occupata di descrivere queste dinamiche dal punto di vista neurofisiologico. Hai presente, durante la prima fase della frequentazione, quelle incredibili sensazioni di piacere euforico che provi anche solo rivivendo i ricordi dell’ultimo incontro? Si deve all’azione della dopamina, il neurotrasmettitore che più di tutti è associato a forti emozioni positive, la cui azione in seguito viene rinforzata dall’ipotalamo. Con il procedere della frequentazione, aumentano i livelli di dopamina disponibile nel sistema nervoso, favorendo in questo modo comportamenti volti alla ricerca di una gratificazione. Questo meccanismo alimenta il circuito della ricompensa ed è alla base della pervasiva voglia di passare più tempo possibile con il partner.

Quando la conoscenza dell’altra persona si approfondisce, l’attrazione aumenta e subentrano altri neurotrasmettitori, ovvero la feniltilamina e la noradrenalina, che causano la famosa sensazione delle farfalle nello stomaco e di quel senso di aumentata energia che ci fa sentire meno l’appetito e il sonno. A questi si aggiunge anche l’ossitocina, universalmente conosciuto come l’ormone dell’amore. Questa fama si deve alla sua capacità di favorire la formazione di legami profondi, il desiderio di prendersi cura di qualcuno e una sensazione di benessere e piacere quando questi due bisogni vengono appagati o semplicemente quando si ricorda la persona amata.

La seconda fase: l’amore vero e proprio

Se la fase dell’innamoramento è caratterizzata da un’autentica tempesta ormonale che ha dei corrispettivi emotivi, in seguito subentra una fase più razionale: ebbene sì, qualsiasi cosa possano dire i luoghi comuni, l’amore include anche delle scelte, e una di queste arriva subito dopo l’innamoramento. Una volta che il sistema nervoso si è abituato agli ormoni della prima fase, infatti, inizia a produrre un maggiore quantitativo di endorfine.

Queste ci regalano una sensazione di benessere quando ci troviamo con il partner e rappresenta la base per capire se con questa persona vogliamo proseguire la relazione in vista anche del futuro. Subentra un cambio di prospettiva che ci induce a ragionare sul lungo termine e a chiederci se la sensazione piacevole che proviamo è data dalla sicurezza che l’altro ci trasmette, non in termini di protezione ma di punto fermo per una vita insieme.

Forse questa fase ti sembrerà perdere molto del romanticismo che classicamente si attribuisce all’amore come un processo completamente incontrollabile e spontaneo. Ma le nostre considerazioni ci portano a fare una scelta consapevole riguardo al nostro futuro con l’altro, e qui possiamo dire che si inizia a cogliere davvero che cos’è l’amore.

Che cos’è l’amore secondo la psicologia

Dopo aver visto come la neuropsicologia intende l’amore, possiamo cercare di dare una lettura psicologica di questo fenomeno. A questo punto il discorso diventa più complesso, dal momento che dal punto di vista della psicologia questo sentimento viene ulteriormente razionalizzato, già nelle fasi che precedono l’innamoramento.

La ricerca di un partner, infatti, è carica di aspettative che si cerca di soddisfare. Da una parte, si cerca qualcuno che presenti delle caratteristiche simili alle nostre, che ci risultino famigliari perché sappiamo di poterle più facilmente incastrare con il nostro modo di essere; dall’altra, cerchiamo qualcuno che sia in sintonia con il nostro modo di pensare e, soprattutto, con il nostro progetto di vita, qualsiasi esso sia.

Da ciò deriva che possiamo facilmente innamorarci di uno stereotipo prima che di una persona, o di una persona che ricalca questo stereotipo. Ma significa anche che ci innamoriamo di una persona che sia disposta a condividere un percorso con noi cercando di raggiungere una meta comune a entrambi. In pratica, secondo la psicologia l’amore è una dinamica che ci lega a qualcuno che riteniamo adatto a noi.

Da questo punto di partenza scaturiscono tre elementi che Sternberg definiva essenziali nel determinare che cos’è l’amore:

  • l’intimità, intesa non tanto in senso fisico quanto in termini di vicinanza emotiva, di risonanza affettiva e di condivisione di stati d’animo positivi e negativi;
  • la passione, più legata alla dimensione sessuale come momento di unione e condivisione per eccellenza;
  • l’impegno e la decisione, che sottendono il presupposto che si possa decidere di amare qualcuno e di mantenere con dedizione questo sentimento nel tempo per costruire una relazione stabile e destinata a crescere.

Diversi tipi di amore

Le tre dimensioni che abbiamo appena visto possono dare luogo, secondo Sternberg, a diversi tipi di amore, che non necessariamente hanno una caratterizzazione romantica:

  • la simpatia presenta solo l’elemento dell’intimità, dal momento che si instaura tra persone che condividono un modo di stare insieme ma senza un progetto e senza intimità;
  • l’infatuazione è un passo indietro rispetto all’innamoramento e si ferma all’attrazione , anche se a volte coinvolge anche una sorta di idealizzazione dell’altro che però non viene seguita da una conoscenza approfondita;
  • l’amore vuoto è privo sia di intimità che di passione, viene mantenuto in maniera razionale e intenzionale per aderire a dei precisi valori oppure per interesse;
  • l’amore romantico viene vissuto completamente nel qui e ora, è quello esaltato da cinema e letteratura e che non si preoccupa per il futuro;
  • l’amicizia si pone a un livello più profondo, perché prevede un impegno e la volontà di mantenerlo, così come una forte intimità, ma si differenzia dall’amore che caratterizza una coppia per l’assenza di attrazione e, quindi, di passione. È un rapporto che può instaurarsi anche nelle coppie di vecchia data, in cui precedentemente c’era anche una passione che, con il passare del tempo, è svanita;
  • l’amore fatuo viene guidato dal desiderio di possesso, non include nessun tipo di intimità affettiva ma c’è una sorta di impegno, dettato però dalla volontà di mantenere viva la passione;
  • l’amore perfetto, secondo Sterneberg, è l’unico completo di tutte le dimensioni ed è estremamente difficile da trovare e mantenere.

Conclusioni su che cos’è l’amore

In base a quanto detto, cosa possiamo concludere? Che cos’è l’amore? La psicologia ci suggerisce di accantonare l’idea romantica dell’amore come una passione travolgente e totalmente fuori dal nostro controllo, per passare a una prospettiva più razionale e matura sull’argomento.

Certamente la parte di attrazione è la prima che entra in gioco e permane all’interno della relazione sotto forma di passione e desiderio di condividere un’intimità fisica, ma è solo una parte dell’amore. L’intimità è soprattutto affettiva, è risonanza emotiva e anche capacità di combinare tutte le caratteristiche di ciascuno con quelle dell’altro. L’amore, infatti, è anche un processo di continua negoziazione, di ricerca di un compromesso che porti al benessere di entrambi. È una forma di cura ma anche fonte di felicità.

Infine, l’amore è la condivisione di un progetto di vita, una decisione che assumiamo consapevolmente e che coltiviamo attivamente ogni giorno nel tentativo di raggiungere il nostro obiettivo.

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Revisori

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Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.