ADHD nei bambini: la guida completa

Scopri di più sull’ADHD nei bambini: sintomi, diagnosi e trattamenti. Esplora le sfide quotidiane che i bambini con ADHD affrontano e le strategie per gestire questa condizione. Trova risorse e supporto per te e la tua famiglia mentre affronti questa sfida e aiuti il tuo bambino a raggiungere il loro pieno potenziale.
adhd nei bambini

L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) è un disturbo del neurosviluppo che influisce sulla capacità di controllare l’attenzione, l’impulsività e la gestione dell’energia, rendendo le normali attività quotidiane un campo minato emotivo e cognitivo.

L’ADHD nei bambini si manifesta attraverso sintomi quali:

  • difficoltà nell’attenzione prolungata
  • impulsività
  • iperattività

Queste sfide si riflettono spesso in difficoltà a:

  • seguire istruzioni
  • completare compiti
  • restare seduti
  • controllare comportamenti impulsivi

Le cause dell’ADHD nei bambini non sono completamente comprese, ma coinvolgono una combinazione di fattori genetici, neurologici e ambientali. L’ereditarietà gioca un ruolo rilevante, con molte persone con ADHD che hanno parenti colpiti dal disturbo.

Il trattamento dell’ADHD nei bambini spesso richiede un approccio multidisciplinare: i medici possono prescrivere farmaci stimolanti come il metilfenidato per migliorare l’attenzione e la concentrazione, terapie comportamentali e interventi educativi sono cruciali, aiutando i bambini a sviluppare strategie per gestire i sintomi.

Che cos’è l’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività)

Come abbiamo detto, L’ADHD fa parte dei disturbi del neurosviluppo, ovvero di quella categoria psicopatologica composta da problemi che iniziano a emergere durante l’infanzia.

Come molti di essi, anche l’ADHD diventa più evidente durante la scuola elementare, il periodo in cui aumentano le richieste cognitive poste al bambino, che si trova a doversi impegnare in compiti a casa e lezioni a scuola.

L’ADHD nei bambini si configura come una vera e propria sindrome, ovvero un pattern di comportamento che si manifesta costantemente e in più occasioni, un insieme di sintomi che possono ostacolare lo sviluppo cognitivo del piccolo e creargli difficoltà in contesti come la scuola e le relazioni con i compagni.

Tuttavia, è importante sottolineare che l’ADHD non riguarda solo i bambini. Questo disturbo può persistere anche nell‘età adulta, manifestandosi in modi diversi. Infatti, l’ADHD negli adulti può influire sulla vita quotidiana e sulle relazioni, creando sfide aggiuntive che richiedono una gestione adeguata.

Come suggerisce il nome, si tratta di una problematica che ha due poli (possono essere presenti entrambi o solo uno dei due): la scarsa attenzione e l’iperattività.

Quali sono i sintomi dell’ADHD nei bambini?

Il DSM-5 aiuta a definire in modo chiaro le caratteristiche fondamentali per riconoscere l’ADHD nei bambini. È importante ricordare che i sintomi devono essere proporzionati all’età del bambino: le aspettative devono essere coerenti con ciò che ci si attende a quella specifica età, altrimenti non si può parlare di mancanza o deficit.

Sintomi di disattenzione

La disattenzione si manifesta con una serie di difficoltà che compromettono il rendimento scolastico e devono essere riconoscibili, per la diagnosi di ADHD nei bambini, almeno sei di questi elementi:

  • l’attenzione del bambino è superficiale, spesso a causa della distrazione commette errori e non riesce a focalizzarsi sui particolari, portando anche a termine il lavoro, ma in modo grossolano;
  • durante la lezione, così come nelle attività di svago, non riesce a mantenere l’attenzione per un tempo accettabile;
  • molte volte sembra non ascoltare quando gli si parla, ad esempio guarda altrove anche se non ci sono fonti di distrazione;
  • quando gli viene assegnato un compito, lo completa senza seguire le istruzioni perché non le legge o si distrae senza ascoltare, mentre altre volte non lo termina del tutto;
  • il bambino ha difficoltà a organizzare il lavoro o le attività di gioco e a gestire il suo materiale: è disordinato e sembra non avere un chiaro schema di azione;
  • se un compito richiede impegno o uno sforzo particolare, cerca in tutti i modi di evitarlo oppure si rifiuta attivamente di eseguirlo;
  • il suo essere disordinato lo porta spesso a perdere il materiale che gli serve;
  • gli stimoli esterni sono per lui una vera calamita: ne è distratto con incredibile facilità;
  • nelle attività di tutti i giorni appare svogliato e agisce in modo raffazzonato.

Sintomi di iperattività

Anche per l’iperattività o impulsività è prevista una lista di elementi e, se questo tratto è presente nel pattern, devono essere almeno sei:

  • quando è seduto ha difficoltà a stare fermo: si dimena oppure muove e sbatte mani o piedi;
  • fa fatica a rimanere al suo posto quando dovrebbe stare seduto, ad esempio alzandosi continuamente in classe;
  • anche quando non dovrebbe farlo, corre o salta, risultando inappropriato;
Quali sono i sintomi dell’ADHD nei bambini?
  • le attività di gioco sono caratterizzate a irrequietezza e frenesia, il bambino non sembra in grado di svolgere con la tranquillità dei compagni;
  • osservandolo, si ha l’impressione che sia caricato a molla o che sia tenuto attivo da un motore;
  • è logorroico;
  • spesso, quando gli si rivolge una domanda, è incapace di attendere la fine della frase e spara una risposta a caso;
  • non rispetta il proprio turno perché non riesce ad aspettare;
  • tende a prevaricare gli altri, che si tratti di un discorso (ha l’abitudine di parlare sopra gli altri) o di un gioco, risultando invadente.

Conseguenze dell’ADHD nei bambini

Della diagnosi fanno parte anche le conseguenze che possono derivare dall’ADHD e dai suoi sintomi nei bambini: per poter parlare di disturbo, devono essere compromessi almeno due contesti di vita, ad esempio:

  • quello domestico
  • quello scolastico

Significa che il bambino, in questi luoghi, può manifestare una serie di difficoltà.

È più facile che rimanga indietro con l’apprendimento rispetto ai suoi compagni, dato che l’attenzione è il presupposto per tutte le attività cognitive, ma è anche più probabile che abbia delle relazioni conflittuali con i bambini della sua età, che potrebbero vederlo come:

  • inadeguato
  • prepotente
  • fastidioso
Conseguenze dell'ADHD nei bambini

A scuola, inoltre, se l’insegnante non comprende il significato della diagnosi, potrebbe etichettarlo come un bambino:

  • pigro
  • svogliato
  • inopportuno

Che fa apposta a infastidire la lezione e a disobbedire e distrarsi continuamente per non fare il suo dovere.

Diagnosi di ADHD nei bambini

Il criterio temporale è fondamentale per diagnosticare lADHD nei bambini.

Prima di tutto, trattandosi di un disturbo del neurosviluppo, i sintomi devono essere presenti prima del compimento dei 12 anni. Quando il bambino è molto piccolo, diciamo prima dei 4 anni, è molto difficile riconoscere i sintomi, dal momento che a quest’età c’è una maggiore variabilità di comportamenti considerati normali.

Quando inizia a frequentare la scuola elementare, le richieste sono più difficili e ci si aspetta maggiore disciplina dal piccolo alunno: ecco perché a quest’età avvengono la maggior parte delle diagnosi.

La durata minima dei sintomi è di almeno sei mesi di presentazione costante, e il decorso può essere molto vario. A volte, con la crescita, all’ADHD si sommano comportamenti oppositivi e problemi nella condotta che rischiano di dare luogo poi ad azioni antisociali.

Una buona percentuale di bambini con ADHD non guarisce mai e continua a manifestare la patologia anche in età adolescenziale e adulta, anche se la sintomatologia cambia: se nei piccoli prevale l’iperattività, in seguito la disattenzione prende il sopravvento e negli adulti ciò che può essere davvero invalidante è l’impulsività.

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Test per ADHD nei bambini

È importante sottolineare che un test per l’ADHD dovrebbe sempre essere condotto da professionisti qualificati, come medici o psicologi specializzati nel disturbo.

Tuttavia, è possibile identificare alcune domande generiche che possono essere utili come indicazione preliminare.

Ricorda che questo non sostituisce una valutazione professionale. Se sospetti che tuo figlia o tua figliaa possa avere l’ADHD, è fondamentale consultare un professionista della salute mentale. Di seguito, alcune domande generiche che potrebbero essere parte di un test di screening:

  1. Problemi di attenzione
    • Il bambino ha difficoltà a mantenere la concentrazione su compiti o giochi?
    • Si distrae facilmente durante le attività quotidiane?
    • Ha problemi a seguire istruzioni o a completare i compiti assegnati?
  2. Iperattività
    • Il bambino sembra sempre in movimento, incapace di sedersi tranquillamente?
    • Mostra comportamenti eccessivamente frenetici in situazioni in cui è richiesta calma?
  3. Impulsività
    • Agisce senza pensare alle conseguenze
    • Ha difficoltà a aspettare il proprio turno durante i giochi o le attività di gruppo?
  4. Problemi scolastici
    • Ha difficoltà nelle prestazioni scolastiche a causa di problemi di attenzione o comportamento?
    • Gli insegnanti hanno segnalato comportamenti problematici in classe?
  5. Relazioni sociali
    • Il bambino ha difficoltà a mantenere amicizie o a partecipare a giochi di gruppo?
    • Si imbatte in problemi comportamentali nelle interazioni sociali?

Quali sono le cause dell’ADHD nei bambini?

Non è possibile individuare una causa precisa dell’ADHD nei bambini, ma ci sono alcuni fattori che possono aumentare il rischio di un suo sviluppo, come la presenza di particolari tratti temperamentali (la ricerca continua di novità e la difficoltà a esercitare il controllo sul proprio comportamento).

In molti casi è stata osservata con i sintomi dell’ADHD nei bambini la compresenza di fattori ambientali negativi, come:

  • il fumo o l’alcol in gravidanza
  • l’abuso durante i primi anni di vita, anche sul versante della trascuratezza
  • l’esposizione a sostanze tossiche
  • un passato di adozioni.

Questi elementi si osservano con maggiore frequenza nei bambini con ADHD ma non è ancora chiaro se si possa parlare di rapporto causale.

Sembra provato, invece, il peso della biologia e della genetica: se i genitori hanno o hanno avuto una diagnosi di ADHD, è più probabile che i figli sviluppino la stessa sindrome.

Il modo in cui i genitori interagiscono con i bambini, invece, non è correlato al rischio di manifestazione di ADHD, ma può modificarne il decorso quando già presente.

ADHD e autismo

È importante notare che ADHD e autismo, noto anche come Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), sono due condizioni psicologiche separate.

Sebbene condividano alcune sovrapposizioni nei sintomi, come la difficoltà:

  • nell’attenzione
  • nella gestione delle emozioni

Sono due disturbi distinti con cause e caratteristiche specifiche.

Tuttavia, può accadere che alcune persone presentino sia l’ADHD che l’autismo, e in questi casi è importante una diagnosi accurata e un trattamento mirato per affrontare entrambe le condizioni in modo efficace.

Trattamento dell’ADHD nei bambini

L’ADHD è curabile e in molti casi i miglioramenti sono possibili, una volta inquadrato il caso.

Ai bambini con ADHD viene spesso proposta una terapia combinata, nella quale vengono integrati dei farmaci con un intervento educativo.

Farmaci per ADHD nei bambini

Il trattamento farmacologico dell’ADHD nei bambini coinvolge spesso l’uso di farmaci stimolanti come:

E, in alcuni casi, farmaci non stimolanti come:

  • atomoxetina

Tuttavia, la decisione di iniziare una terapia farmacologica dovrebbe essere presa in collaborazione con un medico specializzato in pediatria o un professionista della salute mentale.

Farmaci per ADHD nei bambini

Terapia per l’ADHD nei bambini

Le terapie comportamentali e gli interventi educativi giocano un ruolo fondamentale nel trattamento dell’ADHD nei bambini. Questi approcci sono mirati a migliorare il controllo dell’attenzione, la gestione dell’impulsività e la regolazione emotiva.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.