Come superare il lutto per la morte di un genitore

Affrontare il lutto per la perdita di un genitore può essere un processo doloroso e complesso. Scopri strategie efficaci per superare questa difficile esperienza, comprese modalità di elaborazione emotiva, ricerca di supporto e preservazione del legame con il genitore defunto.

Potrebbe sembrare che perdere un genitore molto anziano sia meno doloroso che perderlo in giovane età.

In realtà le cose non stanno affatto così, la morte di un padre o di una madre è un evento traumatico a qualsiasi età: il lutto non è un fattore matematico e soprattutto non esiste una gerarchia del dolore. Anche se siamo adulti responsabili e da molto tempo non dipendiamo dai nostri genitori, il dolore di perderli è intenso e richiede tempo per essere accettato.

Perdere uno dei propri genitori è un lutto particolare perché, contemporaneamente alla scomparsa fisica del nostro caro, perdiamo noi stessi o comunque un piccolo tassello della nostra identità.

Madre e padre sono i nostri pilastri, le prime persone con le quali stabiliamo una relazione affettiva. I nostri genitori sono spesso le uniche persone che ci conoscono veramente, senza contare che sono stati i principali testimoni della nostra storia, delle nostre scelte e di tutti quei piccoli passi che ci hanno condotto lentamente nella vita adulta.

La loro morte provoca la scomparsa dei bambini che siamo stati. Da qui nasce la sensazione del sentirsi orfani anche in età adulta, ci sentiamo soli perché non possiamo più contare su nostra madre o nostro padre per sentirci protetti, sostenuti, difesi e amati.

Non è mai infantile sentirsi colpiti dalla morte di un genitore e non dobbiamo vergognarci del nostro dolore.

Come vedremo nel corso dell’articolo, per riuscire a superare questo evento così doloroso, è necessario prendersi del tempo e seguire i propri ritmi.

Non esiste un periodo standard per elaborare il lutto, per guardare una foto senza piangere o per svuotare la casa della nostra infanzia. Non c’è nessuna fretta e dobbiamo concederci la possibilità di provare tutta la vasta gamma di emozioni che attraversano il nostro cuore. A volte potremmo sentirci stanchi e apatici, altre arrabbiati, altre ancora turbati da rimorsi e rimpianti.

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Perdere un genitore: emozioni e sentimenti contrastanti

Non si è mai preparati alla morte di un genitore così come non si è pronti ad affrontare tutte le emozioni scatenate da questo evento.

A turbarci ancora di più è la consapevolezza di provare sentimenti spesso contrastanti tra loro.

Non dobbiamo stupirci: i processi psicologici alla base di questo caleidoscopio di sensazioni sono complessi e possono dipendere da diversi fattori.

La morte di un genitore dirige la nostra attenzione su quello che pensiamo di aver perso mentre erano in vita. Ci ritroviamo a pensare che potevamo fare di più, coltivare una relazione diversa, essere più presenti.

A volte può capitare di non avere più rapporti con la propria famiglia d’origine. In questo caso, la gestione del lutto è senza dubbio più complicata ma egualmente dolorosa. Allo stesso modo, la morte dopo una vicinanza emotiva continua e affettuosa può farci sentire soli, abbandonati e privi di quelle radici che ci hanno fatto sentire sempre al sicuro.

La perdita di un genitore spesso ci porta a idealizzarlo, a renderlo perfetto e a prova di errore nei nostri ricordi ma, in qualche caso, la sua assenza ci mostra chiaramente che non era la persona che pensavamo o della quale avremmo avuto bisogno.

Questo evento può provarci anche un’inaspettata sensazione di sollievo, soprattutto se sopraggiunge dopo una malattia particolarmente dolorosa e invalidante perché veder soffrire qualcuno che amiamo è difficile e inaccettabile.

Queste emozioni, anche se contrastanti e spesso difficili da accettare, sono tutte legittime, comuni e soprattutto devono essere affrontate ed elaborate senza nessun senso di colpa.

Quanto dura il lutto per un genitore?

È impossibile stabilire in maniera precisa e quasi scientifica il tempo necessario per accettare e superare la perdita di un genitore. Tuttavia, poiché il lutto è un evento fisiologico, la sua elaborazione potrebbe richiedere dai 9 ai 18 mesi.

Quali sono gli effetti della perdita di un genitore nella nostra vita?

Prima di comprendere come elaborare un lutto di un genitore, è necessario capire quali sono gli effetti di questa perdita nella nostra vita. I principali sono:

  • Vulnerabilità


Perdere una madre o un padre ci fa sentire insicuri perché il Genitore, inteso nel senso di archetipo, rappresenta il luogo sicuro, il rifugio che che ci ripara dagli assalti dalla vita e dove possiamo sempre tornare quando ci sentiamo tristi e vulnerabili. La sua scomparsa equivale alla perdita di amore incondizionato, sia da bambini che da adulti.

  • Perdita dell’identità


La perdita di un genitore equivale a un terremoto terrificante perché provoca un cambiamento epocale nella nostra vita. Il giorno prima siamo figli, il giorno dopo siamo delle persone adulte che non solo hanno perso una parte importante della propria identità ma devono anche costruirne una ex novo, un percorso difficile e spesso doloroso.

  • Cambiamento delle dinamiche familiari

Spesso ci ritroviamo a far fronte a un altro evento ovvero prenderci cura del dolore e della quotidianità del genitore ancora in vita. Da figli ci ritroviamo catapultati in una dimensione che non ci appartiene perché all’improvviso dobbiamo diventare “genitori del nostro genitore”, una situazione che può farci sentire ancora più soli e depressi.

6 consigli per elaborare un lutto di un genitore

1. Il tempo, un alleato prezioso ed efficace

Concediamoci del tempo, anzi regaliamoci tutto il tempo di cui abbiamo bisogno per uscire dalla nebbia del lutto. Non dobbiamo assolutamente sentirci pressati dai fattori esterni e dalle parole di chi ci sta vicino. In questo momento abbiamo la necessità di capire, accettare e successivamente ricostruire. Sono processi essenziali per la nostra identità, luoghi in cui la fretta non è contemplata.


2. Non combattere il dolore

Il dolore, per essere superato, ha bisogno di essere vissuto fino in fondo, senza riserve. È normale sentirsi vuoti, senza speranza o cadere in lunghi periodi di depressione. Non affrettiamo per nessun motivo la guarigione negando la sofferenza. Attraversare con coraggio le 5 fasi del dolore (diniego, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione ), vuol dire preparare un terreno fertile per la nostra rinascita.


3. Supporto emotivo

Il peso della sofferenza è spesso insopportabile e la solitudine può accrescere questa sensazione di estraneità e dolore. Per questo motivo è necessario cercare il supporto e il sostegno di amici e familiari che, attraverso la loro presenza, possano portarci un po’ di conforto. Chi scegliere? Lasciamo che siano il nostro istinto e la nostra emotività a guidarci.

Non dobbiamo aver paura di chiedere aiuto: spesso chi ci è vicino non sa cosa fare o come intervenire in momento così personale e doloroso. Esprimiamo le nostre esigenze senza remore o vergogna in modo tale che ci circonda sappia come supportarci al meglio.


4. Tornare alla routine

Tornare alla nostra routine, in un momento in cui niente è come prima, può aiutarci a trovare un’importante zona di comfort. Gli impegni professionali e personali possono trasformarsi in un’ancora alla quale possiamo aggrapparci mentre cerchiamo di elaborare quello che ci è successo. Attenzione però a non trasformarli in uno strumento per coprire e oscurare il nostro dolore.


5. Trasformare il dolore


Trasformare un evento negativo e destabilizzante come la perdita di un genitore è terapeutico ed essenziale per la nostra crescita personale.

Permettiamo alla tristezza di trasformarsi in empatia, al dolore di diventare capacità di amare senza riserve. Lasciamo andare la nostra identità compromessa e distrutta per trovare i tasselli del puzzle che comporranno la nuova versione di noi stessi.

Lasciamo che la morte ci insegni l’accettazione e la gratitudine per quello che è stato e che abbiamo vissuto con i nostri genitori.

6. Supporto professionale

Se non riusciamo a trovare sollievo, se le domande e il dialogo interiore non ci danno tregua e se capiamo che ansia e depressione stanno avendo la meglio, possiamo chiedere un aiuto professionale. Il supporto di uno psicologo può aiutarci a sviluppare la resilienza e a elaborare una serie di strategie efficaci per superare la tristezza prima che diventi patologica.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.