La mappa delle piccole cose perfette: un’allegoria dell’adolescenza

L’adolescenza è come navigare in acque agitate, un viaggio di scoperta e trasformazione mentre si affrontano le tempeste dell’incertezza e della crescita.

Alcuni film alcuni film hanno il potere di farci riflettere su aspetti significativi e complessi della nostra umanità in modi che possono raggiungere profondità sorprendenti, specialmente per gli adolescenti.È il caso, ad esempio, della pellicola del 2021, La mappa delle piccole cose perfette, di cui parleremo di seguito.

Storia dell’adolescenza: La mappa delle piccole cose perfette

Nel film La mappa delle piccole cose perfette, Mark e Margaret, i due protagonisti, si trovano a rivivere all’infinito la stessa giornata, intrappolati in un’altra dimensione temporale. La complessità e la profondità del rapporto che si crea tra di loro fa da sfondo a una serie di riflessioni sul senso dell’esistenza, nel tentativo di capire come uscire dal loop e tornare al normale flusso del tempo.

Cercano allora di escogitare un piano, andando alla ricerca di tutte le ricchezze che la vita è in grado di offrire, apprezzandone la perfezione con lo stupore di un bambino e godendo della loro bellezza in un attimo fuggevole. Mentre il loro piano prende forma, emerge un profondo confronto con le sfide emotive che il futuro può riservare: le aspettative che generano paura e ansia nell’adolescenza, la difficoltà nell’accettare il dolore inevitabile e la consapevolezza che non c’è fuga da esso.

La mappa delle piccole cose perfette è un omaggio a due grandi temi: la necessità di vivere nel qui e ora per godere della vera essenza della vita e la delicatezza di un periodo di transizione e tempesta emotiva come l’adolescenza.

La mappa delle piccole cose perfette nella quotidianità

Nel film La mappa delle piccole cose perfette, Mark e Margaret si impegnano nella ricerca di momenti di perfezione, in cui godere pienamente del valore delle cose, delle sensazioni e delle emozioni, negli innumerevoli istanti che la quotidianità ci regala.
Si tratta di una questione estremamente rilevante, accentuata dai ritmi frenetici imposti dalla società moderna, che spesso pone un’enfasi eccessiva sulle prestazioni. Questa pressione, combinata con l’influenza sempre crescente dei social media sugli adolescenti, contribuisce ad amplificare il problema. Troppo spesso, ci troviamo immersi in una routine così rapida da non prestare attenzione a ciò che ci circonda, nemmeno quando è di fronte a noi, passando davanti ai nostri occhi innumerevoli volte.

In pratica, inseriamo la modalità pilota automatico per la maggior parte del tempo della nostra esistenza, lasciando che questo prenda il controllo della nostra vita, fatta di momenti che scorrono senza lasciare traccia.

Da questo punto parte lo sviluppo della mindfulness, la disciplina nata da Jon Kabat Zinn con lo scopo di riprendere il controllo sul momento presente. L’obiettivo della mindfulness è quello di indurre uno stato mentale di concentrazione assoluta su tutte le sensazioni, percezioni sensoriali ed emozioni che ci toccano, senza giudicarne la bontà o la giustizia. Tutto viene preso per ciò che è, in quanto momento presente.

La totalizzazione del momento attuale è qualcosa che durante l’adolescenza avviene in maniera spontanea: ogni stimolo in grado di attivare viene vissuto pienamente e ciascuna emozione è amplificata, anche se a volte gestita con confusione, secondo una modalità tutto o niente che è tipica della tempesta emotiva di quest’età.

La necessità di controllo per avere la nostra mappa delle piccole cose perfette

La mappa delle piccole cose perfette vuole anche simboleggiare la dinamica che si instaura quando si porta avanti una strenua ricerca del controllo, da esercitare su qualsiasi aspetto e versante della vita. I protagonisti del film cercano di rendere perfetta una giornata prevedendo tutte le variabili, manipolandole in modo da rendere impeccabile il flusso che viene a crearsi. Ma ciò che viene raccontato è molto lontano dalla realtà che viviamo tutti i giorni: accade sempre qualcosa di inaspettato, che non era previsto e non possiamo controllare, perché nella realtà il numero di variabili che possiamo gestire e manipolare è ridotto.

Questo innesca incertezza e paura, la stessa paura che guida la necessità stessa di ricercare la perfezione attraverso il controllo. Il bisogno di gestire tutte le variabili che riguardano sé, gli altri e il resto del mondo. Ciò vale per gli tutti, ma in modo particolare per i giovani adulti, che attraversano un periodo di crescita tempestato di incognite e domande che rendono il futuro imprevedibile e, di conseguenza, spaventoso. I cambiamenti nel corpo che hanno sempre conosciuto e che ora assume una forma radicalmente diversa che deve essere riconosciuta come propria, i cambiamenti nei pensieri che diventano più elaborati e profondi, e soprattutto i cambiamenti del mondo emotivo e dei desideri che progressivamente iniziano a prendere piede distanziandosi da quelli dell’infanzia, pongono l’adolescente di fronte all’ignoto di ciò che gli riserva il suo futuro.

L’identità dell’adolescente diventa più complessa, inizia ad avvicinarsi a quella dell’adulto, e il ragazzo è chiamato ad assumersi nuove responsabilità che possono essere fonte di preoccupazione. La necessità di controllo è un modo per trovare dei punti fermi che possano dare sicurezza in una vita in movimento, permettendo all’adolescente di gestire l’ansia e renderla sopportabile. Ne derivano una certa rigidità e intransigenza, oltre a una intolleranza alle variazioni e agli imprevisti.

Ma, se è vero che non possiamo controllare tutte le variabili, possiamo acquisire una maggiore consapevolezza su noi stessi, sui nostri processi mentali e, in particolare, sui nostri pensieri. Non possiamo eliminare i pensieri che non ci piacciono, le emozioni che ci fanno star male o ci creano angoscia, ma possiamo diventarne consapevoli in modo da ridurre il loro impatto sulla nostra emotività, grazie alla pratica della mindfulness e della meditazione che ci derivano dalle discipline orientali. L’accettazione del fatto che alcune variabili siano al di fuori della portata del nostro controllo può aiutarci ad accettare le nostre imperfezioni e quelle degli altri.

La mappa delle piccole cose imperfette: un messaggio di speranza e coraggio

Infine, La mappa delle piccole cose imperfette tocca anche il tema della perdita, della separazione da qualcuno che si ama e che si allontana da noi. Affrontare una perdita, ad esempio un lutto, è qualcosa che spaventa, perché si immagina che il dolore provato nel dire addio sia impossibile da gestire e da superare. Per questo motivo capita spesso di rimandare il momento in cui si affronta il lutto e si fanno i conti con tutte le emozioni negative che questo comporta.

Fronteggiare una situazione di perdita è particolarmente difficile, e può comportare depre per un adolescente, già impegnato dai turbamenti che comportano tutte le modifiche fisiche, emotive e caratteriali che sta faticando a gestire. Questa concomitanza di sfide può portare a sperimentare sentimenti di tristezza profonda, e in alcuni casi, può portare persino alla depressione nell’adolescente. La procrastinazione e il tentare di ignorare la necessità di affrontare la perdita sono le strategie che vengono messe in atto ma, come abbiamo detto, eliminare dei pensieri intrusivi o delle emozioni che fanno soffrire, non è una soluzione praticabile perché il sopraggiungere dei nostri pensieri e delle nostre emozioni non è qualcosa che possiamo controllare.

Allo stesso modo, non è possibile non sentire dolore e sofferenza quando si perde qualcuno con cui si ha un legame importante, tanto meno è possibile dimenticare. Prima o poi la perdita va affrontata e il dolore deve trovare la sua espressione. Dire addio è necessario, anche attraverso un passaggio simbolico, come un messaggio in una lettera o un funerale. Sono espedienti che aiutano a elaborare la perdita in modo sano, dando spazio alle emozioni negative che non possono sparire semplicemente ignorandole o cercando di metterle a tacere. È un processo doloroso, che può anche essere faticoso, ma che deve essere normalizzato come inevitabile e, di nuovo, la consapevolezza di se stessi può aiutare a gestire questo momento.

Che cosa ci insegna La mappa delle piccole cose perfette

Se dovessimo riassumere in poche parole il messaggio di questo film, potremmo dire che La mappa delle piccole cose perfette ci offre un’analisi approfondita sull’esperienza di questa fase della vita e dei relativi problemi adolescenziali.

L’emozione prevalente in questo passaggio della vita è inevitabilmente l’incertezza, che può trasformarsi facilmente in paura di ciò che non si conosce, di cosa porterà il futuro e delle responsabilità alle quali si sarà chiamati. Ma non si può scappare da questo stato d’animo: controllare tutte le variabili è un tentativo destinato a fallire. Ciò che invece si può provare a fare è rimanere nel qui e ora vivendo la bellezza del presente come successione di momenti unici, colorati da un tono emotivo positivo o anche dalla sofferenza. Qualsiasi cosa offra il presente, deve essere vissuta, perché riserva sempre degli insegnamenti, come quello di imparare a vivere nel dolore per affrontarlo e riuscire, infine, a lasciarlo andare.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.