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Come superare la timidezza: che cos’è e come gestirla

Ti definisci una persona timida? Sai che questa caratteristica può in parte associarsi alla personalità di una persona, ma anche intervenire in certe circostanze per proteggerci dalle situazioni che riteniamo socialmente rischiose? Allo stesso tempo la timidezza innesca dei modi di reagire e di comportarsi che, con il tempo, diventano un’abitudine.

Ma questo significa che possiamo affrontarla e uscire da questo atteggiamento di chiusura o, almeno, moderarne in parte gli effetti. Se vuoi sapere come superare la timidezza, continua la lettura e scoprirai tutto.

La timidezza: una definizione

Per sapere come superare la timidezza, è utile in primo luogo definire questo concetto, in modo da capire cosa possiamo modificare e dove concentrare gli sforzi.

La timidezza è un tratto di personalità, che a sua volta innesca emozioni e schemi di comportamento specifici. Per essere precisi, gli stati d’animo provocati dalla timidezza sono l’imbarazzo e la vergogna, due emozioni spiccatamente sociali che vengono attivate dall’esposizione al giudizio degli altri. I comportamenti che ne derivano, invece, sono all’insegna dell’evitamento, dello sforzo di evitare le situazioni che potrebbero risultare scomode e mettere a disagio.

Questa caratteristica non deve essere confusa con l’introversione, che invece rappresenta un modo di interagire con il mondo e implica un altro significato. La persona introversa, ad esempio, ama trascorrere del tempo da sola e fatica a lasciarsi andare in una libera espressione e condivisione delle sue emozioni e dei suoi pensieri, non perché provi imbarazzo, ma perché non ne sente la necessità. La persona timida, invece, può apprezzare la compagnia degli altri ma non le situazioni in cui si sente scoperta ed esposta allo sguardo degli altri, di cui ha paura. In pratica, potremmo definire la timidezza come una sfumatura dell’ansia, esclusivamente di tipo sociale, che causa un’agitazione anticipatoria al pensiero di poter essere rifiutati.

Ma non per questo la timidezza deve essere considerata come una debolezza caratteriale: si tratta di due elementi completamente distinti. Questo luogo comune prende le mosse dal fatto che le persone timide spesso sono anche più sensibili, propense più all’ascolto che al dialogo, una capacità che sviluppano proprio in virtù della paura a esporsi. È vero, però, che la timidezza, in determinate circostanze, può essere un limite e sapere come superarla può essere utile.

Come superare la timidezza: alcuni suggerimenti

Il primo passo per arginare la timidezza quando rappresenta un ostacolo è prendere consapevolezza di quali sono esattamente le situazioni che la innescano e ci fanno sentire a disagio. Dopodiché, si possono mettere in atto alcuni passaggi per lavorare su se stessi.

Accrescere la consapevolezza delle proprie emozioni

Prima di tutto, ti invitiamo a riflettere su questo concetto: la timidezza è una risposta all’ansia anticipatoria di una situazione che rischia di essere dannosa per noi e per l’immagine che abbiamo di noi stessi e che trasmettiamo agli altri. Ma non tutta l’ansia è negativa: è uno stato d’animo che, incerti casi, oltre a tenerci alla larga dai pericoli, può anche aiutarci a raccogliere le risorse necessarie a superare le difficoltà.

È del tutto normale che l’ansia riguardi anche, o soprattutto, situazioni sociali, dal momento che siamo predisposti alla vita in comunità e tutti noi, chi più chi meno, siamo legati al giudizio dell’altro. Ma anche in questi casi la forma di ansia che proviamo ci aiuta, se non è eccessiva, a prepararci al meglio per affrontare la sfida, in modo da dare la migliore impressione possibile. È fondamentale, quindi, accettare che la timidezza sia una caratteristica che non ci rende anormali, anzi è connaturata al nostro essere animali sociali in cerca di approvazione, in modo da saperla accogliere come una parte di noi che può anche celare dei vantaggi.

Come superare la timidezza gestendo le situazioni nel qui e ora

Ma quando ti trovi in una situazione che ti mette in imbarazzo, come fai a gestire la tua timidezza evitando che ti sia d’impaccio? Se proseguiamo sulla linea che abbiamo tracciato, secondo cui ansia e timidezza sono correlate, potresti trarre beneficio dalle tecniche di respirazione e dalle discipline meditative, come la mindfulness, che sono molto funzionali nella gestione dell’ansia e della sua sintomatologia.

In secondo luogo, queste pratiche aiutano anche a gestire i pensieri intrusivi: se temi qualcosa, è normale che la tua mente sia sempre portata lì. La mindfulness, però, può aiutarti a prendere le distanze dal circolo vizioso di pensieri tormentosi e a distogliere l’attenzione da ciò che ti fa paura concentrandoti su altro.

Come superare la timidezza lavorando sull’autostima

Ma la nostra ansia di fronte alle situazioni sociali che possono generare imbarazzo esponendoci al giudizio degli altri ha una fonte ben precisa, che coincide con una scarsa fiducia nelle nostre capacità di fare fronte alla sfida. Chi è molto sicuro di sé, non teme il confronto con gli altri, tanto meno il loro giudizio. Ecco perché un altro modo per superare la timidezza è rafforzare l’autostima e l’autoefficacia, ovvero la fiducia nelle proprie capacità.

A questo scopo può essere utile fare esperienze diverse, ampliando lo spazio d’azione e scoprendosi coraggiosi, pieni di risorse e capaci di cavarsela da soli. Non è necessario prodigarsi in missioni impossibili, ma semplicemente uscire gradualmente dalla propria zona di comfort.

Quando la timidezza è un problema?

Abbiamo detto che la timidezza è un tratto caratteriale, un modo di essere che predispone a mettere in atto certi comportamenti che, tutt’al più, può risultare fastidioso ed esporre in maniera più intensa a emozioni come imbarazzo e vergogna. Ma è anche vero che, al pari do forme moderate di timidezza, ne esistono anche alcune estreme, in cui la timidezza eccessiva fa parte di un quadro clinico di disturbo strutturato.

Abbiamo accennato, ad esempio, al disturbo da ansia sociale, che rientra nell’ambito delle fobie e consiste in una paura irrazionale, esagerata, rispetto agli stimoli sociali che implicano l’esposizione a un possibile giudizio da parte degli altri. Il metro di paragone per stabilire se si tratti di una psicopatologia risiede nell’entità della reazione, che è decisamente spropositata in rapporto allo stimolo che l’ha provocata. La reazione di angoscia può essere talmente intensa da dare luogo a un vero e proprio attacco di panico.

Un’altra categoria diagnostica, invece, è quella del disturbo evitante di personalità: in questo caso parliamo di un modo di essere che si struttura e diventa costante nella vita della persona, ma esce dalla norma per quanto riguarda l’intensità dei comportamenti. Nello specifico, parliamo di comportamenti di evitamento causati da un senso di inadeguatezza pervasivo e da un’ipersensibilità al rifiuto, che esitano nel tentativo di isolarsi per proteggersi dai potenziali pericoli.

Premesso che un disturbo di personalità non si può guarire, dal momento che definisce il modo di essere di una persona, in questo caso, come nel caso dell’ansia sociale, è utile intraprendere un percorso psicologico per sviluppare le strategie adatte a imparare a gestire la timidezza quando diventa eccessiva.

Come superare la timidezza senza rifiutarla

Ma se vuoi sapere come superare la timidezza proprio quando ne hai bisogno, sappi che ci sono anche delle tattiche che puoi mettere in atto in autonomia, anche se non rappresentano la soluzione definitiva e non possono sostituire un percorso di supporto psicologico.

Prima di tutto, sappi che non puoi combattere la timidezza in maniera diretta, o entrerai in un circolo di pensieri controproducenti in cui non farai altro che colpevolizzarti, andare incontro a frustrazione e a un peggioramento della situazione. Piuttosto, cerca di agire in maniera indiretta provando ad analizzare le possibili cause. Se hai un’autostima bassa o non hai abbastanza consapevolezza delle tue risorse interne, inizia a riflettere sulla necessità di dedicare più tempo all’esplorazione dei tuoi processi mentali.

In secondo luogo, ricordati che sei l’unico giudice di te stesso in questa sfida: nessuno ti obbliga a fare qualcosa che non ti senti e, soprattutto, devi concederti del tempo. Mentre cercherai di gestire al meglio la tua timidezza, non rinunciare alle occasioni di crescita: anche se fallisci, potrai imparare qualcosa su di te e rafforzare le tue strategie.

Infine, cerca di distogliere l’attenzione dal modo in cui potresti apparire agli occhi degli altri: la timidezza, anche se a volte può mettere in difficoltà, non è un difetto, ma una caratteristica caratteriale, esattamente come possono esserlo l’estroversione, la simpatia o la facile irritabilità. Prendila per quello che è, come parte di te e impara ad accettarla.

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Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.