Il complesso rapporto tra genitori e figli: la genitorialità consapevole per la serenità in famiglia

Il rapporto genitori-figli è fondamentale per la crescita emotiva e lo sviluppo. Approfondisci come la genitorialità consapevole possa trasformare le sfide quotidiane in opportunità di crescita e serenità per tutta la famiglia.

Se sei genitore, ti sarà capitato di attraversare dei momenti difficili: ti sarà capitato almeno una volta di pensare “mio figlio è un casino” o “non sopporto più mi figlio“, e forse ricordi bene anche i momenti di attesa, quando il bambino doveva ancora arrivare. Questo periodo è caratterizzato da una forte aspettativa e da molte domande, che spesso innescano dei dubbi e la paura di non essere all’altezza del compito che ci verrà richiesto.

Del resto, costruire un buon rapporto tra genitori e figli non è sempre facile, specialmente quando si è alle prime armi ed è comune lasciarsi sopraffare dalla paura di sbagliare. Per fortuna, però, ci sono ottimi strumenti che si possono utilizzare per favorire la costruzione di una relazione equilibrata e serena. Ma in che cosa consistono queste tecniche? È possibile arrivare alla costruzione di un rapporto totalmente privo di conflitti famigliari?

Se questo tema ti incuriosisce, il nostro suggerimento è solo uno: continua a leggere il nostro articolo, perché di seguito troverai approfondimenti sui punti che abbiamo appena citato.

Primi problemi tra genitori e figli

Diventare genitori è un traguardo che molte persone si pongono e, a un certo punto della vita, per molti arriva questo momento.

Ma tante persone si trovano in difficoltà quando finalmente il loro progetto di vita si realizza: la genitorialità implica dei ruoli che non vengono insegnati da nessuno e molte sfide che richiedono di essere superate con competenze che alcuni pensano di non avere perché non ne hanno mai fatto esperienza in precedenza.

Le difficoltà più comuni possono riguardare irregolarità nel sonno e nell’alimentazione, la frequenza di capricci o l’eccessiva introversione del piccolo. Le cose si possono ulteriormente complicare quando i bambini iniziano a manifestare difficoltà nella regolazione emotiva oppure problemi comportamentali, ad esempio iperattività o addirittura disturbo della condotta.

Fortunatamente, in tutti questi casi, ci sono delle tecniche che possono risultare davvero utili e che godono anche del supporto da parte della ricerca scientifica, che ne ha dimostrato l’efficacia. L’obiettivo primario di tutti questi interventi è cercare di sostenere il benessere della famiglia, dal momento che la sicurezza di un genitore si trasmette automaticamente anche all’intero nucleo.

Questo favorirà una maggiore serenità nello sviluppo dei figli e renderà anche gli interventi genitoriali più efficaci.

Rapporto genitori-figli: come essere genitori consapevoli?

La consapevolezza prende avvio dalla pratica di tecniche meditative come la mindfulness, una delle nuove frontiere verso cui molti psicologi moderni dirigono i loro passi e che trova applicazione in tantissimi campi e nella risoluzione delle più svariate tematiche.

Questa tecnica, infatti, è molto flessibile, dal momento che si pone come scopo quello di conquistare la piena consapevolezza del presente, aiutando chi se ne serve a sentirsi completamente immersi nel momento, lasciando da parte i rimpianti del passato e le preoccupazioni per il futuro.

Ma come si applicano questi principi alla genitorialità per migliorare il rapporto tra genitori e figli? Con il mindful parenting, ovvero la genitorialità consapevole, che sfrutta i cardini della mindfulness per migliorare i rapporti famigliari. Più precisamente, consiste nell’imparare a prestare attenzione a tutto ciò che accade nel momento attuale con se stessi e con i figli, rendendo più facile la regolazione emotiva e facilitando gli atteggiamenti riflessivi.

Ma quando ci si rende conto che le cose non vanno esattamente come si vorrebbe, ad esempio perché il bambino è capriccioso, si creano delle situazioni di stress dovute al fatto che le sfide sono più ardue di quanto si pensava.

A questo punto può essere difficile regolare la propria emotività e l’impressione è quella di aver sempre creduto in un ideale di modello genitoriale che non corrisponde all’esperienza concreta. Di conseguenza, ci si sente disorientati e smarriti, ma è proprio qui che la genitorialità consapevole può essere d’aiuto.

Cosa vuol dire essere genitori consapevoli?

Quello di genitorialità consapevole è un concetto articolato, che include numerose componenti:

  • prima di tutto, è fondamentale la consapevolezza di sé, ovvero l’abilità introspettiva che ci permette di identificare emozioni, sentimenti e pensieri e riflettere su questi stati mentali;
  • la capacità di autoregolarsi, ovvero di gestire le proprie emozioni, anche negative, al posto di agire in maniera impulsiva;
  • la comprensione e la disponibilità ad aprirsi praticando l’empatia. Ricordiamoci che anche i bambini hanno dei sentimenti, e accettarli e tentare di dare loro una spiegazione e una contestualizzazione è fondamentale: è il modo migliore, per loro, per imparare a conoscere se stessi;
  • l’ascolto attivo, ovvero la predisposizione ad ascoltare il vissuto del figlio, che si esprime sia a parole che attraverso i suoi gesti e comportamenti.

La pratica di queste capacità ha il vantaggio di essere un suggerimento pratico quando viene richiesto di tornare con i piedi per terra: il modello genitoriale che hai in mente, con tutta probabilità, è un ideale che per te e tuo figlio non è adatto né praticabile. Prendere consapevolezza del presente è, al contrario, il primo passo per identificare le reali necessita di un rapporto armonioso.

I passi della consapevolezza per migliorare il rapporto genitori-figli

Il primo scopo immediato della genitorialità consapevole è prendere atto dei sentimenti negativi che si provano nel corso degli scontri con i figli, come rabbia, frustrazione e imbarazzo, in modo da evitare reazioni impulsive e contestualizzare la situazione all’interno di ciò che sta succedendo al figlio. Qui entra in gioco, ad esempio, la capacità di ascolto attivo, fondamentale quando il ragazzo sta attraversando un momento stressante che lo induce ad agire in modo non adeguato.

Ecco, più nel concreto, quali sono i tre passi fondamentali da compiere verso il mindful parenting:

  • diventare consapevoli di ciò che si prova, in un dato momento, nei confronti dei propri figli, senza giudicare nessuna emozione, nemmeno quelle negative, osservandole come da un punto di vista esterno;
  • quando si prova qualcosa di negativo, è necessario fermarsi e riflettere sui propri sentimenti, riconoscendoli e contestualizzandoli prima di entrare in azione;
  • l’ascolto attivo verso i figli è fondamentale per dare a loro la stessa attenzione e lo stesso riconoscimento che dai alle tue emozioni. Anche in questo caso è importante sospendere ogni giudizio e cercare di comprendere le dinamiche di ciò che sta accadendo.

Come puoi notare, si tratta di tre passaggi che sono fortemente concatenati, dipendenti ciascuno dall’altro, e che insieme riescono a migliorare il modo di reagire del genitore in conseguenza a un comportamento sbagliato del figlio.

Cruciale è il passaggio di fermarsi a riflettere, perché questo frangente aiuta a prendersi lo spazio per spiegare le azioni dei figli.

La pratica dell’empatia e della compassione, che trovano modo di esprimersi proprio grazie a questo rallentamento dell’azione è uno strumento fondamentale per insegnare al bambino la gestione delle emozioni attraverso la co-regolazione e, quando sarà un adolescente, per mantenere un rapporto equilibrato, dove non siano i giudizi a prendere il sopravvento, ma la volontà di venirsi incontro a vicenda.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

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Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.