Terapia di coppia per amanti: è possibile?

La terapia di coppia per amanti è una possibilità, ma richiede una delicata gestione da parte di un terapeuta esperto.

La terapia di coppia è qualcosa che ormai è entrato nel gergo comune ed è famigliare a tutti. Molte persone ci vedono la soluzione specifica per risolvere i problemi tra due persone che vogliono stare insieme ma sono ostacolate da qualcosa, da un limite dell’uno o dell’altro, oppure stanno attraversando un momento burrascoso.

Ma per forza al centro dell’intervento deve esserci una coppia affermata, legittima e legalizzata? Questo metodo riguarda solo le persone sposate o che hanno un rapporto consolidato da una relazione stabile? Non è possibile, invece, una terapia di coppia per amanti?

Forse sembra un paradosso, ma non esiste nessuna regola a riguardo e, in certi casi, è addirittura possibile questo tipo di percorso. Se vuoi scoprire tutti i dettagli, continua a leggere il nostro articolo.

La questione della terapia di coppia per amanti

Il primo passo da compiere per poter affrontare lucidamente l’argomento della terapia di coppia per amanti è contrastare i pregiudizi che naturalmente possono sorgere. Questi possono riguardare sia la coppia extra-coniugale, sia il ruolo che dovrebbe avere lo psicologo in questa relazione.

Per quanto riguarda il primo aspetto, possiamo individuare alcuni stigmi fondamentali sulle relazioni tra amanti:

  • sono rapporti che vengono vissuti sull’onda del momento, fatti di istanti che non durano più del qui e ora, completamente privi di qualsiasi progettualità, perciò i problemi che riguardano le coppie legittime non dovrebbero tangere due amanti;
  • le relazioni tra amanti sono basate puramente sulla fisicità e l’unico legame che esiste è di tipo sessuale, non c’è alcun interesse sentimentale. Di conseguenza, non possono presentarsi problemi che richiedono l’intervento di un professionista della salute mentale;
  • due amanti non solo altro che due persone stanche della vita coniugale, che cercano all’esterno quello che non trovano in casa, che vogliono semplicemente trovare più occasioni per divertirsi e infrangere le regole, quindi gli screzi che si creano tra di loro sono dati soltanto dalla convenienza e dai momenti in cui questa viene meno.

Lo psicologo, d’altra parte, come dovrebbe comportarsi? Rimanendo sulla falsariga del senso comune, il modo di vedere un’eventuale terapia di coppia per amanti verte in una direzione precisa:

  • lo psicologo dovrebbe pensare a ricucire i rispettivi rapporti degli amanti con le loro famiglie, e non dovrebbe supportare qualcosa di illegittimo che ha la potenzialità di far soffrire altre persone;
  • in quanto professionista, inoltre, dovrebbe prendere una posizione eticamente corretta e suggerire di interrompere la relazione.

Questa posizione, però, non è in linea con il ruolo che in realtà ha lo psicologo, né con il suo codice deontologico. Compito di un professionista sanitario, infatti, è mirare esclusivamente al benessere del suo paziente, e questo significa accogliere la domanda che viene presentata e aiutare le persone a trovare la strada che li porti alla serenità.

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Tutto ciò deve avvenire senza che lo psicologo esprima giudizi morali: naturalmente anche lo psicologo è un essere umano con delle opinioni e delle convinzioni morali, ma queste non devono mai interferire con il suo lavoro. Imporre la propria idea, suggerendo a due amanti di tornare a essere fedeli alle rispettive famiglie, è scorretto, per quanto possa essere paradossale: il professionista sanitario non ha la responsabilità dei comportamenti dei suoi pazienti, ma di aiutarli a stare meglio. Per questo motivo non darà mai nessun tipo di giudizio e seguirà sempre questa linea: nei limiti della legalità e della sicurezza di tutti, ciò che fa stare bene il paziente è sano e ogni caso deve essere seguito con professionalità.

È possibile una terapia di coppia per amanti?

Il modo in cui lo psicologo dovrebbe approcciarsi a una eventuale richiesta di terapia per amanti, in questo modo, dovrebbe essere abbastanza univoco, mentre più difficile è comprendere perché mai una coppia di amanti dovrebbe voler intraprendere un percorso. Per farlo, possiamo aiutarci con i pregiudizi di cui abbiamo parlato prima.

Un modo efficace per smontarli tutti è fare riferimento a un film del 2017 che forse avrai visto, che si chiama proprio “Terapia di coppia per amanti”, tratto dall’omonimo romanzo. Se ti è famigliare, ricorderai anche come i due amanti si considerano e vengono dipinti come una coppia a tutti gli effetti, e i problemi che li assillano sono gli stessi che potrebbero riguardare due persone sposate. Primo tra tutti, la paura che una relazione piena di passione vada lentamente spegnendosi e lasciando il posto ai doveri, alla noia, alla monotonia e al grigiore che caratterizza le vite dei protagonisti.

Tra due amanti le dinamiche non sono molto diverse che nelle altre relazioni: ci sono liti, incomprensioni che necessitano di essere chiarite. I turbamenti che possono sopraggiungere creano disorientamento e fanno soffrire, innescano il desiderio di risolvere il problema per tornare a essere quelli di sempre. Inoltre, non è detto che, per il semplice fatto che non esiste un legame che può essere ufficializzato non esistano anche dei progetti. Il futuro che due amanti prospettano può anche semplicemente essere quello di continuare il più possibile la loro storia mantenendo la serenità e la complicità che li uniscono.

Inoltre, se non ci fosse un sentimento reciproco ma il rapporto si basasse solo sull’aspetto della fisicità e della sessualità, come un espediente per trovare una dimensione di piacere reciproco, non esisterebbe una motivazione in grado di spingere due persone a recarsi in terapia insieme. Di fatto, quindi, due amanti formano in tutti i sensi una coppia e, come tale, possono accusare i problemi che tutte le altre coppie hanno e avere bisogno dell’aiuto di un esperto per ritrovarsi. La nostra risposta, dunque, è sì: una terapia di coppia per amanti è possibile.

Quando può servire una terapia di coppia per amanti?

Partendo da questo presupposto, possiamo individuare alcune situazioni in cui una terapia di coppia per amanti può essere richiesta e rivelarsi funzionale.

Possono capitare dei momenti di crisi, ad esempio legati a un cambiamento che ha luogo in una delle due famiglie, e che incide negativamente sulla relazione. Il confronto con uno psicologo può essere un valido supporto per attraversare questa temporanea difficoltà.

All’interno della stessa coppia di amanti può capitare una crisi: si tratta sempre di due persone, ciascuna con i suoi bisogni, i suoi desideri, la sua personalità e il suo modo di pensare e di emozionarsi. Possono capitare quindi degli allontanamenti, sia dal punto di vista fisico che affettivo. In questi casi la coppia può chiedersi se sia il caso di salvare la relazione o cercare di capire se è arrivato il momento di cercare altro.

Molte volte gli amanti provano dei sentimenti ambivalenti. Difficilmente accettano di buon grado la loro posizione: anche se inizialmente possono essere concordi nell’attenersi al loro ruolo, se il legame cresce uno dei due può iniziare a desiderare di più, vorrebbe un rapporto esclusivo e la possibilità di portarlo alla luce del sole. Questo è un altro caso in cui un percorso psicologico può essere utile a trovare un accordo tra i desideri di entrambi i partner.

La terapia di coppia per amanti, quindi, può essere il terreno per un confronto costruttivo e un’occasione di crescita, che riesca a mettere entrambi i componenti della coppia sullo stesso piano, in modo che ciascuno abbia modo di esprimere il suo punto di vista e i suoi sentimenti. Può essere davvero la strada per ritrovare il benessere e dare profondità al rapporto.

Come funziona la terapia di coppia per amanti?

A livello pratico, poco importa chi siano i destinatari e i protagonisti dell’intervento: la terapia di coppia si svolge esattamente come per le altre coppie. Naturalmente viene progettata sulla base dell’obiettivo che ci si pone e delle esigenze di chi la richiede.

I colloqui avvengono sempre a tre, tranne rare eccezioni in cui il terapeuta può avere necessità di effettuare anche un colloquio individuale con ciascuno degli attori coinvolti. Si instaurano così delle dinamiche che consentono di comprendere molto sul funzionamento della coppia e, insieme, gli amanti possono individuare i comportamenti che si rivelano inefficaci e dannosi e studiare delle strategie per risolvere le difficoltà.

È importante ricordare che lo psicologo non deve fare da arbitro, sebbene a volte sia necessario contenere uno dei due pazienti per lasciare anche all’altro lo spazio per esprimersi. Lo psicologo non è nemmeno un giudice che stabilisce chi sbaglia e chi è nella ragione: il suo compito è favorire la creazione di un equilibrio e stabilire un modo in cui le due persone possano reciprocamente comprendersi.

Ma non sempre le cose vanno bene: non bastano la buona volontà e il coraggio di iniziare un percorso di coppia affinché l’esito sia positivo. Come in tutti i percorsi, anche nella terapia di coppia per amanti ci sono dei limiti, ovvero dei casi in cui non funziona. Fondamentalmente, la soluzione è sempre possibile se c’è il desiderio di stare insieme, per quanto importanti possano essere gli ostacoli a questa volontà e per quanto sia grande la sofferenza. Al contrario, se il sentimento viene a mancare e anche la relazione extra-coniugale precipita nella noia, una terapia di coppia non serve a ricucire, perché sarebbe una forzatura, non certo il bene dei pazienti.

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Redazione

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.