Ipnosi regressiva: che cos’è e come funziona

come funziona l'ipnosi regressiva


Per ipnosi regressiva, si intende una tecnica ipnotica ereditata dalla psicoanalisi e dai procedimenti ipnotici della prima metà del Novecento. Questa tecnica, consente al paziente di recuperare dettagli o ricordi del passato, con lo scopo di metabolizzare un evento particolarmente traumatico che ha causato lo svilupparsi di una psicopatologia.

L’approccio è utilizzato in ambito clinico, ma non tutti gli esperti si dicono d’accordo sulla sua validità in termini di ricerca scientifica. Nel corso dell’articolo, vedremo che cos’è l’ipnosi regressiva, quali sono gli scopi, gli strumenti e le psicopatologie per le quali può essere utilizzata.

Speriamo che, al termine della lettura, tu abbia trovato tutte le informazioni che stavi cercando.

Ipnosi regressiva: storia e mito

Fin dagli albori, i procedimenti ipnotici sono stati circondati da un’aura di mistero, surrogata forse dalla vasta produzione letteraria e cinematografica sul tema. Già nell’ultima metà del XIX secolo, molti specialisti tra cui Jean-Martin Charcot si servivano del procedimento ipnotico per il trattamento dell’isteria.

Ma che cos’è davvero l’ipnosi?

Potremmo definirla come uno stato alterato della coscienza, in cui il soggetto mette in pratica degli automatismi e perde il controllo del pensiero cosciente. Mentre la sublimazione si concentra sul processo di canalizzazione delle nostre pulsioni, l’ipnosi regressiva si focalizza sulla rivisitazione delle esperienze passate per scopi terapeutici.

Affinché questo passaggio sia possibile, l’ipnotista deve servirsi di alcuni strumenti atti a “sovraccaricare” il paziente e in seguito a mandarlo in trance. Alcuni studi (Facco. E, 2017) mostrano che la suscettibilità ipnotica può dipendere da una più forte percezione del proprio mondo interiore, da una diminuita capacità di gestire l’elaborazione della memoria, insieme ad un aumento della sensibilità e dell’empatia.

Ipnosi e pensiero critico: come funziona

Il “sovraccarico” è il principio cardine dei procedimenti ipnotici. Questa tecnica funziona grossomodo così:

  • si fornisce al paziente una grande quantità di stimoli (uditivi, tattili, visivi, etc.) o suggestioni in contemporanea;
  • si induce una respirazione consapevole;
  • il paziente cerca di concentrarsi su di essi;
  • con l’effetto di subire un sovraccarico sensoriale ed entrare nello stato di alterata coscienza.

La respirazione diaframmatica può essere utilizzata come una tecnica di preparazione prima di una sessione di ipnosi regressiva, poiché contribuisce a ridurre lo stress e promuovere uno stato si rilassamento, favorendo così la suscettibilità all’ipnosi. Come dimostrato da alcuni studi (Rizzo S, 2021), l’ipnosi medica rappresenta una valida alternativa all’anestesia generale con respirazione spontanea nei pazienti non in grado di sottoporsi a risonanza magnetica a causa di claustrofobia,

L’ipnosi come alterazione naturale della coscienza

Da questo punto di vista, l’ipnosi presuppone la capacità di “bypassare il pensiero critico“, lì dove per pensiero critico possiamo generalmente intendere il pensiero autocosciente.

Per fare un esempio: quando imparo a guidare la macchina, mi concentro sul movimento dei piedi, sulla strada, sulle misure del veicolo, sulla frizione, etc. Quando però ho acquisito familiarità con la guida, svolgo queste azioni in automatico, senza applicare il pensiero critico, come avviene nell’ipnosi stradale.

Quando guido in maniera automatica, sono in un superficiale stato di ipnosi: non di rado, allora, giungo a destinazione senza rendermi conto del percorso che ho dovuto compiere.

La stessa cosa accade quando mi concentro o focalizzo su un pensiero: perdo per un attimo la cognizione della realtà, tranne poi sentirmi chiamare a gran voce da un amico, un partner o un familiare.

Lo stato ipnotico è allora una caratteristica naturale dell’organismo, che può essere indotto attraverso dei metodi sofisticati.

Questa tecnica viene usata normalmente adottando un approccio integrato: si potrebbe utilizzare la scrittura espressiva per esplorare i propri pensieri e sentimenti legati a esperienze passate o traumi, e successivamente usare l’ipnosi regressiva per approfondire ulteriormente questi ricordi e esplorare gli aspetti emotivi e fisici associati ad essi.

In alcuni casi, l’ipnosi regressiva potrebbe essere utilizzata come parte di un approccio integrato alle cure palliative, se ciò è considerato utile per il paziente e se viene condotta da un professionista esperto in questo campo. Ad esempio, potrebbe essere utilizzata per aiutare il paziente a elaborare e affrontare eventi passati che possono influenzare la sua esperienza attuale di malattia o fine vita, contribuendo così al suo benessere emotivo e spirituale.

Ipnosi regressiva e ipnosi neo-ericksoniana: differenze

L’ipnosi regressiva alle vite precedenti mira a risolvere i problemi attuali esplorando esperienze e ricordi di vite passate attraverso la regressione ipnotica, a differenza dell’ipnosi neo-ericksoniana che si concentra sul presente e sulle risorse interne del paziente per promuovere il cambiamento. Entrambi gli approcci hanno obiettivi e metodologie distinti, e la scelta tra i due dipende dalle esigenze e dalle preferenze del paziente e del terapeuta.

Come funziona una seduta di ipnosi regressiva

L’ipnosi regressiva funziona come un normale procedimento ipnotico. L’ipnotista induce lo stato di trance attraverso il sovraccarico sensoriale, che ha lo scopo di bypassare il pensiero critico del paziente e i processi di mentalizzazione.

In questa fase, crea delle ancore: che possano poi consentirgli di avere controllo del procedimento ipnotico. Per esempio, l’ipnotista deve dimostrare al paziente di avere un reale effetto sul suo organismo, giocando sull’ambigua commistione di effetto reale e suggestione.

L’ipnotista dice al paziente: “In questo momento percepisci un profondo stato di rilassatezza, non è vero?”. La rilassatezza è probabilmente indotta dalla posizione del paziente, che però viene inconsciamente influenzato dalle parole dell’ipnotista e pensa che il rilassamento sia dovuto alle sue parole. Durante le sedute il focus viene puntato su un singolo oggetto, cercando di agire sul pensiero ambivalente dell’individuo.

L’ipnotista crea allora l’ancora vera e propria: può ad esempio consistere in un numero o una parola, che il paziente collega come stimolo di condizionamento (il numero) a una risposta (il rilassamento).

Tecniche di ipnosi regressiva alle vite precedenti

Dopo la prima fase, viene quella dell’immersione: attraverso delle formule, l’ipnotista decreta l’ingresso nello stato di ipnosi e, in seguito, utilizza tecniche specifiche per approfondire lo stato ipnotico.

Tra i metodi più usati, ricordiamo:

  • il metodo della scala;
  • il metodo del conteggio;
  • il metodo della casa.


Tutti questi metodi ricorrono alla visualizzazione e alle suggestioni verbali. L’immaginazione, è spesso usata in psicologia per l’analisi delle emozioni, pensiamo ad esempio alle Carte dixit. Le immagini create possono agire come un ponte per l’inconscio, incoraggiando l’individuo a esplorare profondamente la propria mente.

L’ipnotista può ad esempio dire: “Stai scendendo delle scale. Ad ogni gradino, dirò un numero e, ad ogni numero, il tuo stato di ipnosi si approfondirà”. L’ipnoterapeuta potrebbe utilizzare la categorizzazione per guidare l’individuo attraverso un processo di autoesplorazione o di cambiamento comportamentale, utilizzando categorie specifiche proprio per aiutare il soggetto a riconoscere e interpretare le proprie esperienze.

Dato che il numero è stato ancorato ad una risposta (rilassamento), lo stimolo aiuterà il paziente a rilassarsi e ad approfondire lo stato di trance.

Proprio allora, l’ipnotista può far rivivere al soggetto alcuni ricordi del passato, così da aiutarlo a metabolizzarli o a superarli in quanto fattori traumatici. Ad esempio, durante una sessione di ipnosi regressiva, un individuo potrebbe essere guidato a rivivere e esplorare esperienze passate attraverso il role playing, interpretando i ruoli dei personaggi coinvolti nella situazione.

Inoltre, alcuni terapeuti integrano elementi di ipnosi regressiva nelle sessioni di EMDR per potenziare l’efficacia del trattamento esplorando in modo più approfondito i ricordi traumatici o per affrontare eventuali resistenze o blocchi emotivi che possono emergere durante il processo di EMDR.

Emersione per ricordare il passato

Nello stato di immersione, il soggetto è ora in grado di rivivere non solo gli eventi passati, ma le anche emozioni legate a quegli eventi. Può in tal modo isolarle, con la guida dell’ipnotista, ed individuare quei vissuti che hanno causato precise problematiche psicopatologiche (Manusov EG., 1990).

Ha inizio l’emersione: con cui l’ipnotista fa uscire il soggetto dallo stato di trance e avvia un dialogo sull’evento, il ricordo, l’emozione negativa individuata attraverso l’ipnosi. Tuttavia questo processo solleva i rischi dell’ipnosi per chi ha determinate problematiche nel distinguere la realtà dalla percezione ipnotica.

In queste situazioni delicate si dovrebbero usare tecniche di psicoterapia differenti che agiscono sui pensieri intrusivi, come avviene ad esempio con l’autoiroinia che ci aiuta a guardare le cose con distacco o la clownterapia per i bambini.

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Chi pratica l’ipnosi regressiva?

L’ipnosi regressiva viene praticata principalmente da terapeuti qualificati da Ordini professionali che hanno ricevuto una formazione specifica riconosciuta dal Miur nell’uso dell’ipnosi come parte della loro pratica clinica.

IpnoterapeutiSono professionisti specializzati nell’uso dell’ipnosi a fini terapeutici. Possono avere una formazione specifica nell’ipnosi regressiva e utilizzarla come parte del loro approccio terapeutico per esplorare e affrontare traumi o disturbi.
Psicologi cliniciMolti psicologi clinici hanno competenze nell’ipnosi e possono praticare l’ipnosi regressiva per i pazienti che desiderano esplorare esperienze passate.
PsicoterapeutiAnche i terapeuti che praticano diverse forme di terapia, come la terapia cognitivo-comportamentale o la terapia psicodinamica, possono avere competenze nell’ipnosi e utilizzare l’ipnosi regressiva come parte del loro lavoro terapeutico.
Ipnoterapeuti specializzati Esistono ipnoterapeuti che si sono specializzati specificamente nell’ipnosi regressiva e offrono questo servizio come parte della loro pratica.

È importante ricordare che l’ipnosi regressiva è una pratica controversa. Pertanto, è essenziale trovare un professionista qualificato e affidabile se si desidera esplorare questo tipo di terapia.

Pratiche alternative all’ipnosi regressiva

L’ipnosi regressiva si concentra sull’esplorazione e sul recupero del sé passato attraverso l’accesso ai ricordi o alle esperienze nascoste nella mente inconscia. Invece, il fine di molte tecniche psicologiche condotte attraverso l’autocaratterizzazione è esplorare e comprendere il sé presente attraverso la riflessione e l’analisi.

Tra queste ricordiamo le tecniche del qui ed ora che impiegano il contatto con la natura o con gli animali, come nel caso della Pet therapy.

O ancora la pratica dell’umorismo in psicoterapia per la riduzione dello stress e il miglioramento dell’umore.

Ricordiamo che la comunità scientifica non è concorde sull’utilità dell’ipnosi regressiva e che si tratta di una tecnica non surrogata da ricerche definitive. L’approccio condiviso predilige maggiormente l’analisi del comportamento esterno, come avviene nel comportamentismo.

La pratica dell’autoipnosi

L’autoipnosi è una pratica che coinvolge l’induzione volontaria di uno stato di trance ipnotica da parte dell’individuo su se stesso. In altre parole, una persona utilizza tecniche di autoipnosi per indursi in uno stato di rilassamento profondo e di focalizzazione mentale, simile a quello ottenuto durante l’ipnosi guidata da un ipnotista, una sorta di training autogeno per ridurre lo stress e l’ansia, migliorare la concentrazione, promuovere il benessere mentale e fisico, fino alla gestione del dolore o al miglioramento delle prestazioni in vari settori della vita.

L’ipnosi può fornire un accesso diretto all’inconscio, consentendo l’esplorazione di soluzioni non convenzionali ai problemi, un po’ come avviene con il pensiero laterale.

Ad ogni modo Inoltre, è consigliabile imparare l’autoipnosi da un professionista, soprattutto se si hanno condizioni mediche preesistenti.

Prima di praticare l’autoipnosi, potresti fare introspezione sperimentando l’uso del nostro diario per imparare a mettere nero su bianco le tue emozioni e sentimenti più profondi.

I benefici del journaling online sono ampiamente dimostrati.

Se stai vivendo un trauma, magari puoi pensare di aiutarti facendo psicoterapia con noi: siamo un centro medico autorizzato.

Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza.

Tutto inizia con il desiderio di vivere una vita migliore. Noi possiamo sostenerti; Serenis è a un solo link di distanza.

Fonti

  • Brancaccio, M. T. (2017). “Between Charcot and Bernheim: The debate on hypnotism in fin-de-siècle Italy.” Notes and Records: the Royal Society Journal of the History of Science, 71(2), 157–177. doi:10.1098/rsnr.2017.0008.
  • Rizzo S, Ferrera N, Pravatà E, Guggenberger R, Stern S, Del Grande F. Is hypnosis a valid alternative to spontaneous breathing general anesthesia for claustrophobic patients undergoing MR exams? A preliminary retrospective study. Insights Imaging. 2021 Jun 25;12(1):83. doi: 10.1186/s13244-021-01020-7. PMID: 34170425; PMCID: PMC8233436.
  • Manusov EG. Clinical applications of hypnotherapy. J Fam Pract. 1990 Aug;31(2):180-4. PMID: 2199601.
  • Facco, E., Testoni, I., Ronconi, L., Casiglia, E., Zanette, G., & Spiegel, D. (2017). Psychological Features of Hypnotizability: A First Step Towards Its Empirical DefinitionInternational Journal of Clinical and Experimental Hypnosis65(1), 98–119. https://doi.org/10.1080/00207144.2017.1246881
Federico Russo

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.