Tecniche e caratteristiche della comunicazione efficace: esempi e utilità

Scopri le tecniche e le caratteristiche fondamentali per comunicare in modo efficace. Con esempi pratici e utili consigli, impara l’importanza della chiarezza, dell’empatia e dell’ascolto attivo nelle tue interazioni personali e professionali.

Comunicare in modo efficace è una capacità fondamentale e spendibile nelle interazioni che intratteniamo ogni giorno, che ci consente di trasmettere esattamente il messaggio che intendevamo far passare e di raggiungere più facilmente i nostri obiettivi. Ma non solo: questa abilità è importante anche nelle relazioni più significative che stringiamo, perché consente di evitare incomprensioni e malintesi, riducendo la probabilità di liti e conflitti e consentendo ai nostri rapporti di svolgersi in modo più trasparente, sincero e fiducioso.

Ma come si declina tutto questo nella pratica? Di seguito troverai molte informazioni sull’assertività per una comunicazione efficace: esempi, suggerimenti e modalità per metterli in pratica.

Comunicazione verbale efficace

Se pensiamo alla comunicazione, il primo canale che ci viene in mente è il linguaggio parlato. La comunicazione verbale, infatti, è la modalità che ci consente di esprimere al massimo e più chiaramente quando vogliamo dire o spiegare qualcosa, ma anche rendere esplicito uno stato d’animo. Banalmente, la conversazione intesa come scambio di informazioni è alla base di qualsiasi interazione quotidiana, ed è l’approccio che adottiamo quando vogliamo conoscere meglio una persona che ci interessa.

Ma la comunicazione verbale ha delle caratteristiche precise che, allo stesso tempo, rappresentano altrettanti suoi limiti. La precisione con cui consente di comunicare viene pagata con difetti che rendono necessario l’accostamento ad altri canali espressivi per sostenere davvero una comunicazione efficace. Questo perché la comunicazione verbale è volontaria e cosciente, quindi ciascuno di noi dice esattamente ciò che vuole dire. Questo implica la possibilità di mentire e manipolare il discorso a seconda dello scopo che si desidera raggiungere. Questa peculiarità rende la comunicazione verbale inaffidabile, in quanto possiamo facilmente dissimulare.

Ma questo non significa che non esista un modo per rendere efficace anche la comunicazione verbale. In pratica, come facciamo a sapere se il nostro interlocutore ci sta mentendo o, al contrario, a convincere chi ci ascolta della bontà di ciò che stiamo dicendo? È necessario l’intervento di altri due canali comunicativi: quello non verbale e quello paraverbale. Al contrario del linguaggio parlato, il linguaggio del corpo (soprattutto l’espressione del viso) e gli elementi relativi al tono di voce, non sono soggetti al controllo da parte della coscienza: sono spontanei e involontari, molto difficilmente modificabili senza apparire distorti.

Di conseguenza, una comunicazione non violenta efficace si ottiene quando verbale, non verbale e paraverbale sono congrui, procedono in sintonia e ciascun elemento sostiene e rafforza il messaggio veicolato dagli altri due. Di seguito vedremo molti esempi concreti di come tutto questo si realizza concretamente.

Il tempo della comunicazione efficace

La comunicazione efficace è anche questione di tempistiche: il punto di partenza per riuscire a trasmettere con successo il proprio messaggio, infatti, è proprio scegliere il momento opportuno in cui intervenire. Le interazioni sono composte da uno scambio comunicativo che include anche paure, esitazioni, brevi attese, e non sempre parlare in questi momenti è opportuno.

Nella valutazione del timing, sono presenti due aspetti, ovvero due domande che la determinano:

  • l’aspetto cognitivo: quello che vogliamo dire ha un valore per gli altri? Può essere utile o interessante? È attinente a ciò di cui stiamo parlando?
  • L’aspetto tecnico: una volta deciso che vogliamo intervenire, ci chiediamo come fare in modo di essere ascoltati, non interrotti, così che riusciamo a portare a termine il nostro intervento. Solitamente a questo proposito si esordisce con un cenno delle mani o della testa, mentre altre persone alzano il tono di voce per far capire agli altri che stanno per dire qualcosa di rilevante.

La valutazione del timing è fondamentale per la comunicazione efficace, tanto quanto invece è sconsigliata una mancanza di assertività. in quanto una scelta sbagliata potrebbe mandare in fumo l’intervento, facendolo passare inosservato. Riguarda anche l’immediatezza con cui si interviene, lasciandosi andare alla spontaneità senza timore di essere giudicati negativamente e avere un confronto sincero. A livello personale, il timing contribuisce anche alla percezione di essere in grado di relazionarsi con altre persone.

Il tipo di intervento: quali domande?

Facciamo un passo indietro e chiediamoci, prima di valutare il timing, come deve essere un tipo di intervento efficace. Il fare domande, ad esempio, è una parte molto significativa della comunicazione verbale e, nella comunicazione efficace, si inserisce come intervento che ha lo scopo di conoscere meglio la persona che abbiamo di fronte, oppure coinvolgere i nostri interlocutori. Da una semplice domanda, infatti, può nascere un interessante confronto in cui ciascuno esprime opinioni, pensieri, aspetti emotivi.

Ma questo risultato dipende dal tipo di domande che si pongono. Ad esempio, le domande chiuse sono molto limitanti per la conversazione, perché chiudono il discorso appena lo aprono. La comunicazione efficace, invece, prevede un largo utilizzo di domande aperte, che non costringono la persona a scegliere tra due alternative ma le permettono di esprimersi chiarendo tutto ciò che ritengono opportuno e lasciano la possibilità di approfondire il discorso.

Altri esempi di comunicazione efficace

Vediamo ora altri esempi di comunicazione efficace: potresti accorgerti che alcuni di essi ti appartengono già e li metti quotidianamente in pratica.

  • Una buona norma alla base di uno scambio di opinioni chiaro è la parafrasi, ovvero il ripetere a una persona ciò che ha appena detto con parole diverse, magari più semplici. Questo ha una doppia funzione: far capire all’altro che lo abbiamo ascoltato e siamo interessati a ciò che dice, e chiedere conferma se non siamo certi di aver capito bene ogni passaggio. Questa capacità richiede molta flessibilità e la capacità di saper usare le parole in modo preciso, non è sempre semplice da applicare ma è molto utile nelle controversie e nelle discussioni.
  • La riflessione è un tipo particolare di parafrasi, che ha per oggetto i sentimenti. Consiste nel far notare alla persona il messaggio che sta inviando con parole, gestualità, espressioni del volto e tono di voce. È parte delle capacità socio-cognitive che ci consentono di costruire con gli altri un rapporto empatico, facendo loro capire che sappiamo cosa stanno provando anche se non lo viviamo sulla nostra pelle.
  • All’opposto troviamo l’autoapertura, ovvero il comunicare direttamente e di propria iniziativa all’altra persona come ci sentiamo, cosa stiamo pensando, o aprirsi per raccontare una difficoltà del momento. Questo tipo di comunicazione è importante nell’appianare molte situazioni di conflitto che necessitano solo di un chiarimento. Inoltre, arricchisce il legame portandolo a un livello di maggiore intimità e fiducia.
  • Anche il silenzio può essere una modalità di comunicazione efficace. Anche se molte persone lo vedono solamente come un vuoto da riempire e lo temono, in alcune occasioni delle pause sono molto funzionali per enfatizzare l’importanza di ciò che si è detto e per invogliare chi ascolta a riflettere. Può anche essere un efficace modo di attirare l’attenzione di un pubblico distratto.

La conclusione dell’interazione in modo efficace

Un ultimo punto critico può essere la conclusione dell’interazione. Quando i punti di interesse si esauriscono o, per qualche altro motivo, si vuole arrivare a una conclusione, alcune persone hanno paura di risultare maleducate. Interrompere in modo efficace un’interazione significa fare in modo che ciascuno degli interlocutori sia d’accordo su questa necessità, perché nessuno di loro sente di dover più intervenire per portare delle aggiunte. Per farlo in maniera efficace ma elegante, esistono alcune strategie:

  • fare una sintesi di quanto è stato detto, ponendo l’accento solo sui punti essenziali e verificando che tutti abbiano compreso;
  • ringraziare il pubblico per aver partecipato e per l’impegno riposto;
  • incoraggiare gli altri a riflettere in autonomia sugli aspetti discussi, anche dopo l’incontro;
  • alcuni gesti precisi possono indicare che la conversazione precisa, ad esempio cambiare la posizione in cui ci si trova o alzarsi in piedi.

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Cosa possiamo concludere sulla comunicazione efficace?

La comunicazione efficace, come abbiamo visto, è una capacità molto complessa, che si compone di molti elementi e prevede la sincronia tra diversi canali comunicativi. Ma saperla portare avanti è fondamentale per avere dei rapporti sociali soddisfacenti e percepirsi come competenti a livello di interazioni.

Ma non sempre una scarsa capacità di comunicazione efficace è sufficiente a spiegare un malessere o una difficoltà a relazionarsi con gli altri. Se pensi che il problema sia più profondo, potresti trovare utile la psicoterapia.

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Non abbiamo un percorso specifico sulla comunicazione efficace online. Ma abbiamo terapeuti specializzati in assertività che ti possono aiutare. È un percorso individuale che insegna a esprimere i bisogni, i pensieri e le opinioni in modo chiaro e deciso, senza paura, ma anche senza alzare la voce. In gergo tecnico si chiama training assertivo: un aggettivo che significa “capace di farsi valere rispettando gli altri”.

La vita presenta sfide uniche per chiunque, non importa chi tu sia o cosa abbia affrontato. Il tuo passato non ti definisce, né deve determinare il resto della tua vita. Tutto inizia con il desiderio di vivere una vita migliore.

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Revisori

reviewer

Dott. Domenico De Donatis

Medico Psichiatra

Ordine dei Medici e Chirurghi della provincia di Pescara n. 4336

Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma. Specializzazione in Psichiatria presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

reviewer

Dott. Federico Russo

Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale e Neuropsicologo, Direttore Clinico di Serenis

Ordine degli Psicologi della Puglia n. 5048

Laurea in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale a indirizzo neuropsicologico presso l’Istituto S. Chiara di Lecce.

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Dott.ssa Martina Migliore

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale

Ordine degli Psicologi dell'Umbria n.892

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo comportamentale, docente e formatrice. Esperta in ACT e Superhero Therapy. Membro dell'Associazione CBT Italia, ACT Italia e SITCC. Esperta nell'applicazione di meccaniche derivanti dal gioco alle strategie terapeutiche evidence based e alla formazione aziendale.