La negazione: meccanismi e implicazioni

La psicologia della negazione esplora i meccanismi mentali attraverso i quali le persone evitano o rifiutano consapevolmente o inconsciamente informazioni, esperienze o emozioni che possono essere angoscianti o minacciose per il proprio equilibrio psicologico.
psicologia della negazione e pensieri

Chiudere gli occhi davanti a realtà scomode è uno dei meccanismi di difesa della mente umana più comuni: si tratta del processo psicologico della negazione. È come se, avvolti nella tela di questo stratagemma psicologico, sperassimo che ciò che ci spaventa svanisca nel buio dell’ignoranza. Tuttavia, mentre questa tattica potrebbe offrire momentaneo sollievo, può anche celare rischi nascosti e conseguenze inaspettate. In questo articolo approfondiremo il concetto di negazione, le sue implicazioni psicologiche e strategie efficaci per affrontare la realtà in modo più costruttivo.

Cos’è la negazione?

La negazione, meccanismo di difesa delineato da Freud, è un processo psicologico in cui un individuo rifiuta di accettare una realtà dolorosa o angosciante. Può presentarsi in maniera consapevole o inconsapevole. Tuttavia, se la negazione potrebbe ridurre l’ansia nel breve periodo, in realtà non è una soluzione efficace per affrontare una situazione a lungo termine. Alla fine, la realtà delle circostanze si fa sentire, e allora bisogna affrontarla.

Freud: la negazione non esiste

Nell’analisi della negazione, Freud evidenzia un concetto fondamentale che sfida la logica tradizionale: nell’inconscio, il “no” non esiste come negazione assoluta, ma ogni negazione implica implicitamente l’esistenza del contrario. Questo concetto sfida la logica binaria della mente conscia, dove “sì” e “no” sono opposti netti. La negazione è più sfumata: non solo indica non-esistenza, ma suggerisce indirettamente l’esistenza di qualcosa. Ad esempio, negare la rabbia suggerisce la sua presenza non dichiarata.

Questa dinamica è fondamentale per comprendere la psiche umana, poiché le persone spesso negano i propri veri sentimenti per proteggere l’immagine di sé o evitare conflitti interni, influenzando così il modo in cui percepiscono e cercano di soddisfare i propri bisogni.

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Sviluppo infantile e importanza della fase orale

Freud associa la capacità di negazione alla fase orale dello sviluppo infantile. Durante questa fase, il bambino esplora il mondo attraverso la bocca, sperimentando sia il piacere che il dispiacere. In questo contesto, il bambino deve imparare a distinguere tra ciò che è gratificante e ciò che non lo è, tra ciò che è dentro e ciò che è fuori di sé.

Questo processo non riguarda solo il cibo, ma anche l’accettazione o il rifiuto di esperienze emotive e sensoriali. Attraverso questa esperienza, il bambino inizia a definire i confini del proprio sé, imparando a identificare ciò che appartiene a sé stesso e ciò che appartiene al mondo esterno. Questa distinzione tra interno ed esterno è fondamentale per la formazione del concetto di soggettivo e oggettivo: il bambino inizia a comprendere che le sue percezioni soggettive possono essere diverse dalla realtà oggettiva. Questo processo influenzerà il modo in cui il bambino interagisce con il mondo esterno e interpreta le proprie esperienze durante lo sviluppo e oltre.

negazione nei bambini

Un altro meccanismo di difesa che si manifesta nello sviluppo infantile è la sessualizzazione, un processo complesso che riguarda l’emergere e lo sviluppo delle cognizioni, delle emozioni e dei comportamenti sessuali nei bambini.

La negazione nella psicolinguistica

Dopo la rivoluzione introdotta da Chomsky nel 1957, la psicolinguistica dello sviluppo si è focalizzata sul processo di apprendimento linguistico nei bambini, includendo lo studio della negazione. Da questi studi in particolare è emerso che i bambini attraversano diverse fasi di sviluppo nella padronanza della negazione:

Fase inizialeFase intermediaFase avanzata
Inizialmente, i bambini iniziano a utilizzare il “no” o altre parole negative come espressione di disapprovazione o rifiuto, e queste parole vengono separate dalla frase principale. Successivamente, i bambini iniziano a integrare direttamente il “no” all’interno della struttura della frase, posizionandolo prima del verbo o di altri elementi chiave della frase.Nella fase avanzata, i bambini acquisiscono la capacità di formare frasi negative più lunghe e complesse, comprendendo anche le sfumature della negazione, come l’uso di parole come “nessuno” o “nulla”.
“No” come risposta unica, in quanto in grado di esprimere concetti con poche parole.Esempio: “Non voglio giocare con lui”Esempio: “Non c’è nessun animale nel giardino”

Questo cambiamento nella struttura sintattica riflette il loro progresso cognitivo e linguistico, e dimostra la loro abilità di adattarsi e comprendere le sfumature del linguaggio mentre crescono e sviluppano competenze comunicative più sofisticate.

Brown e i diversi tipi di negazione

Brown (1973) è stato uno dei pionieri nello studio della negazione e del suo sviluppo nei bambini. Ha identificato diversi tipi di negazione che emergono durante lo sviluppo infantile:

Tipo di negazioneDescrizioneEsempio
RifiutoRifiuto di qualcosa di negativo o indesiderato, può essere espresso verbalmente o tramite azioni“No, non voglio mangiare quel cibo.”
DiniegoRifiuto dell’ingerenza o dell’interferenza di un’altra persona, può essere espresso verbalmente o tramite azioni“Non voglio che tu mi dici cosa fare.”
Espressione di inesistenza, scomparsa o aspettative non soddisfatteRiguarda la mancanza di qualcosa o la non realizzazione di aspettative, può negare la verità di una situazione o aspettativa non soddisfatta“Non c’è nessun dolce nel frigorifero.”
Espressione di negazioneForma più diretta di negazione, in cui si nega una dichiarazione affermativa“Non ho mangiato il gelato.”

Lo studio della negazione nei bambini fornisce in questo modo un’ulteriore comprensione della psicologia infantile, inclusi i processi di pensiero, le emozioni e le relazioni sociali.

bambini e sviluppo della negazione

Gli studi di Shapiro e Rizzuto

Lo studio condotto da Shapiro (1979) ha esaminato l’uso della negazione nelle interazioni cliniche, soffermandosi sulla differenza tra la negazione performativa e quella proposizionale. Ha evidenziato che la negazione non si limita a contraddire semplicemente una frase affermativa, ma può anche fungere da mezzo di resistenza, rappresentando una forma di difesa emotiva o relazionale. Vediamo la differenza tra negazione performativa e proposizonale nel dettaglio:

Negazione proposizionaleNegazione performativa
DefinizioneNegazione di una dichiarazione affermativaResistenza o rifiuto nei confronti di un’azione o interpretazione proposta
Esempio“Non ho mangiato la torta”“No, non credo che sia arrabbiato”
ObiettivoContraddire l’affermazioneResistere a un’interpretazione o a un’azione proposta
FunzioneModifica il significato della fraseEsprime una resistenza emotiva o psicologica
ContestoComunicazione direttaSpecialmente in contesti clinici o terapeutici

Questo studio ha confermato che la negazione va oltre la semplice opposizione di una frase affermativa, e può essere influenzata da fattori emotivi, relazionali e contestuali.

Dopo Shapiro, Rizzuto (1988) ha approfondito ulteriormente la comprensione della negazione nelle interazioni cliniche, concentrandosi sulle dinamiche comunicative e psicologiche sottostanti. Ha notato come i pazienti, attraverso gesti e azioni non verbali, esprimessero forme di negazione e difesa durante le sessioni terapeutiche. Questo approccio ha arricchito la valutazione clinica, permettendo di cogliere segnali emotivi e comportamentali che possono sfuggire alla sola comunicazione verbale.

La negazione tra i meccanismi di difesa

La negazione gioca un ruolo significativo nei meccanismi di difesa psicologica, agendo come una barriera protettiva contro l’angoscia e la dissonanza cognitiva. Si integra spesso con altri processi difensivi, come la razionalizzazione e la proiezione, per mantenere l’equilibrio psichico. Tuttavia, la negazione può anche creare un distacco dalla realtà e ostacolare il processo di adattamento e crescita personale. Freud applica il concetto di negazione nei disturbo soffermandosi sulla nevrosi e la psicosi; in particolare riconosce le seguenti differenze:

NevrosiPsicosi
CaratteristicheAnsia, comportamenti disfunzionali mantenendo contatto con la realtàPerdita del contatto con la realtà, distorsione della percezione
ConsapevolezzaConsciaSpesso inconscia
Accettazione della realtàRifiuto consapevole di pensieri o sentimenti spiacevoliEstrema negazione della realtà esterna e dei propri stati mentali
FunzioneRiduzione dell’ansia, mantenimento di un senso di normalitàContribuisce alla distorsione della realtà e al mantenimento della condizione psicologica
Meccanismo di difesaMantenimento dell’equilibrio psichico in situazioni stressantiAdattamento disfunzionale, ostacolo al confronto con la verità oggettiva
EsempioUn individuo con nevrosi può rifiutare consapevolmente di accettare che la sua ansia derivi da problemi di autostima, preferendo attribuirla a fattori esterniUna persona in uno stato psicotico potrebbe negare completamente la presenza di voci uditive che solo lei riesce a sentire, attribuendo i suoni ad altre fonti esterne

Un altro meccanismo di difesa comune, soprattutto nelle malattie psicologiche, è la regressione. Questo fenomeno si manifesta quando un individuo ritorna a comportamenti e modelli di pensiero tipici di fasi precedenti del suo sviluppo. Oppure la somatizzazione, che trasmette problemi psicologici in sintomi fisici.

Come intervenire nelle dinamiche di negazione?

Riconoscere la negazione può essere difficile poiché spesso si manifesta con una mancanza di consapevolezza dei propri meccanismi difensivi. Tuttavia, alcuni segnali possono suggerirne la presenza. Tra i segnali, gli esperti includono la ricorrenza di temi negativi nella vita o l’uso di un linguaggio estremo per descrivere le proprie circostanze. Ad esempio, attribuire costantemente i problemi a fattori esterni può essere un segno di negazione, evitando di riconoscere il proprio ruolo o le responsabilità.

Circondarsi di persone con punti di vista diversi può aiutare a contrastare la negazione, poiché l’esposizione a opinioni diverse favorisce la riflessione e l’autoconsapevolezza. Dove le opinioni sono discusse apertamente, è più probabile che una persona riesca a vedere le proprie idee in prospettiva e ad essere obiettiva.

Inoltre, i professionisti della salute mentale possono favorire la consapevolezza emotiva e l’approfondimento dei pensieri e dei sentimenti che si celano dietro la negazione. Se stai valutando la possibilità di consultare uno psicologo online, Serenis è qui per offrirti il supporto necessario. Ti aiuteremo a promuovere una visione più equilibrata della realtà e sviluppare strategie di adattamento più efficaci.

terapia per la psicosi e negazione

Leggi anche il nostro articolo sul meccanismo di difesa dell’introiezione e della scissione.

Bibliografia e approfondimenti

  • Yi-Feng Chen, N., Crant, J. M., Wang, N., Kou, Y., Qin, Y., Yu, J., & Sun, R. (2021). When there is a will there is a way: The role of proactive personality in combating COVID-19. Journal of Applied Psychology. doi:10.1037/apl0000865
  • Susan Krauss Whitbourne, Ph.D., Professor Emerita of Psychological and Brain Sciences at the University of Massachusetts Amherst.

Martina Bisceglia

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Blog manager di Serenis, mi dedico a fornire risorse informative e approfondimenti sui temi del benessere mentale, della psicologia e della salute emotiva. Attraverso il nostro blog, miriamo a condividere conoscenze preziose e offrire supporto a coloro che cercano aiuto e comprensione nel loro percorso di crescita personale e di guarigione.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.