Ci sono persone che amano rimanere da sole, mentre altre non sanno proprio come gestire il tempo che passano in casa in compagnia di loro stessi. Per quest’ultima categoria di persone la solitudine rappresenta un vero e proprio tormento, durante il quale si sentono invasi da vari sentimenti negativi, come noia e tristezza.
Tu fai parte del primo o del secondo gruppo? Indipendentemente dalla risposta, imparare ad apprezzare la solitudine può essere un processo costruttivo alla scoperta di se stessi, delle proprie qualità e dei propri lati nascosti, è fondamentale per costruire un buon rapporto con l’unica persona che sta con noi per tutto il tempo della nostra esistenza, prima ancora che con gli altri. Continua a leggere e troverai alcuni consigli su come stare bene da soli.
Indice dall’articolo
State da soli e sentirsi soli: differenze tra due concetti
Prima di tutto è fondamentale precisare che c’è una grande differenza tra stare da soli e sentirsi da soli: nessuna delle due cose implica necessariamente l’altra poiché una persona può soffrire perché si sente isolata anche in un contesto in cui è circondata da altre persone, mentre un’altra può cercare la solitudine e stare bene con la sola compagnia di se stessa. Nel primo caso si avverte una mancanza, una sensazione di vuoto che provoca disagio e viene percepita come problematica, mentre nel secondo rimanere da soli può essere addirittura una scelta volontaria in cui l’individuo si sente completo.
Imparare a stare bene da soli per il proprio benessere: tutti i vantaggi
Nonostante rimanere molto tempo da soli e disinteressarsi alla compagnia degli altri non sia nella natura umana, dal momento che siamo animali sociali, imparare come stare bene da soli presenta numerosi vantaggi che permettono di far fronte all’inevitabile evenienza in cui ci troviamo in solitudine traendone anche dei benefici in termini di benessere personale.
I vantaggi per le proprie capacità
Dal punto di vista cognitivo, la solitudine elimina molti stimoli potenzialmente distraenti e quindi permette delle maggiori performance in termini di funzioni come la memoria e la concentrazione. Inoltre, la presenza di altre persone, ad esempio quando dobbiamo studiare, può darci una falsa idea di sicurezza perché siamo indotti a pensare che gli altri potrebbero colmare le nostre lacune, di fatto, questa convinzione ci impigrisce, limitando l’utilizzo delle nostre risorse.
A trarre beneficio dallo stare soli, quindi, è sicuramente la produttività, non solo per quanto concerne il lavoro che dobbiamo fare ma anche in quanto a creatività. La solitudine, infatti, stimola la capacità di pensiero divergente e la mancanza di pressione sociale favorisce un’espressione più personale e autentica. Ma non solo: l’intelligenza creativa viene impiegata anche nella risoluzione dei problemi e gli studi scientifici vertono proprio in questa direzione, dimostrando che, quando sono da sole, le persone si concentrano maggiormente per trovare autonomamente delle soluzioni alle difficoltà o agli ostacoli che si presentano.
I vantaggi nelle relazioni sociali e nel rapporto con se stessi
D’altra parte, imparare come stare bene con se stessi quando si è da soli ci permette anche di apprezzare al meglio le occasioni in cui, invece, siamo in un contesto sociale. La solitudine, infatti, sembra dare uno slancio al rinforzo dell’empatia e alla capacità di comprendere i processi mentali delle persone. Di conseguenza, stare da soli aiuta anche ad affrontare meglio le relazioni sociali inserendosi al meglio nelle interazioni e risultando più adeguati, grazie soprattutto a una maggiore consapevolezza di se stessi che la propria compagnia permette di sviluppare.
Quindi, se da una parte i risultati positivi sono visibili nei rapporti con gli altri, dall’altra impariamo anche a conoscere meglio noi stessi, rimanendo più a lungo immersi nei nostri pensieri e dedicando più tempo ai nostri interessi. Si tratta di qualcosa che, quando siamo con gli altri, non possiamo fare come vorremmo e per quanto tempo vorremmo, perché finiremmo per isolarci e rendere insoddisfatto chi ci sta accanto. Chi sta bene da solo, invece, riesce a stabilire delle priorità e dedicarsi alla sua crescita personale.
Perché è difficile stare bene da soli?
Ma se stare da soli ha tutti questi vantaggi, perché a volte è così difficile e a molte persone non piace? La risposta è semplice: molte volte si tratta di abitudine: se siamo sempre circondati da amici e famigliari, ci disabituiamo a rimanere con la sola compagnia di noi stessi. Ecco allora che la solitudine ci fa sentire smarriti, ci mette a disagio, ci annoia e, di certo, non riusciamo ad apprezzarla quanto serve a saperla sfruttare, perché non ne conosciamo le potenzialità.
Inoltre, ci sono anche delle situazioni in cui subentra una vera e propria paura di stare da soli, che si concretizza in pensieri ricorrenti che ci fanno vivere davvero male i momenti di solitudine, che nei casi più estremi possono scatenare ansia o sintomi depressivi. Ad esempio, quello che può succedere quando non siamo abituati a stare soli è colmare la situazione in cui, inaspettatamente, ci troviamo, di pensieri catastrofici. Il momento di solitudine, allora, viene immaginato espandersi a tutto il corso della vita, nella convinzione che si rimarrà soli per sempre, senza riuscire a trovare, ad esempio, un partner adatto.
Alla base di questi pensieri, quando sono in modo specifico rivolti all’affettività, c’è la convinzione che essere in una relazione di coppia sia l’unico modo per raggiungere la felicità e, se nessuno accetta di stare accanto a noi, significa automaticamente che abbiamo delle mancanze che ci rendono privi di attrattiva e di valore agli occhi delle persone. In pratica, entrano in gioco delle credenze assolute sull’amore e sulla vita di coppia.
Possono subentrare anche dei pensieri autosvalutanti rispetto alle proprie responsabilità, ad esempio attribuendosi tutta la colpa della propria solitudine o della fine di una relazione, sentendosi al contempo incompetenti dal punto di vista relazionale. Questo processo può portare all’anticipazione di situazioni negative, come l’essere incapaci di inserirsi all’interno di un gruppo e pensieri rivolti alla difficoltà stessa di rimanere soli.
Come imparare a stare bene da soli?
Per affrontare la paura di stare da soli e tutte le emozioni negative che possono accompagnare i momenti di solitudine quando non sono desiderati, è necessario iniziare a esaminare i pensieri che intervengono in questi casi. Alla base di un comportamento, infatti, ci sono dei pensieri, che possono bloccare l’azione. Questi pensieri non possono essere cancellati, ma possono essere resi più flessibili, mettendone in discussione la presunta verità assoluta: in questo modo sarà più facile produrre pensieri alternativi che possano soppiantarli e anche identificare con più precisione esattamente cosa ci fa paura della solitudine. Questa consapevolezza si può raggiungere solo rimanendo da soli e avendo del tempo da dedicare a se stessi e alla propria conoscenza.
In seguito, può essere utile anche pensare come reagiamo alla paura di stare soli, come cerchiamo di metterla a tacere o, al contrario, se ha un potere paralizzante nei nostri confronti. Questo passaggio è utile perché può aiutarci a capire quali processi sono disfunzionali, magari facendo un confronto con altre paure che abbiamo avuto in passato ma che sono state superate. Ripensiamo a quei momenti e cerchiamo di ricordare cosa era stato efficace per contrastare a paura e immaginiamo di poterlo applicare anche al caso della paura di stare da soli.
A questo punto, siamo pronti per passare alla parte pratica, affrontando la paura. Il sistema migliore è porsi dei piccoli obiettivi, che siano facilmente raggiungibili in modo da restituire un feedback positivo. Inizialmente ci vorrà uno sforzo di volontà, ma è un passo necessario anche se spaventa o crea imbarazzo. Da qui si potranno ricavare dei momenti da dedicare completamente alla nostra persona, che ci diano piacere e ci facciano sentire bene, svolgendo le attività che più ci danno qualcosa in cambio, come cucinare, fare esercizio fisico o coltivare la passione per l’arte. Sono momenti in cui ci prendiamo cura di noi stessi che saranno molto preziosi per arricchire la nostra solitudine e non farcela percepire come un peso o una mancanza.
Se non riesci a mettere in atto questi cambiamenti in autonomia, puoi sempre chiedere aiuto a un professionista.
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