La chimica tra due persone

Il meccanismo neurobiologico dell’attrazione

Ti è mai capitato di innamorarti di una persona senza sapere in realtà cosa ci trovi di così attraente in lui o in lei? O di vedere persone perdere la testa per qualcuno che non è poi così gradevole e, a maggior ragione, non riuscire a spiegarti il perché di tanta passione? La risposta a questi (apparentemente) strani fenomeni è nella chimica dell’attrazione, che neuroscienze e scienze comportamentali hanno provato a spiegare in modo scientifico.

L’argomento ti incuriosisce e vorresti saperne di più? Continua a leggere e scoprirai come si instaura questa misteriosa chimica tra due persone.

La chimica tra due persone nella scelta del partner

La famosa questione di chimica è l’espediente cui spesso ricorriamo per spiegare lo strano modo in cui dure persone si attraggono fra loro in maniera istintiva, apparentemente inevitabile. Ma da dove deriva questo meccanismo? Uno spunto ci viene offerto dalle scienze naturali che si occupano di evoluzionismo, la matrice nata da Charles Darwin. Secondo questo famoso studioso, ciascun essere vivente (quindi anche l’uomo) cerca un partner allo scopo di soddisfare lo specifico bisogno di trasmettere alle generazioni future il suo patrimonio genetico, garantendo così la sopravvivenza delle sue caratteristiche.

Di questa reazione chimica che attrae due persone fa parte anche il sistema olfattivo: può sembrare strano ma, sempre secondo le teorie evoluzionistiche, gli odori rivestono un’importanza fondamentale nel determinare l’attrazione. Stiamo parlando dei feromoni, delle molecole odorose che vengono secrete da alcune ghiandole che, nell’essere umano, si trovano in corrispondenza del cuoio capelluto, delle ascelle, dell’inguine e intorno ai capezzoli. Gli odori che vengono emessi sono recepiti dal sistema vomeronasale, che comunica con l’ipotalamo, una specifica regione del cervello che media buona parte di segnali sensoriali provenienti dagli organi di senso.

Lo scopo dell’odore è fari riconoscere le persone compatibili, perché proprio questi segnali sono indice della diversità del sistema immunitario: in pratica, selezioniamo l’altro con un occhio che guarda al futuro, dal momento che la commistione di diverse caratteristiche permette di generare figli più sani, quindi la funzione dell’olfatto è quella di ottimizzare la conservazione della specie rendendo i discendenti più resistenti alle malattie.

Una precisazione particolare va fatta anche riguardo alcuni tipi di odori: ad esempio, gli uomini eterosessuali sono maggiormente attratti dalle donne in età riproduttiva, specialmente nei giorni in cui avviene l’ovulazione. In questo periodo, infatti, viene secreta la copulina, lo stesso feromone che producono anche le femmine di animali pronte all’accoppiamento. Vale anche il discorso inverso: i feromoni maschili legati al testosterone (androstenone e androstenolo) vengono recepiti con intensità più forte dalle donne eterosessuali che si trovano in periodo fertile, che quindi avvertono un’attrazione più accentuata durante l’ovulazione.

La famigliarità nella chimica tra due persone

Al giorno d’oggi può sembrare una spiegazione un po’ semplicistica per l’essere umano, ma viene dimostrata anche da studi che hanno individuato l’attivazione di particolari aree cerebrali quando incontriamo qualcuno che sembra rispondere alle caratteristiche che cerchiamo in un partner ai fini riproduttivi. Più precisamente, si tratta delle regioni del cervello che ci danno l’impulso a mettere in atto dei comportamenti finalizzati alla procreazione per trasmettere i nostri geni, e si accendono proprio quando pensiamo di aver trovato qualcuno di adatto.

Si tratta quindi di una selezione che viene operata in maniera consapevole? No, ma senza che ce ne rendiamo conto questa chimica tra due persone funziona proprio in modo da lasciarci attrarre dagli individui che ci risuonano come famigliari, ad esempio che in qualche modo somigliano a noi, ai nostri fratelli, ai nostri amici o ai cuginetti ai quali eravamo tanto legati da piccoli.

Questo accade perché le situazioni note ci infondono maggiore sicurezza, dal momento che sappiamo come muoverci per mantenere un equilibrio. Inoltre, senza accorgercene tendiamo ad avvicinarci e a cercare un’intimità con le persone che riteniamo possano rispondere ai bisogni che avvertiamo in quel determinato momento della vita. Molto, quindi, dipende anche dalla nostra esperienza di vita, anche se si tratta di qualcosa che avviene in modo incosciente.

La dinamica della chimica tra due persone: infatuazione e corteggiamento

Ma, nella pratica, come si traduce questa chimica dell’attrazione sessuale tra due persone in ciò che viviamo quando ci innamoriamo o incontriamo qualcuno che ci piace? Come abbiamo detto, un ruolo essenziale viene giocato dagli ormoni (testosterone maschile ed estrogeni femminili, prodotti rispettivamente da testicoli e ovaie). Sono questi a determinare il desiderio sessuale durante i primi incontri che, come sappiamo, nel periodo iniziale di una frequentazione è particolarmente intenso. Man mano che i rapporti intimi diventano più frequenti, inoltre, aumenta anche la produzione degli ormoni androgeni, in modo che eccitazione e desiderio sessuale diventano progressivamente più potenti.

A questo punto, intervengono i neurotrasmettitori, delle sostanze che fungono da tramite del desiderio nei confronti dell’altra persona. In particolare, riguardo l’attrazione, parliamo di feniletilamina, epinefrina, norepinefrina e, soprattutto, dopamina. La prima viene rilasciata quando ci troviamo in una situazione che ci arreca piacere e induce anche alcune reazioni spontanee, ad esempio la dilatazione delle pupille quando guardiamo qualcuno che ci interessa.

Si pensa che la feniletilamina sia responsabile anche del cosiddetto colpo di fulmine, che rappresenta la massima espressione della chimica tra due persone. È lo stesso neurotrasmettitore che entra in azione in seguito all’assunzione di alcune droghe e produce, nell’innamoramento, effetti molto simili.

Ad esempio, a livello fisiologico, introduce delle variazioni come l’accelerazione del battito cardiaco e l’innalzamento della pressione. È responsabile anche di una diminuzione del senso dell’appetito e di un aumento dell’eccitazione che fa sentire iperattivi. In poche parole, è la sostanza che ci fa sentire su di giri. Ma, esattamente come l’assunzione costante delle droghe, alla lunga, ci rende assuefatti e abituati alle modificazioni che intervengono nel nostro organismo, allo stesso modo anche con il procedere della storia d’amore e con una frequentazione più assidua, il corpo di abitua e i livelli di feniletilamina crollano e, di conseguenza, anche l’eccitazione.

Epinefrina e norepinefrina, invece, intervengono nelle situazioni di stress e sono prodotti dalle ghiandole surrenali. Al contrario, la dopamina è il neurotrasmettitore coinvolto nel meccanismo della ricompensa, e svolge a sua volta una funzione importante durante le prime fasi della conoscenza e i primi incontri, aumentando il desiderio e la motivazione a mettere in atto comportamenti finalizzati a uno scopo. La dopamina, infatti, ci induce a ricercare la stessa sensazione piacevole che abbiamo provato nelle esperienze passate, allo scopo di farci sentire ancora felici. Di conseguenza, potremmo dire che la dopamina entra in azione quando vogliamo rivedere la persona che ci interessa per trascorrere con lei più tempo possibile, come se non ne avessimo mai abbastanza, e cerchiamo la sa vicinanza anche con un messaggio o una telefonata.

La dopamina svolge un lavoro in sincrono con un altro trasmettitore, la serotonina, anch’essa coinvolta nel sistema della ricompensa ma con un ruolo differente, in quanto subentra in contemporanea alla diminuzione di dopamina. Quando questo si verifica, l’eccitazione e la motivazione a intraprendere dei comportamenti volti a uno scopo calano, per lasciare il posto a una sensazione di tranquilla soddisfazione, generata appunto dalla serotonina.

Ma nelle prime fasi di corteggiamento, in cui l’attrazione è spinta al massimo, la serotonina ha dei livelli piuttosto bassi, al contrario di quanto avviene nelle relazioni da tempo consolidate e che ci fanno sentire al sicuro, determinando una certa inquietudine. Questo è il motivo per cui ci agitiamo o andiamo in ansia se non riceviamo subito risposta a una telefonata e ogni dettaglio può farci temere l’imminente fine della frequentazione.

Infine, due parole sul ruolo dell’amigdala, una struttura chiamata così per via della sua forma simile a una mandorla, che fa parte della porzione più ancestrale del cervello ed è collegata in maniera stretta alla paura. Ti è mai capitato di ritrovarti, all’inizio di una storia, in situazioni in cui non pensavi che avresti mai vissuto, di sentirti audace o intraprendente in un modo che non riconosci come tuo? Questo accade perché nella fase dell’attrazione che determina una chimica tra due persone, l’amigdala non interviene e il suo rimanere silente è funzionale a non farci avere paura spingendoci a metterci in gioco. D’altra parte, questo ci espone a maggiori rischi dal momento che non siamo in grado di ragionare in maniera completamente razionale.

Tutti questi meccanismi avvengono a livello neurobiologico quando ci sentiamo attratti da qualcuno, ma ricordiamo che ciascuna storia d’amore è diversa e la chimica tra due persone che si crea al primo incontro è unica e irripetibile.

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Revisori

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Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

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Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

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Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.