La distimia è un disturbo dell’umore che, a causa di alcuni sintomi, sembra molto simile alla depressione, ma in realtà se ne differenzia per diversi aspetti. È importante, quindi, non confondere i due disturbi e per questo cercheremo di chiarire al meglio le differenze tra le due condizioni, e come affrontarla.
É fondamentale ricordarsi che a tutti capita di sentirsi tristi, ma che il vero problema insorge quando certi stati d’animo perdurano quasi quotidianamente e pressoché ininterrottamente.
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Significato: cosa si intende con distimia
La distimia, detta anche disturbo distimico, fa parte dei disturbi del tono dell’umore. Comporta, infatti, una forma lieve ma tendente alla cronicità di depressione.
Oggigiorno, la definizione di sindrome distimica pura si associa a tutte le situazioni in cui i sintomi della depressione si presentano in modo continuativo, anche se in maniera e misura lieve rispetto a quelli della depressione maggiore.
Nonostante sia meno severa della depressione, la distimia è un problema i cui sintomi si ripresentano ogni giorno (ad eccezioni di interruzioni momentanee) per un determinato periodo di tempo.
Differenza tra distimia e depressione maggiore
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, è bene comprendere la differenza tra distimia e depressione maggiore:
- durata dei due disturbi: la depressione maggiore ha un decorso minimo di due settimane (DSM 5) dopo le quali è possibile effettuare la diagnosi, il disturbo distimico (DSM IV-Tr) tende a durare di più.
- episodi, vale a dire in quei periodi in cui si verifica la sintomatologia: la depressione è caratterizzata dagli “episodi”, cioè è determinata dalla presenza di due o più episodi avvenuti in momenti diversi, la distimia invece vede costantemente presente un senso di malessere e di tono dell’umore basso. Ciò vuol dire che non si presenta in episodi;
- intensità dei sintomi: nella depressione maggiore l’intensità è molto forte, nella distimia la persistenza dei sintomi ha minore intensità (è più un malessere costante e sempre presente, come “un rumore di fondo”);
- pratica clinica nell’affrontare i due disturbi: il depresso vive un’interferenza maggiore del disturbo che nel distimico non si ritrova in modo eccessivo. In sostanza, alcune azioni semplici come alzarsi dal letto, nel primo caso diventano difficili, pregiudicando la normalità di vita, mentre nel secondo per via dei gradi diversi di persistenza del malessere, può essere più facile e normale eseguire questo tipo di attività.
La distimia, dunque, è un disturbo che crea molto disagio soggettivo, spesso sottovalutato, ma che oggi può essere efficacemente individuato grazie a diversi esami diagnostici, tra cui un’accurata valutazione psicologica e un attento esame obiettivo.
Fondamentale, però, riconoscerlo subito poiché spesso la diagnosi e quindi la cura possono essere molto tardive in quanto chi ne soffre tende a pensare che certi malesseri siano parte del proprio carattere, quindi impossibili da curare.
Sintomi della distimia: come riconoscerla
Chi soffre di distimia presenta da almeno due anni alcuni sintomi depressivi e quasi tutti i giorni durante la maggior parte della giornata.
Tra i sintomi più spesso riscontrati troviamo:
- insonnia o ipersonnia;
- scarso appetito o iperfagia;
- bassa autostima, insicurezza, inadeguatezza, inefficienza, autosvalutazione;
- difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni;
- sconforto, tristezza, disperazione, pessimismo;
- affaticabilità e scarsa energia.
A livello generale sono gli stessi sintomi della depressione clinica, ma più attenuati e prolungati nel tempo.
Manifestandosi con un carattere cronico e persistente, la distimia può mettere nella condizione di pensare che un certo malessere sia parte del proprio carattere da sempre, e che non ci si possa fare granché. Una convinzione che si presenta anche per parenti e amici che possono ritenere che la persona sia pessimista e insicura.
Cause e fattori di rischio
Le cause della distimia sono poco chiare, ma si ritiene che a influire siano fattori di natura biologica, psicologica e ambientale, ma tutti che devono essere ancora approfonditi. La distimia, inoltre, si riscontra più spesso in situazioni in cui:
- individui che vivono o trascorrono molto del loro tempo con persone distimiche o depresse;
- soggetti che hanno sperimentato fasi di vita stressanti/drammatiche, come nel caso della perdita di una persona cara;
- le persone che necessitano costantemente di rassicurazioni e dell’approvazione degli altri.
Alla distimia, inoltre, possono associarsi diverse psicopatologie tra cui la depressione maggiore, i disturbi d’ansia, i disturbi alimentari e in molti casi coesiste con la presenza di un disturbo di personalità.
I fattori di rischio fanno riferimento principalmente a comportamenti controproducenti come:
- ruminazione mentale;
- riduzione o evitamento dei contatti sociali, delle normali attività quotidiane e dei compiti;
- autovalutazione negativa;
- tendenza a fare previsioni negative sul mondo e sul futuro.
La diagnosi
Per verificare se soffri di distimia è necessario che tu venga sottoposto a un esame obiettivo, dei test di laboratorio e a una valutazione psicologica.
Durante l’esame obiettivo, il medico indagherà se soffri (o hai sofferto in passato) di qualche problema di salute. I test di laboratorio si riferiscono a esami del sangue e della tiroide, questo perché sembra esserci un legame tra tiroide, contenuto di vitamina D nel sangue e disturbi dell’umore.
La valutazione psicologica consiste in una serie di domande che hanno lo scopo di comprendere i sentimenti, i pensieri e i disturbi dell’umore. Un momento fondamentale per stabilire esattamente la malattia mentale in atto.
In sostanza, gli esami di laboratorio servono al medico per comprendere se può esserci un collegamento tra i disturbi dell’umore e lo stato generale di salute, mentre la valutazione psicologica è necessaria per arrivare a stabilire quali sono le reali caratteristiche della malattia mentale in atto e per comprendere, infine, se si tratta effettivamente di distimia.
Scegliere uno psicologo: come fare
Una volta che hai preso la decisione di farti aiutare da uno psicologo per non soffrire più di distimia, devi scegliere quello giusto. Decisione difficile: ci sono diverse scuole di psicoterapia, diverse tecniche, e le recensioni online sono spesso inutili perché tutte positive. Ma è proprio questo uno dei momenti più delicati: scegliere quello sbagliato può far fallire la terapia. Ecco qualche consiglio per intraprendere il percorso che fa per te:
- Assicurati che sia uno psicoterapeuta certificato. Gli psicologi che non sono psicoterapeuti possono darti dei validi consigli, ma non possono proporti un percorso di cura.
- Scegli qualcuno che non sia legato a parenti o amici. Devi sentirti tranquillo e aprirti completamente durante la terapia, e questo avviene meglio con professionisti che non sono connessi alla tua sfera di conoscenze.
- Trova uno psicoterapeuta esperto in questo tipo di disturbi. Per quanto tutti i terapeuti abbiano avuto una formazione completa, migliaia di ore di esperienza sul campo e una specializzazione sono garanzia di un percorso di successo.
- Scegli qualcuno con cui entri in sintonia. Questo lo puoi sapere veramente solo provando una seduta, ma in fase di prenotazione puoi porre delle domande che ti aiuteranno a capire meglio se lo psicoterapeuta che hai scelto fa al caso tuo. Come sarà strutturato il percorso? Su cosa ci si concentrerà? Sono previsti esercizi e compiti a casa?
Una soluzione è il servizio di psicologo online di Serenis, l’azienda che tra altre cose cura anche questo blog. Serenis ha psicoterapeuti esperti disturbi come le distimia; te ne assegna uno adatto alla tua situazione, con cui farai una prova gratuita e inizierai un percorso (e se per qualche motivo non entri in sintonia, puoi richiedere un terapeuta diverso con un clic). Ci sono però molti altri modi per trovare uno psicoterapeuta valido: per esempio puoi chiedere al medico di base o rivolgerti ad un consultorio nella tua zona. L’importante è fare il primo passo.
Guarire dalla distimia: cura e trattamento
La distimia, seppur difficile da diagnosticare, può essere trattata con basse dosi di farmaci antidepressivi di ultima generazione, ma fondamentale è l’aiuto di una psicoterapia, come quella cognitivo-comportamentale e la psicoeducazione.
La terapia di tipo cognitivo-comportamentale, come dimostrato da diversi studi come quello del National Institute for Health and Clinical Excelence del 2011, si rivela tra le più efficaci per affrontare e superare il disturbo con benefici a lungo termine, mentre uno degli obiettivi della psicoeducazione è insegnare ai familiari di chi soffre di questo disturbo come meglio comportarsi nei confronti del loro caro.
Per avere più speranze di guarire, però, è necessario che il paziente collabori con lo psicoterapeuta e che creda fermamente nei consigli e negli insegnamenti di quest’ultimo. Sarebbe opportuno, inoltre, evitare di isolarsi e di prendere decisioni nel momento in cui ci si sente giù di morale, poiché si potrebbero commettere delle azioni senza senso logico.
Infine, una soluzione efficace può rivelarsi anche iscriversi a un gruppo di supporto per malati (o guariti) di distimia e che le giornate siano organizzate nel dettaglio, in modo da tenersi occupati con varie attività.
Quanto dura la distimia
Difficile stimare quanto duri effettivamente la distimia, tuttavia i sintomi di solito si protraggono per almeno due anni e non scompaiono per più di due mesi per volta.
Il recupero, nella maggior parte dei casi, richiede tanto tempo e i sintomi spesso ritornano. Uno studio ha rilevato che il 70% dei soggetti ha impiegato circa 4 anni per riprendersi, mentre il 50% ha avuto una ricaduta (Arnow et al.). Un’altra ricerca (Klein et al.) ha evidenziato un tempo medio per la ricomparsa dei sintomi di quasi 6 anni. Dopo il recupero, molti pazienti trovano utile continuare ciò che hanno fatto, sia che si parli di farmacoterapia, sia di psicoterapia.
Testimonianze
Guarire dalla distimia è possibile come dimostrano le parole di Cristina: “il vissuto che accompagna la mia infanzia e adolescenza è di non andare bene, di essere sbagliata, convinzioni che si sono rivelate parte fondamentale della mia distimia. Grazie alla psicoterapia ho acquisito la consapevolezza che l’insicurezza e la scarsa autostima sono conseguenti alla mancanza di un vissuto di accettazione e di accoglimento da parte di un materno positivo. Un lavoro psicologico che è durato due anni e che mi ha lasciato una maggiore sicurezza personale che mi permette anche di riequilibrare tutti i rapporti interpersonali che stavo rovinando, e tutto grazie alla maggiore autonomia conquistata”.
L’aiuto della psicoterapia
La psicoterapia si rivela quindi fondamentale per superare la distimia poiché nel corso delle sedute la persona viene aiutata a prendere consapevolezza dei circoli viziosi che mantengono e peggiorano il disturbo. Lo scopo è quello di potersene liberare gradualmente attraverso l’acquisizione di schemi di pensiero e di comportamento più funzionali.
Per guarire è fondamentale, dunque, fare il primo passo rivolgendosi a un professionista. Su Serenis, per esempio, è possibile trovare un supporto psicologico grazie a un team di psicoterapeuti online pronti a fornire nuovi strumenti per combattere la distimia.
Bibliografia
- IPSICO, Distimia: sintomi e cura;
- American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fourth Edition, Text Revision. Washington D.C. (Tr. it.: DSM-IV-TR. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Text Revision. Masson, Milano, 2004);
- American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, DSM-5. Arlington, VA. (Tr. it.: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014);
- National Collaborating Centre for Mental Health (Great Britain), National Institute for Health, Clinical Excellence (Great Britain), British Psychological Society, & Royal College of Psychiatrists. (2011). Common mental health disorders: identification and pathways to care;
- Healthline, Persistent Depressive Disorder (Dysthymia).
- Arnow BA et al. Effectiveness of Psychoteherapy and Combination Treatment for Chronic Depression, Journal of Clinical Psychology (Aug. 2003): Vol. 59, No. 8, pp. 893- 905;
- Klein DN, et al. Dysthymia and Chronic Depression: Introduction, Classification, Risk Factores, and Course, Journal of Clinical Psychology (Aug. 2003): Vol. 59, No.8, pp. 807- 816.