Il disturbo da stress post traumatico, spiegato: tutto quello che vuoi sapere per affrontarlo

Il disturbo da stress post traumatico è una patologia che può divenire invalidante: tutto ciò che bisogna sapere per affrontarla

Il disturbo da stress post-traumatico (denominato PTSD) è un disturbo che si sviluppa in persone che hanno assistito o subito un evento traumatico. A chiunque può capitare di sperimentare delle esperienze spaventose e che vengono percepite fuori dal proprio controllo. La maggioranza delle persone di solito riesce a superare l’iniziale shock senza bisogno di un supporto. Se i sintomi del disagio si prolungano per più di un mese, andando a interferire con la vita quotidiana, potrebbe trattarsi di disturbo da stress post-traumatico.

PTSD: Cos’è

Il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) è un disturbo che si verifica in seguito a un evento traumatico. Questo evento può comportare una minaccia, percepita oppure reale, di morte oppure grave lesione.

Ciò include:

  • un disastro naturale come un tornado o un terremoto;
  • una guerra;
  • una violenza fisica oppure sessuale;
  • abusi fisici oppure sessuali;
  • un grave incidente;
  • un lutto;

e altri ancora.

Il PTSD è caratterizzato da un’intensa risposta a un grave evento stressante. Nelle persone che soffrono di questo disturbo, la risposta di fuga o lotta naturale può venire alterata, portandoli a sentirsi spaventati oppure stressati, anche nei casi in cui sono in una situazione sicura e nell’ambiente in cui si trovano non è realmente presente alcuna minaccia.

Il disturbo da stress post-traumatico viene definito anche “shock da proiettile” oppure “stanchezza da battaglia” poiché colpisce soprattutto i veterani di guerra. Secondo alcuni dati forniti dal Centro nazionale per il disturbo da stress post-traumatico, circa il 15% dei militari che hanno preso parte alla guerra del Vietnam e il 12% dei soldati impegnati nella Guerra del Golfo soffrono di un disturbo da stress post-traumatico.

Va sottolineato però che questo disturbo può presentarsi a qualsiasi età, dunque non solo nei veterani. In generale è legato a cambiamenti neuronali e chimici nel cervello in seguito all’esposizione a eventi minacciosi. 

Possibili cause e fattori scatenanti del PTSD

Il disturbo da stress post-traumatico si sviluppa in soggetti che hanno assistito o vissuto un evento traumatico. Ad esempio un disastro naturale, un’aggressione o un combattimento militare. Risulta importante sottolineare che non tutte le persone che sperimentano questi eventi soffrono di tale disturbo, diverse ricerche hanno dimostrato come gli effetti di un trauma abbiano conseguenze diverse a seconda delle disposizioni individuali di ciascuna persona.

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Sono diversi gli eventi che possono essere percepiti come traumatici. Ad esempio un’emergenza medica, come un infarto, o un intervento chirurgico che si continua a rivivere, sentendosi ancora in pericolo, nonostante il problema sia ormai passato.

Anche il parto per alcune neomamme può diventare un’esperienza traumatica. Ciò accade soprattutto per le donne che presentano delle complicazioni durante la gravidanza oppure che partoriscono troppo presto. 

Il rischio di sviluppare il PTSD post partum è maggiore se:

  • si soffre di depressione;
  • si è vissuta una brutta esperienza con la gravidanza passata;
  • non si ha a disposizione una buona rete di supporto.

Avere un disturbo da stress post-traumatico può rendere per la mamma difficile prendersi cura del neonato. Se presenta dei sintomi di PTSD dunque dovrebbe chiedere aiuto e iniziare un percorso terapeutico. 

Cosa si intende per trauma?

Per facilitare il trattamento e la diagnosi è importante identificare il trauma che ha provocato il disturbo da stress post-traumatico. Esistono dunque casi diversi legati ai sintomi e alle condizioni.

In linea generale il trauma è rappresentato da uno shock emotivo che può lasciare un forte segno psicologico nella persona.

Il Manuale Diagnostico DSM V identifica le esperienze traumatiche come: esposizione a morte reale o minaccia di morte, grave lesione o violenza sessuale. Questi eventi possono riguardare un’esperienza diretta, assistere direttamente a un evento accaduto ad altri, venire a conoscenza di un evento avvenuto a una persona cara e, infine, anche la possibilità di fare esperienza ripetuta di dettagli crudi dell’evento traumatico (in seguito, per esempio, a incidenti o abusi).

Fra gli eventi traumatici che possono scatenare un disturbo da stress post-traumatico possiamo trovare:

  • una guerra;
  • un abuso infantile;
  • una violenza sessuale;
  • un’aggressione;
  • un incidente stradale;
  • un disastro ambientale. 

Altri fattori che aumentano il rischio di PTSD sono:

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Disturbo dell’adattamento o disturbo post-traumatico da stress?

Si parla di disturbo dell’adattamento quando una persona che è stata esposta a una fonte di stress non ha la capacità di “adattarsi” a quell’esperienza, sviluppando una risposta comportale ed emotiva anomala, che può provocare una grave compromissione dell’ambito lavorativo, scolastico e sociale.

Diversamente dal disturbo da stress post-traumatico, questo disturbo si presenta in caso di eventi stressanti di qualsiasi livello di gravità e continuativi nel tempo. In base a quanto stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per effettuare una diagnosi devono essere presenti non solo la difficoltà di adattamento e l’impatto sull’esistenza, ma anche uno stato ricorrente di preoccupazione e un pensiero di tipo ossessivo riguardo le conseguenze. 

Sintomi del disturbo da stress post traumatico: come riconoscerlo

Il disturbo da stress post-traumatico può portare chi ne soffre a interrompere qualsiasi normale attività. Suoni, parole oppure situazioni che ricordano quel trauma sono in grado di scatenare i sintomi.

I sintomi legati alla patologia sono: 

  • flashback in cui sembra di rivivere più volte l’evento;
  • ricordi vividi del trauma che si infiltrano nei pensieri;
  • frequenti incubi legati all’evento;
  • un intenso disagio mentale oppure fisico quando si pensa al trauma;
  • desiderio di evitare luoghi, persone o situazioni che possono ricordare l’evento traumatico;
  • difficoltà di concentrazione;
  • irritabilità;
  • pensieri negativi su di sé;
  • sentimenti distorti di colpa e preoccupazione;
  • difficoltà nel ricordare momenti importanti dell’evento;
  • perdita di interesse per attività che prima erano apprezzate;
  • confusione mentale;
  • ipervigilanza;
  • sensazioni di distacco dalla realtà;
  • difficoltà nel parlare;
  • crisi di pianto.

Le persone affette da PTSD inoltre possono sperimentare attacchi di panico e depressione.

Gli attacchi di panico provocano alcuni sintomi tra cui:

  • senso di soffocamento;
  • nausea;
  • vampate di calore o brividi;
  • vertigini e senso di svenimento;
  • tachicardia.

Impatto sulla vita quotidiana

L’impatto sulla vita quotidiana di questa patologia è molto forte. Le persone che sono affette da PTSD presentano una spiccata difficoltà nel controllo delle emozioni. Inoltre manifestano spesso confusione emotiva, ansia, depressione, insonnia, rabbia improvvisa: tutti sintomi che possono compromettere i rapporti con gli altri. A ciò si aggiunge la determinazione nell’evitare qualunque luogo o elemento che possa riportare alla mente l’evento traumatico.

Quanto dura?

Il disturbo post-traumatico da stress, secondo alcuni dati, colpisce circa il 9% delle persone durante l’esistenza. Il 4% ne soffre una volta all’anno. Il disturbo nei casi meno gravi si protrae per oltre un mese, ma può presentarsi anche sino a sei mesi dopo l’evento. Può inoltre non risolversi mai del tutto, arrivando a compromettere pesantemente la vita delle persone. 

Diagnosi e test

Non esiste a oggi un test specifico per poter diagnosticare il disturbo da stress post-traumatico. Ciò è dovuto al fatto che spesso le persone, proprio a causa del disturbo, sono riluttanti nel ricordare il trauma o condividere eventuali sintomi.

Inoltre i segnali della patologia spesso sono simili a quelli di altre condizioni di salute mentale, per esempio il disturbo di panico. Uno psicologo o uno psichiatra è il professionista più qualificato per ottenere una diagnosi. In linea generale per avere una diagnosi è necessario provare per almeno un mese i sintomi.

Questi ultimi dovranno essere abbastanza gravi da andare a interferire con le attività quotidiane, come andare a lavoro o stare con altre persone. 

Come curare il PTSD: cure, trattamenti e terapie consigliate

Se ricevi una diagnosi di disturbo da stress post-traumatico, il tuo medico ti prescriverà una terapia, farmaci oppure una combinazione con i due trattamenti. La terapia cognitivo comportamentale trauma-informed (CBT) è utile per elaborare l’evento traumatico e modificare i modelli di pensiero negativo che sono collegati a esso. La terapia dell’esposizione invece permette di rivivere il trauma in un contesto sicuro, portando a una desensibilizzazione e aiutando a ridurre i sintomi. 

Un’altra tecnica usata per gestire gli eventi non elaborati correttamente è la terapia EMDR, che si focalizza sulla rievocazione di uno o più eventi che hanno lasciato un trauma nella persona, nell’ambiente sicuro e controllato della seduta.

Superare un trauma da soli è possibile?

Il disturbo da stress post-traumatico è un problema da non sottovalutare che, se non viene affrontato nel modo giusto, può interferire con numerosi ambiti della vita, dal lavoro alle relazioni. 

Inoltre può aumentare il rischio di sviluppare:

  • depressione;
  • ansia;
  • pensieri legati al suicidio.

Spesso le persone che sono affette da questo disturbo sfruttano alcol e droghe per contrastare i sintomi. Questo può portare ad alleviare i sentimenti negativi temporaneamente, ma ovviamente non curano la causa sottostante e di fatto amplificano il disagio, portando a una dipendenza. Superare il trauma da soli dunque è molto difficile, la soluzione migliore è quella di rivolgersi a uno specialista. 

Su Serenis, ad esempio, è possibile trovare un supporto psicologico grazie a un team di psicoterapeuti online pronti a fornire nuovi strumenti per guarire dal disturbo da stress post-traumatico.

Come aiutare chi ne soffre

Il disturbo da stress post-traumatico purtroppo non colpisce solamente la persona che ne soffre, ma anche chi ha intorno. Le emozioni che provano i soggetti con PTSD, come paura o rabbia, possono mettere a rischio anche i legami più forti. Informarsi riguardo questa patologia è fondamentale per fornire il giusto supporto, inoltre è importante assicurarsi che la persona riceva un trattamento adeguato. 

Bibliografia e approfondimenti

  • Friedman, M.J., Keane, T.M., Resick, P. (2007). Handbook of PTSD: Science and Practice. Guilford Press.
  • Craparo, G. (2013). Il disturbo post-traumatico da stress. Carocci, Roma.
  • Van der Kolk, B.A.; McFarlane, A.C.; Weisaeth, L. (2005) Stress traumatico. Gli effetti sulla mente, sul corpo e sulla società delle esperienze intollerabili, Edizioni Scientifiche MaGi, Roma
Dott. Raffaele Avico

Approccio:
Titolo di studio
Descrizione
Psicologo clinico e psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia cognitiva e sessuologia clinica. La mia formazione include anche EMDR e mindfulness. Ho un'ampia esperienza nella gestione di disturbi d'ansia, dell'umore, da stress, sessuali, e da uso di sostanze. Mi dedico in particolare al trattamento del trauma psicologico e delle dipendenze. Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

reviewer

Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.