La bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare (DCA), un gruppo di patologie che influenzano negativamente la salute fisica e il benessere psicosociale di chi ne è colpito. Oltre alla bulimia, rientrano in questa categoria anche l’anoressia, il binge eating (BED), la vigoressia e il chewing and spitting. In questo articolo, esamineremo in dettaglio la bulimia nervosa, focalizzandoci sulle sue cause, sintomi e opzioni di trattamento disponibili.
La bulimia: un circolo vizioso di abbuffate e compensazione
L’etimologia del termine bulimia deriva dal greco antico parola ed è composta da βοῦς, che significa bue, e λιμός, che significa fame. Quindi, βουλῖμος si traduce letteralmente come “fame da bue“, sottolineando la natura di questa patologia caratterizzata da un desiderio insaziabile di cibo. Infatti, la bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dall’eccessiva assunzione di cibo – le abbuffate – spesso consumate di nascosto e in fretta. Le abbuffate portano con sé un carico emotivo devastante: la vergogna, il senso di colpa, l’auto-disprezzo. Questo è comune anche nel disturbo da binge eating, però nella bulimia però seguono anche condotte di compensazione dolorose: il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o diuretici, il digiuno eccessivo o l’esercizio fisico estremo.
Spesso, per chi lotta con la bulimia, il dolore non si ferma qui. Dopo l’abbuffata e la conseguente compensazione, le sensazioni di frustrazione e disperazione possono crescere, dando il via a un ciclo pericoloso di autolesionismo emotivo. Il senso di impotenza e la mancanza di controllo alimentano ulteriormente questa spirale negativa, rendendo ancora più difficile per la persona trovare una via d’uscita. È un percorso tortuoso e angosciante, che richiede sostegno, comprensione e un impegno costante per rompere questo ciclo distruttivo.
“Se devi vomitare, allora non mangiarlo”: l’incomprensione della bulimia
Immagina di essere solo in casa dopo una giornata estenuante, con la mente piena di pensieri e ansie. Anche se hai un po’ di fame, cerchi di resistere alla tentazione di prendere quella merendina calorica. È un vero conflitto interiore: da un lato, desideri conforto e sollievo immediato; dall’altro, senti la responsabilità verso la tua salute. La tentazione è irresistibile e finisci per cedere, prendendo quel pezzo di dolce. Ma una volta iniziato, è difficile fermarsi. La tua mente inizia a tormentarti, accusandoti di aver fallito. E così, scarichi tutta la tensione accumulata sull’intero pacco di biscotti, sentendoti sempre più frustrato e impotente di fronte a questa spirale emotiva. Cerchi di prometterti che domani farai meglio, ma finisci per ricadere nella stessa trappola. È un ciclo pericoloso che si ripete, causando ancora più stress e frustrazione.
Chi pronuncia la frase “se devi vomitare, non mangiarlo” spesso sottovaluta la complessità e la gravità della bulimia nervosa. Non si tratta semplicemente di un’abitudine alimentare sbagliata, ma di un disturbo che coinvolge molteplici dinamiche psicologiche ed emotive. Le persone affette da bulimia non si trovano in questa situazione per scelta, ma spesso come risultato di un complesso insieme di fattori. La compensazione dopo l’assunzione di cibo può essere un tentativo di alleviare un disagio emotivo o di ottenere un senso di controllo in un momento di grande vulnerabilità. Di conseguenza, la soluzione non è semplicemente smettere di mangiare, ma comprendere e affrontare le radici profonde di questo disturbo alimentare.
Soggetti coinvolti e cause della bulimia
La bulimia nervosa e la dipendenza da cibo di solito si manifestano durante l’adolescenza o la giovane età adulta, colpendo sia uomini che donne, anche se risulta essere più diffusa nelle ragazze e nelle giovani donne. I fattori predisponenti alla comparsa di questo disturbo sono diversi e includono:
Fattori di rischio | Descrizione |
---|---|
Esempi disfunzionali in famiglia | Modelli di comportamento alimentare disordinato dei genitori, pressioni eccessive sulla dieta, critiche rigide riguardanti il peso e l’immagine corporea |
Fattori psicosociali e ambientali | Pressione sociale per l’aspetto fisico e ideale di bellezza, cultura della dieta, bassa autostima derivante da discriminazione o stigma |
Traumi ed esperienze passate | Esperienze traumatiche nell’infanzia, problemi familiari, abusi e bullismo possono influenzare negativamente la percezione di sé e la capacità di regolare le emozioni. |
Perfezionismo e impulsività | Le tendenze innate verso l’impulsività, la perfezione e il controllo sono tratti personali che possono aumentare il rischio di sviluppare bulimia nervosa. L’impulsività può portare a comportamenti alimentari disordinati, mentre il perfezionismo alimenta aspettative irrealistiche riguardo al peso e all’aspetto fisico. Il bisogno di controllo può trasformarsi in un ciclo di restrizione e abbuffate, contribuendo al mantenimento della bulimia. |
Comorbidità | La coesistenza di disturbi psichiatrici come ansia, disturbi dell’umore e uso di sostanze aumenta il rischio di bulimia nervosa, con interazioni complesse. |
La distinzione tra anoressia e bulimia può risultare sfumata, poiché molti individui affetti da uno dei due disturbi possono sviluppare comportamenti tipici dell’altro nel corso del tempo. Ad esempio, chi inizia con restrizioni estreme può poi trovarsi a lottare con abbuffate seguite da comportamenti di compensazione, mentre chi soffre di bulimia potrebbe gradualmente iniziare a limitare l’apporto calorico per controllare il peso o assumere comportamenti noti nell’ortoressia. Questa sovrapposizione di sintomi può rendere complicato tracciare una distinzione chiara tra i due disturbi.
Complicazioni e conseguenze
La bulimia nervosa può provocare serie complicazioni mediche. Queste non sono solamente legate alla perdita di peso e alla malnutrizione, ma dipendono anche dalla frequenza e dal metodo di compensazione adottato dal paziente. Abbiamo riassunto nella tabella seguente le conseguenze più frequenti.
Complicazioni | Descrizione |
---|---|
Ipertrofia delle ghiandole salivari (scialoadenosi) e guance gonfie | Gonfiore delle ghiandole salivari, in particolare la ghiandola parotide, causato dal vomito frequente. |
Sindrome di Mallory-Weiss | Lacerazioni esofagee vicino alla giunzione gastroesofagea, causate dalla forte contrazione dello stomaco durante il vomito. |
GERD | Malattia da reflusso gastroesofageo, che può portare all’esofago di Barrett. |
Esofago di Barrett | Sostituzione della normale mucosa esofagea con mucosa colonnare a causa dell’irritazione da acido gastrico. |
Reflusso laringofaringeo | Movimento del contenuto gastrico nella laringofaringe, manifestandosi con sintomi come tosse e mal di gola. |
Sindrome dell’intestino irritabile (IBS) | Elevata prevalenza tra i pazienti con bulimia nervosa. |
Acalasia | Incapacità dei muscoli esofagei inferiori di rilassarsi adeguatamente. |
Aritmia cardiaca | Associata all’ipokaliemia causata dal vomito autoindotto. |
Stitichezza | Risultato dell’abuso cronico di lassativi stimolanti. |
Erosione dello smalto dentale | Causata dal lavaggio dell’acido gastrico sui denti durante il vomito. |
Prolasso rettale | Possibilmente dovuto alla stitichezza o alla pressione intra-addominale associata al vomito. |
Pancreatite acuta ricorrente | Documentata in alcuni casi di bulimia nervosa. |
Diabete | Un rischio aumentato è stato riportato in alcuni studi. |
Se sospetti di avere la bulimia, puoi effettuare il nostro test online per comprendere meglio i sintomi che potresti manifestare. Tuttavia, ricorda che il test non fornisce una diagnosi definitiva, ma è utile per individuare eventuali segnali di un disturbo del comportamento alimentare.
Trattamento e gestione della bulimia
Affrontare la bulimia nervosa richiede coraggio e resilienza, ma è importante sapere che non sei solo lungo questo percorso. Chiedere aiuto è un passo fondamentale: affrontare i tuoi problemi e le cause sottostanti con il supporto di un equipe multidisciplinare può aiutarti a prendere consapevolezza e superare le tue paure. Il team di Serenis è qui per offrirti il supporto di cui hai bisogno tramite la psicoterapia online. Gli esperti possono anche valutare l’opportunità di prescrivere farmaci, come la fluoxetina. Crediamo fermamente nell’importanza di consultare un esperto per affrontare questo problema e le sue radici sottostanti. Tuttavia, vorremmo condividere alcuni consigli pratici che possono aiutarti a migliorare il tuo rapporto con il cibo e a sentirti più sereno riguardo alla tua immagine corporea.
- Inizia con piccoli passi: staccati dalle app contacalorie e non pesarti ogni giorno. Questo può liberarti da vincoli mentali e aiutarti a concentrarti sul tuo benessere emotivo e fisico.
- Trascorri del tempo fuori casa, possibilmente in compagnia, per evitare di ritrovarti da sola a lottare con pensieri negativi riguardo al cibo.
- Pianifica in anticipo cosa mangiare per evitare attacchi di fame improvvisi.
- Pratica la mindful eating: mangiare consapevolmente, prestando attenzione ai sapori, alle consistenze e alle sensazioni fisiche durante il pasto può aiutarti a sviluppare una maggiore consapevolezza dei tuoi bisogni alimentari e a ridurre il rischio di abbuffate emotive.
- Fai pace con lo specchio e accetta te stesso per come sei.
- Scegli un’attività fisica che ti piace e che ti fa sentire bene. L’importante è muoversi per divertimento e per migliorare il proprio benessere.
- Infine, concentra la tua attenzione sulle cose positive della tua vita e pratica la gratitudine. Ciò ti aiuterà a mantenere una prospettiva ottimistica e a sviluppare una maggiore fiducia in te stesso.
La testimonianza di Giorgia Bellini: “Nata due volte”
Dopo una strenua lotta di otto anni contro la bulimia e anoressia, Giorgia Bellini ha superato le avversità e ora si dedica alla sensibilizzazione sui disturbi alimentari (DCA), offrendo sostegno e speranza a chiunque si trovi a combattere queste malattie. La sua personale battaglia ha avuto inizio a soli 14 anni, quando ha iniziato a comprendere la gravità del suo disturbo, trovando conforto nei preziosi consigli della sua amata nonna. Dopo un percorso faticoso alla ricerca di cure adeguate, ha finalmente trovato sollievo presso il centro specializzato di Todi, intraprendendo un trattamento residenziale di quattro mesi. Questa esperienza ha rappresentato un punto di svolta nella sua vita, segnando il via a un cammino di guarigione che ha plasmato la sua missione futura. Il suo impegno nel sensibilizzare sul tema dei DCA è evidente anche nella sua attività sui social e nella pubblicazione del suo libro autobiografico “Nata due volte“, in cui condivide apertamente la sua esperienza.
Comprendiamo quanto sia cruciale trovare il giusto sostegno quando si affrontano i disturbi alimentari. Per questo, noi di Serenis abbiamo preparato un elenco dei migliori centri per DCA in Italia che puoi consultare nel nostro articolo, in modo che tu possa trovare l’aiuto necessario per il tuo percorso di guarigione. Questi centri offrono un ambiente sicuro e professionale, dove esperti qualificati possono fornire cure personalizzate e supporto emotivo.
Se hai un disturbo alimentare o conosci qualcuno che ne soffre, è possibile rivolgersi il numero verde S.O.S. disturbi alimentari – 800.180.969.
Fonti
- Ruggiero, Giovanni Maria, and Sandra Sassaroli. I disturbi alimentari. Gius. Laterza & Figli Spa, 2014.
- Marucci, Simonetta, and Laura Dalla Ragione. L’anima ha bisogno di un luogo. Disturbi alimentari e ricerca dell’identità. Tecniche nuove, 2007.
- Riva, Elena. Fragili Amazzoni: I nuovi disturbi alimentari delle adolescenti. FrancoAngeli, 2022.