Il pensiero laterale: l’arte di pensare fuori dagli schemi

Il pensiero laterale, o l’arte di pensare fuori dagli schemi, è una strategia creativa per risolvere problemi attraverso approcci non convenzionali, stimolando innovazione e nuove prospettive.

Il pensiero laterale è la capacità di usare una logica innovativa, capace di esplorare qualsiasi problema da angolazioni e prospettive sempre diverse.

Può essere utilizzato in una moltitudine di situazioni, da quelle teoriche alle sfide pratiche della vita quotidiana.

Pensare fuori dagli schemi aiuta a trovare soluzioni che ci permettono sia di risolvere i problemi che di raggiungere gli obiettivi in ​​modo rapido ed efficace.

In questo articolo andremo ad approfondire il pensiero laterale. Capiremo in cosa consiste, quali sono i suoi vantaggi e come allenarlo al meglio.

Cos’è il pensiero laterale?

Il pensiero laterale è un processo creativo, sistematico e consapevole che analizza sfide e problemi da diverse prospettive e angolazioni. È un ragionamento mentale che utilizza soluzioni fantasiose o creative e tecniche di pensiero specifiche e non convenzionali.

Il pensiero laterale esplora possibilità, connessioni e soluzioni alternative. Si discosta dall’ovvio e dal pensiero verticale, cerca un punto di vista diverso e si allontana da tutti quei modelli di ragionamento che utilizziamo solitamente per risolvere un problema. Evita il predefinito, utilizza i salti logici e l’intuizione.

Se proviamo a soffermarci per un istante sul modo di ragionare che utilizziamo normalmente, ci rendiamo conto che si basa su schemi logici fissi, precostituiti ed “economici” in termina di spesa intellettuale e psicologica: dopo aver analizzato le premesse, non facciamo altro che dedurre quelle conclusioni abituali o naturali che ci permettono di risolvere la sfida o il problema in modo semplice e diretto.

Le conclusioni alle quali giungiamo con il pensiero verticale ci impediscono però di trovare nuove strade o di sperimentare soluzioni diverse e anticonformiste.

Entrare nell’universo del pensiero laterale vuol dire avventurarsi in un mondo dove l’immaginazione non conosce limiti e in cui pensare al di fuori di qualsiasi schema precostituito rappresenta la norma e non l’eccezione.

Quali sono i vantaggi del pensiero laterale?

I vantaggi offerti dalla capacità di pensare fuori dagli schemi sono numerosi.

Vediamoli ben dettaglio.

  • Problem solving: il pensiero laterale aiuta a superare i blocchi mentali e incoraggia le persone ad affrontare i problemi in modo diverso. Riuscire a trovare soluzioni diverse e alternative ci aiuta a considerare molteplici punti di vista e prospettive inaspettate.
  • Creatività: il pensiero laterale migliora le skill creative perché ci incoraggia ad esplorare sentieri non convenzionali e atipici.
  • Migliora i processi decisionali: la facoltà di pensare al di fuori degli schemi ci permette di aumentare la cosiddetta decision making ovvero la facoltà di prendere decisioni perché amplia il nostro orizzonte. Spesso il pensiero tradizionale ci porta a trascurare alcuni aspetti di un problema come opportunità o rischi nascosti, il laterale invece ci consente di prendere decisioni più informate e complete.
  • Flessibilità: allenare il pensiero laterale vuol dire coltivare la capacità di adattarsi agli imprevisti e alle novità perché incoraggia l’apertura mentale e la volontà di esplorare terreni mai battuti. Queste competenze sono fondamentali in un mondo in rapida evoluzione come quello odierno.

Quali sono gli elementi che caratterizzano il pensiero laterale?

Il pensiero laterale si fonda su quattro passaggi fondamentali:
1. Verificare le ipotesi

Avere una mente aperta vuol dire diffidare del ragionamento che nasce subito dopo aver pronunciato una premessa. È necessario esaminare con attenzione le ipotesi e gli argomenti che abbiamo a disposizione, anche se ovvi e scontati. L’obiettivo è quello di non limitare il nostro ragionamento, accontentandoci di alternative scontate o contrarie alle nostre convinzioni.

2. Fare le domande giuste

Nel pensiero tradizionale, partiamo dalla risposta per trovare la domanda, un metodo che può svelarci soltanto una parte del problema o della situazione che stiamo affrontando. Il pensiero laterale invece si basa sulla necessità che siano formulate le domande prima di arrivare a qualsiasi soluzione. Si inizia con le domande generali e, dopo aver esaminato premesse e dati, si passa a quelle più pertinenti.

3. Usare la creatività

La creatività è un’abilità essenziale del pensiero laterale perché ci permette di utilizzare elementi che a prima vista non mostrano nessuna correlazione tra loro e di creare nuove associazioni e, in ultima battuta, di trovare ed escogitare nuove alternative.

4. Seguire il ragionamento logico

La logica è una componente essenziale del pensiero laterale perché ci permette di raggiungere soluzioni realistiche e corrette da un punto di vista strettamente logico.

La validità data dai passaggi logici determina non solo la capacità deduttiva e interpretativa ma soprattutto il rigore del pensiero. Se non ci fosse logica nel pensiero laterale, ci troveremo davanti a soluzioni irrealistiche e fuori da ogni contesto. Il ragionamento invece ci permette di raccogliere i dati emersi dal pensiero laterale, di analizzarli, svilupparli, trasmettendoli e spiegandoli agli altri.

L’invenzione dei post-it: un esempio pratico di pensiero laterale

I post-it sono tra gli articoli da ufficio più utilizzati in tutto il mondo: la storia della loro invenzione è un esempio perfetto di pensiero laterale.

Negli anni ’60, un chimico dell’azienda 3M, Spencer Silver, ricevette l’incarico di sviluppare un adesivo super potente. Il risultato del suo lavoro fu piuttosto deludente perché riuscì a creare una sostanza adesiva debole e riutilizzabile alla quale non seppe trovare uno scopo e una funzione.

Anni dopo, un altro ricercatore della 3M, Arthur Fry, volle cercare una soluzione per evitare di perdere il segno sulle pagine degli inni da cantare durante le riunioni del coro parrocchiale. All’improvviso si ricordò della creazione del collega: quell’adesivo debole ma riutilizzabile poteva essere impiegato per realizzare dei semplici segnalibri.

Una telefonata segnò la collaborazione tra i due professionisti che ben presto si resero conto di essere di fronte a un’invenzione formidabile, non un semplice segnalibro ma “un nuovo modo di comunicare”.

Fry non ha fatto altro che affrontare un problema da una prospettiva diversa e creare una connessione tra idee apparentemente non correlate tra loro: l’adesivo del collega e la necessità di trovare un segnalibro. Un esempio perfetto di pensiero laterale!

Come facciamo a capire se siamo dei lateral Thinking?

Esaminiamo con obiettività il nostro modo di fare abituale, rispondendo a queste 3 semplici domande:

  • Trovo spesso soluzioni non convenzionali?
  • Creo connessioni inaspettate tra le informazioni a mia disposizione?
  • Sono solito mettere in discussione le idee tradizionali e i preconcetti?

Tre risposte affermative denotano senza dubbio un’eccellente facoltà di pensare fuori dagli schemi ma la bella notizia è che possiamo sviluppare facilmente il nostro pensiero laterale. Scopriamo come fare.

8 consigli pratici per sviluppare il pensiero laterale

1) Prestiamo attenzione all’ambiente che ci circonda, ai dettagli, alle piccole sfumature.

2) Usiamo le analogie confrontando e mettendo in relazione idee che, apparentemente, non hanno nulla a che fare tra loro. Questo modo di fare ci permette di mettere da parte gli stereotipi e di allontanarci dagli schemi rigidi.

3) Coltiviamo la curiosità ponendo domande non convenzionali e inaspettate, una skill che può portare a nuove intuizionie stimolare idee innovative.

4) In ambiente professionale, se possibile, circondiamoci di colleghi con background e competenze diverse.

5) Sfidiamo lo status quo e la routine, cercando di trovare sempre soluzioni alternative alle sfide quotidiane.

6) Manteniamo la mente aperta e non chiudiamoci a nessuna soluzione, anche se a prima vista può sembrarci strana o discordante: potrebbe rivelarsi preziosa in futuro, pensiamo al caso dei post-it.

7 ) Usiamo il metodo dell’inversione ovvero ribaltiamo completamente un problema affrontandolo da una direzione opposta a quella tradizionale.

8) Evitiamo la trappola del blocco mentale, frazionando il problema in parti piccole per guardarlo da una prospettiva più ampia e per riuscire a considerare ogni angolazione possibile.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.