Tutti quanto siamo particolarmente spaventati da qualcosa, che sia un oggetto specifico, una situazione o una caratteristica. La paura è una delle emozioni primarie, e come tale ha un’importanza fondamentale in senso evolutivo, dal momento che ci indica con precisione gli stimoli dai quali dobbiamo stare alla larga per proteggerci da un potenziale pericolo o da una situazione che può arrecarci un danno. Ma alcune paure sono molto peculiari e non necessariamente riguardano qualcosa che potrebbe farci del male.
Un esempio è la megalofobia, ovvero la paura delle cose grandi. Ti incuriosisce questo fenomeno? O forse ti è famigliare? Continua a leggere per saperne di più.
Indice dall’articolo
Che cos’è la megalofobia, la paura delle cose grandi
Come abbiamo detto, una persona megalofobica ha paura delle cose grandi, ma questa definizione non è sufficiente a descrivere che cosa significa soffrire di una cosiddetta fobia specifica, come appunto questa. Le fobie specifiche sono classificate all’interno del DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) tra i disturbi d’ansia e, se significative, possono costituire una vera e propria diagnosi.
Nello specifico, per definire una fobia non basta una sensazione di paura: si tratta di una reazione che viene scatenata dallo stimolo in modo talmente intenso da superare il limite di quanto sarebbe logico e sensato. La paura provata di fronte allo stimolo è spropositata rispetto a ciò che l’ha innescata e induce la persona a mettere in atto dei comportamenti di evitamento, finalizzati a non entrare in contatto con ciò che fa para per non esporsi a situazioni che provocherebbero disagio.
Questa condotta può essere talmente diffusa e costante da rischiare di compromettere alcuni ambiti importanti della vita della persona, che ad esempio potrebbe rinunciare a delle occasioni di lavoro o a delle relazioni sociali che potrebbero essere significative semplicemente per i sintomi che la fobia comporta. La differenza tra la paura intesa come emozione normale che tutti proviamo fin dalla nascita e ci protegge dai pericoli e la fobia specifica, quindi, è data dal modo in cui l’ultima determina una chiusura delle possibilità di azione dell’individuo, limitando la sua libertà.
Quali sono i sintomi della paura della megalofobia?
Il DSM-5 ci aiuta a capire come possiamo riconoscere la presenza di una fobia specifica come la megalofobia, che si riferisce alla paura delle cose grandi. La prima caratteristica peculiare è che tutte le fobie specifiche, come suggerisce il nome, sono delle reazioni ansiose molto circoscritte, che si verificano con questa intensità e potenza esclusivamente in presenza dell’oggetto temuto e non in altre circostanze.
Questa reazione, come abbiamo detto, è molto diversa dalla normale espressione della paura, in quanto si caratterizza per la sua forza e per la costanza con la quale si presenta, sempre uguale a se stessa, ogni volta che ci si trova in presenza dello stimolo fobico. L’intensità, nel caso della paura delle cose grandi, può dipendere anche da quanto l’oggetto si trova vicino o lontano, e certe volte può addirittura bastare il pensiero dello stimolo fobico a scatenarla, quando si sa che ci si dovrà avere a che fare (ad esempio, ci viene l’ansia pensando che il giorno dopo parteciperemo a un convegno che si svolge in un altissimo grattacielo).
In certi casi la reazione ansiosa è talmente forte da riuscire a scatenare un attacco di panico. Con questa espressione si intende un episodio, di durata molto limitata, in cui la paura dello stimolo diventa impossibile da gestire e sfocia in una serie di sintomi fisici. Nello specifico, variano alcuni indici fisiologici, come il ritmo della respirazione o il battito cardiaco, subentrano vampate di calore, sudorazione eccessiva, senso di costrizione e soffocamento, dolore al petto. Sono cambiamenti così improvvisi da innescare una forte paura nella persona, che teme di morire o di perdere completamente il controllo.
Fortunatamente gli attacchi di panico durano una manciata di secondi o al massimo pochi minuti, dopodiché vanno incontro a risoluzione spontanea, e non è detto che si presentino ogni volta (l’attacco di panico non è presupposto per la diagnosi di una fobia, ma può, a seconda della frequenza e della varietà delle situazioni in cui si presenta, costituire una diagnosi aggiuntiva) ma la loro intensità desta grande preoccupazione nella persona che ne soffre e contribuisce a un’ulteriore particolarità della fobia specifica, ovvero i comportamenti di evitamento nei confronti della situazioni che possono esporre allo stimolo fobico.
Questi atteggiamenti possono essere funzionali a tranquillizzare la persona attraverso delle piccole strategie, ad esempio evitare di percorrere l’autostrada per paura di imbattersi in un camion, ma altre volte possono risultare più invalidanti che altro, come quando il tragitto alternativo è decisamente più lungo e implica la modificazione dei propri ritmi, oppure si rinuncia a una buona posizione lavorativa perché l’ufficio si affaccia proprio su un grattacielo.
Quanto dura la paura delle cose grandi?
Il DSM-5 stabilisce che, in quanto pattern di reazione che si presenta costantemente, per poter parlare di fobia specifica, come quella per le cose grandi, il disturbo deve sussistere dal almeno sei mesi. Generalmente la megalofobia insorge prima dell’adolescenza, quindi intorno ai 10 anni, ma può anche avere un esordio tardivo. In questi casi è più difficile che i sintomi rientrino.
Quali sono le cause della paura delle cose grandi?
Ma da dover deriva una fobia specifica come quella che fa sì che una persona abbia paura delle cose grandi? La letteratura scientifica suggerisce che nell’insorgenza di questo disturbo siano coinvolti i meccanismi che stabiliscono delle associazioni tra uno stimolo e una reazione ansiosa, dando vita quindi a una paura appresa che ci fa percepire l’oggetto come una minaccia. A livello anatomico, in questo processo sembra essere coinvolta l’amigdala, mentre a livello fisiologico subentrano i meccanismi di apprendimento.
La megalofobia insorge con più facilità nelle persone che mostrano una maggiore vulnerabilità all’ansia e può nascere all’improvviso da un trauma subito o al quale si ha assistito come spettatore. Ad esempio, un incidente stradale mortale che ha coinvolto una persona cara e causato da un camion può essere motivo di sviluppo di una megalofobia.
I rimedi per la megalofobia
La megalofobia può avere delle ripercussioni significative sullo svolgimento della vita quotidiana, e in certi casi diventare estremamente limitante. In questi casi è fondamentale rivolgersi a un professionista della salute mentale per risolvere il problema e riprendere in mano la propria vita. In alcuni casi è necessario un trattamento farmacologico allo scopo di tenere a bada i sintomi, ma questo non è in grado di curare la paura delle cose grandi, quindi non rappresenta la soluzione definitiva.
La psicoterapia, invece, si configura come una strada percorribile, dal momento che si occupa di modificare i processi di pensiero disfunzionali, in modo da moderare la reazione emotiva e, quindi, avere delle ripercussioni positive anche sui comportamenti.
All’interno della psicoterapia, sono molti gli approcci che possono essere indicati per le fobie specifiche. Ad esempio, il metodo cognitivo-comportamentale utilizza la terapia dell’esposizione graduale, pianificando una serie di azioni che, passo dopo passo, portano la persona a uscire dalla sua zona di comfort, portandola sempre più vicina ad affrontare di petto la sua paura e, contemporaneamente, ridimensionando i pensieri fobici che riguardano lo stimolo.
Molto utilizzata è anche la terapia breve strategica, un approccio evidence based (ovvero la sua efficacia si basa sulle osservazioni che effettivamente sono state svolte per approvarlo) e quindi molto affidabile. Attraverso dei protocolli molto specifici, questo metodo punta a sbloccare la specifica tipologia di megalofobia interrompendo i circoli di comportamento che danno modo alla paura di continuare ad alimentarsi. Parallelamente, viene condotto un riorientamento che induce la persona a distogliere l’attenzione dallo stimolo fobico per rivolgerla alla soluzione.
Come fai a sapere se hai davvero bisogno di un professionista per uscire dal tuo disagio? Ricorda che la paura è un’emozione disfunzionale, ma quando dà luogo a risposte persistenti ed esagerate che possono addirittura compromettere il normale svolgimento della tua esistenza, la reazione sta uscendo dal range di accettabilità. Quando noti che la tua paura delle cose grandi sta limitando, anche solo minimamente la tua libertà, quello è il momento per intervenire.
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