Cos’è l’inconscio secondo Freud?

Freud ha rivoluzionato il nostro modo di vedere la psiche con la teoria dell’inconscio, svelando come desideri e paure repressi modellino comportamenti e pensieri.

Il concetto di inconscio venne sviluppato in modo approfondito da Sigmund Freud, il padre della psicoanalisi.

Si tratta di una parte della psiche umana di cui non siamo consapevoli ma che governa la maggior parte dei nostri comportamenti;

L’inconscio secondo Freud si manifesta in molti modi nella nostra vita quotidiana attraverso lapsus, atti mancati e sogni. Nel corso delle sedute psicoanalitiche è possibile accedere all’inconscio tramite la tecnica delle libere associazioni

Andiamo ad approfondire cos’è l’inconscio secondo Freud, quali sono i suoi contenuti e i diversi modi in cui si può manifestare.

Cosa dice Freud sull’inconscio?

Il concetto di inconscio è uno tra i più affascinanti della storia della psicologia. L’idea dell’esistenza di parti della mente umana di cui non abbiamo alcuna consapevolezza era già emersa prima di Freud grazie alle riflessioni di altri intellettuali nel campo della filosofia e della letteratura.

La novità introdotta da Freud agli inizi del ‘900 consiste nella possibilità di esplorare e comprendere i contenuti dell’inconscio attraverso la tecnica psicoanalitica.

Freud inizialmente adotta la metafora dell’iceberg per distinguere i diversi luoghi della mente chiamati conscio, preconscio e inconscio. Così come l’iceberg spunta dall’acqua solo in minima parte mentre rimane nascosta la sua parte più grande, anche la nostra psiche ha una componente cosciente molto più piccola dell’inconscio.

La punta dell’iceberg naturalmente rappresenta il conscio, la nostra parte razionale che comprende tutto ciò di cui siamo consapevoli. Sotto l’acqua invece si troverebbe l’inconscio che ha una dimensione enorme ed è capace di guidare i nostri comportamenti quotidiani. Infine il pelo dell’acqua su cui l’iceberg galleggia rappresenta metaforicamente una terza componente che Freud chiama preconscio.

Quest’ultimo si pone a metà strada tra conscio e inconscio e i suoi contenuti possono essere facilmente accessibili mediante uno sforzo volontario.

In un secondo momento Freud decide di modificare questo primo modello della mente iniziando a considerare l’idea che la psiche non fosse suddivisa in zone ma che si trattasse di processi psichici dinamici e in continua lotta fra loro.

E’ così che introduce la teoria secondo cui esisterebbero tre istanze psichiche chiamate Es, Io e Super-Io. Mentre l’Es è un processo totalmente inconscio, l’Io e il Super-Io sono in parte consci e in parte inconsci. L’Io rappresenta l’istanza psichica che ci permette di adattarci alle richieste sociali ed opera secondo il principio di realtà.

E’ compito dell’Io fare in modo che i contenuti inconsci angoscianti e intollerabili non arrivino alla coscienza. Per fare questo l’Io mette in atto inconsciamente dei meccanismi di difesa, cioè delle barriere che proteggono la coscienza. Anche il Super-Io è un’istanza psichica conscia che ci ricorda quali sono i nostri doveri, rappresenta le norme morali che abbiamo interiorizzato durante lo sviluppo e ci guida verso un modello ideale di comportamento. Allo stesso modo però il Super-Io opera inconsciamente mediante il senso di colpa che può accompagnare alcune decisioni o pensieri.

Cosa c’è dentro l’inconscio?

Una delle questioni più complesse che riguarda l’inconscio di Freud ruota intorno ai suoi contenuti.

Essendo infatti elementi psichici di cui non abbiamo consapevolezza come facciamo a sapere di cosa si tratta?

Su questo tema Freud ha avuto modo di fornire numerose risposte nelle sue diverse opere. I contenuti che popolano l’inconscio secondo la psicoanalisi sono presenti alla rinfusa, privi di ordine logico e non possono essere compresi attraverso il codice del linguaggio razionale.

Si tratta di pulsioni, emozioni, ricordi rimossi che hanno una carica affettiva potenzialmente angosciante per la coscienza, ma ci sono anche spunti che permettono di sviluppare la nostra creatività.

Le pulsioni

Secondo Freud l’inconscio è la sede delle nostre pulsioni più primitive. In un primo momento Freud le suddivide in pulsioni aggressive, sessuali ed egoistiche e spiega che la loro funzione originaria sarebbe stata quella di garantire la sopravvivenza dell’individuo nel corso dell’evoluzione della specie attraverso la difesa personale e la riproduzione.

In un secondo momento della sua analisi dell’inconscio Freud introduce l’esistenza di due tipi di pulsioni che chiama Eros e Thanatos. Eros è la pulsione di vita che spinge l’individuo verso la sopravvivenza, il desiderio sessuale e le tendenze creative. Thanatos è invece la pulsione di morte, una sorta di istinto all’annientamento e alla distruzione proprio dell’essere umano.

I ricordi rimossi

Secondo Freud molti degli episodi più angoscianti vissuti durante la prima infanzia subiscono il meccanismo della rimozione.

Questo meccanismo di difesa consiste nello spostamento verso l’inconscio dei contenuti inaccettabili dalla coscienza.

I ricordi legati ad un trauma infatti sono potenzialmente minacciosi per la salute mentale e fonte di angoscia.

La creatività

Non tutti sanno che tra i contenuti dell’inconscio Freud colloca anche il processo creativo. E’ nell’elaborazione di idee fuori dalla consapevolezza che spesso nascono prodotti artistici di indubbia originalità. Molti intellettuali, scrittori e artisti attingono all’emotività inconscia per trarre ispirazione per le loro opere.

Quando l’inconscio diventa conscio?

Il linguaggio dell’inconscio è del tutto incomprensibile alla coscienza e si caratterizza per un annullamento del contesto, dello spazio e del tempo. Nell’inconscio vale il principio di non contraddizione e cioè può accadere tutto e il contrario di tutto.

L’obiettivo della terapia psicoanalitica è quello di riuscire ad interpretare i contenuti dell’inconscio perchè solo in questo modo la persona può ritrovare il suo equilibrio interiore.

Per fare questo secondo Freud è necessario utilizzare la tecnica delle libere associazioni. Il paziente viene posto nella condizione di dare libero sfogo ai suoi pensieri, idee e sentimenti in assenza di giudizio da parte dello psicoanalista.

Freud credeva che associando liberamente le parole tra loro si creasse una catena di significati che avrebbe portato dritta verso l’inconscio. In altre parole i contenuti dell’inconscio possono essere portati alla luce ed interpretati durante le sedute psicoanalitiche. Altrettanto utile per comprendere cosa si nasconde nella mente è l’interpretazione dei sogni.

Freud è convinto che i sogni siano uno dei modi in cui l’inconscio si manifesta durante la nostra esperienza di vita e che il loro significato nasconda i contenuti presenti nell’inconscio. Rendere manifesti i contenuti latenti dei sogni è una delle strade che lo psicoanalista percorre per rendere conscio l’inconscio. Infine anche gli atti mancati sono espressioni dell’inconscio.

Quando apparentemente dimentichiamo qualcosa oppure pronunciamo una parola al posto di un’altra stiamo in realtà lasciando che l’inconscio affiori alla coscienza. Anche in questi casi secondo Freud per comprendere il significato di questi lapsus è necessario ricorrere all’interpretazione psicoanalitica. Infine c’è ancora un ultimo percorso che l’inconscio compie per apparire alla coscienza e si tratta dei sintomi nevrotici.

Freud ha studiato a lungo i meccanismi psichici alla base dell’isteria. Le pazienti isteriche secondo la psicoanalisi erano vittime di un profondo e irrisolto conflitto interiore tra le diverse forze pulsionali. I loro sintomi dunque erano l’espressione diretta di contenuti inconsci che necessitavano di essere interpretati. Una volta resi consci tali contenuti l’Io delle pazienti sarebbe stato in grado di ripristinare il controllo delle pulsioni e i sintomi sarebbero scomparsi.

Da ciò si può capire dunque che per Freud esistono molte strade che l’inconscio percorre per affiorare alla coscienza. Alcune di queste avvengono nella vita quotidiana di ognuno di noi, altre invece conducono verso lo sviluppo di veri e propri sintomi di un disturbo mentale.

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Revisori

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Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.