Mia figlia adulta non mi sopporta: conflitti famigliari e come risolverli

Come risolvere i conflitti famigliari quando tua figlia adulta sembra non sopportarti? Trova soluzioni efficaci per migliorare il rapporto.

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Unhappy young woman shouting at her husband

Ti è mai capitato di pensare "mia figlia adulta non mi sopporta" o "da quando è cresciuto, mio figlio sembra detestarmi"? Se sei genitore di figli adulti, molto probabilmente sì: quando i ragazzi crescono, infatti, possono evolvere il loro rapporto con i genitori in un senso che non sempre è positivo, possono diventare per esempio indifferenti verso i genitori. La relazione sembra diventare più complicata e, in certi casi, assume i connotati di una continua battaglia.

Ma perché si innesca questa dinamica? Come si può uscirne? I nostri figli ci odiano davvero come sembra emergere dai loro atteggiamenti? Per rispondere a queste domande, può essere utile sintetizzare alcuni punti:

  • contrariamente a quanto si pensa, le relazioni sane non sono caratterizzate dalla mancanza totale di conflitti;
  • con la crescita, è normale che i figli entrino più facilmente in scontro con i genitori, specialmente se tra i due c’è un rapporto difficile o uno dei due sta attraversando un disagio emotivo o un momento complicato;
  • spesso alla base di queste interazioni non ci sono sentimenti di odio, ma un non ritenersi all’altezza delle aspettative dell’altro o una scarsa autostima, da entrambe le parti;
  • per interrompere questo circolo, è necessario migliorare la comunicazione assertiva, la capacità di comprendere l’altro e il senso di appartenenza alla famiglia.

Ora che abbiamo messo a fuoco i punti principali, vediamo nel dettaglio cosa succede quando si creano dei conflitti tra figli adulti e genitori.

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Rapporti complicati e liti tra genitori e figli

Se ti riconosci negli esempi che abbiamo fatto all’inizio, sappi che i conflitti famigliari caratterizzano ogni realtà in tutto il mondo, indipendentemente dallo stile genitoriale. Ovviamente, a seconda del contesto, delle interazioni tra i singoli membri e alla fase evolutiva in cui si trovano i figli, i motivi di scontro possono variare molto e, quando i ragazzi diventano adulti, è possibile che sussistano gli strascichi di un’interazione che era complicata già durante gli anni dell’adolescenza.

In questo periodo, sono molti i padri e le madri che si lamentano di avere un figlio maleducato, irriverente, che non rispetta le regole né l’autorità dei genitori. In questi anni i ragazzi stanno affrontando il processo che li porterà verso la formazione della loro identità come adulti e anche la relazione con i genitori, nonché il modo in cui questi ultimi li vedono, rappresenta un fattore significativo per determinare l’esito finale.

In certi casi il conflitto assume dei connotati molto espliciti: ad esempio, il figlio decide di trasferirsi lontano dalla famiglia e, le poche volte che questa si ricongiunge, la lite diventa inevitabile. Di seguito vedremo come mai questo accade.

Quali sono le cause delle liti tra genitori e figli adulti?

Abbiamo detto che tra genitori e figli adulti non è insolito che si verifichino dei dissapori. Una delle cause più frequenti è la cosiddetta triangolazione famigliare, ovvero un fenomeno per cui due componenti della famiglia si coalizzano contro un altro.

Ma non tutti i conflitti sono evidenti: certe situazioni sono il risultato di una frattura, nel momento in cui il figlio è restio a lasciare la famiglia di origine, ad esempio perché ha paura che i genitori rimangano soli, o perché lui stesso non ha sufficienti risorse economiche o emotive per staccarsi dal nucleo.

In tutti questi casi ci troviamo di fronte a una convivenza forzata che non viene, per forza di cose, vissuta serenamente e genera inevitabili tensioni e problemi familiari.

Ma quali sono le dinamiche che si innescano quando si attiva una lite a causa di un rapporto conflittuale? Nei prossimi due paragrafi cercheremo di esaminare la situazione sia dal punto di vista dei genitori che da quello dei figli.

Il punto di vista dei genitori

I genitori che vivono un rapporto complicato con il figlio, quelli che tipicamente pensano cose come "mia figlia adulta non mi sopporta", per intenderci, spesso devono misurarsi con una sorta di indifferenza che percepiscono nei loro confronti da parte del figlio, che sembra distante e disinteressato a tutto ciò che capita alla sua stessa famiglia.

Il risultato è che molti genitori, cercando di trovare una spiegazione a ciò che osservano, pensano di non essere all’altezza del loro ruolo.

A ciò conseguono tristezza e frustrazione, ma anche una certa delusione nei confronti di un figlio che percepiscono come non riconoscente. Da questa prospettiva, è facile intuire come possano verificarsi episodi di rabbia in cui la madre o il padre attaccano il figlio adulto.

Altre volte, invece, l’emozione che domina è l’ansia. In queste circostanze, i genitori, per rimediare il non sentirsi abbastanza rispetto ai figli, diventano invadenti nei loro confronti, finendo a volte per trattarli come dei bambini e rischiando di incrinare ulteriormente il rapporto e accentuare l’allontanamento.

Il punto di vista dei figli

Tra i figli, molto comuni sono sentimenti come la rabbia, che può derivare dalla percezione di essere considerati nel modo sbagliato dai genitori, ad esempio come la pecora nera della famiglia o persone di poco valore che non possono raggiungere il loro stesso livello. Altre volte, invece, il focus è la mancanza di stili di vita e principi condivisi: i genitori molto rigidi non riescono ad accettare che i figli possano avere opinioni o atteggiamenti diversi dai loro, per quanto altrettanto corretti, causando in questi ultimi un senso di incomprensione, frustrazione e risentimento.

Un caso a parte, inoltre, è quello dei genitori narcisisti, che dai figli vengono vissuti come manipolatori. Questa premessa complica ulteriormente i rapporti quando i figli diventano adulti e non accettano più di sottostare alle dinamiche di potere della famiglia.

Conflitti tra genitori e figli: quali sono le conseguenze?

I dissapori intergenerazionali non possono che avere delle conseguenze dolorose, che possono riflettersi sul benessere mentale dei membri che ne sono coinvolti ma anche di altri componenti della famiglia. Del resto, spesso invece di cercare di evitare gli scontri, involontariamente i genitori agiscono in modo da facilitarli, creando un circolo vizioso che non può che portare un peggioramento.

Il rapporto con i genitori, inoltre, è un elemento fondante per la formazione della propria identità e delle modalità di interazione da adulti, perciò non è insolito che adolescenti che crescono all’interno di un rapporto complicato con la famiglia sviluppano, da adulti, problemi relativi all’autostima e difficoltà a entrare in relazione in maniera adeguata con gli altri, specialmente nel conflitto di coppia.

D’altra parte, un genitore che continuamente affronta delle liti con il figlio, può sperimentare un senso di autostima che mette a dura prova la sua autoefficacia. Il controllo che cerca di ottenere appare senza nessuna speranza, e questo crea un burnout genitoriale unito ad un senso di smarrimento e messa in discussione delle proprie capacità.

Come risolvere i conflitti tra genitori e figli?

Per fortuna non è detto che un rapporto complicato tra genitori e figli adulti debba sempre rimanere invariato: sono necessari dei passi in avanti da parte di entrambe le parti, ma è sempre possibile trovare un punto di incontro.

Prima di tutto, è necessario predisporsi nella condizione di chi desidera davvero trovare una soluzione. Questo significa che l’orgoglio e la supponenza di avere ragione devono essere messi da parte, in favore della disponibilità ad ascoltare e a cercare di comprendere il punto di vista dell’altro, mettendosi nei suoi panni.

Questo presupposto è fondamentale per stabilire una comunicazione trasparente, aperta e chiara. La sua mancanza è la causa di moltissime liti, non solo famigliari ma anche, ad esempio, all’interno delle coppie. Verbalizzare il problema e metterne a conoscenza l’altro prepara il terreno per la ricerca di un punto di incontro.

Infine, l’ultima colonna portante per riuscire a uscire dal conflitto tra genitori e figli coincide anche con la diretta conseguenza dei due punti famigliari, ovvero trovare una maggiore coesione tra tutti i membri della famiglia. La comunicazione e la predisposizione all’ascolto faranno sentire tutti più accolti e accettati per come sono dagli altri componenti, non come fonti di problemi o di discordia, ma persone in difficoltà che per qualche motivo non si sentono a loro agio e hanno bisogno di comprensione e aiuto.

Considera, inoltre, che molte volte le liti tra genitori e figli avvengono perché i secondi sentono di non avere sufficiente spazio per esprimersi o non si sentono riconosciuti come persone che hanno una loro identità, dei valori e dei desideri che non coincidono con quelli dei genitori e, per questo, non sono tenuti in considerazione o viene loro attribuita una scarsa importanza. Al contrario, il dialogo e il calore possono facilmente sanare la percezione di questa mancanza e stabilire dei nuovi equilibri, anche grazie alla terapia familiare.

 

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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