Parent training nell’autismo: l’intervento che migliora l’armonia in famigliare

Il Parent Training nell’autismo migliora l’armonia familiare, fornendo ai genitori strumenti per gestire le sfide quotidiane e promuovere lo sviluppo del bambino.

Se sei genitore di un bambino che ha una diagnosi di disturbo dello spettro autistico, saprai quanto può essere difficile la gestione di comportamenti che escono dall’ordinario e meritano un’attenzione speciale. Amare intensamente il proprio bambino alcune volte non basta ed è necessario un intervento specifico, come il parent training.

Ma in che cosa consiste il parent training nell’autismo? Quali obiettivi si pone? Perché è importante?

Se il tema ti incuriosisce, continua a leggere il nostro articolo: troverai le risposte che cerchi.

Che cos’è il parent training

Iniziamo a chiarire cosa intendiamo con parent training nell’autismo, prima di inoltrarci nella discussione delle tipologie di intervento e della loro utilità. Quando parliamo di parent training in riferimento al disturbo dello spettro autistico, ci riferiamo a una particolare macrocategoria che abbraccia diverse tipologie di intervento volte a migliorare le competenze genitoriali e, di conseguenza, la qualità della vita di tutto il nucleo familiare.

In poche parole, si tratta di un intervento psicologico pensato per la coppia genitoriale che può essere svolto sia individualmente che in gruppo.

Mettersi in relazione e interagire con i bambini affetti da autismo non è facile ma, grazie al supporto di professionisti qualificati, il parent training si dimostra utilissimo per apprendere tutti gli strumenti e le strategie più efficaci per comunicare con loro. I genitori possono così acquisire le competenze necessarie per ridurre l’incidenza di comportamenti problematici e riuscire ad affrontarli quando si presentano, sia a casa che a scuola.

Ma, nello specifico, quali sono gli obiettivi del parent training? Continua con la lettura e troverai la risposta a questa domanda.

Parent training nell’autismo: i quattro obiettivi principali

Il parent training nell’autismo si pone quattro obiettivi principali per aiutare al meglio i genitori di un bambino o un ragazzo con disturbo dello spettro autistico.

Vediamoli tutti:

  • fornire informazioni dettagliate ai genitori sulla vera natura del disturbo dello spettro autistico: questa parte si chiama psicoeducazione;
  • offrire sostegno ai caregiver: la diagnosi può essere spiazzante e dettare i genitori nello sconforto e nella confusione. In questa fase è fondamentale una comunicazione trasparente da parte del professionista, che faciliti la comprensione della natura del disturbo;
  • ridurre il carico di stress;
  • creare con i genitori un’alleanza, che risulterà preziosa per sostenere l’intervento con il piccolo paziente.

Se sei genitore di un bambino a cui è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico, grazie al parent training potrai diventare un valido collaboratore dei terapeuti e imparare a gestire molte situazioni diverse in autonomia, sia all’interno del tuo contesto familiare che al di fuori.

Infatti il parent training è nato in prima battuta per sostenere i genitori di bambini con problemi di comportamento, ma trova applicazione anche nei casi di autismo che, a sua volta, implica delle problematiche comportamentali, per esempio l’ansia da separazione, l’iperattività, la selettività alimentare, i problemi di attenzione, la fobia sociale e l’oppositività.

Inoltre, potrai applicare questo approccio a molte altre situazioni educative relative all’alimentazione, al sonno, alla buona educazione, al rapporto con eventuali fratelli e sorelle e alle abilità sociali in generale.

Come si svolge il parent training

Come abbiamo visto in precedenza, il parent training consiste in un inseme eterogeneo di interventi rivolti ai genitori e supportati da un esperto in grado di formare la coppia su specifiche conoscenze, fornendo anche tecniche comportamentali importanti per la gestione di molte situazioni diverse, grazie a indicazioni molto pratiche e facili da mettere in atto. Per questo motivo, nel parent training gli stessi genitori dovranno allearsi con i terapeuti ed esplorare ogni strategia utile per individuare i comportamenti disfunzionali dei bambini e, in secondo luogo, intervenire in modo specifico e personalizzato per ogni singolo caso, promuovendo allo stesso tempo le competenze relazionali durante la crescita.

Gli incontri permettono di identificare al più presto la possibile causa di un certo comportamento problematico nel piccolo. Per questo, i terapeuti possono diventare dei veri mentori della genitorialità.

Il parent training nell’autismo: gli interventi di supporto

Nel parent training possiamo individuare due diversi approcci:

  • la terapia mediata dai genitori;
  • la psicoeducazione.

La prima è molto specifica e guida il genitore rendendolo parte attiva nel processo di cambiamento: in questo caso, il bambino potrà beneficiare del trattamento in modo diretto. Questo intervento mediato si pone l’obiettivo di agire sui comportamenti disfunzionali e, a sua volta, si può scomporre in ulteriori interventi, primari e complementari.

In quelli primari, come nel caso del RUPP, i genitori verranno istruiti su alcune strategie comportamentali che possono mettere in pratiche, specialmente quelle basate sul metodo ABA. Lo scopo sarà quello di ridurre ogni comportamento potenzialmente dannoso e migliorare le capacità del bambino di adattarsi al contesto e alle sue regole, favorendo le relazioni familiari e non.

Negli interventi complementari, invece, i terapeuti lavorano direttamente con il bambino davanti al genitore. In questo modo, quando vengono raggiunti gli obiettivi prefissati, le tecniche vengono insegnate al genitore stesso.

Queste strategie si concentrano sul prestare attenzione a emozioni e sensazioni positive sfruttando anche il rinforzo positivo per gratificare e motivare il bambino e aiutarlo a sviluppare l’empatia. Dopodiché, in base all’età e ai bisogni del piccolo, le attività di gioco e quelle conversazionali potranno alternarsi. Grande rilevanza viene data anche al canale di comunicazione non verbale e a due dei pilastri su cui si costruiscono empatia e teoria della mente, fondamentali per avere relazioni sociali soddisfacenti: l’attenzione condivisa e la capacità imitativa.

Dalla psicoeducazione, invece, il bambino trae beneficio indirettamente, in base a quanto i genitori riescono ad apprendere grazie alle informazioni che lo psicologo fornisce loro. Troviamo principalmente due tipi di interventi strutturati:

  • il coordinamento delle cure: il terapeuta fornisce ai genitori informazioni molto pratiche, ad esempio dei riferimenti sulle strutture che si trovano nel territorio e possono dare un aiuto adeguato. Si inizia anche a impostare un percorso terapeutico, che ovviamente non può prescindere da una comunicazione trasparente ed efficace sulla natura del disturbo che accusa il piccolo paziente;
  • la psicoeducazione vera e propria: in senso stretto, questo termine indica solitamente la prima fase della presa in carico, caratterizzata da uno scambio di informazioni che permette ai genitori di avere un quadro completo del disturbo dello spettro autistico e li predispone a interfacciarsi al problema con una diversa consapevolezza e una maggiore efficacia.

L’importanza del parent training

Sono molti i fattori che determinano un risvolto positivo nei disturbi dello spettro autistico: uno tra questi è rappresentato dal miglioramento nel rapporto con i genitori, una risorsa importantissima per facilitare i comportamenti autoregolatori nei bambini.

Anche per questo si dimostrano molto utili tutti gli interventi volti a incrementare le abilità genitoriali nella gestione delle problematiche quotidiane. Infatti, quando si manifestano situazioni di disagio in un bambino con diagnosi di autismo, l’intervento dei genitori risulta fondamentale per la gestione efficace delle difficoltà.

I disturbi dell’età evolutiva possono facilmente compromettere la normale vita sociale, per questo la famiglia, essendo il primo contesto relazionale, assume un ruolo cruciale nel supporto ai bambini che ne sono affetti.

Le evidenze scientifiche del parent training

Le prove scientifiche a sostegno del parent training nell’autismo sono davvero moltissime tutte sottolineano l’importanza di questi percorsi, soprattutto durante i primi anni di vita del bambino affetto da un disturbo dello spettro autistico.

Anche le linee guida nazionali, infatti, raccomandano i programmi di intervento mediati dai genitori poiché risultano utili per una migliore interazione con i propri figli promuovendo allo stesso tempo lo sviluppo della loro soddisfazione e del benessere di tutta la famiglia. La chiave di questo intervento è favorire la comunicazione sociale e ridurre i comportamenti disfunzionali.

In sintesi, il parent training si pone come un approccio assistenziale indiretto per i bambini con diagnosi di autismo durante lo sviluppo delle loro capacità di comunicazione. Questa metodologia potrà poi essere integrata con ulteriori tecniche di potenziamento linguistico e comunicativo, come gli strumenti per la comunicazione aumentativa e alternativa, che saranno utili soprattutto nel contesto scolastico per rendere più semplice l’integrazione e l’adeguamento alle richieste sociali e accademiche di questo ambiente.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.