Dipendenza affettiva: cos'è, come riconoscerla e come uscirne

La dipendenza emotiva, nota anche come dipendenza affettiva, è uno stato psicologico caratterizzato da un forte attaccamento emotivo verso una persona, al punto da compromettere l'autonomia e il benessere dell'individuo dipendente. Come riconoscerla?

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Cos’è la dipendenza affettiva?

La dipendenza affettiva è una condizione psicologica in cui la relazione di coppia diventa indispensabile per il proprio equilibrio emotivo. A differenza del normale attaccamento che caratterizza l’innamoramento, in questa forma disfunzionale il partner viene percepito come l’unico pilastro della propria esistenza, fino a trascurare i propri bisogni e desideri.

Questa dinamica è spesso alimentata dalla paura di perdere la relazione, portando a un’annullamento personale, a una mancanza di reciprocità e ad una dipendenza dal partner. Il risultato è un profondo disagio emotivo e, talvolta, fisico.

Cos’è la dipendenza affettiva?

Quanti tipi di dipendenze affettive esistono?

Esistono diverse tipologie di dipendenza affettiva:

• Passivo-dipendente

La personalità passivo-dipendente è convinta che le difficoltà della vita siano insormontabili e che soltanto il partner potrà salvarla, accudirla e sostenerla in qualsiasi momento.

• Codipendenza affettiva

"Io ti salverò": questo è il motto di chi soffre di codipendenza. Il tratto caratteristico di queste persone è che mostrano la tendenza a legarsi sempre a persone in stato di necessità e bisogno.

• Aggressivo-dipendente

La personalità aggressivo-dipendente vede il partner come un oggetto sul quale scaricare il peso del rancore, delle frustrazioni quotidiane, della rabbia accumulata nella vita di tutti i giorni o nelle relazioni precedenti.

Controdipendenza affettiva

Il controdipendente è dominato dalla paura dell’abbandono ma fugge da qualsiasi legame intimo e sociale, si rifiuta di mettere in pericolo la sua apparente autonomia rinunciando al lato emotivo e sentimentale della sua vita.

Quattro tipologie di dipendenza affettiva, quattro prigioni che intrappolano i rapporti sentimentali, familiari e amicali in una spirale dalla quale è difficile uscire: ma perché si diventa emotivamente dipendenti?

Sintomi della dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva si manifesta come un forte bisogno di legarsi a qualcuno, al punto da dipendere completamente da questa persona. Chi ne soffre ha un desiderio costante di fusione e investe tutte le sue energie nella relazione, vivendo nell’ansia di poter perdere l’altro e cercando rassicurazioni continue.

Anche se non è ufficialmente classificata come una dipendenza patologica nei manuali diagnostici, può raggiungere livelli molto estremi, simili a quelli della dipendenza da sostanze.

In genere, chi vive questa condizione fatica a riconoscere e a dare priorità ai propri bisogni e obiettivi senza il supporto di qualcuno. Nelle relazioni di coppia, tende a richiedere attenzioni e affetto in modo eccessivo, spesso non adeguato alla situazione. Questo comportamento può portare il partner a sentirsi sopraffatto, causando a volte la fine del rapporto.

Ecco alcune caratteristiche della dipendenza affettiva:

  • Bisogno costante di legame: dipendenza emotiva e totale da una persona.
  • Ansia da abbandono: paura persistente di perdere l’altro.
  • Richieste affettive eccessive: aspettative esagerate che rischiano di allontanare il partner.
  • Fatica nel riconoscere i propri bisogni: difficoltà a sentirsi autonomi o a stabilire obiettivi personali.

Questi sintomi possono manifestarsi non solo nella coppia, ma anche nei confronti di genitori, amici stretti o figure autoritarie.

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Cause della dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva nasce principalmente da esperienze difficili vissute nell’infanzia, in particolare nel rapporto con i genitori o le figure che si sono occupate di noi. Quando un bambino cresce con il messaggio di non essere degno d’amore o che i suoi bisogni non siano importanti, può sviluppare difficoltà a costruire un’autostima sana.

I genitori troppo protettivi o, al contrario, troppo permissivi, contribuiscono a questa condizione. Nel primo caso, il bambino può non imparare a fare scelte autonome, mentre nel secondo, può crescere con regole proprie troppo rigide.

Cause della dipendenza affettiva

In generale, chi sviluppa una dipendenza affettiva tende a rimanere intrappolato in dinamiche di relazione poco sane, spesso legate a un attaccamento insicuro. Questo porta la persona a cercare continuamente conferme dagli altri, perdendo il contatto con la propria identità e il proprio valore.

La struttura di personalità e la dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva è legata a una difficoltà nella gestione delle emozioni e nelle relazioni. 

Le persone che ne soffrono sviluppano spesso un attaccamento insicuro, che può manifestarsi come un disturbo dipendente o altre forme di personalità fragile. In queste persone, c’è un bisogno costante dell’altro per sentirsi valide, perché faticano a mantenere un equilibrio tra il proprio spazio emotivo e quello della relazione.

Questa dipendenza non riguarda solo il partner, ma la difficoltà di nutrire il proprio benessere senza l’approvazione o la presenza costante degli altri. In pratica, si cerca una soluzione emotiva immediata nell’altro, senza riuscire a stare bene da soli.

Spesso queste dinamiche sono il risultato di esperienze vissute da bambini con genitori troppo protettivi o distanti. Queste esperienze impediscono di sviluppare una sana autostima e portano a un’eccessiva dipendenza dall’opinione altrui, creando una costante insicurezza emotiva.

Dinamica di dipendenza affettiva all’interno della coppia

La scelta del partner da parte di una persona con dipendenza affettiva non è casuale. Chi soffre di questa condizione spesso si vede come una persona che non merita amore e, per questo, tende a scegliere partner che sono distanti, indifferenti o poco affettuosi, rafforzando così la sua bassa autostima.

La dipendenza affettiva è una dinamica che riguarda entrambi i membri della coppia. Il partner del dipendente può essere narcisista, problematico, o, a volte, essere una persona che rifiuta, sfugge o risulta difficile da raggiungere. La persona dipendente si dedica totalmente all’altro, cercando di renderlo felice, ma quando si sente sopraffatta o costretta, può reagire con ribellione. A questo punto, può provare un forte senso di colpa e cercare subito di riparare la relazione, oppure, se l’altro lo allontana, cercherà un altro legame per non sentirsi vuoto e privo di valore.

Dinamica di dipendenza affettiva all’interno della coppia

In alcune situazioni, la relazione può diventare pericolosa, soprattutto se si fonda su una dinamica di controllo e potere. Quando il dipendente tenta di ribellarsi, il partner può reagire con comportamenti aggressivi. In questo caso, la persona dipendente si sente responsabile dei comportamenti negativi dell’altro, rafforzando il suo senso di colpa e continuando a idealizzarlo.

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Cura per la dipendenza affettiva

La cura della dipendenza affettiva passa principalmente attraverso la psicoterapia, che aiuta la persona a comprendere le cause profonde del suo stato e a modificare i suoi modelli relazionali. Il trattamento mira a:

Comprendere i propri schemi emotivi: per individuare la radice della dipendenza e i meccanismi che la alimentano.

Rielaborare le esperienze negative: lavorare su traumi passati o legami insicuri per creare relazioni più sane e soddisfacenti.

Sviluppare l’assertività: insegnare al paziente a esprimere i propri bisogni senza paura o senso di colpa.

Migliorare l’autostima: rafforzare la fiducia in se stessi, modificando convinzioni limitanti che favoriscono la dipendenza.

Il primo passo per uscire da questa condizione è diventare consapevoli del proprio funzionamento emotivo. Solo attraverso la comprensione di sé è possibile interrompere il ciclo della dipendenza affettiva e costruire relazioni più equilibrate.

Tra le terapie più efficaci ci sono la psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT), che aiuta a riconoscere e cambiare i pensieri disfunzionali, e la psicoterapia psicodinamica, che esplora le radici emotive legate a traumi passati o dinamiche familiari disfunzionali.

Un’altra opzione utile è la terapia dialettico-comportamentale (DBT), che aiuta a gestire le emozioni intense e a sviluppare abilità relazionali.

Oltre alla psicoterapia, è fondamentale lavorare sull’autostima e sull’indipendenza emotiva, imparando a riconoscere e a esprimere i propri bisogni senza paura. Con il supporto di un terapeuta, la persona può intraprendere un percorso che la aiuti a creare relazioni più equilibrate e soddisfacenti.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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