Solastalgia: quando il cambiamento climatico intacca la salute mentale

Il presupposto del concetto di solastalgia è che esiste un profondo legame tra la nostra salute psicologica e la salute dell’ambiente in cui viviamo. La parola è stata coniata appositamente per caratterizzare l’impotenza dell’uomo di fronte alla desolazione e alla perdita degli ambienti naturali a causa del cambiamento climatico.

Andiamo ad approfondire il fenomeno della solastalgia, in che modo si riconosce, come si manifesta, quali sono i comportamenti utili per superare lo stato d’animo dell’ansia e della depressione causate dall’inarrestabile processo del cambiamento climatico.

Cosa significa solastalgia?

Solastalgia è un neologismo coniato per definire in modo chiaro il profondo e significativo disagio psicologico causato dalle trasformazioni ambientali di questi ultimi anni.

Il filosofo australiano Glenn Albrecht ha utilizzato i due termini solacium (che significa letteralmente conforto) e algia (che viene dal greco e può essere tradotto con dolore) per descrivere l’angoscia mentale causata dall’esperienza del cambiamento ambientale negativo.

Solastalgia o nostalgia?

Il termine solastalgia è stato ispirato al concetto di nostalgia. Tuttavia, ci sono differenze fondamentali tra questi due stati emotivi. La nostalgia descrive solitamente uno stato di tristezza o desiderio causato dall’essere lontani da casa.

Al contrario la solastalgia descrive l’esperienza di trauma cronico o di disperazione a causa di cambiamenti negativi o dolorosi nell’ecosistema in cui si vive a causa dell’impatto del cambiamento climatico.

La solastalgia dunque si riferisce ad eventi di cui non si ha il controllo e dunque non è possibile tornare a casa per ripristinare lo stato di benessere perchè è la casa stessa ad essere cambiata. Le persone esposte al cambiamento ambientale sperimentano effetti negativi esacerbati da un senso di impotenza o mancanza di controllo sul processo di cambiamento in atto. Si vivono quasi gli stessi sintomi dell’ansia.

Da numerose ricerche si evidenzia che oggi in tutto il mondo si registra un aumento delle sindromi psicologiche causate da disagio ecosistemico in quanto l’ambiente naturale svolge un ruolo significativo nella costruzione delle nostre identità e nella nostra percezione del futuro.

Come si chiama la paura del cambiamento climatico?

Ci sono 2 condizioni che possono portare allo sviluppo della condizione di solastalgia: lo stress da catastrofi ambientali e lo stress da cambiamento climatico globale. Tuttavia questo eccessivo pensarci troppo può generare nell’individuo eccessivo timore, a tal punto da non vivere bene la propria vita.

Vediamoli meglio nelle prossime sezioni.

Stress da catastrofi ambientali

Quando un’area viene devastata da un disastro naturale non solo le proprie case vengono completamente distrutte ma l’intera esistenza delle persone e delle loro comunità che vivono in quell’ambiente.

In queste situazioni le persone non solo hanno bisogno di ricostruire la propria vita ma devono anche riconciliarsi con ciò che hanno perso. Questo può comportare uno stato depressivo per coloro che hanno assistito a drastici eventi o che hanno subito catastrofi ambientali come un uragano, un’alluvione o un incendio boschivo.

In questa situazione la solastalgia si manifesta attraverso la perdita del senso d’identità, l’insicurezza e l’interruzione dell’appartenenza rispetto al luogo in cui vive.

I tipi di disastri naturali che possono indurre la condizione di solastalgia includono:

  • siccità;
  • incendi;
  • allagamenti;
  • disboscamenti;
  • smog;
  • inquinamento;
  • clima estremo.

Stress da cambiamento climatico globale

La solastalgia viene a volte definita anche più in generale come ansia climatica dovuta ad una sensazione di perdita dell’ambiente naturale a causa del cambiamento climatico del pianeta.

Anche le persone che non assistono in modo diretto alle catastrofi ambientali possono sviluppare un profondo senso di impotenza di fronte all’inarrestabile processo di deterioramento della Terra.

Questo senso di smarrimento è dovuto all’interazione che esiste tra il benessere del nostro ambiente fisico e quello della nostra salute mentale.

Solastalgia ed ecoansia sono correlate

Il filosofo Glenn Albrecht docente presso la School of Geosciences dell’Università di Sydney ha approfondito le caratteristiche psicologiche di disagio che derivano specificamente da cambiamenti ambientali sconvolgenti, inarrestabili e spesso improvvisi che stanno diventando sempre più comuni.

Il malessere psicologico è dovuto principalmente a questa condizione di imprevedibilità per il futuro che genera forti preoccupazioni oltre ad una sensazione di vuoto e di perdita.

L’american Psychological Association ha introdotto il termine ecoansia per descrivere la paura delle minacce ambientali sull’esistenza dell’essere umano.

Chi soffre di ecoansia sviluppa principalmente sintomi ansiosi come l’angoscia per il futuro dell’umanità e la profonda e costante insicurezza di fronte ai possibili disastri ambientali causati dal cambiamento climatico in atto.

Quali sono i sintomi della solastalgia?

La solastalgia comprende un’ampia varietà di sintomi che possono essere presenti in altri problemi di salute mentale, come nel caso di ansia generalizzata, ansia sociale o ansia patologica. Questa condizione varia molto da una persona all’altra e può verificarsi in risposta a un’ampia varietà di circostanze. Anche il livello di gravità e di persistenza dei sintomi è molto variabile. Le stesse persone potrebbero aver presentato questi sintomi anche per via dell’ansia da covid. Alcuni individui manifestano sintomi gravi e di lunga durata mentre altri presentano segnali lievi o moderati che possono apparire solo in alcuni specifici momenti. Tra i sintomi più ricorrenti ci sono:

  • rabbia;
  • ansia;
  • depressione;
  • disperazione;
  • angoscia;
  • stanchezza e difficoltà a dormire;
  • senso di insicurezza;
  • impotenza e perdita della speranza.

E altri ancora.

Come viene diagnosticata la solastalgia?

Psicologi ed altri professionisti della salute mentale possono diagnosticare la solastalgia dopo aver valutato l’impatto che i sintomi hanno sulla vita quotidiana.

Si tiene conto della storia medica e delle circostanze della vita ma anche delle situazioni ambientali specifiche che potrebbero aver contribuito a far precipitare la situazione verso la solastalgia.

Anche le condizioni mentali preesistenti come ad esempio aver sofferto in passato di disturbi d’ansia, depressione o altri disturbi dell’umore sono elementi importanti per la diagnosi di solastalgia.

Come si può trattare la solastalgia?

Una delle maggiori difficoltà nel trattamento della solastalgia è che gran parte delle cause dell’angoscia presente in questa condizione si trovano al di fuori del controllo della persona.

Durante il trattamento chi soffre di solastalgia lavora su come riprendere il senso di controllo, riaccendere la speranza, ritrovare uno scopo nella vita e riuscire a fare nuovamente dei progetti per il futuro.

Per fare questo può essere utile un percorso di psicoterapia durante il quale si cerca di ricucire la frattura tra la persona e l’ambiente naturale.

Convalidare i sentimenti di perdita

Prendere consapevolezza del senso di vuoto e di perdita sperimentato a causa del cambiamento climatico è il primo passo per ritrovare il benessere mentale. Bisogna infatti accettare il fatto che il cambiamento ambientale e i disastri causati dall’uomo sulla natura possono avere enormi conseguenze sulla psiche umana.

Quando si è molto sensibili è necessaria una profonda elaborazione di questi temi che può richiedere tempo, impegno ed autocompassione.

Talvolta il senso di angoscia è accompagnato da un senso di colpa universale nei confronti dei disastri ambientali generati dagli esseri umani. Diventa importante dunque liberarsi da queste colpe e riconoscere la propria inevitabile impotenza di fronte agli eventi incontrollabili.

Riconnettersi con la natura

Se la condizione di impoverimento degli ambienti naturali è così dolorosa si può intervenire per l’ansia anche attraverso piccole azioni quotidiane che servano a riconnettersi con la natura.

Ad esempio può essere utile tenere in casa piante o fiori, dipingere le pareti con colori naturali o cercare di trascorrere del tempo passeggiando nei prati, nei boschi, in riva ad un fiume o sulla spiaggia.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.