Overthinking: come fermare i pensieri?

L'overthinking, o pensare troppo, è un'abitudine di pensiero caratterizzata da un'eccessiva riflessione su situazioni passate, presenti o future, spesso portando ad ansia, stress e indecisione.

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Cos'è l'overthinking

Ti è mai capitato di preoccuparti eccessivamente per qualcosa che alla fine si è rivelato insignificante? Spesso, quando pensiamo troppo, è proprio il nostro continuo rimuginare che ingigantisce il problema. Approfondiamo insieme cos'è l'overthinking e che impatto ha sulla nostra vita.

Cos'è l'overthinking?

L'overthinking, o "pensare troppo", è una condizione psicologica caratterizzata da un'attenzione eccessiva e continua su certi pensieri, che diventano intensi e ripetitivi (Nolen-Hoeksema, 1991). Questa condizione può manifestarsi in due forme principali: ruminazione su eventi passati o presenti e preoccupazione per eventi futuri. Chi sperimenta l'overthinking può passare ore a riflettere se ha preso la decisione giusta o a preoccuparsi incessantemente per ciò che potrebbe accadere.

Questi pensieri diventano frequenti e spesso intrusivi, interferendo con la vita quotidiana e creando una spirale difficile da interrompere. Quando queste intrusioni mentali sono così frequenti e stressanti da compromettere il normale funzionamento quotidiano, l'overthinking può essere indicativo di un disturbo mentale. Questo porta a un aumento dello stress, dell'ansia, della depressione o di altre problematiche. In sostanza, sia che si tratti di ruminazione o di preoccupazione, si tratta di cicli di pensiero continui che non portano a una soluzione concreta.

Significato di overthinking

Come capire se sto pensando troppo?

Il pensiero è uno dei doni più preziosi dell'essere umano, risultato dell'evoluzione del nostro cervello, che ci consente di comprendere informazioni, risolvere problemi, pianificare e imparare dal passato. Tuttavia, questa capacità può diventare un'arma a doppio taglio quando si trasforma in overthinking: un circolo vizioso di pensieri ripetitivi che non portano a soluzioni utili.

Per determinare se stai facendo overthinking, chiediti se ti ritrovi spesso a rimuginare sugli stessi problemi senza trovare una via d'uscita. Se il tuo pensiero gira a vuoto e non porta a conclusioni concrete, potresti essere intrappolato in un ciclo di pensiero eccessivo.

I sintomi dell'overthinking

Questo dialogo interiore generato dall'overthinking, caratterizzato da domande e preoccupazioni difficili da fermare, può causare sintomi fisici come:

  • mal di testa,
  • dolore alla schiena,
  • tensione muscolare al collo.

I sintomi psicologici possono invece essere ricondotti a:

Overthinking: alcuni esempi

L'overthinking può manifestarsi in vari modi nella vita quotidiana. Ad esempio, potresti trovarti a ripensare ripetutamente a una conversazione avuta giorni fa, cercando di analizzare ogni singola parola detta e interpretare i messaggi non verbali.

Oppure potresti essere tormentato dai "se" e dai "ma" riguardo alle decisioni prese o da prendere, chiedendoti continuamente se hai fatto la scelta giusta o se ci sarebbe stato un percorso migliore da seguire.

Altri casi comuni di overthinking includono il rimuginare su situazioni imbarazzanti del passato, come un incidente durante una presentazione in pubblico o un errore commesso sul lavoro, ripetendo mentalmente come avresti potuto evitarlo.

Overthinking in amore

L'overthinking in amore può diventare un intricato labirinto emotivo, in cui la mente si perde tra riflessioni ossessive e preoccupazioni incessanti riguardo alla vita sentimentale.

Chi sperimenta questo fenomeno tende a analizzare in modo eccessivo ogni aspetto delle interazioni con il partner, cercando di interpretare ogni gesto e parola. La paura costante del giudizio del partner genera una sorta di auto-critica ininterrotta, portando a una difficoltà nell'esprimere liberamente i propri sentimenti o opinioni.

L'overthinker vive spesso imprigionato in una rete di indecisioni, temendo di fare scelte sbagliate anche nelle questioni più banali. La mente è costantemente proiettata verso il futuro, anticipando scenari negativi e generando un'ansia palpabile (ansia anticipatoria).

La paura di perdere il partner può portare a comportamenti di attaccamento eccessivi, compromettendo la capacità di vivere appieno il presente.

Overthinking: disturbo o sintomo?

L'overthinking è il sintomo di un disturbo mentale oppure costituisce di per sè un disturbo vero e proprio? Tutti gli studi dimostrano che esiste un rapporto tra il pensiero eccessivo e la presenza di un disturbo mentale come l'ansia o la depressione, ma non sembra chiaro quale sia la causa e quale l'effetto.

Ma cosa distingue il pensiero eccessivo da una semplice preoccupazione? Chi soffre di overthinking generalmente è una persona che non riesce a rilassarsi ed è come se il suo cervello non si spegnesse mai. Molti non riescono a smettere di pensare a come la loro vita sarebbe potuta andare meglio se avessero fatto scelte diverse.

In altre parole, vivono una condizione mentale chiamata "paralisi analitica" che consiste nel soffermarsi troppo a lungo sugli aspetti negativi di una situazione. Si genera cioè un rallentamento o un vero e proprio blocco delle capacità di giudizio e di analisi della realtà che rende difficile intraprendere qualsiasi altra attività.

I sintomi dell'overthinking

Overthinking e psicopatologia

L'overthinking, o pensare eccessivo, può essere associato a diversi disturbi mentali, poiché spesso è un sintomo o un elemento correlato a condizioni psicologiche specifiche, come:

Quali sono le cause dell'overthinking?

Non è possibile stabilire un'unica causa all'origine dell'overthinking.

  • Le caratteristiche personali.
  • Le capacità di tollerare le frustrazioni.
  • L'atteggiamento generale nei confronti della vita.

Sono elementi che dipendono dalla personalità e dall'insieme delle esperienze che variano da individuo a individuo. Gli psicologi affermano che è comunque possibile individuare alcuni tratti comuni degli overthinkers:

  • condurre una vita particolarmente frenetica causa stress e preoccupazioni eccessive. Le persone che sono sottoposte a un carico di impegni elevato sono più a rischio di avere una maggiore quantità di pensieri che affolla la mente;
  • l'insicurezza è un fattore che può contribuire al pensiero eccessivo. Ad esempio il forte timore per il futuro e l'incertezza che comporta, inclusa la possibilità di avere una malattia, la paura della morte o eventuali perdite finanziarie;
  • un basso senso di autoefficacia e la conseguente percezione di non essere mai all'altezza delle situazioni può causare pensieri ricorrenti e diminuire l'autostima;
  • vivere un evento traumatico è un altro fattore che contribuisce al pensiero eccessivo. E' stato dimostrato che coloro che hanno subito un trauma hanno maggiori probabilità di overthinking. La mente di una persona può rimanere intrappolata permanentemente in uno stato di ipervigilanza se è stata abusata o trascurata durante l'infanzia;
  • coloro che cercano sempre la perfezione hanno l'abitudine di pensare troppo e hanno bisogno di avere il controllo completo di ogni circostanza. Questi individui iniziano a riflettere sugli errori fatti o temono di poterne fare altri in futuro. Hanno anche una forte preoccupazione su come vengono percepiti dagli altri.

Quali sono le cause dell'overthinking?

Come smettere di pensare troppo?

Nel contesto metacognitivo, si fa riferimento alla consapevolezza del proprio modo di pensare. Il primo passo per interrompere l'overthinking è identificare i "pensieri trigger" che possono scatenare disturbi nella mente.

Questi pensieri, caratterizzati dalla rapidità con cui si alternano, non sono il problema principale; piuttosto, è il modo in cui si collegano incessantemente, alimentandosi a vicenda.

Comprendere questo meccanismo permette di prendere il controllo della direzione del pensiero, scegliendo consapevolmente quale pensiero meritare maggiore attenzione, aiutando a smettere di pensare troppo.

Smettere di pensare troppo grazie alla psicoterapia

La psicoterapia può essere un prezioso strumento per aiutare le persone a smettere di pensare troppo, specialmente quando questo comportamento è associato a disturbi come ansia, depressione o il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).

  • Terapia cognitivo-comportamentale (CBT) - un approccio basato sull'identificazione e sulla modifica di schemi di pensiero distorti o dannosi. Nel contesto dell'overthinking, la CBT può aiutare a identificare e cambiare i modelli di pensiero negativi;
  • Terapia psicodinamica - si concentra sull'esplorazione degli aspetti inconsci della mente, spesso derivanti da esperienze passate o dinamiche familiari. Può essere utile nel comprendere le radici profonde dei pensieri intrusivi;
  • Mindfulness-based cognitive therapy (MBCT) - integrando principi di consapevolezza e meditazione mindfulness con la CBT, la MBCT può essere efficace nel ridurre il pensiero eccessivo, incoraggiando un atteggiamento di accettazione e consapevolezza del momento presente.

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DDDDomenico De Donatis
Domenico De Donatis
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.

DsMDott.ssa Martina Migliore
Dott.ssa Martina Migliore
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.

FRFederico Russo
Federico Russo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048.

Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara.

Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.