body ▲ Select Parent Subselection ▼

Bassa autostima: sintomi, cause e come aumentarla

Hai mai avvertito un senso di inadeguatezza o dubbi costanti sulla tua autostima? Hai preoccupazioni riguardo il fatto di non essere all’altezza o di non essere abbastanza?

La bassa autostima è un’esperienza comune che può gettare un’ombra sui tuoi giorni e influenzare la tua salute mentale

In questo articolo, esamineremo cosa si intende per bassa autostima, i sintomi che possono indicarne la presenza, le possibili cause sottostanti e come è possibile aumentare l’autostima. 

Comprendere e affrontare la bassa autostima è il primo passo verso una maggiore fiducia in se stessi e un miglioramento del benessere psicologico.

Noi siamo qui per aiutarti. 

Cosa si intende per bassa autostima

La bassa autostima rappresenta una percezione negativa di sé stessi. Può manifestarsi in modi diversi, che vanno dall’espressione aperta di pensieri autodistruttivi come “Sono inutile”, “Non conto niente” o “Sono un fallimento”, fino a un profondo senso di inadeguatezza o mancanza di valore che è difficile da esprimere a parole

È importante sottolineare che la bassa autostima non è classificabile come un disturbo emotivo o un disturbo della personalità. Invece, essa costituisce un elemento presente in molteplici problemi diversi che si manifestano in modi variabili.

Bassa autostima sintomi

Le persone possono manifestare una bassa autostima in molte maniere. 

Potrebbero non essere neanche consapevoli di non sentirsi bene con se stesse, anche se sanno che qualcosa non va. 

Un pioniere nella ricerca sull’autostima, Nathaniel Branden (1969), spiega la situazione in questo modo:

“Considera che se un individuo si sentisse inadeguato ad affrontare le sfide della vita, se mancasse di fiducia fondamentale in se stesso, di fiducia nella propria mente, riconosceremmo la presenza di una carenza di autostima, indipendentemente da quali altri attributi possedesse. O se un individuo mancasse di un senso di rispetto verso se stesso, o si sentisse indegno di amore, non meritevole di felicità, spaventato nell’affermare pensieri, sentimenti o bisogni – di nuovo riconosceremmo una carenza di autostima, indipendentemente da quali altri attributi positivi potesse mostrare.”

Alcuni segnali comuni di bassa autostima includono:

  • barare nei giochi;
  • perfezionismo e autoelogi esagerati; 
  • ricorrere a numerosi comportamenti per attirare l’attenzione come fare il pagliaccio, comportarsi in modo eccessivamente sciocco o prendersi in giro; 
  • auto-critica;
  • cercare eccessivamente di compiacere gli altri;
  • incolpare gli altri;
  • scusarsi sempre; 
  • avere paura del successo e delle nuove esperienze;
  • esprimere una gamma ristretta di emozioni e sentimenti. 

E altro ancora. 

Bassa autostima: le cause

La bassa autostima può affondare le sue radici in una serie di esperienze e influenze, spesso profonde ed emotive

Esaminiamo alcune delle cause più comuni di questa sfida personale. 

  1. Critiche e abusi

Spesso, esperienze passate di critica costante, abusi verbali o fisici possono erodere gradualmente la fiducia in se stessi. 

Le parole possono lasciare cicatrici profonde.

  1. Esigenze inappagate

Crescere in un ambiente in cui le proprie esigenze emotive e psicologiche non vengono soddisfatte può generare una sensazione di inadeguatezza. 

La mancanza di affetto, attenzione o supporto può alimentare la bassa autostima.

  1. Comparazioni distruttive

Confrontarsi costantemente con gli altri, soprattutto in un’era di social media, può portare a confronti negativi e autovalutazioni dannose

Le comparazioni costanti possono far sentire le persone come se non fossero abbastanza.

  1. Fallimenti e sconfitte

L’affrontare fallimenti significativi o sconfitte personali può erodere l’autostima. 

Le persone potrebbero cominciare a dubitare delle proprie capacità e del proprio valore.

  1. Bullismo e pressioni sociali

Il bullismo e le pressioni sociali per conformarsi a determinati standard di bellezza o successo possono infliggere ferite profonde. 

La mancanza di accettazione può minare la fiducia in se stessi.

  1. Traumi e eventi stressanti

Esperienze traumatiche o eventi stressanti possono influenzare profondamente la percezione di sé. 

Questi eventi possono portare a sentimenti di colpa, vergogna o paura.

  1. Critica interna eccessiva

La tendenza a essere estremamente critici verso se stessi può contribuire alla bassa autostima. 

Questa autocritica costante può amplificare i dubbi e le insicurezze.

Il ruolo delle cognizioni nella bassa autostima

Le credenze negative centrali riguardo a sé stessi sono il nucleo della bassa autostima. 

L’espressione quotidiana delle credenze riguardo a sé stessi dipende non solo dal contenuto delle credenze stesse, ma anche dalle credenze della persona riguardo agli altri e al mondo circostante. 

Ad esempio, la credenza di essere debole e inadeguata, unita alla convinzione che gli altri siano giudicanti e ostili, spingerà una persona a evitare gli altri per timore che la propria inadeguatezza venga esposta. 

Allo stesso modo, la stessa credenza, quando associata all’idea che gli altri siano gentili, disponibili e forti, potrebbe portare a dipendenza.

Le credenze interagenti su sé stessi, sugli altri e sul mondo portano a modelli di percezione, interpretazione e comportamento che confermano la loro apparente verità

I bias nell’elaborazione delle informazioni rendono le persone sensibili alle esperienze coerenti con le credenze negative preesistenti, e veloci a scartare, scontare e interpretare erroneamente le informazioni che le contraddicono. 

Ad esempio, un uomo che crede di essere indesiderabile potrebbe trascurare se stesso, evitare relazioni intime per paura del rifiuto o essere poco assertivo e auto-sacrificante, provocando così il rifiuto. Ciascuno di questi comportamenti rafforza la sua convinzione di essere indesiderabile. 

Le cognizioni contribuiscono alla bassa autostima a 3 livelli:

  • credenze centrali su sé stessi, che interagiscono con le credenze sugli altri e sul mondo;
  • assunzioni condizionali disfunzionali, che racchiudono le regole che devono essere rispettate per proteggere l’autostima; 
  • pensieri automatici negativi (previsioni ansiose e auto-critiche), che mantengono il problema. 

Bassa autostima: le conseguenze

La bassa autostima, come afferma Smelser, può avere un impatto importante sulla creazione di gravi problemi sociali

Per capire meglio l’importanza di questi problemi sociali, dobbiamo definire cosa significa “problema sociale”.

Un problema sociale è qualcosa che la società considera importante. Ad esempio, la gravidanza fuori dal matrimonio è un problema perché va contro il valore che diamo alla famiglia come luogo appropriato per avere figli. 

Inoltre, un problema sociale comporta costi economici o sociali. Ad esempio, i costi economici dei reati comuni come il furto e l’aggressione sono alti a causa delle pene inflitte ai colpevoli. 

Un problema sociale deve anche essere abbastanza comune. Ad esempio, negli Stati Uniti, l’omicidio con arma da fuoco è considerato un problema sociale a causa dell’alta incidenza, mentre in Gran Bretagna non lo era prima del divieto sulle armi da fuoco.

Pertanto, per esaminare il ruolo dell’autostima nella creazione di problemi sociali, dobbiamo concentrarci su comportamenti che comportano costi chiari e significativi e per i quali esiste una quantità sufficiente di ricerca.

Con queste premesse, possiamo identificare i seguenti problemi sociali:

• crimine e delinquenza (incluso il crimine violento);

abuso di droghe e alcol;

• comportamenti sessuali a rischio;

dipendenza cronica;

disturbi alimentari;

suicidio e tentativi di suicidio/parasuicidio.

Questi problemi sociali rappresentano sfide significative per la società e il benessere delle persone coinvolte, e la bassa autostima può influenzarne la genesi e l’esperienza.

Bassa autostima e disturbi mentali

La bassa autostima rappresenta spesso un nodo cruciale nei disturbi mentali

Questo collegamento è una sfida che molte persone affrontano con grande coraggio. 

La sensazione di valere poco o di essere inadeguati può gettare ombre lunghe sulla salute mentale di un individuo.

Come abbiamo visto, nel cuore della bassa autostima ci sono spesso credenze negative profondamente radicate su se stessi. Queste credenze possono alimentare la depressione, l’ansia e altri disturbi mentali. 

Il modo in cui vediamo noi stessi influisce sulla nostra percezione del mondo e degli altri: se crediamo di essere inetti e incapaci e, allo stesso tempo, percepiamo gli altri come giudicanti e ostili, potremmo ritirarci dalle interazioni sociali per paura che la nostra inadeguatezza venga esposta.

Bassa autostima e disturbi alimentari

Nel corso degli ultimi 30 anni, l’incidenza di disturbi alimentari come l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa è aumentata notevolmente. 

L’ipotesi suggerisce che il crescente numero di casi di disturbi alimentari rifletta un’interazione tra le pressioni sociali e le persone con una bassa autostima preesistente.

Inoltre, molti pazienti con disturbi alimentari sviluppano anche la depressione, la cui genesi è in parte associata a una bassa autostima. 

La bassa autostima cronica è considerata un prerequisito necessario per lo sviluppo dei disturbi alimentari.

Bassa autostima depressione

La relazione tra la bassa autostima e la depressione è oggetto di approfondita analisi e discussione in ambito psicologico. 

Nonostante una connessione evidente tra questi due fattori, i ricercatori non concordano sulla natura esatta di questa relazione. Mentre alcuni studiosi suggeriscono che autostima e depressione siano essenzialmente un unico costrutto, altri ritengono che siano distinti.

Da un lato, alcune teorie e ricerche supportano la prospettiva della “vulnerabilità”, suggerendo che la bassa autostima costituisce un fattore di rischio causale per lo sviluppo della depressione. Secondo questa visione, valutazioni negative di sé stessi contribuiscono all’insorgenza e alla persistenza della depressione. 

Questo modello trova fondamento nelle teorie cognitive della depressione.

Dall’altro lato, il modello delle “cicatrici” suggerisce che la depressione stessa può causare una riduzione dell’autostima. Questo significa che gli episodi depressivi possono lasciare cicatrici permanenti nel concetto di sé dell’individuo. 

In questa prospettiva, la depressione è vista come la causa principale della bassa autostima.

La ricerca ha rivelato risultati misti, con alcuni studi che supportano il modello di vulnerabilità e altri che suggeriscono l’effetto delle cicatrici. 

Inoltre, fattori come l’età, il genere e il tipo di campione possono influenzare la forza e la direzione di questa relazione complessa.

Comprendere meglio la connessione tra bassa autostima e depressione è fondamentale per lo sviluppo di interventi terapeutici efficaci.

Bassa autostima e ansia

La bassa autostima è un concetto cruciale quando si esamina la relazione tra autostima e ansia

Questo collegamento solleva domande importanti riguardo a come questi due aspetti affettivi interagiscono tra loro. 

Ecco un’analisi dettagliata della connessione tra bassa autostima e ansia. 

  1. Una relazione complessa

La relazione tra autostima e ansia è complessa e sfaccettata. Mentre alcuni studi hanno riportato una correlazione negativa tra autostima e ansia, è essenziale notare che questi due costrutti possono influenzarsi a vicenda in modi diversi. 

Da un lato, l’autostima può agire come un tampone contro l’ansia, con un’autostima elevata che offre una certa protezione contro i livelli elevati di ansia. 

D’altro canto, esperienze intense di ansia possono influire negativamente sull’autostima, contribuendo a una percezione negativa di sé stessi. 

Questo solleva la domanda fondamentale sulla direzione di questa relazione complessa.

  1. Distinzione concettuale

È importante sottolineare che, concettualmente, autostima e ansia sono distinti: l’ansia rappresenta un importante costrutto affettivo ed è un sintomo centrale nei disturbi d’ansia. 

Tuttavia, nonostante le correlazioni significative tra autostima e ansia, sono considerati costrutti concettualmente separati e possono essere misurati in modo indipendente.

  1. Comorbilità clinica

La comorbilità clinica tra depressione e ansia è ben documentata, suggerendo che questi due disturbi spesso si verificano insieme. 

Tuttavia, nonostante le correlazioni tra autostima, depressione e ansia, ci sono evidenze che dimostrano che l’autostima può influenzare l’ansia in modo diverso rispetto alla depressione. 

Pertanto, la ricerca sulla bassa autostima e l’ansia può contribuire a una comprensione più approfondita di queste distinzioni cliniche.

Prospettive teoriche sulla relazione tra bassa autostima e depressione/ansia

Per comprendere meglio come la bassa autostima sia collegata a depressione ed ansia, esistono due teorie consolidate che ci permettono di formulare ipotesi sulla differenziazione di questa relazione tra depressione e ansia.

  1. Il modello tripartito

Secondo il modello tripartito, sviluppato da Clark, Watson e Mineka (1994), la depressione dovrebbe mostrare una relazione più forte con l’autostima rispetto all’ansia. 

Questo modello afferma che depressione e ansia condividono il tratto di elevata affettività negativa, ossia una disposizione stabile a sperimentare angoscia non specifica e stato d’animo negativo. 

Tuttavia, il modello suggerisce che ciascun costrutto includa anche un componente unico, con la mancanza di affettività positiva specifica per la depressione e con un aumento dell’arousal autonomo specifico per l’ansia. 

Quindi, mentre la depressione è legata sia all’affettività positiva che a quella negativa, l’ansia è correlata solo all’affettività negativa. 

Poiché l’autostima è correlata sia all’affettività positiva che a quella negativa con effetti di dimensioni simili, il modello tripartito suggerisce che la bassa autostima sia più rilevante per la depressione rispetto all’ansia.

  1. L’ipotesi del contenuto cognitivo

L’ipotesi del contenuto cognitivo di Beck, Steer e Epstein (1992), derivata dalla teoria cognitiva della depressione di Beck (A. T. Beck, 1967), suggerisce che depressione e ansia possano essere distinte da specifiche vulnerabilità cognitive

Questa ipotesi afferma che i pensieri depressivi riflettono valutazioni negative di sé stessi, del mondo e del futuro, mentre i pensieri ansiosi riflettono l’anticipazione di minacce fisiche o psicologiche. 

Di conseguenza, la bassa autostima dovrebbe rappresentare un fattore scatenante più forte per la depressione rispetto all’ansia.

Bassa autostima in amore: cosa provoca?

La bassa autostima in amore è uno stato psicologico in cui un individuo ha una visione negativa di se stesso o una mancanza di fiducia nelle proprie capacità e nel proprio valore all’interno delle relazioni romantiche

Questa condizione può manifestarsi attraverso dubbi costanti sulla propria accettazione, la paura dell’abbandono, l’ansia riguardo al proprio valore per il partner e la tendenza a cercare costantemente conferme esterne per sentirsi amati e accettati in una relazione.

La bassa autostima in amore può avere diverse conseguenze e comportare una serie di effetti negativi, tra cui:

  • paura dell’abbandono;
  • dipendenza emotiva;
  • autosabotaggio;
  • gelosia e insicurezza;
  • difficoltà a comunicare;
  • accettare comportamenti dannosi;
  • bassa soddisfazione nella relazione.

Bassa autostima rimedi: la terapia

Nei casi di disturbi alimentari, nella terapia, è fondamentale affrontare le cause sottostanti della bassa autostima, come eventi traumatici o problemi familiari, anziché concentrarsi esclusivamente sui sintomi del disturbo alimentare. 

L’aumento dell’autostima può portare a miglioramenti significativi nei pazienti con disturbi alimentari.

Secondo una prospettiva cognitiva, di solito, il trattamento mira innanzitutto a interrompere i processi di mantenimento insegnando alle persone a identificare, mettere in discussione e testare i pensieri automatici negativi specifici legati alle situazioni. 

Allo stesso tempo, si inizia a costruire un senso di sé più equilibrato, ad esempio monitorando le qualità positive e imparando a trattarsi come persone degne di rispetto e cura. 

Durante questo processo, spesso emergono le assunzioni e le credenze sottostanti, e si inizia a lavorare su questi aspetti. 

La terapia quindi si basa sui cambiamenti quotidiani affrontando le assunzioni e le credenze di per sé.

Esercizi per aumentare l’autostima

Se ti interessa e vuoi aumentare la tua autostima, oltre a consigliarti di consultare un esperto della salute mentale, puoi trovare qualche informazione utile in questo articolo che abbiamo scritto. 

La psicoterapia online di Serenis

In questo blog troverai tantissimi altri articoli che parlano di salute mentale.

Se hai ritrovato un po’ di te in quello che hai letto, magari puoi pensare di aiutarti facendo psicoterapia con noi: siamo un centro medico autorizzato.

Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza.

Tutto inizia con il desiderio di vivere una vita migliore. Noi possiamo sostenerti; Serenis è a un solo link di distanza.

Il primo colloquio è gratuito, poi 49 € a seduta.

Fonti

  • Silverstone, P. H. (1992). Is chronic low self-esteem the cause of eating disorders?. Medical hypotheses, 39(4), 311-315.
  • Emler, N. (2002). The costs and causes of low self-esteem. Youth Studies Australia, 21(3), 45-48.
  • Fennell, M. J. (2005). Low self-esteem. Encyclopedia of cognitive behavior therapy, 236-240.
  • Sowislo, J. F., & Orth, U. (2013). Does low self-esteem predict depression and anxiety? A meta-analysis of longitudinal studies. Psychological bulletin, 139(1), 213.

Questa pagina è stata verificata

I nostri contenuti superano un processo di revisione in tre fasi.

Scrittura

Ogni articolo viene scritto o esaminato da uno psicoterapeuta prima di essere pubblicato.

Controllo

Ogni articolo contiene una bibliografia con le fonti citate, per permettere di verificare il contenuto.

Chiarezza

Ogni articolo è rivisto dal punto di vista stilistico, per agevolare la lettura e la comprensione.

Revisori

reviewer

Dott. Raffaele Avico

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista certificato EMDR I

Ordine degli Psicologi del Piemonte num. 5822

Psicoterapeuta, psicotraumatologo e terapista EMDR. È membro della ESDT (European Society for Trauma and Dissociation) e socio AISTED (Associazione italiana per lo studio del trauma e della dissociazione).

reviewer

Dott. Rosario Urbani

Psicoterapeuta specializzato in cognitivo comportamentale

Ordine degli Psicologi della Campania num. 6653/A

Laureato in Neuroscienze presso la Seconda Università di Napoli. Specializzato presso l’istituto Skinner in psicoterapia cognitivo comportamentale. Analista del comportamento ABA e specializzato anche nella tecnica terapeutica dell'EMDR.

reviewer

Dott.ssa Maria Vallillo

Psicoterapeuta specialista in Lifespan Developmental Psychology

Ordine degli Psicologi del Lazio num. 25732

Laurea in Psicologia presso l'Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in psicoterapia e psicologia del ciclo di vita presso l’Università la Sapienza di Roma. Esperta in neuropsicologia e psicodiagnostica e perfezionata in psico-oncologia.