Prima di capire cos’è e come funziona la terapia psicoanalitica, è necessario interrogarsi a fondo sulla natura e l’essenza dei disturbi psichici.
Un disturbo psichico è una condizione di sofferenza e disagio che investe la sfera emotiva, il pensiero o il comportamento di una persona, mettendo a repentaglio la sua salute mentale e provocando una serie di risposte disfunzionali che non fanno altro che accrescere la sensazione di inadeguatezza nei confronti degli avvenimenti quotidiani.
La causa di questi disturbi, a prima vista, può sembrare semplice e immediata: un evento traumatico esterno provoca una reazione che si concretizza in sintomi come ansia, disturbi psicosomatici o psicosi.
In realtà, le cose non stanno affatto così perché ogni disturbo è frutto di una serie infinita di fattori che variano da individuo a individuo. Lo stesso evento traumatico può generare reazioni diverse in base alla soggettività della persona: la sua storia, le sovrastrutture mentali, il carattere sono elementi che formano la “singolarità” irripetibile ed inconscia di ognuno di noi.
Inconscio: la base della psicoanalisi parte proprio da questo termine che non abbiamo usato a caso.
Il dilemma umano si gioca sulla falsariga di questa continua interazione tra inconscio e “conscio”, una liaison che ha come risultato proprio l’individuo e la sua peculiarità. A volte, questa relazione non produce gli effetti sperati perché fornisce risposte poco o per nulla funzionali al nostro benessere.
Ed ecco che arriva la sofferenza, un dolore che diventa la manifestazione tangibile e concreta di una problematica interna derivante da una realtà nascosta (inconscia) che ha bisogno di essere indagata e risolta.
Che cos’è la psicoterapia psicoanalitica?
L’inconscio è il luogo dove conserviamo tutti i nostri sentimenti, i pensieri, i ricordi. Freud per primo comprese che bisognava partire proprio da questo spazio personale per scoprire e comprendere disturbi ai quali la psicologia del suo tempo non riusciva a dare risposta e soluzione.
La terapia psicoanalitica, di cui proprio Freud è il fondatore, è un approccio terapeutico basato sulla psicoanalisi e sull’esplorazione delle esperienze vissute dal paziente nella sua infanzia e, in generale, nel suo passato.
L’obiettivo è raggiungere quella che potremmo definire la quadratura del cerchio: le esperienze della nostra infanzia, il nostro vissuto, influiscono nella nostra vita adulta. Comprendere questo stretto legame tra passato e presente permette di raggiungere quei pensieri inconsci che normalmente sono irraggiungibili.
La premessa della terapia psicoanalitica è proprio questa: per risolvere il disagio psicologico e la sofferenza che ne deriva, il paziente deve essere aiutato a comprenderne le radici e le cause inconsce. È proprio in questo spazio interno che si nasconde la chiave che ci permette di comprendere e risolvere sia i conflitti della vita quotidiana sia le difficoltà di natura relazionale.
La psicoterapia psicoanalitica quindi, a differenza di approcci come il cognitivo-comportamentale, non si focalizza sul singolo sintomo ma considera e indaga la globalità dell’individuo.
Come funziona la psicoterapia psicoanalitica?
Freud incoraggiava i pazienti a sdraiarsi su un divano per lasciar fluire le parole e i ricordi in maniera libera, senza nessuna sovrastruttura o costrizione. Ancora oggi la parola è il fulcro e la conditio sine qua non di questa terapia.
Il dialogo assume una finalità di “nutrimento” del paziente perché lo aiuta a prendere coscienza del bagaglio presente nel suo inconscio, gli permette di collegarlo al presente e di trovare una risposta alle sue domande.
Il compito dello psicoanalista è prestare attenzione ai pensieri e alle riflessioni che il paziente esprime durante la seduta. L’ascolto non è assolutamente passivo perché il terapeuta utilizza una serie di strategie e tecniche utili per:
- far emergere l’inconscio
- individuare le cause delle preoccupazioni e del disagio manifestato dal paziente.
Quali sono le tecniche utilizzate nelle sedute di psicoterapia psicoanalitica?
Nel corso delle sedute, lo psicoanalista può aiutare il paziente a indagare l’inconscio con strategie come:
- libera associazione: il terapeuta lascia il paziente libero di esprimere tutto quello che gli viene in mente senza intervenire con giudizi o censure. La finalità è quella di incoraggiare il libero fluire del linguaggio e la connessione con gli stati emotivi e psicologici inconsci.
- storia evolutiva: il paziente è incoraggiato a esplorare il terreno delle relazioni e delle esperienze precoci con le figure di attaccamento.
- analisi dei sogni: il terapeuta aiuta il paziente a comprendere il linguaggio simbolico della sua dimensione onirica.
- transfert: questo processo di trasposizione inconsapevole, permette al paziente di trasferire al terapeuta il complesso schema di emozioni, pensieri e sentimenti legati a una persona importante della sua vita.
Ogni strategia o tecnica ha la sua importanza ma il transfert ha bisogno di essere compreso in maniera più approfondita.
Cos’è il transfert?
Si parla spesso di alleanza terapeutica tra paziente e professionista ovvero di un rapporto di fiducia, una partnership, che ha lo scopo di ottenere un obiettivo comune. Nel caso del transfert questo concetto di collaborazione si amplia, diventando molto più profondo.
Un esempio ci aiuterà a chiarire questa frase. Immaginiamo una seduta con un paziente che ha dovuto relazionarsi con un padre giudicante o sprezzante. Se il terapeuta esprime un pensiero che il paziente reputa giudicante come quello paterno, questi potrebbe non solo farlo presente allo specialista ma addirittura arrabbiarsi con lui.
Il transfert può essere “sfruttato” dal terapeuta proprio per far venire a galla un problema latente e inconscio. Questa trasposizione è fondamentale perché può assumere i contorni di un vero e proprio deus ex machina perché rivela, illumina, spiega. Tuttavia, ha i suoi lati oscuri perché il paziente può manifestare ostilità o desiderio sessuale nei confronti dello psicoanalista: in questo caso il transfert diventa un problema difficile da gestire.
A cosa serve la psicoterapia psicoanalitica?
Questo approccio terapeutico è indicato in caso di disturbi come:
- problemi psicosomatici
- pensieri e comportamenti ossessivi
- difficoltà nell’instaurare e mantenere relazioni soddisfacenti e sane
- disagio nella vita quotidiana o in ambito professionale
Marie Langer, celebre psicoanalista viennese, ha affermato che la psicanalisi funziona perché serve a comprendere meglio se stessi e gli altri e perché aiuta l’essere umano a “non mentire quasi più a se stesso”.
La psicoterapia psicoanalitica è uno spazio terapeutico che può regalare un enorme beneficio a chi ritiene che l’insieme delle difficoltà che gli impediscono di vivere una vita soddisfacente, possano avere una causa interna.
Questo approccio terapeutico quindi può essere utilizzato sia da chi presenta un conflitto emotivo specifico sia da chi vuole semplicemente esplorare se stesso.
Psicoterapia psicoanalitica per bambini e adolescenti
La psicoterapia psicoanalitica offre un approccio utile per il singolo paziente, per la coppia, la famiglia e anche per bambini e ragazzi. Disturbi d’ansia, comportamenti aggressivi o sessuali inappropriati, fobie e altri disagi tipici dell’infanzia e dell’adolescenza possono essere indagati e risolti positivamente con l’aiuto di uno psicoterapeuta dell’età evolutiva.
Quali sono i vantaggi della psicoterapia psicoanalitica?
Questo orientamento terapeutico offre numerosi vantaggi. I principali sono:
- aiuta a comprendere meglio se stessi grazie all’analisi dei processi inconsci. In questo modo possiamo scoprire le cause che ci spingono ad agire in un certo modo e a lavorare per apportare gli opportuni cambiamenti.
- permette di migliorare le relazioni interpersonali
- è un approccio terapeutico utile per superare i traumi, gli abusi e le difficoltà emotive che hanno le loro radici nel passato.
- è lo strumento ideale per sviluppare un’immagine di se stessi più completa e funzionale.
Gli svantaggi? Il più grande è dettato proprio dalla natura di questo percorso che non è indicato per chi cerca una soluzione rapida ai suoi problemi e per chi non ha intenzione (o coraggio) di esplorare il passato per migliorare il presente.
Quanto dura una seduta?
La durata delle sedute è variabile perché legata a diversi fattori ma, in linea di massima, ogni appuntamento dura in media 45/60 minuti. La frequenza è di una volta a settimana con la possibilità di concordare lo svolgimento di più sedute settimanali se il terapeuta lo ritiene necessario.
Quanto dura un trattamento psicoanalitico?
Anche in questo caso è impossibile dare una risposta generica perché la durata dell’intero trattamento dipende dal paziente e dalla natura del suo disagio psichico. La psicoterapia psicoanalitica non è però un approccio breve perché può durare diversi anni.
In conclusione, la psicoterapia psicoanalitica è utile per chi desidera comprendere meglio se stesso attraverso l’esplorazione del suo passato e per tutti coloro che vogliono raggiungere un maggiore benessere emotivo, trasformando, come diceva Freud, “la nevrosi in infelicità comune”. Il percorso è lungo, richiede impegno, costanza e la presenza di un professionista qualificato ed esperto.
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