ADHD: riconoscere il disturbo da deficit di attenzione/iperattività nei bambini

Scopri di più sull'ADHD nei bambini: sintomi, diagnosi e trattamenti. Esplora le sfide quotidiane che i bambini con ADHD affrontano e le strategie per gestire questa condizione. Trova risorse e supporto per te e la tua famiglia mentre affronti questa sfida e aiuti il tuo bambino a raggiungere il loro pieno potenziale.

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ADHD nei bambini

L’ADHD nei bambini si configura come una vera e propria sindrome, ovvero un pattern di comportamento che si manifesta costantemente e in più occasioni, un insieme di sintomi che possono ostacolare lo sviluppo cognitivo del piccolo e creargli difficoltà in contesti come la scuola e le relazioni con i compagni.

Che cos’è l’ADHD

L’ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) fa parte dei disturbi del neurosviluppo, ovvero di quella categoria psicopatologica composta da problemi che iniziano a emergere durante l’infanzia. Come molti di essi, anche l’ADHD diventa più evidente durante la scuola elementare, il periodo in cui aumentano le richieste cognitive poste al bambino, che si trova a doversi impegnare in compiti a casa e lezioni a scuola. Infatti, questo disturbo influisce sulla capacità di controllare l'attenzione, l'impulsività e la gestione dell'energia, rendendo le normali attività quotidiane un campo minato emotivo e cognitivo.

Sebbene sia stata descritta per la prima volta nel 1845 da un medico di nome Heinrich Hoffman, che fornisce un’accurata descrizione di un bambino iperattivo nel libro "The Story of Fidgety Philip", l’ADHD è stato riconosciuto come un problema medico solo nel 1902, grazie alle conferenze tenute da Sir George F. Still per il Royal College of Physicians inglese.

Quali sono le cause dell’ADHD nei bambini?

Non è possibile individuare una causa precisa dell’ADHD nei bambini, ma ci sono alcuni fattori che possono aumentare il rischio di un suo sviluppo.

Studi recenti stanno esplorando il possibile legame tra l'abitudine di bere alcol o fumare durante la gravidanza e lo sviluppo del disturbo da deficit di attenzione, ipercinesia e iperattività nei bambini. I ricercatori dei Servizi di salute mentale americani (NIMH) stanno utilizzando avanzate tecniche di imaging cerebrale, come la risonanza magnetica e la tomografia computerizzata, per esaminare specifiche regioni cerebrali. Le loro scoperte suggeriscono che queste regioni sono spesso di dimensioni ridotte nei bambini affetti da ADHD rispetto ai controlli sani.

Ulteriori ricerche evidenziano un possibile ruolo dei fattori ambientali, come il tempo trascorso davanti alla televisione durante l'infanzia, nell'insorgenza di problemi di attenzione e iperattività. Uno studio pubblicato sulla rivista Pediatrics ha coinvolto un vasto campione di 2500 bambini, rilevando che le ore dedicate alla visione di programmi televisivi, soprattutto quelli caratterizzati da immagini rapide e irreali, potrebbero influenzare lo sviluppo cerebrale e aumentare il rischio di tali disturbi.

Sembra confermato inoltre il ruolo della genetica: se i genitori hanno o hanno avuto una diagnosi di ADHD, è più probabile che i figli sviluppino la stessa sindrome. Diversamente, il modo in cui i genitori interagiscono con i bambini non è correlato al rischio di manifestazione di ADHD, ma può modificarne il decorso quando già presente.

Adhd bambini sintomi

Quali sono i sintomi dell’ADHD nei bambini?

Il DSM-5 aiuta a definire in modo chiaro le caratteristiche fondamentali per riconoscere i sintomi di ADHD nei bambini. È importante ricordare che i sintomi devono essere proporzionati all’età del bambino: le aspettative devono essere coerenti con ciò che ci si attende a quella specifica età, altrimenti non si può parlare di mancanzadeficit.

Sintomi di disattenzione

La disattenzione si manifesta con una serie di difficoltà che compromettono il rendimento scolastico e devono essere riconoscibili, per la diagnosi di ADHD nei bambini, almeno sei di questi elementi:

  • l’attenzione del bambino è superficiale, spesso a causa della distrazione commette errori e non riesce a focalizzarsi sui particolari, portando anche a termine il lavoro, ma in modo grossolano;
  • durante la lezione, così come nelle attività di svago, non riesce a mantenere l’attenzione per un tempo accettabile;
  • molte volte sembra non ascoltare quando gli si parla, ad esempio guarda altrove anche se non ci sono fonti di distrazione;
  • quando gli viene assegnato un compito, lo completa senza seguire le istruzioni perché non le legge o si distrae senza ascoltare, mentre altre volte non lo termina del tutto;
  • il bambino ha difficoltà a organizzare il lavoro o le attività di gioco e a gestire il suo materiale: è disordinato e sembra non avere un chiaro schema di azione;
  • se un compito richiede impegno o uno sforzo particolare, cerca in tutti i modi di evitarlo oppure si rifiuta attivamente di eseguirlo;
  • il suo essere disordinato lo porta spesso a perdere il materiale che gli serve;
  • gli stimoli esterni sono per lui una vera calamita: ne è distratto con incredibile facilità;
  • nelle attività di tutti i giorni appare svogliato e agisce in modo raffazzonato.

Sintomi di iperattività

Anche per l’iperattivitàimpulsività è prevista una lista di elementi e, se questo tratto è presente nel pattern, devono essere almeno sei:

  • quando è seduto ha difficoltà a stare fermo: si dimena oppure muove e sbatte mani o piedi;
  • fa fatica a rimanere al suo posto quando dovrebbe stare seduto, ad esempio alzandosi continuamente in classe;
  • anche quando non dovrebbe farlo, corresalta, risultando inappropriato;
  • le attività di gioco sono caratterizzate a irrequietezzafrenesia, il bambino non sembra in grado di svolgere con la tranquillità dei compagni;
  • osservandolo, si ha l’impressione che sia caricato a molla o che sia tenuto attivo da un motore;
  • spesso, quando gli si rivolge una domanda, è incapace di attendere la fine della frase e spara una risposta a caso;
  • non rispetta il proprio turno perché non riesce ad aspettare;
  • tende a prevaricare gli altri, che si tratti di un discorso (ha l’abitudine di parlare sopra gli altri) o di un gioco, risultando invadente.
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Diagnosi di ADHD nei bambini

Il criterio temporale è fondamentale per diagnosticare l'ADHD nei bambini. I sintomi devono essere presenti prima del compimento dei 12 anni. Quando il bambino è molto piccolo, diciamo prima dei 4 anni, è molto difficile riconoscere i sintomi, dal momento che a quest’età c’è una maggiore variabilità di comportamenti considerati normali.

Quando inizia a frequentare la scuola elementare, le richieste sono più difficili e ci si aspetta maggiore disciplina dal piccolo alunno: ecco perché a quest’età avvengono la maggior parte delle diagnosi. La durata minima dei sintomi è di almeno sei mesi di presentazione costante, e il decorso può essere molto vario. A volte, con la crescita, all’ADHD si sommano comportamenti oppositivi e problemi nella condotta che rischiano di dare luogo poi ad azioni antisociali.

La diagnosi di ADHD può essere stabilita in base ai criteri del DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), che richiede la presenza di almeno 6 sintomi di disattenzione o di iperattività/impulsività tra un elenco di 9 sintomi per ciascuna categoria.

In alternativa, secondo il criterio diagnostico più restrittivo dell'ICD-10 (Classificazione Internazionale delle Malattie e dei Problemi correlati alla Salute dell'Organizzazione Mondiale della Sanità), il "disordine ipercinetico" può essere diagnosticato quando sono presenti sintomi di iperattività, comportamenti impulsivi e deficit di attenzione.

Ricordiamo inoltre che ADHD e autismo (Disturbo dello Spettro Autistico) sono due condizioni psicologiche separate. Tuttavia, può accadere che alcune persone presentino sia l'ADHD che l'autismo, e in questi casi è importante una diagnosi accurata e un trattamento mirato per affrontare entrambe le condizioni in modo efficace.

Disturbi correlati all’ADHD

I dati mostrano che il 72% dei bambini con ADHD presenta altri disturbi, in particolare:

  • disturbi dello spettro autistico;
  • disturbo oppositivo provocatorio;
  • dislessia.

Spesso insieme all'ADHD si presentano anche disturbi del sonno.

Test per ADHD

È importante sottolineare che un test per l'ADHD nei bambini dovrebbe sempre essere condotto da professionisti qualificati, come medici o psicologi specializzati nel disturbo. Tuttavia, è possibile identificare alcune domande generiche che possono essere utili come indicazione preliminare. Ricorda che questo non sostituisce una valutazione professionale. Se sospetti che tuo figlia o tua figliaa possa avere l'ADHD, è fondamentale consultare un professionista della salute mentale. Di seguito, alcune domande generiche che potrebbero essere parte di un test di screening:

  1. Problemi di attenzione
    • Il bambino ha difficoltà a mantenere la concentrazione su compiti o giochi?
    • Si distrae facilmente durante le attività quotidiane?
    • Ha problemi a seguire istruzioni o a completare i compiti assegnati?
  2. Iperattività
    • Il bambino sembra sempre in movimento, incapace di sedersi tranquillamente?
    • Mostra comportamenti eccessivamente frenetici in situazioni in cui è richiesta calma?
  3. Impulsività
    • Agisce senza pensare alle conseguenze
    • Ha difficoltà a aspettare il proprio turno durante i giochi o le attività di gruppo?
  4. Problemi scolastici
    • Ha difficoltà nelle prestazioni scolastiche a causa di problemi di attenzione o comportamento?
    • Gli insegnanti hanno segnalato comportamenti problematici in classe?
  5. Relazioni sociali
    • Il bambino ha difficoltà a mantenere amicizie o a partecipare a giochi di gruppo?
    • Si imbatte in problemi comportamentali nelle interazioni sociali?
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Conseguenze dell'ADHD nei bambini

Un bambino con ADHD con manifesta i sintomi in un solo luogo, ma sperimenta queste difficoltà sia a scuola che a casa. Inoltre, è più facile che rimanga indietro con l’apprendimento rispetto ai suoi compagni, dato che l’attenzione è il presupposto per tutte le attività cognitive. Può avere anche relazioni conflittuali con i bambini della sua età, che potrebbero vederlo come inadeguato, prepotente o fastidioso.

A scuola, inoltre, se l’insegnante non comprende il significato della diagnosi, potrebbe etichettarlo come un bambino pigrosvogliato, che fa apposta a infastidire la lezione, a disobbedire e distrarsi continuamente per non fare il suo dovere.

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ADHD nel contesto scolastico

I bambini con ADHD hanno maggiori difficoltà in situazioni in cui vi sono regole particolarmente rigide e le situazioni sono strutturate, quindi, ad esempio, nel contesto scolastico. 

La loro ridotta capacità di mantenere l’attenzione può rendere l’apprendimento più impegnativo: spesso faticano a seguire spiegazioni durante le lezioni tradizionali, dimenticano materiali didattici o non riescono a organizzare lo studio in modo efficace.

L’impulsività, caratteristica comune nei bambini con ADHD, complica ulteriormente la gestione del tempo e delle attività. Tendono a perdere rapidamente interesse, interrompendosi o distraendosi con frequenza, il che può influire negativamente sulla partecipazione e sul rendimento scolastico.

Ogni bambino con ADHD ha bisogni unici, ma esistono strategie generali che possono supportare docenti e studenti nel superare queste sfide. Ecco alcune delle principali:

  • teacher training: è fondamentale che i docenti partecipino a corsi di teacher training per acquisire strumenti e tecniche efficaci nell’affiancare gli alunni con ADHD nel loro percorso di apprendimento;
  • cooperative learning: coinvolgere attivamente i bambini con ADHD, ad esempio attraverso il cooperative learning, può aumentare la loro motivazione e il senso di appartenenza al gruppo;
  • regole flessibili e mirate: individuare le regole necessarie a raggiungere determinati obiettivi didattici e comportamentali ma mantenendo una certa flessibilità;
  • utilizzare le risorse tecnologiche a disposizione;
  • ridurre le distrazioni in aula, ad esempio dal banco o dai muri, e tenere a portata di mano solo il materiale necessario.

Prognosi

Nella maggior parte dei casi i bambini con ADHD mostrano una riduzione dei sintomi con l’avanzare dell’età, dimostrando man mano rendimenti scolastici migliori e un buon adattamento al contesto lavorativo. 

Tuttavia, se il disturbo non viene riconosciuto e trattato durante l’infanzia i sintomi possono protrarsi anche durante l’età avanzata, portando ad adulti con ADHD

Problemi che possono insorgere se il disturbo non viene adeguatamente trattato sono:

  • relazioni e occupazioni instabili o disoccupazione;
  • livelli di autostima bassi;
  • maggiori probabilità di sviluppare ansia e depressione;
  • abuso di sostanze;
  • disorganizzazione generale.

Trattamento dell'ADHD nei bambini

L'ADHD è curabile e in molti casi i miglioramenti sono possibili, una volta inquadrato il caso. Solitamente, ai bambini con ADHD viene proposto un trattamento combinato che integra farmaci e interventi educativi. Questa strategia mirata non solo affronta i sintomi direttamente, ma fornisce anche un supporto completo per il benessere globale del bambino.

Il trattamento farmacologico dell'ADHD nei bambini spesso coinvolge l'uso di farmaci stimolanti come il metilfenidato, che ha dimostrato di essere efficace nel migliorare la capacità di concentrazione e la gestione dell'impulsività. In alcuni casi, vengono prescritti farmaci non stimolanti come l'atomoxetina, che agisce in modo diverso sul cervello ma può offrire benefici simili.

Tuttavia, è essenziale sottolineare che la decisione di intraprendere una terapia farmacologica deve essere presa in collaborazione con un medico specializzato in pediatria o un professionista della salute mentale. Questo garantisce che il trattamento sia personalizzato e sicuro per il bambino. Per trovare le figure professionali necessarie nel trattamento del disturbo ci si può rivolgere ad un centro per l'ADHD

Parallelamente ai farmaci, le terapie comportamentali e gli interventi educativi giocano un ruolo fondamentale nel trattamento dell'ADHD nei bambini. Questi approcci mirano a sviluppare strategie pratiche per migliorare il controllo dell'attenzione, la gestione dell'impulsività e la disregolazione emotiva. Con Serenis, hai possibilità di fare questo comodamente da casa tua attraverso la psicoterapia online.

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Come comportarsi con i bambini iperattivi

Quando ci si trova di fronte ad un bambino iperattivo è normale non sapere esattamente come comportarsi. 

Esistono delle consulenze specifiche che possono aiutare i genitori ad interfacciarsi con i propri figli a cui sia stato diagnosticato l’ADHD. È il cosiddetto Parent Training, che permette agli adulti di conoscere le strategie più adeguate per l’educazione dei bambini con ADHD, ottenendo informazioni corrette sul disturbo e consigli pratici per la gestione della quotidianità. 

Fonti:

  • Spencer, Thomas J. "ADHD and comorbidity in childhood." Journal of Clinical Psychiatry 67 (2006): 27.
  • Hinshaw, Stephen R. "Is ADHD an impairing condition in childhood and adolescence?." (2002).
  • Fletcher, Jason M. "The effects of childhood ADHD on adult labor market outcomes." Health economics 23.2 (2014): 159-181.
  • EpiCentro. (n.d.). Sindrome da deficit di attenzione - EpiCentro - Istituto Superiore di Sanità. EpiCentro. https://www.epicentro.iss.it/deficit-attenzione/
  • ADHD: cos’è il disturbo da deficit di attenzione/iperattività | Mario Negri.
  • Anastasis. (2022, October 24). L’ADHD nel contesto scolastico: come si manifesta e quali strategie adottare. Cooperativa Anastasis.
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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