Depressione in adolescenza: come riconoscerla e affrontarla

La depressione durante l’adolescenza è comune ma trattabile. Esplora i sintomi, i fattori di rischio e le opzioni di trattamento per garantire un sostegno adeguato ai giovani in difficoltà.

Uno dei periodi della vita delle persone più spesso caratterizzato da emozioni contrastanti e cattivo umore è l’età dell’adolescenza. Durante questi anni di crescita e cambiamento, gli adolescenti affrontano una serie di sfide e ostacoli, e non è raro che possano sperimentare disturbi dell’umore, tra cui la depressione. Tuttavia si tratta di un problema spesso sottovalutato. Uno studio (Haarasilta et al., 2004) ha dimostrato che di fronte a una prevalenza che può arrivare fino al 15% di episodi depressivi maggiori tra i giovani (tra i 15 e i 24 anni) solo la metà arriva all’attenzione dei medici di base e soltanto il 20% di loro fa una richiesta d’aiuto a un anno dall’inizio del problema.

Si rivela importante, quindi, non confondere problemi adolescenziali come una condizione di tristezza o demotivazione con la malattia vera e propria, ma è altrettanto fondamentale riconoscere tempestivamente i possibili segnali della depressione, che può assumere forme mascherate o nascoste.

Sintomi della depressione in adolescenza

Per capire bene quali sono i sintomi della depressione in adolescenza è necessario, innanzitutto, differenziare la depressione come normale fenomeno presente nell’adolescente dalla malattia depressiva vera e propria.

Alcuni segnali vengono in nostro aiuto come:

  • estrema tristezza, come in un lutto;
  • isolamento;
  • anomalie nel sonno;
  • irritabilità;
  • esplosioni di rabbia anche inattese;
  • sensazione di non valere niente;
  • vivere ogni critica come un fallimento senza rimedio;
  • senso di inferiorità rispetto ai coetanei;
  • difficoltà scolastiche.

In alcuni casi, la depressione nell’adolescenza può manifestarsi con sintomi che non sono tipici o mascherati: l’abuso di alcol e droghe, problemi di concentrazione, iperattività e ostilità, comportamenti spericolati, bullismo o sintomi psicosomatici.

Come riconoscerla: l’importanza della diagnosi

Riconoscere un disturbo dell’umore nell’età adolescenziale è un fattore di prevenzione molto importante per evitare l’insorgere di eventuali patologie da adulti e intraprendere in modo tempestivo le terapie consigliate. Talvolta può capitare che questi problemi si presentino anche nella preadolescenza.

Spetta soprattutto ai genitori cogliere i primi segnali del malessere depressivo, un campanello d’allarme che deve suonare quando si manifestano cambiamenti improvvisi e importanti nella vita dell’adolescente.

Da non sottovalutare che quando un adolescente soffre di depressione, oltre al disturbo stesso, presenta effetti collaterali che possono causare problemi per tutta la vita. Gli effetti del cattivo rendimento scolastico, per esempio, minano la fiducia e l’immagine di sé fino a influire sul futuro.

La soluzione più efficace è rivolgersi a un professionista della salute mentale: più l’intervento è precoce e vicino all’esordio o alle prime fasi della depressione, più aumentano le probabilità di remissione.

La diagnosi è essenzialmente basata sui sintomi, e viene effettuata attraverso:

  • una raccolta dettagliata della storia dell’adolescente;
  • osservazione comportamentale;
  • resoconti dei genitori;
  • valutazione psicopatologica effettuata attraverso l’utilizzo di specifici test;
  • valutazione della familiarità (per disturbi psichiatrici, disturbi affettivi, suicidi) e al decorso della condizione depressiva (età di comparsa, numero di episodi, presenza di altri disturbi);
  • valutare in modo continuo l’ideazione suicidaria e il rischio di suicidio.

I familiari, dal canto loro, possono provare ad aiutare il o la giovane a riflettere su quanto sta accadendo. Un ragazzo con queste problematiche ha bisogno di sentirsi sostenuto, senza che le sue idee o emozioni vengano minimizzate o ridicolizzate.

I rischi maggiori

Di particolare preoccupazione per il genitore è il rischio di suicidio nei casi di depressione in adolescenza. Di essenziale importanza è la comprensione di segnali che possono indicare che un ragazzo abbia pensieri di morte o mediti di togliersi la vita. In questo contesto il rapporto tra figli e genitori ha un ruolo fondamentale. Ecco quali elementi non sottovalutare:

  • parla spesso della possibilità di togliersi la vita o ci scherza sopra;
  • sembra convinto che non ci sia più nulla da fare, non ci siano vie d’uscita e nemmeno speranza;
  • idealizza la morte e la considera un modo per essere ricordato/considerato;
  • ha comportamenti che lo mettono in pericolo di vita;
  • vende o dona cose di valore;
  • saluta amici e familiari come se fosse l’ultima volta che li vede.

Inoltre, secondo uno studio (Schweren et al, 2018) sembrerebbe esserci un rischio di ammalarsi di diabete ed epatite, di sviluppare disturbi ai reni e al fegato, una volta divenuti adulti. La depressione grave durante il periodo adolescenziale è anche un fattore di rischio per insuccessi nella carriera scolastica, per abuso di sostanze stupefacenti e sintomi psicotici.

Impossibile definire con certezza quanto possa durare questo stato depressivo nei giovani adulti, ma se non viene trattato può regredire spontaneamente in 6-12 mesi, anche se con il rischio che ricompaia.

A chi chiedere aiuto: cure e terapie

Per guarire da un disturbo depressivo in adolescenza è necessario intervenire il prima possibile. Fondamentale rivolgersi innanzitutto al proprio medico di base, poi a un esperto della salute mentale. Il trattamento della depressione nell’adolescente può essere psicoterapico, farmacologico oppure entrambi.

Nella maggior parte dei casi, l’associazione di terapia farmacologica e psicoterapica favorisce la remissione dei sintomi, ma rimane necessario lavorare sulla consapevolezza delle problematiche dell’adolescente e il riconoscimento dei segnali al fine di identificare più velocemente eventuali nuovi episodi depressivi.

L’intervento psicologico risulta essenziale anche perché spesso l’adolescente che soffre di depressione si sente “diverso” o “sbagliato” a causa della sua malattia. Il o la professionista può favorire l’integrazione di questa esperienza nell’immagine di sé e nel rapporto con le altre persone.

Importantissimo, inoltre, anche il supporto della famiglia che può intraprende un percorso psicoeducativo focalizzato sull’aiutare tutti i componenti del nucleo familiare a capire meglio la problematica dell’adolescente e come comportarsi, ma anche per indirizzarli a elaborare i vissuti e le emozioni legate alla problematica di chi soffre di depressione.

Cosa fare se pensi che un ragazzo sia depresso

Se sospetti che un ragazzo possa essere afflitto dalla depressione, è essenziale cercare di stabilire un canale di comunicazione aperto con lui. Ascoltarlo attentamente è il primo passo per comprendere la sua situazione e offrirgli il sostegno di cui potrebbe aver bisogno.

È fondamentale che i genitori dimostrino sensibilità e comprensione nei confronti dei sentimenti del loro adolescente. Essi devono essere attenti a segnali di eventuali sentimenti di abbandono, di perdita o di sconfitta che il ragazzo potrebbe provare. Mostrare empatia e disponibilità a ascoltare senza giudicare può contribuire significativamente a creare un ambiente in cui l’adolescente si senta confortato e supportato nella gestione dei suoi sentimenti e delle sue difficoltà.

Devi creare, perciò, una relazione d’aiuto, ossia un rapporto dove uno chiede aiuto e l’altro è disponibile a fornirlo. Puoi creare relazioni d’aiuto anche grazie all’incontro con il medico di famiglia, con il pediatra, con l’insegnante, un allenatore, un animatore, occasioni in cui l’adolescente può fare una richiesta, appunto, di aiuto.

In questi incontri è possibile scoprire le risorse e le potenzialità per la crescita, a cui si affianca poi la relazione specialistica con uno psicoterapeuta per l’adolescente. È fondamentale, quindi, rivolgersi agli esperti per iniziare un percorso che possa portare alla guarigione. Su Serenis puoi trovare un supporto psicologico grazie a un team di psicoterapeuti online pronti a fornire nuovi strumenti per guarire dalla depressione in adolescenza.

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Fonti

  • Haarasilta, L. M., Marttunen, M. J., Kaprio, J. A., & Aro, H. M. (2004). Correlates of depression in a representative nationwide sample of adolescents (15–19 years) and young adults (20–24 years). The European Journal of Public Health, 14(3), 280-285;
  • Wells, A. (2008). Metacognitive Therapy for Anxiety and Depression. New York: Guilford Press;
  • Schweren, L., Van Borkulo, C. D., Fried, E., & Goodyer, I. M. (2018). Assessment of symptom network density as a prognostic marker of treatment response in adolescent depression. JAMA psychiatry, 75(1), 98-100;
  • Manuale MSN versione per professionisti, Disturbi depressivi nei bambini e negli adolescenti;
  • Healthline, Teen Depression.
Dott. Raffaele Avico

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Psicologo clinico e psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia cognitiva e sessuologia clinica. La mia formazione include anche EMDR e mindfulness. Ho un'ampia esperienza nella gestione di disturbi d'ansia, dell'umore, da stress, sessuali, e da uso di sostanze. Mi dedico in particolare al trattamento del trauma psicologico e delle dipendenze. Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.