Razionalizzazione psicologica: la protezione egoistica dell'Io

La razionalizzazione è un processo inconscio finalizzato alla riduzione della dissonanza cognitiva. Contrariamente all'idea che la razionalizzazione serva a scambiare informazioni tra i sistemi informativi, si sostiene che essa abbia una funzione egoistica, protettiva del concetto di sé.

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razionalizzazione della volpe e l'uva

La razionalizzazione è un meccanismo di difesa psicologico molto comune. Ernest Jones, nel 1908, l'ha definita come "l'invenzione di una ragione per spiegare un atteggiamento o un'azione il cui movente non è riconosciuto". In altre parole, la mente costruisce una spiegazione plausibile per giustificare comportamenti che altrimenti risulterebbero contraddittori o scomodi.

Un esempio classico è la favola della volpe che, incapace di raggiungere l'uva, si convince che sia acerba.

La psicologia ha approfondito il fenomeno della razionalizzazione, analizzando come influenzi le nostre decisioni e percezioni di sé. In questo articolo, esploreremo questo concetto, le sue implicazioni e le strategie di intervento per gestirlo in modo più consapevole.

Cos'è la razionalizzazione?

La razionalizzazione è un meccanismo di difesa dell'io (come la negazione, la somatizzazione, o la proiezione) che interviene dopo un'azione, costruendo retroattivamente convinzioni e desideri per giustificarla. Coinvolge la modifica delle credenze per renderle coerenti con le azioni compiute, distorcendo talvolta la realtà per renderle più accettabili. Questa fallacia può portare a un'auto-persuasione ingannevole, rendendo difficile affrontare veramente ciò che ha guidato il comportamento.

Cushman la descrive come un "sistema immunitario psicologico" che protegge la nostra autostima. Ad esempio, dopo un incidente causato da nostra negligenza, potremmo trovare scuse per evitare di ammettere l’errore.

Razionalizzazione e giustificazioni delle persone

Perché avviene?

Il comportamento umano è influenzato da processi psicologici inconsci e irrazionali, ma adattivi biologicamente, come gli istinti e la conformità sociale. La razionalizzazione emerge come meccanismo per estrarre significato da questi processi, influenzando le nostre credenze e decisioni.

flusso di informazioni nella razionalizzazione

Immagina qualcuno che, seguendo un impulso, compra una costosa borsa di lusso e successivamente cerca di giustificare l'acquisto come un investimento per il futuro. Qui la razionalizzazione tenta di rendere coerente un comportamento istintivo con le credenze e i desideri della persona.

Le teorie contemporanee della razionalizzazione spiegano i suoi meccanismi sottostanti, come la dissonanza cognitiva, che motiva a ridurre il disagio rivedendo le convinzioni o i comportamenti.

Razionalizzazione e azione razionale

L'azione razionale implica un processo decisionale consapevole, basato su desideri espliciti. In questo contesto, le persone valutano le informazioni disponibili, pesano le alternative e scelgono l'opzione che ritengono più adatta per soddisfare i loro obiettivi. La razionalizzazione invece si verifica dopo che un'azione è stata compiuta e consiste nel retrocedere per giustificare o spiegare quella decisione.

razionalizzazione differenza azione razionale

Funzioni psicologiche della razionalizzazione

Le funzioni psicologiche della razionalizzazione sono molteplici e spesso interconnesse. Ecco alcune delle principali:

  • evitare le delusioni: proteggere l'immagine positiva di sé stessi evitando di rimanere delusi dalle proprie capacità. Modella la nostra percezione di chi siamo e di come ci comportiamo nel mondo;
  • preservazione dell'autostima: protegge la nostra percezione di valore personale, permettendoci di mantenere un'immagine positiva di noi stessi anche di fronte a prove o critiche;
  • riduzione dell'ansia e del disagio: la razionalizzazione ci aiuta a sentirsi meno in colpa o ansiosi riguardo alle decisioni difficili, offrendo spiegazioni plausibili per le nostre azioni;
  • mantenimento della motivazione: ci dà una spinta di fiducia, permettendoci di mantenere alta la determinazione verso i nostri obiettivi, senza demoralizzarci;
  • sfuggire alla colpa: nascondere gli errori e bloccare il senso di colpa associato ad essi;
  • evitare l'introspezione: scavare meno dentro di sé, per paura di ciò che potrebbe emergere;
  • non riconoscere la realtà: utilizzare la razionalizzazione come meccanismo di difesa per proteggersi dalla realtà, specialmente quando questa è troppo difficile da affrontare.
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La razionalizzazione può influenzare anche la soddisfazione dei bisogni della piramide di Maslow, poiché le persone tendono a giustificare i comportamenti in base ai loro bisogni, spesso distorti dalla loro percezione della realtà e del successo.

Rischi e conseguenze

La razionalizzazione, sebbene possa essere adattativa in determinate circostanze, può anche comportare rischi significativi:

  • reprimere le emozioni: quando nascondiamo le nostre emozioni, rischiamo di ignorare segnali importanti che ci aiuterebbero a risolvere conflitti;
  • evitare la crescita personale: la razionalizzazione ci impedisce di affrontare le nostre debolezze e imperfezioni. Questo ci priva dell'opportunità di crescere e migliorare come individui;
  • prolungamento dello stato di insoddisfazione: distorcendo la realtà, ci impedisce di affrontarla e di lavorare per cambiarla, prolungando uno stato di insoddisfazione.

Marcel Proust sottolinea che, nonostante la felicità abbia benefici per il corpo e la mente, è il dolore che spesso ci motiva a cercare cambiamenti e miglioramenti. Attraverso una maggiore consapevolezza e una volontà di affrontare la realtà con onestà e coraggio, possiamo trovare modi più sani per affrontare le sfide e perseguire la felicità e il benessere duraturi.

Come evitare la razionalizzazione?

Ecco alcuni suggerimenti per smettere di razionalizzare:

  • auto-riflessione: chiediti se stai razionalizzando situazioni o decisioni per proteggere la tua immagine o evitare il confronto con emozioni scomode;
  • accetta la realtà: sii onesto con te stesso riguardo alla realtà delle situazioni e delle tue azioni;
  • esplora le emozioni: impara a riconoscere le tue emozioni e ad affrontarle in modo sano;
  • apertura al cambiamento: considera punti di vista diversi e a adatta le tue convinzioni in base alle nuove informazioni o esperienze;
  • pratica la consapevolezza: focalizzati sul momento presente e osserva i tuoi pensieri e le tue reazioni senza giudizio;
  • chiedi supporto: parla con amici, familiari o uno psicoterapeuta se hai difficoltà a smettere di razionalizzare. Possono offrire prospettive e sostegno preziosi durante questo processo di cambiamento.

Se senti di essere intrappolato nella razionalizzazione e vuoi migliorare il tuo benessere emotivo, considera di parlare con uno psicoterapeuta. Serenis può aiutarti: siamo un centro medico autorizzato. Con uno psicologo online, esplorerai le radici dei tuoi schemi di pensiero e svilupperai strumenti pratici per affrontare le sfide con comprensione e compassione. Ricorda che smettere di razionalizzare richiede tempo e pratica, quindi sii gentile con te stesso e persevera nel tuo impegno per affrontare la realtà in modo più onesto e aperto.

FONTI:

Massaro DW, Friedman D. Razionalità adattiva e identificabilità dei processi psicologici. Scienze comportamentali e del cervello. 1991;

Kahneman D. Un punto di vista psicologico: violazioni delle regole razionali come diagnostica dei processi mentali. Scienze comportamentali e del cervello. 2000;

Cushman F. Rationalization as representational exchange: Scope and mechanism. Behav Brain Sci. 2020.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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