Perchè è importante costruire un sano rapporto tra mamma e figlia?

Un sano rapporto tra madre e figlia è cruciale per lo sviluppo emotivo, sociale e psicologico della figlia.

Tutti sappiamo quanto i modelli di relazione con i genitori siano determinanti per garantire un sano sviluppo della personalità dei figli. Le figure adulte significative nella vita di ognuno di noi rivestono un ruolo fondamentale. Dal modo in cui si interagisce e comunica con i genitori dipendono molti dei comportamenti che si assumono quando si diventerà adulti. Ma perchè è così importante in particolar modo costruire un buon rapporto tra mamma e figlia? Le ricerche psicologiche di questi ultimi trent’anni dimostrano che la connessione emotiva tra mamma e figlia ha un impatto sulla salute mentale della bambina superiore rispetto a qualsiasi altra. Un recente studio dell’Università della Georgia ha rilevato che il rapporto mamma-figlia determina le future capacità relazionali e incide sull’autostima di una ragazza. Quando le madri sono eccessivamente critiche è più probabile che le loro figlie abbiano scarse capacità sociali rispetto alle ragazze con mamme più empatiche. In generale il senso di autostima e l’immagine di sé dei bambini sono fortemente influenzati dai messaggi inviati dai genitori. Suzanne Degges White autrice del libro “Mothers and Daughters: Living, Loving, and Learning Over a Lifetime” afferma che la relazione tra mamma e figlia è particolarmente importante per diversi motivi. Il legame che si crea con la madre è la prima esperienza di una relazione intima: attraverso questo rapporto impariamo a conoscere la fiducia, la separazione e la connessione, a comprendere il valore delle emozioni e a sviluppare la nostra individualità. Per questo la natura del rapporto mamma-figlia svolge un ruolo determinante nella vita delle donne, nel loro benessere sociale e psicologico e nella loro autostima. Quando la madre sostiene e mostra interesse per la figlia si sviluppa un maggiore benessere mentale. Le figlie che hanno legami insicuri con le loro madri nel periodo dell’infanzia hanno invece maggiori probabilità di avere problemi psicologici come disturbi dell’attaccamento, disturbi di personalità o problemi nelle relazioni interpersonali soprattutto nella tarda età adulta.

Il legame tra mamma e figlia nella prima infanzia


Durante i primi anni di vita la bambina trova nella madre il suo principale punto di riferimento. A sua volta la mamma si rispecchia nella bimba per via di una somiglianza di genere e rivede se stessa nei suoi tratti e nei comportamenti. Il rapporto mamma-figlia nella prima infanzia si configura come simbiotico. Questo accade con qualsiasi figlio, indipendentemente dal sesso biologico, ma certamente è più spiccato nella relazione tra una mamma e una bambina. La fusione emotiva tra le due è essenziale per gettare le basi di un rapporto durevole nel tempo. In un secondo momento con gradualità la figlia dovrà riuscire a distinguersi dalla mamma. Si tratta di un processo che dura diversi anni durante i quali avviene una progressiva differenziazione della bambina dalla madre che consente lo sviluppo di un’individualità unica e originale. E’ in questo momento che il ruolo della madre diventa ancora più decisivo. E’ suo compito quello di lasciare che la bambina esplori il mondo con curiosità e libertà rimanendo sempre al suo fianco. A questo proposito lo psicologo Winnicott parla di madre sufficientemente buona. Con questo termine intende quel tipo di figura materna capace di far sentire il bambino onnipotente nei primi mesi di vita ma che successivamente è anche in grado di disilluderlo. Secondo lo psicologo un figlio sviluppa un Sè autentico solo se ha modo di sentirsi amato indipendentemente dalle scelte che farà. In questa prima fase del rapporto tra mamma e figlia è quindi fondamentale evitare di proiettare sulla piccola le proprie aspettative o aspirazioni.

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La relazione tra mamma e figlia adolescente


Quando la bambina è ormai adolescente il rapporto con la mamma si trasforma inevitabilmente. Spesso possono crearsi situazioni di conflitto che generano litigi e discussioni. Altre volte invece la ragazza affronta il suo sviluppo con maggiore serenità e può continuare a richiedere accudimento e cure da parte della madre. Il motivo alla base di questo rapporto ambivalente di solito riguarda la necessità tipica di ogni adolescente di stabilire la propria identità. Il passaggio dall’età infantile all’età adulta non è affatto facile. Lo psicologo Erik Erikson nella sua teoria dello sviluppo psicosociale pone la crisi adolescenziale come il periodo più complesso da affrontare durante il ciclo di vita dell’essere umano Agli occhi di una madre la figlia adolescente appare come diversa, strana, non è più la stessa bambina che amava le coccole e gli abbracci. La relazione con la figlia adolescente può prendere diverse strade. Ci sono alcuni rapporti che virano verso una forma di amicizia materna. In questi casi la mamma funge da confidente, entra in intimità con la figlia, la ascolta quando ha dei problemi. Altri tipi di legami invece si caratterizzano per una maggiore distanza che permette alla figlia di svincolarsi e cercare la propria strada. Anche in questo caso rimane fondamentale mantenere una connessione emotiva che deve fungere da collante nella relazione.

Il rapporto tra mamma e figlia in età adulta


Cosa succede quando la figlia diventa adulta e la mamma invecchia? E’ chiaro che la relazione tra una mamma anziana e la figlia adulta si sbilancia in senso inverso. Potrebbe accadere che i ruoli si invertano e spetti alla donna occuparsi dei problemi della mamma, ad esempio se ci sono delle malattie o delle condizioni di salute instabili. Se però nel corso degli anni sono stati piantati i semi di un rapporto sano e di fiducia reciproca questo periodo diventa quello in cui si possono raccogliere i frutti. Il rapporto tra mamma e figlia in età adulta può arricchire entrambe le due donne ormai mature. Lo scambio comunicativo diventa alla pari, ci si può confrontare sulle questioni più importanti della vita e magari trascorrere del tempo insieme in modo sereno e felice. La mamma anziana accetta l’aiuto della figlia e non si vergogna di avere delle difficoltà per le quali occorre un suo intervento. Diverso è il caso delle relazioni che nelle fasi precedenti sono state caratterizzate da diverbi e forti contrasti. Nella fase della vecchiaia può succedere che rimpianti e rimorsi affiornino nella mente di una persona facendola sprofondare in una condizione di ansia o di depressione senile. La figlia adulta dal canto suo potrebbe non perdonare la madre per una serie di errori commessi in passato. I problemi relazionali talvolta diventano ancora più acuti se la figlia a sua volta è diventata madre e si aspetta di ricevere sostegno nell’accudimento dei suoi bambini. I contrasti possono nascere anche da un confronto sul modo in cui si affrontano diversamente la maternità e l’educazione dei piccoli.

Come mantenere un sano rapporto tra mamma e figlia


Non esiste una ricetta unica valida per tutte le relazioni così come non esiste un unico modo per costruire un sano rapporto tra mamma e figlia. Certamente però ci sono alcune condizioni di base che possono essere utili per garantire una comunicazione efficace. Gli psicologi suggeriscono di stabilire aspettative realistiche sulla relazione. Quando ci si aspetta troppo dal rapporto si può finire col rimanere delusi quando le cose non funzionano per il verso giusto. Chiedersi quanto tempo ed energie ciascuna può investire nella relazione può essere un buon modo per ridimensionare le aspettative. Anche coltivare piccoli interessi in comune può servire a mantenere vivo un legame nel corso del tempo. Guardare un film, cucinare o coltivare l’orto sono modi per trascorrere del tempo insieme in modo piacevole. Infine avere una comunicazione onesta e sincera sulle questioni più importanti permette di maturare insieme e crescere come donne. Riuscire a comprendere il punto di vista dall’altra è infatti lo strumento più importante per una sana relazione tra mamma e figlia.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.