Metilfenidato ADHD: come assumerlo e controindicazioni

Il metilfenidato, usato per trattare l’ADHD, agisce migliorando l’attenzione e riducendo l’impulsività aumentando i livelli di neurotrasmettitori nel cervello. Ma funziona? Scoprilo insieme a come assumerlo e quali sono gli effetti indesiderati.
Metilfenidato adhd

Farmaci per disturbi dell’attenzione e iperattività

Da diversi anni ormai il Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività (ADHD) è oggetto di approfondite ricerche scientifiche. L’aumento della prevalenza del disturbo nella popolazione ha reso necessario per l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) definire alcune linee-guida per la diagnosi e la terapia farmacologica. Si tratta di raccomandazioni approvate dal Consiglio Direttivo della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) con l’intento di fornire agli operatori della salute mentale le opzioni di interventi efficaci fondati su evidenze scientifiche.

Quando si parla di ADHD infatti si fa riferimento ad una sindrome complessa che compromette le abilità funzionali di chi ne soffre e che necessita di un’accurata diagnosi svolta da specialisti come neuropsichiatri o psicologi. Le attuali linee guida cliniche raccomandano un approccio terapeutico multimodale individualizzato che include interventi farmacologici, supporto psico-educativo e sostegno psicologico. I farmaci attualmente disponibili si suddividono in due categorie:

  • farmaci psicostimolanti: metilfenidato, anfetamine
  • farmaci non stimolanti: atomoxetina, guanfacina, clonidina

L’ADHD è curabile tramite trattamento farmacologico, tuttavia anche se le opzioni di farmaci per l’ADHD mostrano buoni risultati negli studi a breve termine e hanno una buona tollerabilità complessiva, i ricercatori sostengono la necessità di migliorare le attuali strategie farmacoterapeutiche e la necessità di sviluppare nuovi farmaci (Mechler et al., 2022).

Cos’è il metilfenidato per il trattamento dell’ADHD?

Il metilfenidato Appartiene alla categoria dei farmaci stimolanti del sistema nervoso centrale e agisce aumentando i livelli di alcuni neurotrasmettitori come la dopamina e la noradrenalina a livello cerebrale. Il metilfenidato viene prescritto dal medico nell’ambito di un piano multimodale di trattamento per bambini con forme gravi di Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività (ADHD).

La sua azione viene potenziata dal supporto psico-educativo e comportamentale che contribuiscono a migliorare la concentrazione, il controllo degli impulsi e la capacità di attenzione.

Metilfenidato per disturbi dell’attenzione e iperattività

Il metilfenidato è lo psicostimolante più utilizzato al mondo per il trattamento farmacologico dell’ADHD (Groom & Cortese, 2022) e si trova come principio attivo all’interno dei farmaci dal nome commerciale Concerta, Ritalin e Adderall. La molecola interviene stimolando maggiormente le attività cognitive rispetto a quelle motorie inducendo in questo modo una maggiore capacità di concentrazione e diminuendo l’impulsività.

Quando i sintomi dell’ADHD riguardano sia la prevalenza di comportamenti disattentivi che irrequietezza motoria si parla di ADHD combinato. In questi casi, a seconda della gravità del disturbo, la sostanza avrà un effetto calmante capace di diminuire l’impatto dei sintomi sullo svolgimento di attività finalizzate ad un obiettivo (Dendasck, 2021).

Metilfenidato per disturbi dell'attenzione e iperattività

Metilfenidato: come agisce e dopo quanto tempo fa effetto?

Generalmente i primi effetti del metilfenidato a rilascio immediato si mostrano dopo circa 30 minuti dalla somministrazione orale e raggiungono il picco di attività dopo un’ora. Nel complesso l’attività terapeutica del metilfenidato dura tra le 3 e le 5 ore. Per questo si possono presentare alcune difficoltà nella somministrazione dei farmaci a rilascio immediato per bambini con ADHD:

  • il picco plasmatico del metilfenidato potrebbe essere raggiunto in momenti della giornata in cui si rivela poco utile o dannoso come ad esempio durante il percorso di rientro a casa da scuola o durante il riposo dopo pranzo;
  • difficoltà nella somministrazione della dose intermedia durante l’orario scolastico ad esempio a causa della indisponibilità del personale scolastico oppure per evitare i pregiudizi associati alla sua assunzione nei contesti pubblici.

Per ovviare a queste difficoltà negli ultimi anni sono state sviluppate diverse preparazioni a rilascio prolungato che appaiono particolarmente utili quando insorgono tali problemi. A questo proposito il Servizio Sanitario Nazionale ha indirizzato una nota in cui stabilisce la possibilità di avere il rimborso totale delle prescrizioni di metilfenidato nella sola formulazione a rilascio immediato per l’ADHD negli adulti che risultano già in trattamento farmacologico prima del compimento del diciottesimo anno di età.

Per quanto tempo si può assumere il metilfenidato?

La durata del trattamento con metilfenidato varia da persona a persona e dipende dalla gravità dei sintomi. In alcuni casi il farmaco può essere assunto per periodi prolungati ma è importante monitorare attentamente la risposta individuale e valutare eventuali aggiustamenti della terapia con il medico curante. Il metilfenidato viene spesso prescritto per lunghi periodi di tempo.

Una recente meta-analisi dell’utilizzo prolungato di farmaci contenenti il principio attivo del metilfenidato afferma che qualsiasi trattamento psicotropo a lungo termine durante l’infanzia solleva preoccupazioni sui possibili esiti neurologici e psichiatrici avversi (Krinzinger et al., 2019).

Per quanto tempo si può assumere il metilfenidato?

Metilfenidato per l’adhd: serve la ricetta medica?

Per evitare che il metilfenidato possa rientrare tra i farmaci d’abuso l’Agenzia Italiana del Farmaco ne ha vincolato la prescrizione ai seguenti parametri:

  • l’impiego del farmaco è esclusivo per i pazienti affetti da ADHD
  • il farmaco può essere prescritto solo dopo aver fatto una corretta diagnosi differenziale
  • l’uso del farmaco deve avvenire sempre in associazione con una terapia psico-comportamentale
  • il metilfenidato deve rientrare all’interno di un piano terapeutico definito da uno dei Centri di neuropsichiatria infantile presenti su scala regionale

Questo percorso terapeutico prevede che siano effettuati controlli periodici sull’uso del farmaco e consente di monitorare costantemente il livello di tollerabilità e di efficacia individuale della terapia farmacologica. L’obiettivo è duplice. Si evita infatti che il metilfenidato possa essere utilizzato in modo improprio e allo stesso tempo viene garantita la disponibilità del farmaco soltanto ai casi di reale necessità. La somministrazione del metilfenidato è dunque soggetta ad una prescrizione medica individualizzata per indirizzare la necessità del trattamento in base alla situazione specifica del paziente.

Metilfenidato per l’adhd: funziona?

Secondo le Linee Guida del SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) al momento il metilfenidato rappresenta il farmaco che produce migliori risultati nel trattamento dell’ADHD risultando efficace in circa il 70% dei soggetti che ne fanno uso. Nonostante molti studi randomizzati e controllati supportino l’efficacia, la tollerabilità e la sicurezza del farmaco a breve termine i dati sulla sicurezza e tollerabilità a lungo termine sono però ancora scarsi (Man et al., 2023).

E’ dunque importante tenere conto di un insieme di variabili al fine di individuare il trattamento più efficace per ogni singolo caso. Non bisogna infatti dimenticare che il metilfenidato è uno psicostimolante che può avere delle controindicazioni e diversi effetti collaterali.

Ancora oggi numerosi studi scientifici stanno cercando conferme cliniche sulla validità di nuovi farmaci non-psicostimolanti che potrebbero essere potenzialmente più efficaci del metilfenidato nella terapia a lungo termine dell’ADHD (Ribeiro et al., 2021).

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Metilfenidato adhd: recensioni

L’efficacia del metilfenidato nel trattamento dell’ADHD è supportata da numerose recensioni positive. Genitori ed insegnanti riportano miglioramenti significativi nella capacità di concentrazione, gestione degli impulsi e performance scolastica dei bambini e degli adolescenti che ne fanno uso. Allo stesso modo però uno studio longitudinale su larga scala ha dimostrato l’esistenza di un’associazione tra l’assunzione di farmaci psicostimolanti nella prima infanzia e il successivo uso di antidepressivi in adolescenza.

In altre parole, per i soggetti che da bambini assumono regolarmente metilfenidato aumenta la probabilità di sviluppare durante l’adolescenza forme di disregolazione emotiva e sintomi depressivi (Madjar et al., 2019).

Metilfenidato adhd: controindicazioni

Nel foglio illustrativo del farmaco distribuito con il nome commerciale di Ritalin contenente il principio attivo del metilfenidato si legge che il medicinale non va assunto in presenza di:

  • allergia al metilfenidato
  • problemi alla tiroide
  • glaucomi
  • tumori alla ghiandola surrenale
  • disturbi del comportamento alimentare (DCA)
  • pressione alta
  • problemi cardiaci
  • assunzione di farmaci antidepressivi
  • diagnosi di un disturbo mentale come il disturbo di personalità borderline, la schizofrenia e disturbi dell’umore

Vanno anche considerate le seguenti condizioni che fungono da controindicazioni per il trattamento con il metilfenidato:

  • disturbi al fegato o ai reni
  • epilessia
  • abuso di alcool o sostanze stupefacenti
  • gravidanza e allattamento
  • altri problemi di salute mentale come il disturbo bipolare, eccessiva aggressività, allucinazioni, pensieri ossessivi, paranoia, sentirsi agitato e ansioso
Metilfenidato adhd: controindicazioni

Metilfenidato adhd: effetti collaterali

Le tipologie di effetti collaterali dei farmaci che contengono metilfenidato è generalmente simile per tutti i composti anche se differiscono per forma di dosaggio (capsule, compresse, sospensioni orali e cerotti), per durata dell’effetto e per tipo di biodisponibilità (a rilascio immediato o ritardato).

Sebbene i prodotti siano simili, i singoli pazienti possono avere una risposta o una tollerabilità migliore verso una particolare classe o formulazione. Come con qualsiasi farmaco, l’uso di metilfenidato può comportare effetti collaterali. Alcuni pazienti potrebbero sperimentare:

  • disturbi del sonno
  • battito cardiaco irregolare
  • sbalzi d’umore
  • perdita di appetito
  • irritabilità
  • alterazioni della personalità

Ci sono alcuni effetti indesiderati particolarmente gravi che si manifestano in meno di una persona su 100 tra cui:

  • ideazione suicidaria
  • allucinazioni
  • sindrome di Tourette
  • segnali allergici come eruzioni cutanee, gonfiore e difficoltà respiratorie

È fondamentale informare il medico della presenza di eventuali effetti indesiderati per valutare la necessità di modificare o interrompere la terapia.

Come trattare l’ADHD senza farmaci?

Nel settembre 2019 la Food and Drug Administration (FDA) ha pubblicato un documento in cui chiedeva alle agenzie farmaceutiche di riportare i casi di abuso di farmaci stimolanti del sistema nervoso centrale individuando nel sovrautilizzo di metilfenidato un problema di salute pubblica (Shellenberg et al., 2020). Questa informazione ci è utile per capire che la decisione terapeutica di somministrare farmaci per l’ADHD è molto delicata e va presa in considerazione solo quando non sia possibile ottenere gli stessi risultati in altri modi.

Anche quando c’è una prescrizione medica per il trattamento farmacologico questo va sempre usato solo dopo aver provato altri trattamenti che non richiedono l’utilizzo di medicinali come ad esempio la terapia di supporto e la terapia comportamentale nell’ambito di un piano clinico personalizzato. Tra i principali trattamenti non farmacologici ci sono i programmi educativi basati sulle terapie comportamentali:

  • Child training program

Questo programma educativo insegna ai bambini le abilità che possono utilizzare per controllare i principali sintomi dell’ADHD. Alcune attività si concentrano sulle strategie per rimanere organizzati e concentrati mentre altre servono a ridurre i comportamenti distruttivi e impulsivi (Miller et al., 2023).

  • Parent training program

I genitori apprendono abilità e strategie per aiutare i loro figli con ADHD a finalizzare il proprio comportamento nei diversi contesti come la scuola, a casa e nelle relazioni sociali. I terapeuti insegnano ai genitori come usare il rinforzo positivo in modo più efficace nelle situazioni in cui i bambini non rispettano le regole.

  • Teacher training program

I programmi di formazione degli insegnanti di bambini con ADHD possono essere efficaci nel migliorare la conoscenza dei sintomi del disturbo e sono utili a stabilire strategie educative nei loro confronti (Ward et al., 2020).

Come trattare l’ADHD senza farmaci?

Cosa succede se non si cura l’ADHD?

Le linee guida per la pratica clinica della diagnosi, valutazione e trattamento dell’ADHD nei bambini e negli adolescenti recentemente aggiornate dall’Accademia Americana di Pediatria sottolineano l’importanza di una diagnosi precoce di ADHD per evitare che i sintomi del disturbo vadano a peggiorare nel corso dello sviluppo (Wolraich et al., 2019).

Nella maggior parte dei casi un disturbo non diagnosticato si traduce in una serie di problemi associati che riguardano disturbi della condotta fino allo sviluppo di personalità antisociali. Nelle linee guida si afferma infatti che la maggior parte dei bambini affetti da ADHD non trattati continueranno ad avere sintomi dell’attenzione e dell’iperattività durante l’adolescenza e l’età adulta.

In ambito scolastico se non si cura l’ADHD tendono ad aumentare sia il numero dei sintomi che il loro livello di gravità fino a sviluppare invalidanti problemi nell’apprendimento e nel linguaggio (Molina et al., 2009).

L’importanza del supporto psicologico

Il supporto psicologico rappresenta un aspetto cruciale del trattamento dei disturbi dell’attenzione e dell’iperattività. Nel caso di bambini ed adolescenti può essere utile coinvolgere tutta la famiglia in modo da sostenerla nel percorso di cura.

Anche per gli adulti con ADHD la psicoterapia può essere molto utile per riconquistare la fiducia in se stessi e migliorare il senso di autoefficacia. La terapia online offerta da Serenis può essere un elemento chiave nella gestione dei sintomi e delle conseguenze emotive e sociali di questo disturbo. Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza.

Tutto inizia con il desiderio di vivere una vita migliore. Noi possiamo sostenerti. Serenis è a un solo link di distanza. Il primo colloquio è gratuito, poi 55 € a seduta, o 202 € ogni 4 sessioni.

Fonti

  • Krinzinger, H., Hall, C. L., Groom, M. J., Ansari, M., et al (2019). Neurological and psychiatric adverse effects of long-term methylphenidate treatment in ADHD: A map of the current evidence. Neuroscience & Biobehavioral Reviews, 107, 945–968;
  • Mechler, K., Banaschewski, T., Hohmann, S., & Häge, A. (2022). Evidence-based pharmacological treatment options for ADHD in children and adolescents. Pharmacology & Therapeutics, 230, 107940;
  • Shellenberg, T. P., Stoops, W. W., Lile, J. A., & Rush, C. R. (2020). An update on the clinical pharmacology of methylphenidate: therapeutic efficacy, abuse potential and future considerations. Expert Review of Clinical Pharmacology, 13(8), 825–833.
Domenico De Donatis

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.