Cos’è il Grounding?

Questa pagina parla dei benefici del grounding.
cosa è il grounding

Il grounding o radicamento è una tecnica terapeutica che ha come obiettivo principale la riconnessione con la Terra.

In psicologia questa pratica ha molteplici applicazioni ma viene utilizzata soprattutto nei disturbi d’ansia perché aiuta a sintonizzarsi con il presente e ad allontanarci da emozioni e pensieri intrusivi.

Perché abbiamo bisogno di gestire l’ansia?

L’ansia è un meccanismo complesso e anticipatorio, composto da elementi di natura fisiologica, comportamentale e cognitiva. Il suo compito è quello di avvisarci di situazioni potenzialmente pericolose: è uno stato emotivo benefico fino al momento in cui rimane adattivo e riusciamo a controllarlo.

Quando la sensazione di allerta diventa costante, persistente e intensa, l’ansia da fisiologica si trasforma in patologica e può raggiungere livelli che mettono in pericolo il nostro benessere sia fisico che emotivo.

L’ansia, se non disponiamo degli strumenti necessari per gestirla, può interferire con diversi aspetti della nostra esistenza. Può farci vivere nel futuro, pensare a tutto ciò che potrebbe andare storto e, in generale, ci impedisce di vivere serenamente la nostra vita. A volte semplicemente abbiamo bisogno di recuperare il dialogo con noi stessi, come avviene con la tecnica della scrittura espressiva in cui la regola è far fluire i nostri pensieri. Se ti interessa ritrovare il contatto con te stesso potresti provare il nostro diario e sperimentare in prima persona cosa vuol dire fare journaling online. Queste tecniche aiutano a focalizzarci sulle nostre emozioni e i nostri progressi giornalieri.

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Cos’è il grounding?

Radicamento: qual è la prima immagine che ci viene in mente quando sentiamo questo termine?

La maggior parte delle volte pensiamo a un albero maestoso, ancorato profondamente al terreno con le sue potenti radici e i rami protesi al cielo, pervaso e sostenuto dall’energia della Terra, del cielo, del sole. Un’immagine potente che infonde un piacevole senso di serenità, lo stesso che proviamo quando affondiamo i nostri piedi nudi nella sabbia o nell’erba umida del nostro giardino.

L’ambiente come spiegato nelle Teorie del comportamentismo, influenza in maniera significativa i comportamenti in risposta agli stimoli ambientali. Questo principio sottolinea l’importanza dell’ambiente nell’indurre e modellare il comportamento.

La sensazione che ci rimanda questo semplice gesto è quella di essere parte di un tutto e di conquistare una maggiore stabilità e concretezza, favorendo una maggiore introspezione.

Il grounding, termine inglese che sta proprio per radicamento, è una pratica che ci aiuta a riconnetterci con il terreno che ci sostiene. Il primo a parlarne fu Alexander Lowen, l’ideatore dell’analisi bioenergetica.

Il celebre psichiatra statunitense sottolineò l’importanza del corpo nella diagnosi e nel trattamento dei problemi psicologici. Uno dei punti cardini di questa teoria era proprio l’idea di un’energia fisica che appartiene al nostro corpo e che in alcuni casi può risultare squilibrata. Spesso ci troviamo a vivere momenti in cui tale energia è orientata verso l’alto, nella nostra testa, e non nei piedi.

L’esperienza provoca uno stato alterato di coscienza, che può essere utilizzato per esplorare l’inconscio o per facilitare la guarigione emotiva, come con l’ipnosi ci ritroviamo in uno stato di concentrazione profonda, che può essere utilizzato per affrontare problemi emotivi, cambiare abitudini indesiderate o esplorare il subconscio.

Questo condizione non fa altro che disconnettere il corpo dalla mente, rendendoci meno attenti e vigili.

Il contatto con la natura è infatti testimoniato da altre pratiche come la pet theraphy, i cui benefici si hanno a contatto con gli animali, come testimoniato ampiamente dalla Pet Thraphy nel trattamento DOC.

Il grounding in psicologia

Energie, radicamento, terreno: perché il grounding è così importante in psicologia? Torniamo all’esempio dell’albero.

In alcuni momenti della nostra vita possiamo sentirci psicologicamente vulnerabili e simili a un albero quasi sradicato: basta una folata di vento per abbatterci e farci cadere. In altri invece è la rigidità a guidare le nostre azioni: la mancanza di flessibilità ci può far crollare, a differenza dei rami del nostro albero che si piegano ma non si spezzano nonostante il vento.

Questa tecnica ci aiuta a canalizzare le nostre sensazioni interiori, un po’ come avviene con la sublimazione il grounding offre un’opportunità per guidare le nostre energie interiori attraverso l’esperienza sensoriale e il contatto con la natura, fornendo una nuova prospettiva al training autogeno.

Il nostro sistema emotivo ha bisogno di un’ancora potente per funzionare in modo ottimale: la sua presenza ci rende forti, stabili, flessibili e resilienti quando occorre. La tradizione yogica del resto ce lo ha detto già qualche millennio fa: la connessione con la terra, che per l’antica sapienza indiana parte dalla colonna vertebrale, è responsabile delle sensazioni di sicurezza e insicurezza, della gestione delle nostre esperienze traumatiche, comprese quelle inconsce.

Quando ci lasciamo sopraffare dall’ansia, la nostra energia lascia la parte bassa del corpo e viene dirottata verso l’alto: i pensieri abbandonano l’istante presente e si concentrano sul passato o sul futuro. Questa disconnessione non fa che acuire il malessere che proviamo.

Il grounding ci aiuta a ritornare alla realtà e a essere nel presente. È una pratica che ci permette di avere il controllo sull’umore e sulle nostre emozioni, adi riconnetterci con il mondo e acquisire la consapevolezza del vivere qui e ora, di dove ci troviamo e di cosa ci circonda. Come nella clown terapia, molto spesso sono gli elementi della nostra vita quotidiana a migliorare il nostro tono dell’umore, così come adottare una prospettiva di auto-cura e leggerezza attraverso l’autoironia.

Possiamo sempre cambiare approccio alla nostra vita, sviluppando un pensiero divergente e praticando un buon uso dell’umorismo anche nei momenti difficili.

Semplice e alla portata di tutti, questa tecnica evita che sentimenti di preoccupazione, angoscia, panico o ambivalenza di pensiero conducano la mente a pensieri o ricordi indesiderati o estremamente negativi.

Quali sono i benefici del grounding?

Il grounding ci aiuta a:

  • gestire con maggiore stabilità e flessibilità il cambiamento e l’imprevisto;
  • stimolare la creatività, l’apertura mentale e il pensiero laterale;
  • mantenere l’equilibrio;
  • sentirci più sicuri, calmi e concentrati;
  • conquistare fiducia in noi stessi e a migliorare la nostra autostima.
  • aiutarci nei processi di mentalizzazione quotidiana.

Il radicamento è utilizzato nei disturbi d’ansia generalizzata, in caso di attacchi di panico, nella gestione del disturbo da stress post traumatico e per allontanare i pensieri ricorrenti e intrusivi che possono comparire nel disturbo ossessivo-compulsivo.

Questa pratica può essere infatti usata in combinazione ad altre terapie come l’EMDR.

In particolare, il grounding si rivela molto efficace quando ci sentiamo sopraffatti dai ricordi del passato.

Uno studio del 2015 ha dimostrato inoltre che il radicamento a terra svolge effetti benefici anche sulla salute fisica soprattutto di chi soffre di malattie infiammatorie croniche e autoimmuni. Il grounding potrebbe essere integrato nelle cure palliative fornendo un ulteriore sostegno emotivo, spirituale e fisico durante momenti difficili.

ll condizionamento classico si fonda sull’idea di associazione e connessione. Nel grounding, il contatto diretto con la terra potrebbe essere associato a sensazioni di calma, benessere o connessione con la natura. Questa associazione, come suggerisce la Teoria del Condizionamento potrebbe diventare condizionata nel tempo, in modo che il semplice atto di camminare a piedi nudi sull’erba o sulla sabbia possa evocare una risposta di rilassamento o di calma nell’individuo.

Rischi del grounding

Abbiamo parlato dei suoi benefeci psicologici. Tuttavia ci sono dei rischi fisici da tenere in considerazioni. Camminare a piedi nudi all’aperto può esporre i piedi a batteri o lesioni. Essere a piedi nudi aumenta la possibilità di tagli da oggetti che si possono trovare sul terreno. Allo stesso tempo, camminare su superfici calde come la sabbia può causare scottature ai piedi.

Infine, per le persone con un sistema immunitario compromesso, c’è un rischio maggiore di infezioni da esposizione diretta al terreno.

A tal proposito, dobbiamo assicurarci che il terreno sia pulito e sicuro e utilizzare protezioni per i piedi se necessario. E, come sempre, se si hanno preoccupazioni o condizioni mediche preesistenti, è meglio consultare un professionista sanitario.

Come funziona il grounding?

Il radicamento, come abbiamo visto, può rivelarsi particolarmente prezioso quando le nostre giornate diventano frenetiche e convulse o quando l’ansia sembra toglierci il respiro.

La pratica base del grounding è semplice, tutto quello che dobbiamo fare è trovare uno spazio all’aperto dove poter praticare questa tecnica sena interruzioni.

Togliamoci le scarpe, affondiamo i piedi nel terreno e respiriamo con calma e consapevolezza per ritrovare la connessione con la Terra. Quando ci sentiamo pronti, iniziamo a passeggiare in modo calmo e tranquillo, osservando il modo in cui i nostri piedi toccano il suolo, le sensazioni che proviamo, i suoni che sentiamo.

La pratica dell’immaginazione è incentivata anche con e carte Dixit. Queste tecniche permettono ai giocatori di allontanarsi dalla realtà e di immergersi in mondi immaginari, mentre il grounding fisico permette loro di ritornare alla terra e connettersi con l’ambiente naturale.

E se l’ansia ci sorprende in un momento in cui non abbiamo uno spazio aperto a nostra disposizione?

Esercizi pratici di grounding

Questi esercizi di radicamento possono aiutarci a gestire l’ansia e la disconnessione dal momento presente, non richiedono nessuna risorsa in particolare e possono essere eseguiti in maniera veloce, efficace e discreta.

  1. 5-4-3-2-1

Questa tecnica di grounding consiste nell’utilizzare tutti e 5 i sensi per calmarsi. L’esecuzione è molto semplice tutto quello che dobbiamo fare è sederci, fare due o tre respiri profondi e nominare:

  • 5 cose che vediamo nella stanza;
  • 4 cose che tocchiamo;
  • 3 cose che sentiamo;
  • 2 cose che possiamo odorare;
  • 1 cosa che possiamo gustare.

La categorizzazione può essere uno strumento utile per gestire l’ansia, aiutando a creare ordine mentale, ridurre l’incertezza, focalizzare l’attenzione.

  1. L’oggetto

Scegliamo un oggetto da tenere a portata di mano al momento del bisogno. Quando ci sentiamo sopraffatti, prendiamolo in mano, portando tutta la nostra attenzione su come appare e come viene percepito. Pensiamo al colore, alla consistenza, al peso e così via.

Trascorriamo qualche minuto totalmente immersi nell’osservazione dell’oggetto. Questa pratica ci aiuta a guardarci dentro attraverso l’ introspezione.

  1. Il gioco delle domande

L’ansia ci rende nervosi ma anche distaccati e dissociati dalla realtà. Questo esercizio ci aiuta a riconnetterci con il qui e ora, come avviene con il role playing.

Prendiamo un foglio di carta e scriviamo le risposte a queste domande:

  • dove sono adesso?
  • che giorno e mese è?
  • che stagione è?
  • quanti anni ho?
  • dove vivo e con chi?

Questo gioco di definizione richiama l’autocaratterizzazione, una tecnica che consiste nel chiedere al paziente di descriversi in terza persona come se fosse il protagonista di un romanzo.

  1. La sedia

Prendiamo una sedia e sediamoci lentamente.

Acquisiamo consapevolezza del contatto con la sedia, del nostro peso contro la sua superficie, del materiale dove poggia il nostro corpo. Quando ci sentiamo pronti, esercitiamo una leggera pressione con i piedi sul suolo, immaginando il peso che abbiamo dentro che scorre via dalla nostra mente, attraversa il corpo e finisce nel terreno. Facciamo qualche respiro profondo e notiamo la leggerezza che avvertiamo dentro di noi.

  1. La respirazione consapevole in 3 tempi

La respirazione è un modo potente, efficace e veloce per riportare il corpo e la mente al presente e sperimentare i numerosi benefici della consapevolezza e della centratura.

Sediamoci, respiriamo profondamente e iniziamo con il primo step. Prestiamo attenzione ai pensieri che ci attraversano la mente, alle emozioni che proviamo senza tentare di modificarle e alle sensazioni corporee.

A questo punto concentriamoci sulla respirazione e sul nostro addome che si contrae ed espande naturalmente. Focalizziamoci su questo punto per qualche minuto.

Espandiamo questa consapevolezza del respiro a tutto il corpo, notando le sensazioni senza tentare di cambiarle ma lasciando che passino senza emettere nessun giudizio.

Dopo qualche istante, apriamo gli occhi e riportiamo la nostra attenzione all’ambiente che ci circonda.

In questo blog troverai tantissimi altri articoli che parlano di salute mentale.

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Federico Russo

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.