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Regole per adolescenti: come applicarle? Le 3 condizioni di Rogers

Cosa significa, oggi, riflettere sulle regole da dare a chi è adolescente? Per prima cosa, significa considerare questa fase della vita su due fronti: quello della Storia, cioè il contesto socio-culturale in cui ci troviamo, e quello della storia personale, cioè il periodo di trasformazione verso l’età adulta, un passaggio unico e irripetibile per chiunque di noi. 

Dal punto di vista culturale, rispetto alla dimensione della famiglia e dell’educazione, la nostra società ha subìto delle trasformazioni rapide. Charmet (2014) ha individuato due modelli contrapposti: quello della famiglia “etico-normativa” e quello della famiglia “affettiva-valorizzante”, che, nel tempo, ha prevalso sulla prima.

La famiglia etico-normativa: “È così e basta” 

Nella famiglia etico-normativa, si pensa al figlio come a un selvaggio da educare: di conseguenza, le basi educative sono la punizione, l’imposizione e la norma. Il limite viene imposto e non interiorizzato, il contatto coi propri desideri viene sfavorito. Tutto il sistema è centrato sulla colpa e sulla riparazione.

Questo tipo di famiglia può generare “l’adolescente edipico”, cioè l’adolescente che mantiene una dipendenza psicologica dai genitori, sviluppa senso di colpa se se ne distanzia, ha forti modelli e valori cui aderire e possiede un forte senso di responsabilità. 


La famiglia affettiva-valorizzante: “Volere è potere” 

Nella famiglia affettiva-valorizzante, si pensa al figlio come un essere umano naturalmente buono e socievole, che necessita di amore per svilupparsi al meglio. Il progetto educativo si basa sul crescere figli felici, valorizzati e realizzati, cercando di farsi obbedire più per amore che per paura. Le regole sono negoziate, non imposte.

Questo tipo di famiglia può generare “l’adolescente narciso”, cioè l’adolescente che fatica a vedere l’altro perché è abituato ad avere lo sguardo su di sé, e che sviluppa la certezza del diritto al successo ma anche una dipendenza dal riconoscimento del mondo in cui vive. Le scelte sono vissute come mai definitive e sempre reversibili. 

Dal punto di vista etimologico, l’adolescente (dal verbo adolescere) è colui che si sta nutrendo, mentre l’adulto – dal participio passato della stessa radice – è colui che si è nutrito. Oggi pensiamo che tutto l’arco di vita sia soggetto a un’evoluzione; è vero, però, che l’adolescenza rimane la fase principale di crescita e trasformazione. È infatti lo stadio tra l’infanzia e l’età adulta in cui passiamo dalla dipendenza all’indipendenza, dall’appartenenza a un gruppo familiare all’appartenenza a gruppo di pari, fino ad arrivare all’autonomia. 

È un processo non lineare e multidimensionale, che varia in base alla cultura di appartenenza. Nell’adolescenza la persona deve affrontare diverse sfide a livello biologico, cognitivo e psicologico. In quest’ottica, l’adolescenza «deve» essere l’età del rischio: quella in cui ci si assume la responsabilità di rischiare. Rischiare, infatti, significa vivere le esperienze e le relative frustrazioni.


La regola e le tre condizioni 

In quest’ottica, la regola può essere vista come qualcosa che non reprime la spinta trasgressiva, e che considera il rischio parte integrante e necessario per raggiungere la maturità. Al tempo stesso, i comportamenti a rischio vanno normati: l’adolescente non può affrontare in solitaria questa stima con i propri limiti e con quelli della società. La regola diventa lo strumento di facilitazione alla crescita, perché aiuta l’adolescente non solo ad agire ma anche a riflettere sul senso delle sue azioni. È anche un elemento protettivo, perché riduce i pericoli connessi al rischio.

Nel definire e applicare la regola, possiamo attenerci alle tre condizioni che secondo Rogers (1973) sono necessarie e sufficienti, in qualsiasi contesto, per facilitare la crescita personale: l’empatia, l’accettazione positiva incondizionata e la congruenza.

L’empatia, ovvero la capacità di leggere il mondo interno dell’altro (emotivo e cognitivo), ci permette, rispetto alla regola, di non finire in una situazione da muro contro muro. Aiuta a focalizzarsi sul senso del comportamento e facilita l’esplorazione del vissuto emotivo.

L’accettazione positiva incondizionata si riferisce alla persona, più che ai comportamenti: invece di giudicare l’adolescente in modo sbagliato, demonizzando le sue azioni, si cerca di fare informazione sulle conseguenze di quei rischi, in modo da permettere di gestirlo in modo non distruttivo.

La congruenza, infine, è la capacità di rimanere in contatto e consapevole di ciò che l’altro muove (e l’adolescente muove parecchio): questo è importante per evitare di irrigidirsi e per mantenere un atteggiamento autorevole senza scadere nella distanza emotiva. Assumere un certo grado di flessibilità rispetto alle regole permette di accogliere l’adolescente, di elaborare insieme il suo punto di vista e di aumentare il senso di responsabilità: se la regola è anche sua, sarà più semplice rispettarla.


Conclusioni 

L’adolescenza è una fase estremamente complessa e ricca nella vita degli individui: sta agli adulti aiutare ogni adolescente a farne un’occasione di crescita, invece che uno scoglio. Le regole sono uno degli strumenti che ci permettono di ottenere questo risultato. 

Per usarle in modo efficace è essenziale, per prima cosa, riuscire ad essere in contatto con l’adolescente che eravamo, ricordarci di cosa abbiamo avuto bisogno rispetto al tema del limite e di quello che abbiamo appreso.

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Fonti


Carl Rogers, “Libertà nell’apprendimento”, ed. Giunti Barbera, 1973;

Pietropolli Charmet Gustavo, “Adolescenza. Manuale per genitori e figli sull’orlo di una crisi di nervi”, ed. San Paolo, 2014;

Benasayag Miguel, Scmit Gerard, “L’epoca delle passioni tristi”, ed. Feltrinelli, 2013;

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.